LE ANTI-REGOLE
CERCA LA SOLITUDINE ALMENO PER CINQUE MINUTI AL GIORNO
Chi non sa stare solo, chi teme il vuoto, chi cerca di colmarlo vedendo persone o attaccandosi al telefono, ha il 70 per cento di rischio di obesità in più. Almeno per cinque minuti al giorno, spegni la luce e percepisci il buio, il nulla, dentro di te. È il modo più semplice per liberare il cervello dai pensieri inutili, che bloccano l’energia dimagrante.
CAMBIA AMBIENTE
Ci sono persone che si trasferiscono in un altro paese e dimagriscono senza accorgersene. Accade perché hanno lasciato amici, parenti, familiari, genitori, partner. Sono entrate nel regno del nuovo, della mente ancestrale, tipica dell’infanzia e della sua curiosità, che può spaventare, ma che stimola il cervello a creare nuove risorse. Non è obbligatorio partire, ma basta frequentare, anche poche volte alla settimana, nuove realtà, nuovi amici, nuovi ambienti.
LA BILANCIA È DECISIVA
Molte persone rimangono meravigliate quando, pesandosi dopo un po’ che non lo facevano, si accorgono che hanno preso 7 o 8 chili. Non se n’erano accorte: la routine ha preso il sopravvento. Pesarti tutte le mattine serve a ricordarti del tuo corpo e ad accorgerti del tuo rapporto col cibo. Accorgersi non vuol dire colpevolizzarsi! Prendere coscienza spinge il cervello a passare all’azione dimagrante.
APRI LA PORTA AI TUOI SOGNI
Qual è il mio sogno a occhi aperti? Cosa desidero per me? Diventare manager, aprire un negozio, fare l’attrice? Non importa qual è il tuo sogno, ma fantasticare su ciò che desideri stimola il cervello a produrre nuovi stati energetici, che stanno agli antipodi della materia e quindi del grasso. Sognare a occhi aperti ci porta nel regno dell’“energia sottile”. Non importa che i sogni si realizzino, basta viverli dentro di noi.
Nel silenzio fiorisce la tua forza dimagrante
Il segreto è riuscire a trovare ogni giorno qualche minuto per stare soli con se stessi, un istante in cui ritrovarsi nel vuoto, lontano dalle parole inutili che fanno ingrassare.
Maurizia, 28 anni, ha un rifiuto della solitudine. Teme di stare sola, anche per pochi istanti, e non riesce a passare una serata senza vedere qualcuno. “Vuoto e solitudine sono i miei peggiori nemici, sono disposta a tutto pur di non rimanere sola.” Tutti i giorni è alla ricerca di qualcuno che le faccia compagnia: esce tutte le sere con uomini che la deludono, poi ritorna a casa e comincia a mangiare. E quando invia le sue foto su Facebook arrivano i commenti sul fatto che è cicciottella. I giudizi la deprimono e quindi mangia ancora di più, per cercare il piacere del cibo contro le frustrazioni.
A Claudia, una mia paziente di 35 anni che ingrassava a vista d’occhio, ho consigliato di stare completamente da sola, all’inizio per dieci minuti, per poi arrivare gradualmente a un’ora. Il senso di solitudine inizialmente spaventa, poi diventa il primo gradino per discendere dentro se stessi, là dove si trova la nostra Immagine innata, il nostro lato più profondo. Qui, nel silenzio, abita la “forza dimagrante”! Così come ci si ingozza di cibo, altrettanto ci si abbuffa di persone sbagliate, di parole inutili, di tentativi di andare d’accordo con tutti, di essere gentili, per paura di essere rifiutati. Per colmare il suo vuoto, Claudia continuava a cercare l’uomo dei suoi sogni su Internet.
Ma così facendo trovava solo persone sbagliate e, sera dopo sera, finiva per sentirsi sempre più rifiutata, delusa e abbandonata. Più cerchiamo di evitare la solitudine, più finiamo per adattarci agli altri: saremo sempre meno noi stessi e sempre preoccupati che gli altri si accorgano che li assecondiamo solo per evitare che ci abbandonino.
