CAPITOLO 6
GUARIRE IL PASSATO

Il passato non è uguale al futuro.

- Anthony Robbins

Qualche volta potrebbe esservi capitato di chiedervi come mai non riuscite a fare progressi. Le vostre intenzioni sono buone: volete crescere, guarire, avanzare nella direzione delle vostre speranze e dei vostri sogni. Potreste avere l’impressione, però, che qualcosa vi stia trattenendo. Quando questo è il caso, può aiutarvi guardare a questioni irrisolte del passato. Tutti abbiamo avuto esperienze spiacevoli; sono però le nostre interpretazioni, le nostre impressioni riguardo a quanto accaduto e ai motivi scatenanti gli eventi, che possono tenerci bloccati. In questo raggio della ruota capiremo come superare il nostro passato.

Qual è la vostra storia?

Tutti hanno una storia. La nostra storia è il nostro passato. Possiamo ripetere questa storia solo a noi stessi, solo agli altri, oppure sia a noi che agli altri. Tale storia spesso ha su di noi l’effetto di un abito fatto di piombo, che ci impedisce di avanzare; e se proprio non ci blocca, quantomeno talvolta ci rallenta. Usiamo la nostra storia come una scusa per non rischiare, o per non cambiare il nostro percorso. La usiamo per ottenere simpatia o pietà. Qualche volta la usiamo come maschera, così da non dovere rivelare il nostro vero sé agli altri.

Quindi, qual è la vostra storia?

Può essere una storia semplice, oppure lunga. Può prendere in considerazione più persone piuttosto che una persona sola. Prende la forma di una diagnosi, di un’esperienza singola oppure ripetuta. La vostra storia vi trasforma sempre in una vittima.

Ecco alcuni esempi di storie che la gente talvolta racconta.


• Quando ero un bambino hanno abusato di me.

• Sono stato abbandonato.

• Eravamo poveri.

• Mio padre se n’è andato quando avevo otto anni.

• Sono un sopravvissuto al cancro.

• Vengo da una situazione familiare disagiata.

• Sono un padre/una madre single.

• Sono diabetico.

• Soffro di depressione.

• Non ho avuto le stesse opportunità di mio fratello/sorella.

• Sono il figlio di mezzo.

• Mio padre era un alcolizzato.

• I miei genitori erano sposati ma si odiavano.

• Io ero quello «intelligente».

• A scuola ero considerato un nerd.

• Sono grasso.

Esercizio: le storie del vostro passato

Quale storia o storie ripetete a voi stessi e agli altri? Pensateci e scrivete almeno due storie.



Come vi sentite dopo avere scritto la vostra storia o le vostre storie? Meglio? Come prima? Sentite che la vostra storia vi è familiare, come un vecchio amico? La vostra storia vi fa sentire forti, al comando?

Scommetto che la vostra storia vi è familiare e vi dà una buona sensazione. Potrebbe darvi anche un senso di sicurezza. Scommetto però che non vi fa sentire forti. La vostra storia è stata un modo per nascondervi da ciò che siete realmente, vi ha tenuto bloccati in uno schema, impedendovi di progredire. In un certo senso la vostra storia è una scusa che avete inventato per non raggiungere obiettivi, per non prendervi cura di voi stessi, e per non vivere il vostro dharma, il vostro scopo. Ora vi chiederò di fare qualcosa di radicale. Prendete la penna, la matita, o qualsiasi cosa abbiate usato per scrivere la vostra storia (o le vostre storie) e cancellatela disegnandoci una croce sopra. Cancellatela completamente. Non ne avete bisogno per riuscire nella vita, non ne avete bisogno per avanzare nella direzione in cui vi state muovendo. È nel vostro passato. Anche se parte della vostra storia si sta ancora verificando nel presente, cancellandola rendete chiara la vostra intenzione di lasciarla andare.

Lasciate che vi spieghi perché questa cosa è importante. Anche se c’è della verità in parte della vostra storia, un’altra parte è semplice menzogna. Ve lo ripeto: la vostra storia, anche se vera, contiene un granello di falsità, quindi non è valida. Supponiamo che la vostra storia sia: «Sono grasso». Potete anche espandere leggermente il concetto: «Sono grasso da molto tempo», oppure «Sono sempre stato grasso».

