LE ANTI-REGOLE
NIENTE TENTENNAMENTI E TITUBANZE
Meglio dirsi: “Non ce la faccio, non sono pronto a perdere peso”, piuttosto che rimandare a quando saremo meno impegnati, con minore stress. Ancora peggio, quando ci raccontiamo che cominceremo nel weekend, perché siamo più rilassati. Decidere e agire subito, oppure ammettere apertamente: “Non ce la faccio”. Chi vuole dimagrire deve essere leale con se stesso.
IMMAGINA UNA FIABA
Per dimagrire bisogna uscire dal tempo reale, dalle cose di tutti i giorni. Chiudere gli occhi, immaginare di essere una principessa e fantasticare avventure leggendarie. Entrare nel mondo delle fiabe ci fa cambiare identità. Così si attiva il cervello antico, che è in contatto col centro del piacere e in opposizione al centro della fame.
STÀCCATI DAGLI ALTRI
Bastano tre-quattro minuti per due o tre volte al giorno. Essere con gli altri e sentirsi altrove, come se loro non ci fossero. Serve a non assorbire le emozioni, i pensieri, gli stati d’animo altrui. Il distacco ci riporta al centro di noi stessi, a ricordarci che siamo unici, che bastiamo a noi stessi. Il distacco crea un senso di sazietà dell’anima.
RIPRENDI LA PASSIONE CHE HAI MESSO DA PARTE. SUBITO!
Cosa ti piaceva? Fotografare, fare camminate in montagna, ballare, correre, disegnare, cantare, travestirti? Non dire: “Mi metto a dieta”, ma prendi a coltivare il tuo hobby immediatamente, nel momento stesso in cui decidi di cominciare a dimagrire. La passione cancella immediatamente la fame.
Qual è il momento più propizio per iniziare a dimagrire?
Alcuni pensano che sia la primavera, altri due o tre mesi prima dell’estate, in modo da arrivare in forma in spiaggia, altri ancora ritengono che l’autunno, con la temperatura più fresca, sia il periodo migliore per mettersi a regime, oppure che convenga impegnarsi già a partire da settembre, in occasione della ripresa delle attività scolastiche e lavorative dopo le vacanze, il momento che segna l’inizio di un nuovo anno di impegni.
Roberta, 38 anni, mi dice che “non ha senso mettersi a dieta quando sei sovraccarico di cose da fare, o quando i bambini vanno a scuola, perché tra lavoro, casa, figli sei talmente bombardato che non riesci a trovare la tranquillità per star lì a contare le calorie”.
Questo modo di pensare è quanto di più sbagliato esista se si vuole veramente raggiungere un risultato, ed è il passaporto per il paese degli obesi.
Ogni scusa sarà valida, ogni arrabbiatura sarà una buona ragione per buttarsi sul cibo, ogni tristezza ci spingerà a colmare il vuoto con i dolci.
Sono troppo impegnata con il lavoro e con la famiglia per iniziare una dieta: non ho tempo per scegliere gli alimenti giusti né per mettermi a contare le calorie né, tantomeno, per cucinare per me in modo diverso rispetto a mio marito e ai miei figli che hanno esigenze diverse dalle mie. Dimagrirò probabilmente quando sarò libera dagli impegni: per ora, credo proprio di non farcela. Ho deciso: mi tengo i miei chili in più!
Amanda
No, cara Amanda, non è così! Ogni volta che ti sentirai stressata correrai a mangiare per compensare, e finirai con l’ingrassare, dicendo intanto a te stessa che quando sarai più tranquilla (cosa che non accadrà mai!) allora sì che potrai dimagrire.
Niente di più falso. No, chi desidera perdere peso deve iniziare subito! Adesso, indipendentemente dallo stile di vita che sta conducendo.
Oppure deve avere il coraggio di essere chiaro con se stesso e dirsi: “Non ce la faccio, non riesco”. Accorgersi della propria debolezza, della propria fragilità, è fondamentale! Se mi dico, come fanno molte persone in sovrappeso, “Rimando a domani”, creo un rapporto falso con me stesso.
