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FAR PACE CON SE STESSI

Uno dei nostri errori è quello di svalutarci, di criticarci continuamente e di dare troppo credito all’opinione altrui, sminuendo la nostra.

Da questo nascono rassegnazione, dipendenza, trascuratezza, poca stima di sé: l’anticamera del sovrappeso.

Proviamo invece a fare la pace col nostro corpo e la nostra psiche, a stimarci, a prenderci cura di noi stessi.

E poi dimagrire verrà da sé.

LE ANTI-REGOLE

ATTENZIONE A CHI HAI INTORNO

Le ricerche degli studiosi di bioenergetica hanno rivelato che spesso il grasso addominale è un “cuscino” per difendersi dalle persone che abbiamo vicino e che invadono il nostro spazio. La pancia diventa una barriera nei confronti di rapporti troppo assillanti. È fondamentale avere in casa un proprio spazio, anche piccolo, per mettere un po’ di distanza tra noi e chi ci sta troppo addosso.

NIENTE CONFLITTI: LASCIA LE COSE COME SONO

“Lascio mio marito e mi metto con l’altro?…” “Cambio lavoro?…” “Vorrei dire di no, ma non riesco…” Sono tanti i conflitti interiori che ci assillano, invadendo il nostro spazio mentale. Ebbene, più aumentano i dissidi e più corriamo a rifugiarci nel cibo. Dobbiamo dirci: “Io non devo decidere. Lascio le cose come sono. Sarà la mia essenza, al tempo opportuno, a prendere la decisione più adatta a me”.

APPARECCHIA LA TAVOLA PER TE SOLA

Mangiare è un rito, forse il più antico. Anche se sei sola, apparecchia la tavola, accendi una candela, entra nella penombra. Mettiti un vestito che ti piace, prima di sederti. Evita di fare avanti e indietro dalla cucina con i piatti. Apparecchia ed entra nell’atmosfera magica del nutrire la tua essenza, il tuo Sé, il principio creativo che fa di te un essere unico. Quando mangiamo stiamo allattando la nostra anima: è qualcosa di prezioso.

INNAMORARSI È FONDAMENTALE

I grandi nutrizionisti sanno che il miglior farmaco dimagrante è l’innamoramento. Quando ci si innamora si è presi dall’immagine dell’altro, dal desiderio che accende non solo la psiche, ma anche il metabolismo. Innamorarsi non significa tradire, ma entrare nel regno del fuoco, della passione, del sentirsi altrove rispetto alla vita ordinaria. Questo stato mentale è il miglior rimedio anti-fame, perché porta il cervello nello stato sognante. Molti diranno: “Non posso innamorarmi a comando”. È vero, basta però che la mente sia aperta a questa possibilità. Innamorarsi di qualcuno è anche innamorarsi della vita e allontanarsi dal regno ingrassante della routine.

Piacere a se stessi è un elemento fondamentale contro l’aumento di peso. Infatti, quando si affacciano alla mente pensieri tipo “Ma per chi dovrei trattenermi se non interesso a nessuno?”, oppure “Mangio, tanto è l’unica soddisfazione che ho dalla vita…”, è segno che può solo arrivare il peggio. Se, per di più, siamo condizionati da come ci vedono gli altri, come ci giudicano, cosa pensano di noi vuol dire che la nostra autostima dipenderà sempre da un parere esterno e non potrà mai rinforzarsi. E la ricerca della nostra immagine originaria, della nostra autenticità, della nostra vera bellezza, sarà sempre subordinata all’idea che gli altri hanno di noi e alle loro aspettative.

L’unica soluzione possibile è occuparsi di se stessi, senza dar spazio a nessuno, amici, parenti, fidanzati, mariti…: bisogna seguire la propria strada e basta.

Invece chi ingrassa spesso si adegua al punto di vista degli altri. Crede di essere libero, ma in realtà è fortemente condizionato da chi gli sta vicino, e vive ogni cambiamento con ansia.