Sì, il vostro corpo può anche essere grasso. Ma è questo ciò che siete? Siete sempre stati grassi? Davvero? Quando siete nati, nei vostri primi giorni di vita, eravate grassi? C’è stato un tempo della vostra vita in cui non siete stati grassi? Anche per un solo giorno? Ripetere «Sono grasso» vi offre un aiuto valido per cambiare la situazione?

Cambiate la vostra storia, invece, utilizzando una frase come: «Sono sulla via della guarigione e del dimagrimento». Anche se non avete idea di come farlo, però lo desiderate, siete su quella strada, giusto? È un’affermazione più precisa? Vi fa sentire più forti rispetto alla frase «Sono grasso»?

Prendiamo un’altra storia: «Sono stato abbandonato».

Di nuovo, questa è una verità parziale. Se siete qui oggi, se state leggendo questo libro, qualcuno si è occupato di voi. Magari non sono stati i vostri genitori biologici, ma qualcuno ha assunto quel ruolo: vostra nonna, una zia, un patrigno, un genitore adottivo, un vicino. Qualcuno ha svolto per voi il ruolo di genitore e vi ha aiutati a diventare chi siete oggi. Cambiare prospettiva vi aiuta a cambiare la storia, a darvi potere. La storia «Sono stato abbandonato» può diventare: «I miei genitori, impossibilitati a prendersi cura di me, hanno lasciato che fosse mia nonna a crescermi, perché mi amavano molto».

Esercizio: la vostra nuova realtà

Ora che avete cancellato le vecchie storie, scrivete almeno due nuove storie.



La vostra storia è diventata così profondamente radicata in voi che potrebbe servirvi del tempo prima che riusciate a cambiarla completamente. Ogni volta che pensate alla vecchia storia, passate a quella nuova. Ricordate: anche se la vecchia storia può contenere della verità, lo stesso si può dire di quella nuova. È una questione di scelta. Spostate la vostra attenzione su quella nuova per andare avanti.

Comprendere il perché
avete un passato

Il passato è un tema delicato. Alcuni hanno un passato tranquillo, altri difficile. È complicato comprendere la spiegazione dietro ciò che abbiamo dovuto sopportare per arrivare dove siamo ora. Se avete avuto un passato burrascoso, magari pensate che la vita sia ingiusta; se avete un passato tranquillo, forse vi chiedete cosa vi accadrà. Nel Vedanta, il corpus di conoscenze da cui l’ayurveda deriva, il nostro passato non è solo il passato di questa vita, ma anche un insieme di vite. Qualsiasi cosa scegliate di credere, il vostro passato e tutte le sue lezioni vi hanno portato dove siete ora. Vi siete mai trovati in una situazione difficile in cui vi siete chiesti: «Ma perché mi sta capitando tutto questo?», per poi accorgervi più tardi che tutto aveva un senso? C’è un disegno più complesso, uno schema universale delle cose. Qualche volta otteniamo risposta alla domanda «Perché?», e qualche volta no.

Il Vedanta ci dice: «La vita scorre tra le rive del dolore e del piacere. Noi entriamo in collisione con entrambe le rive, ma non dobbiamo rimanere bloccati su un lato per troppo tempo». In occidente abbiamo il detto: «Anche questo passerà», che significa più o meno la stessa cosa. Nel nostro cuore sappiamo che la vita è davvero come un fiume. Avremo sempre la dicotomia del bene e del male, del ricco e del povero, dei momenti difficili e delle situazioni piacevoli. Quando facciamo esperienza di un evento, la lezione non consiste solo nell’assistervi ma anche nell’apprenderne gli insegnamenti. La pratica della meditazione ci porta la capacità di osservare in modo consapevole, e la nostra mente ci permette di imparare la lezione e passare oltre.

Nella sezione della guarigione emotiva ci siamo concentrati sull’assumerci la responsabilità per le nostre sensazioni e le nostre azioni; ciò è di grande aiuto per imparare le lezioni degli eventi passati. Spesso, chi ha difficoltà a superare gli eventi rimane bloccato in una mentalità da vittima, o coscienza vittimistica. E se mentre leggete vi state dicendo: «No, io non lo faccio mai. Non rimango mai in quello stato», pensateci bene. Lo facciamo tutti, una volta o l’altra.