Ci abbuffiamo di persone e subito dopo, per compensare la delusione, di cibo. La mia paziente, Claudia, ha vissuto all’inizio la solitudine come il “peggior nemico”. Stava da sola perché aveva fatto un patto con me, ma le sembrava di impazzire. “Non mi piace stare da sola” continuava a ripetere. “Mi vengono brutti pensieri, non mi piaccio, non vado bene.” E lo stesso Maurizia.
Stare da soli significa essere presenti a se stessi, non attesa di incontrare qualcuno. Godersi il silenzio interiore è il primo passo per dimagrire.
Recentemente, un giornalista mi ha chiesto come è possibile aumentare l’autostima, che sembra difettare a chi ingrassa. Gli ho risposto: “Con il silenzio”. Stare zitti, immersi nelle cose che stiamo facendo, distrarsi dal pensiero degli altri… questo è fondamentale.
Inizialmente la solitudine ci fa sentire a disagio, poi diventa un porto sicuro, un luogo in cui rifugiarsi.
Puoi anche incontrare il principe azzurro, ma se non sai stare da sola non vai da nessuna parte. Lo sapete che i ragazzi che ingrassano sono quelli che rimangono a casa dei genitori oltre i 30 anni? Quelli che se ne vanno, che diventano indipendenti, che trovano la loro autonomia, dimagriscono. C’è una frase terribile che viene usata spesso: “Cosa fai, esci anche stasera? Mi lasci sempre sola come un cane…”. Queste parole rivelano il nostro pessimo rapporto con la solitudine, con il silenzio. Chi impara a stare in silenzio con se stesso si accorge, in poco tempo, non solo di quante cose inutili diciamo, ma di quanti incontri inutili facciamo e soprattutto di quante parole degli altri sopportiamo. Per paura di restare soli ci facciamo andare bene tante cose… Ma quando ci rendiamo conto che la nostra vita dipende da noi, solo da noi, allora tutto diventa semplice: di colpo siamo più essenziali, scopriamo bisogni solo nostri, e il cibo non è più l’unica ragione di vita.
Nessun altro può badare a te: molte persone, appena incontrano un nuovo partner, si affrettano a consegnarsi a lui. È sbagliato: ci liberiamo dal cibo solo se sappiamo stare con noi stessi, cioè se sappiamo ascoltare il silenzio, che è una medicina. Silenzio interiore significa rinunciare a combattere la propria fragilità, non disprezzare nessun lato di sé. Come diceva Sheldon Kopp, un grande psichiatra: “Ogni parte di te ha il suo valore, se solo l’accetti”.1
Anita mi scrive:
Ma che vita è questa? Per forza mangio… Devo sempre correre dietro agli altri: mi alzo alle sei, preparo la colazione per tutti, porto i tre bambini a scuola, poi la spesa, le pulizie… Bisogna anche stare a sentire la suocera, che ne ha sempre una… E il marito, quando torna a casa stanco, vuole tutto pronto e a posto… L’unico piacere è il cibo.
No, così non va. Occorre trovare il silenzio, in cui immergersi, perdersi, uscire dalla vita reale. All’inizio bastano pochi minuti e poi ogni giorno un po’ di più.
Il silenzio genera le azioni che ci servono, ci dice chi incontrare e chi lasciare, ci indica che cosa è utile per noi, spegne le parole che non servono. Ci dà il baricentro, l’equilibrio. Provate.
Ritrova il tuo centro e addio sovrappeso
Donatella sale sulla bilancia e resta allibita: ci sono 8 chili di troppo. Come è accaduto? Succede a chi si affida alle parole degli altri e smette di guardarsi con i propri occhi. Non si accorge di come viene trasformato, e continua a credere di essere sempre lo stesso.
Qualche giorno fa sono salita sulla bilancia e per poco non svengo! Come ho fatto a non accorgermi degli 8 chili in più che ho accumulato negli ultimi mesi? Forse perché, tutto sommato, continuo a piacermi. Visto che non mi sono resa conto di ingrassare, non riesco a capire come fare per dimagrire. Io sono praticamente sempre la stessa: non ho cambiato modo di mangiare, il lavoro procede al solito e così in famiglia. Adesso però sto iniziando a non riconoscermi più, provo disagio e ho un forte desiderio di perdere peso. Come è potuto accadere?