Insomma, o comincio a mutare il mio rapporto col cibo già oggi, o ammetto che non ci riesco e mi accetto come sono. Senza tentennamenti e senza far finta di avere “solo” rimandato, per sentirmi in pace con me stesso. La verità è che rinvio ancora perché non ho la forza per cominciare a dimagrire, non certo perché sono padrone delle mie scelte. Rimandare vuol dire ancora una volta non decidere.
Invece inizia proprio da oggi, anche solo facendo piccoli gesti: comprati una bilancia, regalati una crema anticellulite, scegli una confezione di biscotti senza zucchero…
Ricordati che chi aspetta, ingrassa: quanto più giri intorno al problema, tanto più grasso si accumula intorno al tuo corpo. Invece coloro che si dicono: “Mi occupo del sovrappeso adesso”, ottengono risultati in tempi rapidi. Rimandare significa non prendere coscienza del problema, inserire un tarlo fastidioso nella nostra mente che ci porta a mangiare sempre di più, rassicurati dalla frase magica: “Più avanti mi metterò a dieta”: ma è solo una scusa per non prendere contatto con il disagio.
Rimandare ogni cosa: uno stile di vita
Chi ingrassa, secondo gli studi psicologici, ha un atteggiamento che lo porta sempre a rimandare tutto – la felicità, la gioia e di conseguenza anche la decisione di dimagrire – a un tempo che verrà, a un incontro magico che lo porti via dal lavoro, dalla famiglia, dalla vita che non gli piace. Contemporaneamente si dà piacere solo rifugiandosi nel cibo.
Come mi scrive Veronica, 40 anni: “Almeno quando mangio sono me stessa. A tavola me la godo, la mia bocca gioisce, anche se dopo mi sento piena di sensi di colpa”.
Milena mi scrive invece:
Mi sentirò me stessa solo quando avrò raggiunto il mio peso ideale. Così come sono mi faccio schifo, e alla fine mi rifugio solo nel cibo, perché passo il tempo a dirmi che sono brutta, che così non vado bene, che non potrò piacere a nessuno.
Come accade a Milena, chi ingrassa “sente” una vocina interiore che ripete all’infinito: “Tanto non ce la farai…”. E così finisce per rimandare, “al dì di mai”, il momento di cambiare atteggiamento mentale.
Occorre invece comprendere che riusciamo a dimagrire solo se smettiamo di lottare con noi stessi, se cessiamo di tormentarci… Dobbiamo capire che la causa del grasso è proprio questa mente ingombra di brutti pensieri, questo mettersi sempre alla prova, questa lotta incessante, che fa ingrassare perché ci fa perdere contatto con la nostra magrezza originaria. Per ritrovarla occorre affidarci di più alla naturalezza, alla spontaneità. C’è in noi una forza dimagrante spontanea: sono i nostri pensieri, i nostri conflitti interiori a disattivarle.
In natura il seme, che è la parte più ricca di grassi, li brucia per diventare germoglio prima, fiori e frutti dopo. A questo proposito, mi piace citare Gabriele Guerini Rocco, medico esperto di alimentazione naturale:
Nel mondo vegetale il seme è la parte della pianta più ricca di grasso (basti pensare agli oli vegetali che si ottengono dai semi spremuti). Però, non appena il seme emette i suoi primi germogli, la quantità di grassi si riduce fino a scomparire. Nel giro di pochi giorni, quindi, il seme ha trasformato i suoi grassi, li ha “bruciati” o meglio utilizzati per iniziare il suo “progetto”, quello di diventare pianta.1
Allora bisogna ricordarsi che, quando ingrassiamo, ci stiamo allontanando dal nostro “progetto”. È come se stessimo accumulando “materia grassa” che non viene trasformata, siamo una pianta che non sta germogliando, che non sta fiorendo. Vale a dire che tutte le attività mentali che possediamo, e che non vengono utilizzate, si trasformano in grasso, in energia statica, in “pancia”.
Dice ancora Guerini a questo proposito:
Allora significa che, quando siamo in sovrappeso, ci troviamo in una condizione di potenziale “maturazione”, stiamo accantonando grassi per utilizzarli nel creare il nostro germoglio personale. Se crediamo di poter dimagrire affidandoci solo alle diete o al tapis roulant, il risultato sarà momentaneo perché si focalizza su aspetti marginali. Così “l’involucro” ricomparirà. Se invece riusciamo a estrarre da noi stessi ciò che siamo, a fare le scelte che ci appartengono o, come dice Martin Buber, a “portare a compimento la nostra natura in questo mondo”, allora potremmo dimagrire naturalmente (tanto che quasi neanche ce ne accorgeremmo).2
Si tratta di comprendere che la partita del dimagrimento è andare verso la propria rinascita, verso quell’Immagine originaria che fa di noi esseri unici, con un volto unico, con un carattere unico.