Ecco un esempio. Avete mai ricevuto una multa per eccesso di velocità? Dopo esservi ripresi dallo shock dovuto all’importo che dovete pagare, cominciate a raccontare l’accaduto. Per caso la vostra versione assomiglia a: «Andavo più veloce del limite, cosa illegale. Un vigile si è accorto di quanto andassi veloce, mi ha fermato, e mi ha dato una multa per eccesso di velocità; so che me la meritavo perché in quel momento stavo violando la legge»? Avete mai sentito qualcuno dire una cosa del genere?

La nostra verità di solito è più simile a: «C’era l’autovelox», o «Tutte le altre auto andavano veloce, quindi dovevo adeguarmi», oppure ancora «Era la fine del mese, e il vigile doveva raggiungere il suo obiettivo mensile di multe». A volte diciamo anche di peggio: «Questi cani fanno sfoggio di potere. Perché non vanno ad arrestare criminali invece di prendersela con poveri e obbedienti cittadini che stanno solo viaggiando a dieci chilometri all’ora oltre il limite? E intanto gli spacciatori e i pedofili sono liberi...».

La maggior parte di noi assume una mentalità da vittima perché questa modalità fa sembrare noi l’eroe e l’altra persona il cattivo di turno. Qual è però l’effetto di un tale atteggiamento sulla nostra psiche? Ci tiene ancorati al passato. Diventa parte della nostra storia, ci aggrappiamo ad essa, e non riusciamo a passare oltre. In ultima analisi siamo sempre responsabili per le nostre azioni e le nostre reazioni; non importa se il nostro comportamento è stato conscio o inconsapevole. Se imparerete questa lezione, non avete idea di quanto la vostra crescita personale ne trarrà beneficio.

«Sono responsabile di tutte le mie azioni e reazioni». È un mantra che potete ripetervi quotidianamente per aiutarvi a guarire dal vostro passato. Ora potreste chiedervi: «E se fossi coinvolto in un evento del quale non sono direttamente responsabile?».

Supponiamo che siate stati vittima di qualche violenza: pedofilia, violenza coniugale, o stupro. Non sto dicendo che siete responsabili per eventi di questo genere: è ovvio che in quei casi voi eravate le vittime. La parola chiave, però, è «eravate». L’evento, per quanto tragico, è accaduto, e alcuni eventi sono così dolorosi che per guarire richiedono un tempo molto lungo. Non siete responsabili dell’evento, ma siete responsabili della sua interpretazione, e quindi di come l’evento influenzi il vostro presente e il vostro futuro. Esistono storie di sopravvissuti all’olocausto o ad altri genocidi, e di madri i cui figli sono stati uccisi, che hanno perdonato i responsabili. Non mi è mai successo nulla di così tragico, e non dico che riuscirei a perdonare facilmente persone che commettono crimini di questo genere. Chi lo fa, però, impara la lezione e riesce a passare oltre.

Non importa cosa vi sia successo in passato. Cosa state facendo al vostro presente e al vostro futuro?

Imparare la lezione e passare oltre

La vita ci propone esami e lezioni da imparare. Il meccanismo è chiaro. Quello che fate con i vostri esami e le vostre lezioni è scelta vostra. A scuola, se sostenete l’esame, imparate la lezione, e ottenete un punteggio elevato, potete passare al livello successivo; la vita funziona allo stesso modo. Avete mai notato che a causa di una vostra debolezza le stesse situazioni vi si continuano a ripresentare? Beh, è perché non avete ancora imparato la lezione. Quando imparerete la lezione, l’universo dirà: «Ora è il momento di passare oltre». E sapete questo a cosa porterà? Ad altre lezioni! Una volta capito il meccanismo, però, il tutto vi sembrerà piacevole.

Il tema ricorrente nella mia vita è quello della pazienza: per tutta la vita ho combattuto con l’impazienza. Le parole che mia madre mi ripeteva sempre, «la pazienza è una virtù», mi hanno sempre fatto sentire frustrata, anche da grande. E negli anni ho pagato il prezzo per la mia impazienza: ho tagliato ponti, perso opportunità e soldi. Sto imparando la lezione, piano piano. Mi ci sono voluti più di quarant’anni, ma sto imparando a lasciare che le cose succedano naturalmente, invece di forzarle. Ora che ne sono consapevole, ho una possibilità di scelta: se mi accorgo di essere impaziente, posso scegliere la pazienza. Come già detto possiamo operare scelte tra un numero infinito di opzioni.