E allora, quando si cerca una maggiore indipendenza, insorgono i problemi: ci si sente sperduti, senza riferimenti, e si corre subito a colmare col cibo il senso di vuoto che affiora.

In questi momenti siamo spinti a mangiare in modo compulsivo, sentiamo un bisogno di cibo che ci travolge… Il problema è che non facciamo attenzione a quali sono i nostri veri bisogni, cosa avremmo voluto fare veramente nella vita, cosa nutrirebbe in modo più adeguato il nostro spirito.

Nel rapporto col cibo si riflette il nostro rapporto con la vita: che cosa amiamo? Cosa vogliamo davvero? Non dobbiamo mai perdere di vista queste domande, perché è come perdere di vista la nostra rotta nella vita, rischiando poi di finire per rifugiarci negli eccessi alimentari.

Sarebbe un atteggiamento rinunciatario, come dire: “Tanto nella vita non si riesce mai a realizzare ciò che si vuole…”. In effetti, chi ingrassa non crede di potercela fare, e dietro una facciata spesso sorridente e ottimista cela un senso di sconfitta e la convinzione di non essere in grado di modificare le cose.

Chi ingrassa crede, in fondo in fondo, che “tutto resta sempre uguale a prima”, come se fosse inutile aspettarsi qualcosa dal futuro e non fosse possibile credere in tempi migliori… Chi ingrassa difficilmente vive nel presente, fatica ad ascoltarsi, non si chiede che sensazioni prova nei vari momenti della giornata, né cosa desidera veramente in un dato frangente.

Invece è importantissimo esser presenti a se stessi e non ingannarsi: se ci si sente malinconici è bene constatarlo e accettarlo, invece di negarlo, e lo stesso se siamo insoddisfatti, arrabbiati, disperati, scoraggiati…

Non conviene mentire a se stessi. Posare lo sguardo sui nostri stati d’animo, infatti, significa evitare di compensare col cibo le nostre delusioni e i nostri disagi.

Facciamo fatica a diventare autonomi

Non di rado, i rapporti che abbiamo con chi ci sta vicino ci impediscono di sentirci indipendenti, di sperimentare una vera autonomia e di avere uno spazio per noi stessi. A volte gli amici, i parenti, i familiari, ci pressano a tal punto da risultare davvero invadenti, ma noi interpretiamo come un segno d’affetto questo “infiltrarsi” nella nostra vita e toglierci spazio. Non va bene, è necessario porre un limite, altrimenti questi sconfinamenti finiranno per mettere in pericolo la nostra salute.

Non avete idea di quante donne ingrassano per creare un cuscinetto difensivo nei confronti di chi sta loro intorno. Si tratta di donne per molti versi indipendenti, ma che vivono il rapporto matrimoniale in modo sottomesso e che, non riuscendo a ribellarsi, finiscono per ingrassare in silenzio e dare alla loro vita una direzione che non desideravano. Si sentono frustrate e questo ricade non solo sul loro peso, ma anche sulla loro autostima: si sentono fragili, si vedono “brutte” e hanno la sensazione di essere prive di carattere. Ma a volte è proprio necessario sentirsi male fino in fondo per risollevarsi…

Luisella, 37 anni, mi scrive che ha dovuto arrivare all’ennesimo scontro col marito perché nascesse in lei la voglia di dimagrire.

Avevo un senso di inferiorità nei suoi confronti: mi sentivo sempre in torto e soprattutto non c’erano mai situazioni in cui mi sentivo autonoma. Insomma: mi ero stancata che lui continuasse a dominarmi.

Partendo da questa convinzione, Luisella è diventata consapevole di un senso di indipendenza nuovo che la pervadeva e ha realizzato che in lei viveva anche un’altra donna, stanca di sopportare questo modo di fare del marito.

Sapevo che, se fossi riuscita a dimagrire, mi sarei emancipata da lui e dai suoi modi di fare vessatori: in quel momento è nata in me una determinazione mai vista prima.

