«È probabile che per ragioni romantiche (Bulgakov) sia stato attratto dalla professione del medico, del biologosperimentatore. Non a caso medici e biologi sono circondati da una certa aureola di mistero nelle opere di Bulgakov, ed è evidente l’amore dell’autore per personaggi come il professor Persikov di Uova fatali e Filipp Filippovič di Cuore di cane... [...] Nel settembre 1916 Bulgakov fu richiamato dal fronte e inviato a dirigere un ospedale rurale del villaggio di Nikol’skoe, nel governatorato di Smolensk [...] Questo periodo della sua vita è riflesso in Appunti di un giovane medico, dove l’eroe bulgakoviano, un onesto indefesso medico, che salva spesso malati in situazioni che sembrerebbero senza speranza, è consapevole della necessità di diffondere l’istruzione ai contadini delle remote campagne di Smolensk, ma è impotente a mutare le condizioni delle loro esistenze e tormentato da questa impotenza. I documenti e soprattutto l’attestato consegnato a Bulgakov dall’amministrazione del villaggio testimoniano che egli è stato un buon medico e che in un anno di lavoro a Nikol’skoe aveva curato più di quindicimila pazienti e aveva effettuato molte operazioni chirurgiche con successo: le stesse di cui si parla nei racconti.»
[B.V. Sokolov, O tvorčestve Michaila Bulgakova, in M. Bulgakov, Čaša žizni, Moskva, 1988, p. 6.]
«Gli Appunti di un giovane medico sono lirici nello stile e drammatici nelle situazioni. Essi sono infarciti delle grandi idee comuni a tutti gli uomini. Bulgakov nella narrazione rende particolarmente screziate le autoconfessioni dell’eroe dove noi cogliamo non solo le inquietudini spirituali del giovane medico, ma anche la misura della sua maestria, della sua arte, il vigore del suo carattere, la formazione della personalità. Gli Appunti di un giovane medico sono percorsi da ottimismo e da un grande senso umanitario.
Morfina narra invece una situazione tragica. In questo racconto c’è una ricostruzione clinica, come ha osservato K. Simonov: si descrive il processo della malattia e si rappresenta il terribile quadro della distruzione fisica e morale di un essere umano.»
[V.V. Novikov, Rannjaja proza M. Bulgakova, in M. Bulgakov, Povesti, Rasskazy, Fel’etony, Moskva, 1988, pp. 16-17.]
«Ognuna delle operazioni del dottor Bomgard noi la seguiamo in ogni dettaglio, la vediamo con gli occhi ingenui del medico alle sue prime armi. Il merito del giovane medico per noi, lettori, sta nel fatto che egli “vede” per la prima volta, spesso senza capire, senza sapere, senza far coincidere le conoscenze teoriche apprese all’università con gli incredibili interventi.
[...] La forza dell’emozione che suscitano le descrizioni bulgakoviane è prodotta in parte dalla “freschezza” degli occhi dell’inesperto chirurgo, dal fatto che lui stesso non prevede i risultati dei suoi gesti ed è il primo a stupirsi della propria fortunata perizia che chissà di dove gli viene.»
[Efim Etkind, Ob efemernom i večnom v poetike Bulgakova (Zapiski junogo vrača) (L’effimero e l’eterno nella poetica di B.: Gli appunti di un giovane medico). Ivi, p. 157.]
«[...] Le opere dell’autore trentenne devono rappresentare per noi i propilei della sua arte: tappe successive della sua ascesa verso le vette della creazione, un arco lanciato sulla via che porta alle più imponenti architetture dei suoi romanzi [...] Ma il lettore, dal canto suo, rileverà probabilmente altra cosa: il Bulgakov giovanile è incantevole, irresistibile, è un autore al quale il tempo non ha tolto niente del suo fascino. [...] La narrazione (negli Appunti di un giovane medico) risulta così brillante e avvincente che il lettore con assoluta partecipazione si immerge nella descrizione dei casi più insidiosi della pratica medica e con assoluta partecipazione segue il lavoro del neo-esculapio di campagna ansioso di soccorrere gli uomini malati, smarriti, di salvare una vita in pericolo.»
[V. Lakšin, Mir Michaila Bulgakova in M. B., Sobranie sočinenij v pjati’tomach. Tom pervyj, Moskva 1989, p. 13.]