Supponiamo che il vostro tema ricorrente siano le relazioni violente: avete cominciato con un familiare, continuando con il partner, un capo, e con altre persone ancora. Come capire la vostra lezione? Ponetevi le domande seguenti.


  1. 1. Cosa stanno cercando di insegnarmi queste relazioni?
  2. 2. Cosa ho bisogno di asserire, verbalmente o silenziosamente, per diventare più forte?
  3. 3. Come posso uscire dal ruolo della vittima per assumere un ruolo attivo e potenziante?
  4. 4. Cosa ho bisogno di imparare riguardo ai miei schemi di comportamento che attraggono questo genere di persone e di relazioni?
  5. 5. Che vantaggi ho se rimango coinvolto in una relazione violenta (o in più di una)?

Di nuovo, non siete responsabili degli abusi subiti in relazioni di questo genere, ma siete responsabili del vostro presente e del vostro futuro. Rispondendo a domande che vi conducono in una posizione più attiva, ed esprimendo l’intenzione di superare il vostro passato, potrete imparare la lezione. Il vostro tema ricorrente potrebbe essere la povertà, il fallimento, un qualche tipo di dipendenza, la procrastinazione o la difficoltà ad amare. Qualunque esso sia, trovatelo rivisitando il vostro passato.

Per guarire i danni causati dal passato, qualche volta è sufficiente prendere una decisione, come: «Non rimarrò più coinvolto in relazioni violente» oppure «Ciò che mi è accaduto in passato non determinerà il mio futuro». Altre volte, invece, la guarigione è un processo più lungo, che richiede un supporto professionale. Se però il supporto professionale è affiancato da meditazione, consapevolezza di sé, assunzione di responsabilità, scelte coscienti, riuscirete a passare oltre molto più velocemente.

I sette chakra principali:
sciogliere i blocchi energetici

Indipendentemente dalla nostra capacità di guarire il passato, qualche residuo rimane sempre. I residui del passato vivono nelle nostre cellule e nei nostri tessuti sotto forma di tossine; rimangono però anche nel nostro corpo energetico, l’aspetto del sé che ci dà forza vitale, o energia vitale. In sanscrito, quest’energia è chiamata prana. Ciascuno di noi ha centri energetici nel proprio corpo chiamati chakra. La parola chakra significa «ruota». Esistono sette chakra principali, ubicati in diversi punti dalla base della colonna vertebrale fino alla parte superiore del cranio. Se il concetto di chakra, o centro energetico, è troppo astratto per voi, pensatelo come una regione anatomica che racchiude aspetti delle vostre emozioni, esperienze, della vostra personalità e del vostro spirito.

Per fare un esempio facile pensiamo al cuore. Il cuore è la regione anatomica, e l’emozione più frequentemente collegata al cuore è l’amore. L’esperienza dell’amore è collegata al vostro cuore insieme a tutto il passato. Il vostro aspetto personale del cuore e dell’amore è il modo in cui esprimete l’amore, e l’associazione spirituale per il cuore può essere qualsiasi cosa, dall’amore per se stessi all’amore per un essere superiore.

Per guarire dal passato, rimettersi in salute nel presente e rimanervi nel futuro, esaminate i chakra e scoprite dove la vostra energia è bloccata. Questo può indirizzarvi verso la guarigione.

Quando dovetti affrontare il cancro alla tiroide, ero determinata a trovare tutte le ragioni per cui avevo permesso che il cancro si manifestasse. Sapevo istintivamente che la mia via per la guarigione includeva la convinzione che fossi stata io a portare la malattia nella mia vita; ciò mi avrebbe permesso di sentirmi in una posizione di potere, di sentire la possibilità di portarlo fuori dalla mia vita. A ventotto anni mi dissi: «Sto imparando la lezione che il cancro alla tiroide mi sta offrendo, in modo che non debba avere più il cancro». Attraverso il mio viaggio verso la scoperta di me stessa, venni a conoscenza dei sette chakra principali. La tiroide è ubicata in corrispondenza del quinto chakra, quello dell’espressione verbale.