Da allora la vita di Luisella è cambiata: ha perduto 15 chili. senza più riprenderli e a distanza di tre anni non è più ingrassata. E più dimagriva, più si piaceva e si vedeva bella. Come in un circolo virtuoso anche l’autostima cresceva, permettendole di superare tutte le tensioni familiari.

Invece Anna, 33 anni, viveva male la routine e si è ritrovata appesantita…

Lavoro, casa, lavoro, casa… Caro dottor Morelli, un bel giorno mi sono ritornati alla mente i suoi suggerimenti riguardo al chiudere gli occhi e lasciarsi andare alle immagini, ricordando cosa ci piaceva fare da bambini.

Anna si è vista a 14 anni, magrissima, piena di voglia di vivere e abituata ad avere un sacco di amici e di amiche:

Con gli anni mi sono chiusa in me stessa: troppo assorbita dalle responsabilità del lavoro, dal mio perfezionismo, dalla voglia di far contenti i miei genitori.

È stato sufficiente che affiorasse la ragazzina estroversa di un tempo per riprendere i contatti con i vecchi amici e ritornare in pista! Oggi Luisella dice che non tornerebbe più indietro.

Da quando sono tornata magra, ho giurato a me stessa che non mi sarei più lasciata trascinare dalle cose. Sono in linea come non lo ero da anni. Va bene così, e addio alla donna timida e insicura che ero diventata.

In primo luogo dai spazio alle passioni…

Marinella, 38 anni, dopo aver divorziato si è trovata in poco tempo con 10 chili in più e con la convinzione che ormai la sua vita fosse segnata per sempre. Non faceva altro che piangere e lamentarsi con tutti di suo marito che l’aveva lasciata e del sovrappeso. D’altro canto, sosteneva, il cibo era l’ultima consolazione rimastale…

Un giorno però Marinella incontra un suo vecchio fidanzato, che la invita a prendere un aperitivo e le ricorda di quanti uomini la corteggiassero prima del matrimonio, di quanto fosse sensuale e desiderabile.

È stato in quel momento che ho preso coscienza di quanto il matrimonio mi avesse spenta e di come mio marito se ne fosse andato perché non sopportava più quel piattume. È così che mi sono iscritta a un corso di recitazione, la mia passione fin da ragazza.

Marinella prima di sposarsi era piena di spasimanti proprio perché, grazie alla sua propensione per il teatro, durante le cene recitava spesso delle brevi pièce, richiamando su di sé l’attenzione e l’ammirazione di tutto il gruppo di amici. Così ha ritrovato un’altra femminilità, ricca di talento, che solo in apparenza era scomparsa…

Se sacrifichiamo “l’altro” che vive in noi ingrassiamo. Ma quando lo recuperiamo ritroviamo subito il nostro peso forma. Senza sforzo.

Isabella, 33 anni, nella sua lettera mette in luce l’importanza di osservare se stessi per recuperare la gioia di vivere. Sentite cosa scrive:

Con me le diete non funzionano, ci avrò provato chissà quante volte… Sì, inizialmente perdo 5 o 6 chili, ma poi percepisco un senso di vuoto e ingrasso di nuovo.

Quello che descrive Isabella è comune a molti: si parte decisi, ma poi subentra un senso profondo di vuoto e ci si sente soli… Gli altri sono liberi di uscire e mangiare ciò che vogliono e il partner non capisce i nostri sforzi e si spazientisce per le restrizioni della dieta.

È così che i litigi con mio marito sono diventati il pretesto per consolarmi col cibo e per dire che, se tornavo a ingrassare, era colpa sua…

Il peso che accumuliamo non dipende mai dagli altri, ma è una responsabilità tutta nostra. Di fatto noi non andiamo alla ricerca dell’amore di cui abbiamo bisogno e quest’esigenza finisce per essere compensata col cibo. Si ingrassa perché siamo carenti d’affetto, d’amore, di attenzioni, e il cibo è solo un succedaneo.