Si dimagrisce per partorire se stessi e non c’è nessun altro motivo per cui avrebbe senso farlo. Guerini ribadisce bene questo concetto:
Occorre dunque trasformare il sovrappeso in una rinascita. Del resto spesso la pancia dilatata per i chili in eccesso viene paragonata al ventre ingrossato per la gravidanza. In altre parole, è come se chi si trova in sovrappeso si preparasse a partorire un nuovo se stesso. La pancia gonfia sparirà quando la “rigenerazione” sarà avvenuta. Se questo processo non viene completato mettendo alla luce il nuovo Io, c’è il rischio di rimanere in una sorta di “gestazione cronica”, con continue oscillazioni del peso (effetto yo-yo) o sovrappeso cronico. Questa trasformazione è dunque il compito esistenziale di ciascuno di noi, ancora più per chi è in sovrappeso. Per poter essere efficace, un percorso di dimagrimento va concepito come un processo di vera e propria rinascita.3
Bisogna quindi depurare la mente da tutte le tossine, come i rimpianti, i progetti inutili, i romanticismi, le credenze, i rancori. Quello che conta è il “progetto” che il nostro inconscio sta attuando, la pianta che si sta facendo. Se non resistessi con i miei “perché”, la magrezza arriverebbe spontaneamente.
Sentite quello che mi ha detto un giorno Giulia, una mia paziente: “Provavo a mettermi a dieta, ma nella testa sentivo una vocina che mi diceva che prima o poi avrei ripreso ad abbuffarmi”. Così Giulia finiva per sentirsi sempre “colpevole, cattiva e sbagliata”. Soprattutto faceva l’errore che fanno tutti quelli che vogliono dimagrire: rimandava tutto a quando “sarebbe diventata magra”.
Questo è un errore nefasto. Fateci caso, quando siamo felici, gioiosi e contenti ci viene molto più facile mangiare meno, perché siamo sazi di emozioni positive. Nel cervello il centro del piacere blocca quello della fame e, quindi, più siamo felici e contenti, più perdiamo peso. Mai, assolutamente mai, rimandare la felicità, in attesa di essere più belli e più magri.
Piuttosto, come ho detto a Giulia, per aiutarti sostituisci i pensieri con le immagini… Servono a tenere lontana l’ossessione del cibo e funzionano da dimagrante.
Così, oltre a evitare per l’ennesima volta di rimandare il nostro appuntamento con la magrezza, ci procuriamo un vero e proprio farmaco anti-fame!
Infatti, quando crediamo di non riuscire più a raggiungere l’obiettivo di dimagrire, dobbiamo essere capaci di pensare in modo diverso, evitando di fissarci sul grasso o sul nostro corpo che non ci piace.
Invece, diventa importante la capacità di sognare… Sì, sognare di essere in un’altra città, di avere vicino il compagno giusto, di vivere un’avventura meravigliosa. Come in una fiaba.
Alle mie pazienti che mi raccontano la loro vita infelice che le porta a ingrassare, io faccio chiudere gli occhi. Tutte, all’inizio, fanno fatica… Ma via via si risveglia in loro la capacità immaginativa, un farmaco potentissimo nella cura della rassegnazione, un rimedio alla convinzione di non farcela.
Giulia aveva fatto un patto con me: dedicare ogni giorno almeno mezz’ora a sognare a occhi aperti. Si rifugiava nella sua stanza e fantasticava di essere una principessa del ’700, in viaggio su una nave verso il suo innamorato. Improvvisamente arrivavano i pirati… Questo semplice esercizio serve a farci cambiare identità: una principessa ha possibilità incredibili, mentre la nostra vita di tutti i giorni ci fa sentire imbrigliati e ci mette in balia del cibo, che resta spesso l’unico piacere che ci concediamo.