Appreso ciò, cercai di capire cosa avevo fatto per impedirmi di esprimermi pienamente, oppure, in altre parole, cosa aveva bloccato il chakra. Guardandomi indietro e ripensando alla mia salute nel corso degli anni, mi resi conto che tutti i miei acciacchi avevano sempre avuto origine nella gola. Da bambina avevo sempre mal di gola e tonsilliti; a diciassette anni mi era stata diagnosticata la mononucleosi, e la mia gola si era chiusa parzialmente a causa di un ascesso che dovette essere rimosso chirurgicamente. Il messaggio era chiaro: dovevo risolvere i problemi del mio chakra della gola. Esprimermi in modo autentico con i miei cari era sempre stato difficile per me, tuttavia non me ne ero mai accorta fino a quel momento. Dovetti misurarmi con il difficile compito di affrontare le mie paure e di esprimermi autenticamente con le persone a cui volevo bene. Scoprire la causa del mio blocco fu liberatorio. E anche se mi ci volle del tempo, credo che non avrò più problemi alla gola, ora che ho guarito il quinto chakra.

All’università studiai il lavoro di Erik Erikson sulle fasi dello sviluppo psicologico del bambino. Il presupposto della teoria è che il bambino deve passare attraverso determinate fasi a determinate età, e che, in caso di riuscita, il passaggio di sviluppo successivo lo condurrà al successo sociale e psicologico. La gerarchia dei sette chakra è simile a quella dello sviluppo psicologico.

Tra i sette chakra, tre sono collegati alla dimensione fisica, il quarto è il nesso tra la materia, o la dimensione fisica, e lo spirito; gli ultimi tre sono spirituali. Se aprite e allineate i primi tre chakra, otterrete migliore accesso ai chakra superiori. È possibile rimanere bloccati nel primo, secondo o terzo chakra, senza mai spostarsi verso i chakra superiori. Se risolvete i blocchi dei vostri chakra, otterrete un intuito migliore, salute, amore, felicità, senso di beatitudine.

Quando lavorate per sbloccare i chakra, è utile prima meditare per circa quindici minuti; poi, con gli occhi ancora chiusi, portate la vostra consapevolezza su ciascuno dei chakra per tre, cinque minuti. Il vostro corpo vi farà capire dove i vostri blocchi sono localizzati. Avvertirete una sensazione di apertura, uno stato neutrale, oppure un senso di chiusura. Nel caso in cui il centro energetico sia aperto, sentirete l’energia scorrere liberamente, come se l’aria potesse circolare nell’area del chakra. Se provate una sensazione di neutralità, né apertura né chiusura, potreste comunque sentire dell’energia, che però non scorre liberamente. Poiché il nostro corpo si muove in modo continuo tra equilibrio e disequilibrio, una sensazione neutrale non indica necessariamente un blocco; può trattarsi semplicemente di uno stato momentaneo. Per esempio, se avete appena mangiato e vi concentrate sul chakra del plesso solare, potreste avvertire movimento, ma non un chakra completamente aperto, perché nello stomaco c’è del cibo. La sensazione del chakra chiuso richiama la presenza di un qualcosa di solido, come il famoso nodo in gola quando siamo agitati.

Se rilevate, in uno di questi centri energetici, una sensazione di chiusura o di neutralità, mantenete la vostra consapevolezza in quel punto e vedete se emerge qualcosa di collegato a quel chakra. Potrebbe emergere un ricordo, oppure il vostro corpo potrebbe ripresentare un sintomo che avevate manifestato in passato. Mentre vi dedicate a questo esercizio tenete un quaderno a portata di mano e annotate tutto ciò che vi viene in mente, o che sentite nel vostro corpo. Se riscontrate sensazioni o ricordi collegati a uno specifico chakra, concentratevi su quel punto più volte al giorno per più giorni. Mantenendo l’intenzione di aprire il chakra, vedrete che qualcosa vi guiderà, aiutandovi a capire ciò che dovete fare per liberare l’energia bloccata. Continuate a prendere nota di ciò che emerge durante la meditazione e le vostre attività quotidiane.