Come per Isabella.

Mi sono detta: smetti di fare tutte queste diete che non ti portano a nulla, incomincia piuttosto a osservarti e a fare ciò di cui hai davvero bisogno! Da quel momento, quando mi accorgevo che stavo per iniziare con i lamenti e cominciavo a dirmi: “Vedi come sei grassa, non ce la fai!”, mi fermavo e fantasticavo qualcosa di piacevole e di divertente. E poi un giorno mi sono detta: “Non devi fissarti su quest’idea che tornerai bella e attraente solo quando sarai magra, devi cercare la tua bellezza adesso, così come sei”. E allora ho iniziato ad alzarmi prima il mattino e a dedicare più tempo alla scelta del vestito da mettermi, come se ogni giorno fosse un giorno speciale.

Isabella ha fatto delle considerazioni fondamentali: non è tanto la forza di volontà che è necessaria per dimagrire, quanto lo stato d’animo giusto. È lui che ci spinge o meno verso il cibo.

Ho smesso di far leva sullo sforzo, sulle autoimposizioni, sui sensi di colpa… no, ora non mi impongo più niente, mi godo quello che mangio, punto a piacermi, a star bene con me stessa e a dare spazio alle passioni della mia vita… Mi curo moltissimo, gli abiti, il profumo, il trucco, e faccio di tutto per essere desiderabile. Così funziona…

Isabella ha smesso di rimandare i piaceri della vita a quando sarebbe ritornata in linea, rinviando tutto a una “magrezza” che rischiava di non giungere mai…

Il suo scopo adesso non è tanto di perdere peso, bensì di ritrovare il piacere di essere protagonista della sua vita. Come accade da bambini, quando il gioco, il divertimento, l’allegria ci assorbono completamente.

A quel punto è stato facile perdere peso, ero così presa dalla voglia di ridere e di essere sensuale che l’ultimo mio pensiero era di sfogarmi col cibo. La fame insaziabile? Un ricordo lontano.

Isabella in meno di un anno ha risolto brillantemente il suo problema di sovrappeso, ritrovando la linea che aveva prima di sposarsi.

È fondamentale che diventiamo consapevoli di quanti personaggi differenti abitano in noi: a fianco dell’Isabella tutta rimpianti e lamenti ce n’era un’altra, pronta a ridere e a essere sexy. Se, viceversa, prende il sopravvento l’unilateralità, siamo ineluttabilmente destinati a ingrassare. Nessuna donna può vivere facendo solamente la mamma, o la moglie, o la donna che lavora…

Chi ingrassa si occupa di far funzionare bene gli aspetti più visibili e materiali della vita, ma si dimentica dell’immaginario, dei sogni, della voglia di essere liberi e di gioire…

C’è un mondo che non si vede, ma che richiede le stesse attenzioni di quello più apparente. Se la realtà ci schiaccia, ci imprigiona, se crediamo di vivere solo per pagare il mutuo, per il lavoro, per il sabato sera con gli amici, per curare il marito e i figli, prima o poi qualcosa dentro di noi si impunta e si rifiuta di andare avanti, finché finisce per depositarsi e trasformarsi in grasso.

Ingrassare significa che siamo diventati troppo statici: la nostra anima ha voglia di meno stabilità, meno certezze e più movimento. Il piacere di vivere nasce principalmente dalla creatività, dalla fantasia, dalle passioni, dai sogni…

C’è troppa concretezza nella nostra vita… e più concreto del cibo non c’è niente. Più siamo “concreti” e più ci zavorriamo di materia, cioè di grasso.

E adesso… innamorati di te

Perché chi fa l’amore in genere è più magro? Perché un buon rapporto con l’erotismo mette in moto l’energia libidica, riassetta i canali energetici e stimola l’attività metabolica. Ma questa operazione funziona solo se si fa l’amore “bene”: chi fa sesso controvoglia o in maniera poco soddisfacente, infatti, non brucia pienamente e scivola in uno stato di sofferenza.