Giulia dedicava sempre più spazio alla fantasia, proprio come fanno i bambini; mentre entrava sempre di più nel mondo dei sogni, senza accorgersene smetteva di pensare che non poteva farcela. E infatti, cambiando atteggiamento mentale, passando dalla lotta contro il cibo alle fantasie, ce l’ha fatta: ha perso 10 chili e sta bene. La sua principessa l’ha aiutata più di qualsiasi dieta.
Anche tu sei convinto di non farcela? Sotto sotto non vedi l’ora di interrompere la dieta? Allora mettiti a fantasticare a occhi aperti, a sognare.
Fantasie e immagini ci portano in un altro mondo mentale, dove i confini ristretti della nostra vita quotidiana si allargano, e fanno in modo che il cervello immetta nell’organismo le sostanze giuste contro la fame.
La paura dei cambiamenti
E poi ci sono le persone che rimandano… per paura di farcela! Quando si avvicinano al traguardo, con una scusa si tirano indietro.
Devo dire che ho passato molti anni a cercare di conoscere la mente di chi ingrassa: se si vuole dimagrire davvero, bisogna vederla con chiarezza. Come tutte le questioni del mondo psichico, se si osserva bene ciò che succede dentro di noi, ci si accorge che possediamo funzioni psichiche che quasi sempre ignoriamo e trascuriamo. Non siamo abituati a cercare il vuoto, ci fa paura. Eppure la “mente vuota” ha grandi capacità dimagranti.
Elisa, 38 anni, e Daniela, 40 anni, mi scrivono per dirmi che ce la fanno a perdere peso “fino a un certo punto”. Poi scatta la paura del successo.
Mi sento vuota, mi sento sola e, quando mi peso, anziché dirmi brava ed essere contenta, finisco per trovare delle scuse per riprendere a mangiare.
Queste sono le parole di Daniela, mentre Elisa avverte la stessa sensazione quando, dopo aver perso 6 chili, si vede allo specchio:
Bella come non ero da tempo, ma, non so perché, mi sento inutile, triste, come se non sapessi perché e per chi vivo.
Chi inizia a dimagrire deve sapere che incontrerà per qualche istante, magari qualche giorno, il senso di vuoto.
Sembra, come è accaduto a Elisa e Daniela, che non ci sia più niente che abbia importanza. Prima erano eccitate, maniacali, esaltate dalla voglia di tornare in linea, di essere belle, seducenti. E poi? Proprio quando stanno per farcela, quando sono vicine a raggiungere l’oggetto del loro desiderio, e cioè il corpo magro, si sentono fallite. Non è strano?
Chi non lo sa, chi non si aspetta l’arrivo di questa sensazione di tristezza e di vuoto, si spaventa e spesso, per questo, riprende a mangiare.
I bravi nutrizionisti sono anche grandi psicologi e conoscono molto bene questa situazione, a causa della quale più ci si avvicina all’obiettivo, al corpo magro, più ci si sente persi.
Che cosa bisogna fare per risolvere questo blocco? Per prima cosa bisogna sapere che la sensazione di vuoto che arriva è molto positiva: non pensate di dimagrire nel modo giusto, se ogni tanto, mentre state perdendo peso, non viene a trovarvi un po’ di tristezza. Perché accade? Il vuoto è un’energia del profondo, forse l’energia più antica del cervello. È come un farmaco: ci cura! Bisogna che lo sappiamo e ne teniamo conto…
Il vuoto viene dall’energia vitale più profonda, più sana. E viene per dirci: “Guarda che adesso stai buttando via la zavorra, le cose in più che tenevi dentro, e stai tornando a essere te stessa”.
Ti senti sola perché per troppo tempo hai assorbito il modo di essere degli altri, ti sei dedicata ad accontentare marito, figli, amiche. Ora il vuoto ti riporta dentro di te. Non c’è assolutamente da spaventarsi: bisogna solamente accoglierlo.
Per questo, a chi desidera dimagrire consiglio di cercare, anche solo per qualche istante, la sensazione di distanza dagli altri, dalle cose, dalle relazioni. Sentirsi un po’ soli e distaccati significa che stiamo dando spazio al vuoto interiore, e questa è una cosa fondamentale.