Donatella
Cara Donatella, sono tantissime le persone che dicono di essere ingrassate senza accorgersene. E di solito sono quelle che si fidano dei complimenti di chi hanno intorno. Quelle che, quando si sentono dire: “Sei proprio un figurino!”, “Stai benissimo così”, “Come sei bella!”, sull’onda di queste lusinghe, si lasciano andare e accumulano “distrattamente” chili in più.
Fino al giorno in cui, come un fulmine a ciel sereno, arriva la rivelazione, come è accaduto a una mia paziente, Adele, durante una cena con alcuni conoscenti. Mentre stavano mangiando, una sua amica davvero grassa le ha detto: “Stai diventando proprio come me… Stai bene, così in carne!”. In quel preciso momento Adele ha avvertito un profondo disagio e ha finalmente visto com’era il suo corpo, trasformato dai chili in più. A quel punto è scattata la molla: quelle parole, di punto in bianco, l’hanno aiutata a capire che aveva perso il centro di se stessa, che mangiava in modo vorace e che il cibo ormai era l’unico vero piacere nella sua vita.
Donatella, tu dici di essere “praticamente sempre la stessa” di prima, ma in realtà nessuno è sempre uguale. Si cambia perché c’è sempre qualcosa, in ognuno di noi, che sta cercando nuovi modi di essere e che nel tuo caso ti ha dato la spinta necessaria per salire sulla bilancia, innescando il desiderio di fare qualcosa per te stessa, di liberarti del peso in più accumulato nell’ultimo periodo. Sei ingrassata perché, pensando di essere sempre la stessa, hai fatto le solite cose. Ma la nostra anima vuole più follia, vuole cambiamenti e novità. Tu inizia immaginando la Donatella magra che eri un tempo: lei non si accontentava della routine, non accettava di fare ogni giorno le stesse cose. Basta evocare quella donna, e innamorarsi di lei, per rimettere tutto a posto.
Dentro di noi abita una vera e propria “magia dimagrante”, vale a dire che il cervello è in grado di innescare velocemente i processi chimici che fanno perdere peso. Tutto d’un tratto non abbiamo più fame, e invece sentiamo la voglia di fare cose nuove, di coltivare nuovi interessi, con l’intima certezza che non abbiamo più bisogno di tutele e guide. Di colpo svaniscono i pensieri pesanti, e le parole degli altri, i loro consigli, opinioni, giudizi non ci interessano più. Quando questo accade, la “dea della magrezza” irrompe e ci rimette in linea. Quando invece siamo soggetti all’influenza altrui, quando siamo preda dei luoghi comuni, dei se e dei ma, del passato, l’anima si inaridisce e riprendere peso è un attimo.
Sentite cosa scrive Serena:
Buongiorno, sono una ragazza di 29 anni, vi seguo da una vita e adoro le vostre riviste. In teoria, so benissimo cosa dovrei fare per perdere peso, in pratica non mi muovo di un millimetro da dove sono. Sono arrivata al punto di non sapere più dove sbattere la testa! I miei si sono separati in modo disastroso quando avevo 3 anni e da allora ho vissuto con mia mamma, mia nonna e mia zia. Mio padre era un tossicodipendente, che ha rovinato la vita di mia madre sperperando tutti i suoi soldi e lasciandola sola con una bambina piccola. La nonna e la zia ci hanno aiutate, ma da allora non perdono mai occasione di rinfacciarci tutto quello che hanno fatto. Da quando ero piccola, mia zia ha deciso che ero grassa: mi ripeteva di continuo frasi del tipo “Saresti bellissima se fossi magra”, “Potresti fare la modella, se dimagrissi” ecc. Mi ha portato da vari pediatri, finché ne ha trovato uno che le ha dato ragione. A quel punto mi hanno portata da un dietologo, il quale ha consigliato una dieta di circa 1000 kcal; sono dimagrita un paio di chili all’inizio e poi non sono più riuscita a perdere un grammo. Da lì è iniziato il disastro, ingrassavo, mi mettevo a dieta per dimagrire, mi sentivo un fallimento e ingrassavo ancora! A oggi ho perso chili facilmente