Il rischio è ancora più alto se si vive un’esistenza incentrata sulla razionalità e si trattengono le emozioni. Nel cervello, infatti, è presente il nucleus accumbens, un centro del piacere collocato vicino al centro della fame. Vale a dire che noi possiamo facilmente sostituire il piacere, erotico, emotivo o affettivo, con il cibo. Tutte le volte che il piacere manca o viene frenato, partono segnali inviati dal nucleus accumbens che chiedono di soddisfarlo. E se questo non accade, scatta automaticamente la ricerca di cibo. Quindi: meno piacere, più fame. Non posso dimagrire obbligandomi a una faticosa dieta, ci vuole una svolta più profonda. L’esempio è nella lettera di una signora che mi scrive:

Ho 42 anni, da cinque anni sono vedova e sono sempre rimasta sola, volendo dedicare tutto il tempo al mio bimbo di 12 anni, che sentivo di aver trascurato molto negli anni passati. Infatti, sono stata sempre molto impegnata, prima nella gestione di un negozio con mio marito, e poi, quando mio marito si ammalò di cancro al cervello, nella corsa contro il tempo per cercare delle cure efficaci e per occuparmi da sola del negozio. Ho trascurato molto il mio piccolo Marco, poi quando mio marito è morto ho voluto dedicarmi finalmente solo a lui. Rinchiusa nel mio guscio, ero ingrassata e non mi curavo del mio aspetto, sicura di non meritare l’attenzione di nessuno e neppure di me stessa. Mi sembrava di essere una brava mamma, una buona commerciante, una discreta figlia, un’amica vera per le amiche, ma sempre e comunque “brutta e grassa”. Quest’estate è successa una cosa inaspettata, bellissima: un uomo mi ha detto che si era innamorato di me. Non le dico il mio stupore, per me era impossibile, non ci credevo, mi sentivo smarrita come un’adolescente ai primi approcci amorosi. Quando poi si è avvicinato e mi ha baciata sono rimasta senza fiato, si è scatenato l’uragano ormonale e da lì ho cominciato a sbocciare… e a dimagrire spontaneamente.

Cos’è successo? Doveva verificarsi una svolta. Questa signora si è accorta che poteva essere desiderata, e questo si è rivelato il più grande stimolo al dimagrimento.

Tutti possono dimagrire: grazie a un nuovo amore, come abbiamo appena letto, ma anche a un divorzio, un abbandono, un tradimento, un licenziamento: sono tutte occasioni per ricordarsi di sé e vivere con maggior intensità le proprie esperienze.

Quindi, si ingrassa perché ci si è dimenticati di se stessi, delle proprie passioni e della propria emotività, perché “dentro” si è scontenti… Se perdiamo la nostra originalità, la nostra unicità, le nostre caratteristiche più personali, diventiamo sempre di più come gli animali in gabbia, che cercano il piacere solo nel cibo.

Oltre all’innamoramento ci sono altre emozioni forti che possono fungere da stimolo: quando veniamo lasciati, per esempio, dimagriamo perché il dolore della perdita, se lo accogliamo, dà vita a un nuovo modo di essere e “accende” il metabolismo. In fondo, a volte, abbiamo bisogno di essere lasciati, traditi, abbandonati… Va compreso bene che il metabolismo si rimette in moto quando c’è una rivoluzione nella nostra vita. Spesso, però, la rivoluzione non la vogliamo, perché scompagina i nostri piani, e allora ci “mangiamo sopra”.

Invece, bisogna cogliere l’occasione anche nei momenti tristi, per scoprire che dimagrire è un viaggio, come quello di Ulisse verso Itaca…

Più rabbia, meno peso

A proposito di tradimenti e abbandoni, ecco il caso emblematico di Anna, una donna sposata di 43 anni.