Il fatto che arrivi questa sensazione non vuol dire che abbiamo sbagliato a perdere peso, anzi: è il segnale che funziona! Non c’è da avere paura: sta nascendo la nostra nuova Immagine…
Ci sentiamo disorientati perché eravamo abituati alla persona, cioè alla maschera, che mostravamo agli altri: era lei che ci faceva ingrassare. Il vuoto ci dice che stiamo tornando a casa: ci eravamo dimenticati della nostra vera Immagine. Ora che la stiamo ritrovando, ci sentiamo un po’ spaesati.
Ma siamo sempre noi. Niente paura.
Inizia con ciò che ti appartiene per davvero
Cosa c’è nella mia vita di “veramente mio”? Cosa mi piace davvero? Cosa mi riesce facile?
Se rispondiamo a queste tre domande con spontaneità, naturalezza e soprattutto senza sforzo, senza alcun ragionamento, con immediatezza, possiamo essere certi che “la via della magrezza” fa parte della nostra vita.
Se invece ci arrovelliamo per dare una risposta, se sentiamo solo la fatica di vivere, allora ingrassiamo. Vedo trasmissioni televisive incentrate sulle calorie, sulle diete, sui cibi permessi e quelli vietati, sull’attività fisica, sulla palestra come un dovere: così non si va da nessuna parte.
Com’è la mente dimagrante? È la mente incantata, sognante, piena di desiderio, di immagini, di fantasie. È la mente della passione, soprattutto della passione d’amore. I grandi nutrizionisti sanno che il miglior dimagrante è l’innamoramento, uno stato mentale che ci porta lontano dal reale, dalle cose di tutti i giorni, dalle abitudini, dalla staticità. Non c’è persona che ingrassi che non sia schiava di azioni ripetute, di omologazione, di accettazione di ruoli imposti.
E torno alle tre domande. La prima è: cosa c’è di mio, di veramente mio?
Siccome la nostra mente è imprigionata dalle “cose da fare e dai soliti pensieri”, bisogna staccare la mente e parlare a se stessi, come se fossimo abitati da una dea sconosciuta.
Clotilde ha seguito il mio suggerimento: “Chiudevo gli occhi e chiedevo a una donna misteriosa, di cui non vedevo il volto, di dirmi che cosa è adatta per me”.
Questo semplice esercizio Clotilde lo ripeteva prima di addormentarsi e al mattino al risveglio. Pochi secondi. In un mese ha riscoperto la “passione folle” per la fotografia di quando faceva l’ultimo anno di liceo e i primi di università.
“La fotografia era un’ossessione, immortalavo persone, cose, dettagli di animali, da mattina a sera.”
Le passioni sopite diventano grasso corporeo. Ci vuole qualcosa di affine a te, di tuo, di veramente tuo, al quale trovare spazio nella tua giornata. Innamorarsi delle proprie passioni è la via dimagrante. Senza lamenti, senza scuse: “Ma come potrei trovare tempo per la mia passione, con tutte le cose che ho da fare?”.
Clotilde, ogni volta che i figli e la vita matrimoniale la assorbivano, si diceva: “Calma, vado a fotografare”. Il marito rideva del suo hobby, ma non era un passatempo, era una vera e propria “cura dimagrante”.
La seconda domanda: cosa mi piace davvero?, fa parte della prima. Se nella tua vita è presente qualcosa di “veramente tuo”, questo sarà anche il tuo grande piacere, la tua grande gioia.
“Fotografare mi piace davvero, mi viene spontaneo. Come ho fatto a dimenticare questa passione per vent’anni?”
Molte persone si sposano e rinunciano senza quasi saperlo alle loro passioni, forse credendo che il partner sia più contento se hanno serate meno impegnate. Puntualmente ingrassano.
Per essere magra, devi occuparti prima di tutto e più di tutto di te, dei tuoi desideri, dei tuoi interessi, delle tue passioni. Così ha fatto Clotilde per perdere i suoi venti chili di sovrappeso.
Cosa mi viene facile? Questa è la terza domanda. La più importante.
Per Clotilde fotografare era qualcosa che veniva dal profondo, emergeva senza fatica. Nelle passioni spesso c’è tanta follia: ma oggi sappiamo che allontanarsi dalla realtà abituale stimola il centro del piacere e blocca quello della fame.
E se stai vivendo la passione giusta, vedrai che il cibo non ti verrà neanche più in mente…