solo quando ho passato diversi mesi negli Stati Uniti, durante l’università. Lì mi sentivo libera di essere me stessa, ora però non mi ricordo nemmeno più di quella persona che ero. In questi anni mi sono laureata, sono stata diverse volte all’estero per lavoro, ho aperto un’attività con una socia e siamo in procinto di aprirne un’altra, convivo da quasi quattro anni con un ragazzo che mi ama, ma non riesco a essere felice! Mi sembra sempre di non essere all’altezza, di dover fare di più per meritarmi di essere apprezzata. Non sopporto l’idea di chiedere una mano, anche perché ho sempre paura di ricevere una risposta negativa. A causa di questo problema mi sobbarco sempre un sacco di responsabilità, oltre al fatto che cerco sempre di aiutare tutti. Ultimamente però mi sono resa conto che mi lamento di continuo, per qualsiasi cosa, critico tutto e tutti. La mia socia, che è anche la mia più cara amica, mi dice sempre che secondo lei sto soffocando il mio vero Io, il problema è che non mi ricordo più chi sono… Se solo riuscissi a essere me stessa di nuovo e a vivere più serenamente… Tuttavia, il mio più grande desiderio rimane riuscire ad arrivare al mio peso forma. Vorrei potermi vestire in base a come mi sento, senza dover scegliere i capi che mi fanno sembrare “meno grassa”, e sentirmi libera di comportarmi in modo naturale, invece di impormi sempre di essere composta per non attirare troppo l’attenzione. Devo perdere almeno 40 chili e questa cosa mi terrorizza, mi sembra di dover scalare una montagna insormontabile: ogni volta inizio tutta convinta questo percorso e poco dopo mi scoraggio e ricomincio a mangiare per consolarmi. Mi sento soffocare, mi sembra di essere diventata la copia sbiadita di quella che ero, di essere rinchiusa dentro un guscio dal quale non riesco più a uscire! Scusate per il lunghissimo sfogo, ma davvero non so più che pesci pigliare…
La risposta è semplice: com’era quella ragazza che viveva in America ai tempi dell’università? Basta ricordarsela per dimagrire.
Chiedo sempre ai pazienti dove vivevano, chi frequentavano, e soprattutto quali immagini, fantasie e interessi avevano quand’erano magri.
Quando viveva negli Stati Uniti, Serena aveva attivato la “magrezza originaria”, l’aveva trovata senza sforzo. Probabilmente non ragionava, non pensava se la sua vita era giusta o sbagliata, non stava a rimuginare sul ragazzo. Viveva e basta. Prendeva decisioni rapide e spontanee. L’America è stata la svolta: Serena si è distratta dalle parole della zia, dal dietologo, dal passato in cui ingrassava a vista d’occhio. Ha liberato la sua vera natura, non ha pensato più a niente e senza saperlo ha attivato l’energia dimagrante.
Nella nostra vita deve realizzarsi una vera svolta: via il passato, adesso entro nel nuovo.
Che cosa mi piace, che cosa mi interessa davvero? Senza esitazione si procede verso la Serena “americana”, che sa come farti dimagrire. Ricordati di lei, aprile le porte, il resto viene da sé.
Camminare verso il nuovo è la via.
È il tuo nucleo vitale che ti rende magra
Asia, 37 anni, si impone una dieta ferrea, ma i risultati sperati non arrivano. La spiegazione è semplice: non sta seguendo le leggi dell’anima, che non vuole regole ma sogni, fantasie e favole. Di queste si sazia e non avverte più il bisogno di ingozzarsi di cibo.
Asia mi scrive per domandarmi se le posso dare un aiuto per dimagrire. Lei si impone sacrifici alimentari, sforzi, battaglie interiori, ma non riesce a ottenere alcun risultato.
Mi dico: “Dai! Devi farcela!”. Comincio col mangiare solo fette biscottate a colazione, per tre o quattro giorni evito di andare a pranzo con le mie amiche. Poi esco nuovamente con loro e finisco per interrompere la dieta. Provo e riprovo, a volte mi coccolo, altre volte mi insulto. Ci sono regole da seguire? Dove sbaglio?