Un giorno scopre che il marito la tradisce e tutta la sua rabbia “esplode”. La sua vita di coppia, del resto, ormai da anni è deludente, sia sul piano della comunicazione sia a livello erotico. Anna è insoddisfatta, ma accetta la situazione. Mangia di nascosto, soprattutto cioccolata: si alza anche di notte e in pochi minuti si rimpinza di crema di nocciole e praline. Il suo corpo lievita, e diventa sempre meno desiderabile. Forse è anche per questo che suo marito si trova un’amante…

Quando lo scopre, Anna “esplode”. Sta male, ma capisce che la sua vita le stava stretta e che è venuta l’ora di cambiare. Tira fuori tutta l’energia repressa e rompe, “grazie” alla rabbia, il meccanismo perverso in cui era scivolata. Dice no al marito, alla sua vita mortificante. Dice no ai dolci, si iscrive a una palestra e si regala una settimana in un centro benessere. E in un mese è già un’altra donna.

Spesso l’obesità è frutto della psicologia della sopportazione. Se infatti ci ostiniamo a vivere situazioni che ci vanno strette, ma che ci facciamo “andar bene”, per sopportare il disagio ci rifugiamo nel cibo. In realtà, vedendo che ingrassiamo, la nostra frustrazione aumenta. Finché la rabbia a un certo punto esplode e agisce su di noi come un vento liberatorio: ci ripulisce, ci rimette a nuovo e ci fa venire voglia di cambiare. Tonifica e riattiva il metabolismo, ci fa bruciare di più e ci fa perdere peso.

“A parte il peso, ha proprio una bella faccia…”

Spesso compensiamo il sovrappeso con un atteggiamento mentale estroverso, accattivante, familiare, dolce con gli altri, in modo da far risaltare la bellezza del carattere, mettere gli altri a loro agio e piacere più per la simpatia che per le forme del corpo. Ebbene: l’essere carini con tutti, mettersi abiti larghi per nascondere i chili di troppo, sottolineare il viso come elemento di bellezza da mettere in evidenza, significa vivere con il senso di colpa del sovrappeso. Questo atteggiamento mentale per cui si maschera il proprio corpo è un veleno per il cervello e per la psiche.

È fondamentale cercare la bellezza in tutto il corpo! Se ci concentriamo esclusivamente sul volto, trascurando la parte inferiore del corpo, rischiamo di vivere un’esistenza divisa in due: questo scollamento non va bene, e scivoliamo in un sottile stato di malessere che scatena la dipendenza da cibo.

Ricerche recentissime dicono che vivere nascondendosi, sempre timorosi che gli altri si accorgano delle nostre forme abbondanti, ci induce in uno stato continuo di mortificazione, che stimola il centro della fame a essere sempre più attivo per procurarci, attraverso il piacere del cibo, un antidoto contro l’insoddisfazione. Inoltre le donne che ingrassano, dice un’altra ricerca, vivono nel timore che qualcuno faccia notare i loro chili in più e si sforzano di essere il più possibile carine, estroverse, simpatiche, e soprattutto di farsi andare bene anche situazioni che detestano.

Sentite cosa mi scrive questa lettrice:

Mi guardo allo specchio: il mio corpo non mi piace più perché sono ingrassata tanto e allora porto tutta l’attenzione solo sul viso. Forse perché tutti mi dicono che ho degli occhi stupendi e dei lineamenti speciali.

Sono le parole di Ada, 40 anni, che mi racconta di “vivere solo amori mentali”: “Idealizzo gli uomini che incontro: mi attraggono solo se sono romantici, teneri, affettuosi, carini. Detesto le volgarità e quindi quelli che mi vogliono portare a letto subito, col risultato che non faccio mai l’amore con nessuno”.

Se si intervistano le donne che ingrassano, quasi tutte hanno l’attenzione concentrata sul volto: si trovano belle fino al collo e da lì in giù invece sono profondamente insicure del loro corpo, hanno timore di mostrarlo, fuggono la sessualità per paura di non essere accettate.

Il pericolo è di sentirsi donne solo in alto, nella testa, mentre si comprano vestiti larghi e scuri per nascondere il corpo e le sue forme, vissute “come inferiori, brutte, sfasciate”, come mi ha riferito più volte Ada.

Mirella invece mi racconta di sentirsi spregiudicata, libera, anche molto provocante con i suoi partner fino a che si va a cena, poi al momento di passare alla camera da letto inventa scuse di ogni tipo per non “mostrare la pancia ingombrante”: “Il risultato è che mi faccio corteggiare e corteggio come un’adolescente, ma quando devo essere una vera donna finisco col fuggire”. Queste parole sono frequenti, fanno parte del vocabolario dell’anima di chi ingrassa, in cui c’è una lotta tra l’alto e il basso. Lo dice anche Ada: “Sono sicura del mio volto e della mia mente, ma tremo di paura dalla testa in giù”. Questa separazione tra il viso e una femminilità più corporea crea grande frustrazione, disistima di sé, cui si reagisce rifugiandosi ancora di più nel cibo.

Bisogna rompere questo circolo vizioso, altrimenti il rischio è di avere solo “gli amori del volto”, che sono spirituali, romantici, ma fondamentalmente adolescenziali. Bisogna che ogni donna che ingrassa si ripeta queste parole, che ho suggerito a Ada: “Io sono desiderata come fonte di piacere, come femmina”. Occorre ripetersi queste parole, per esempio, quando si viene invitate a cena.

Un ottimo esercizio è percepire il desiderio in tutto il corpo, e non limitarsi solo al piacere di essere ricercate per la bellezza dei lineamenti e degli occhi. Ascoltare il proprio mondo “basso” è fondamentale: quando si è con un corteggiatore, portare la percezione sulla pancia, sui genitali, sulle sensazioni erotiche che pervadono le parti inferiori del corpo… “Desiderare” non vuol dire “andare a letto”, ma diventare consapevoli del proprio mondo istintuale. Se è vero che il nostro volto è il riflesso della nostra unicità, è altrettanto vero che la bellezza ha bisogno di essere rigenerata dagli inferi, dalla terra, dalle parti “basse” del femminile.

Spesso le donne che ingrassano dimenticano questa dimensione della “terra” e diventano bambine che vogliono essere amate senza sensualità. Il timore di un corpo che non piace va messo sullo sfondo.

Guai se gli uomini vi amano solo per la vostra “bellezza alta”. Le donne devono sentirsi desiderate in ogni punto del corpo. Questo ha fatto Ada: vincendo ritrosie e paure ha cercato sempre di più, in ogni incontro, la presenza del femminile terrestre. Questo ha fatto scattare il dimagrimento. E sapete come ha scoperto che ce l’aveva fatta? Il giorno che mi ha detto di aver smesso di guardare le sue foto di quando era magra e bellissima. Significava che voleva incontrare e diventare amica della “donna in carne”.

Senza la carne, la bellezza è eterea, sottile, confinata nel volto. E fa ingrassare. Accettando invece il lato basso, si scopre la vera autenticità del femminile.

“I maglioni e l’abbigliamento caldo e comodo nascondono bene il mio sovrappeso, ma ora è inevitabile fare i conti con tutto ciò che non ho fatto per me.” Quando affermiamo che i maglioni nascondono bene il grasso, e che li usiamo per questo, diciamo una bugia: con i maglioni, in realtà, cerchiamo di nascondere la nostra vera natura, la nostra essenza, il lato di noi che non vogliamo mostrare a nessuno, che non vogliamo far vedere agli altri e neanche a noi stessi.

Ingrassiamo, è capitato anche a me, perché vogliamo bloccare il nostro modo di essere più nascosto, più segreto, perché ci facciamo andare bene una vita che non ci piace e recitiamo parti che non ci corrispondono e non ci appartengono.