Si può dimagrire solo seguendo le leggi dell’anima. È lei che conduce la danza della perdita di peso. Ognuno possiede un suo nucleo vitale: qui abita l’energia e da qui si deve partire. Ingrassare significa opporsi alla propria energia vitale, che sparisce dalla nostra vista. Così pensiamo di essere deboli, insicuri, senza volontà, come crede Asia. Cosa ama il nucleo vitale che è la casa dell’anima? Vuole volare! Sì, volare… Detesta le regole e ancor più detesta essere messo alla prova. Occorre fare il contrario: distrarsi e, soprattutto, distrarsi dalla dieta. Dimenticare il sovrappeso… Un grande psichiatra, Roberto Assagioli, probabilmente avrebbe detto: “Io non sono quella persona che ingrassa, in me c’è dell’altro”.
Distrarsi significa, per esempio, coltivare una pianta e curarla. Una mia paziente, Dina, 40 anni, diceva che non aveva il pollice verde, che le piante nel suo appartamento morivano. Poi un giorno, proprio a gennaio, Dina ha avuto un’ispirazione e ha riempito la sua casa con una trentina di piante.
Tornavo dal lavoro e mi dedicavo a loro, e così facevo il mattino prima di uscire. Dopo un po’ capivo quale aveva bisogno di più luce, quale di più calore, quale bagnare. Dalle piantine ho imparato che si curvavano spontaneamente per andare a prendersi la luce che non arrivava.
Come le piante, anche noi abbiamo un nucleo vitale che sa cosa ci serve, sa quando avere fame. Rimuginare sulla dieta impedisce al nucleo di condurci verso ciò che ci serve, come fanno le piantine di Dina.
Tu non sei quella che fa la dieta, tu sei il tuo nucleo vitale, così avrebbe detto quel grande psichiatra. Ti ossessioni con il cibo, mentre dovresti far diventare un’ossessione le cose che ti piacciono, come fanno le piantine. Questa, cara Asia, è la regola dell’anima: ogni giorno fare qualcosa che assorba la mente. Il primo strato dell’anima è fatto di pensieri, buoni propositi, sforzi di volontà e conflitti. Questa è la superficie, ma è uno spazio lontano dal nucleo vitale. Se non arriviamo a “toccare” questo, non ci farà dimagrire.
La seconda legge dell’anima per dimagrire è entrare nel regno della fiaba. Immagina la strega, la principessa, la volpe, il lupo… ma immagina sempre. Il nucleo vitale è saziato dalle Immagini, molto più che dal cibo. Quante volte la nonna raccontava una favola e noi eravamo incantati: in quello stato potevamo rimanere digiuni per ore. La fiaba e le immagini ci portano in uno strato più profondo della nostra anima, dove c’è un altro occhio, un altro sguardo. Anziché dirti: “Oggi a pranzo devo mangiare solo un’insalata scondita”, immagina di essere un’avventuriera che naviga, che incontra amori travolgenti, che lotta contro i mostri, così cari alla mente dei piccoli.
E poi? Non raccontare a nessuno che vuoi perdere peso, non criticarti, non lottare con te stessa. Il nucleo vitale sa lui come farti dimagrire: la cosa di cui ha bisogno è che tu ti assenti… da te stessa. Ama il silenzio interiore, l’assenza di pensieri che c’è quando facciamo le cose e siamo totalmente immersi in esse. Non c’è da coccolarsi, né da odiarsi. Questo accade nella parte superficiale dell’anima. Nel profondo, l’anima adora perdersi nei sogni a occhi aperti, come ha fatto Rita, 45 anni.
Ero a cena con le mie amiche, soliti discorsi banali, solite idiozie. Ho immaginato di essere una strega malefica che le metteva tutte in una rete. Questa fantasia è stata una soluzione, in un attimo mi è passata la voglia di mangiare. E ogni volta nei pranzi successivi mi dicevo: “Fai la strega”. Così sono dimagrita.
Le Immagini sono il nutrimento dello strato più profondo dell’anima, ci portano via dalla realtà, dai pensieri. Così il nucleo vitale si sazia e non ha bisogno di cibo.