I maglioni invernali spesso coprono quel lato, i sentimenti, le emozioni e gli istinti che non vogliamo mostrare agli altri. E la bella stagione ci fa paura perché non possiamo più nasconderci.

Guardiamoci per come siamo, senza inganni

Secondo le ultime ricerche di neurofisiologia, noi non vediamo il nostro corpo com’è realmente. Lo percepiamo secondo un’Immagine interna che non sempre corrisponde alla realtà. Sentite cosa mi scrive Laura:

Io ho un problema, solo che secondo me è l’opposto di tutti gli altri problemi… Dunque, peso 80 chili e sono alta 1,70, solo che io mi vedo magra… è difficile da spiegare… se mi guardo allo specchio vedo che sono grassa… ma quando penso a me l’immagine che ho nella mia mente è di una persona magra… com’ero qualche anno fa… e non capisco perché non riesco a prendere coscienza del mio corpo, non capisco se è un rifiuto o se mi accetto… Io non sono soddisfatta del mio corpo, ma nello stesso tempo non faccio nulla per cambiarlo… Come posso mettermi in testa di dimagrire?

Molte persone in sovrappeso si vedono magre: se si chiede loro di disegnare il proprio corpo, spesso si dipingono come vere e proprie anoressiche. Una mia paziente, Federica, di 27 anni, si descriveva magrissima, mentre invece era 30 chili sopra il suo peso…

Insomma, si ingrassa perché non ci vediamo come siamo? Perché in noi c’è una percezione sbagliata della nostra immagine corporea? Se è così, che cosa si deve fare? Possiamo partire da questo ragionamento.

Noi non possediamo un corpo statico, sempre identico. Dalla fecondazione alla nascita, alla pubertà, cambiamo miliardi di volte senza che ce ne accorgiamo. Il nostro corpo non è sempre uguale, la sera come la mattina; eppure quando ci guardiamo allo specchio ci riconosciamo, ci vediamo più o meno identici. Non ci accorgiamo che stiamo invecchiando, se non dopo molto tempo e, quando guardiamo le fotografie di molti anni prima, ci sembra di avere un volto molto diverso e quasi sconosciuto.

Insomma, l’Immagine del nostro corpo danza dentro di noi e noi siamo suoi ospiti, abitiamo dentro di lei. Nel nostro cervello, il nostro nucleo più profondo è rappresentato proprio come un’Immagine. E allora perché a volte, come dice Laura, percepiamo l’immagine di una persona magra, pur ingrassando?

Perché dentro di noi il tempo si è fermato. Ci sentiamo adolescenti, come quando eravamo magri; o meglio, l’anima ci vuole ancora ragazzi, mentre noi siamo diventati adulti, forse troppo in fretta.

Questo vorrei dire a Laura: se vuole dimagrire, deve far rivivere la ragazzina che è stata, con i giochi dell’adolescenza e la spensieratezza che se n’è andata. Si vede magra perché la sua Immagine corporea la vuole com’era allora. È la donna adulta, matura che ingrassa, non l’adolescente che è in lei.

Spesso ci chiudiamo in una mentalità troppo statica, la nostra vita diventa piena di certezze, di sicurezze e ci sembra di non poter più cambiare. È questa mentalità che ci fa ingrassare. Questo non vedere più gli aspetti caotici e la spensierata follia che ha abitato la nostra adolescenza.

Diventare adulti non significa soltanto diventare esseri razionali, ma anche non perdere il sapore degli imprevisti. Ci si vede magri mentre si ingrassa perché qualcosa dentro di noi non vuole adattarsi a una realtà troppo stretta. Spesso le relazioni troppo mature ci fanno sentire in gabbia e ci spingono a ingrassare. Ma l’anima, attraverso l’Immagine corporea, ci ricorda che la nostra vera identità è la magrezza.

Vedendoci magre, possiamo ricordarci come eravamo e spazzar via la staticità che ci soffoca.