Se necessario, per aiutarvi ad aprire i vostri chakra, potete usare degli strumenti specifici: visualizzazione del colore di ogni chakra, ripetizione di mantra, pietre da indossare che corrispondono al chakra bloccato. Le posizioni yoga che corrispondono ai diversi chakra, il pranayama (tecniche di respirazione yogi) e la meditazione sono un valido aiuto per l’apertura dei chakra.

Per immaginare l’area di un chakra, pensatela come una spessa ruota di energia turbinosa che passa dalla parte frontale del corpo a quella posteriore. Se foste in piedi, questa «ruota» sarebbe parallela al suolo.


Il chakra della radice: muladhara

Questo chakra comprende la base della colonna vertebrale, il perineo e le prime tre vertebre. L’elemento terra domina il chakra della radice, che rappresenta la sicurezza, la stabilità, i bisogni di base, la fiducia. Quando questo centro energetico è allineato, avvertite un senso di sicurezza, e di certezza riguardo al fatto che i vostri bisogni di base, fisici e psicologici, saranno soddisfatti. Un chakra della radice fuori controllo conduce invece alla sensazione di sradicamento, incertezza e sfiducia. Il periodo in cui questo chakra costruisce le sue fondamenta va dalla nascita ai sette anni di età.

Esaminando il vostro passato, cercate aree in cui potreste avere sviluppato blocchi nel vostro chakra della radice. La morte di un familiare nei primi anni della vostra vita, il divorzio, la perdita del lavoro di un genitore, cambi continui di residenza, perdite finanziarie e povertà possono causare squilibri in questo centro. Ogni volta che le nostre fondamenta sono scosse, creiamo uno squilibrio al muladhara.

Le possibili cause di disequilibrio del chakra della radice comprendono: obesità, emorroidi, stitichezza, sciatica, artrite degenerativa, anoressia nervosa, problemi alle ginocchia, avidità, comportamento violento, paura, ansia e insicurezza.

Il colore che corrisponde al chakra della radice è il rosso, e il mantra ad esso associato è lam. Le pietre che gli corrispondono sono il rubino e il granato. Le posizioni yoga radicate sono ideali per questo chakra. Padmasana (posizione del loto), la posizione con le ginocchia al petto, la posizione della lucertola, e sivasana (posizione di rilassamento) possono aprire e allineare il muladhara.


Il chakra creativo e sessuale: svadhistana

Il secondo chakra governa la nostra energia creativa e sessuale. Corrisponde all’area tra il limite superiore dell’osso pubico e quello inferiore dell’ombelico, e comprende il plesso sacrale. L’elemento del secondo chakra è l’acqua, che comprende i liquidi corporei (sangue, urina, liquidi di eliminazione, sessuali e per la riproduzione). Lo svadhistana è utilizzato per l’espansione. L’energia creativa è espansione, finalizzata alla riproduzione, alla creazione, o a qualcosa di nuovo. L’espansione porta alla crescita, mentre la creatività soffocata porta al decadimento. Dal secondo chakra il desiderio, le emozioni e il piacere fluiscono come acqua. L’istinto di nutrire, di educare, di allevare, risiede qui. Un secondo chakra in salute ci regala una sana vita sessuale con il nostro amato o amata, funzioni sessuali in equilibrio, cicli mestruali regolari per le donne, soddisfazione al lavoro e nel gioco, hobby creativi. Un secondo chakra bloccato può invece portare a disfunzioni sessuali: problemi all’utero, alla vescica, ai reni, malattie degli organi sessuali, dipendenze, gelosia, invidia o pessimismo. Noi sviluppiamo il secondo chakra tra gli otto e i quattordici anni di età.

Il colore del secondo chakra è l’arancione, il suo mantra è vam, la sua pietra il corallo. Le posizioni yoga che aiutano ad aprire e allineare svadhistana sono i movimenti fluidi, come le oscillazioni del bacino, i movimenti delle anche, la posizione della farfalla da sdraiati, la posizione legata ad angolo, la posizione del cobra. Praticare la respirazione diaframmatica profonda, espandendo e contraendo consapevolmente l’addome, può aiutarvi a portare energia alla parte bassa dell’addome e al secondo chakra.


Il chakra del plesso solare: manipura

Manipura è considerato il luogo in cui abita il sé. Attraverso il terzo chakra noi ci rappresentiamo al mondo esterno. È il chakra del potere personale e della volontà. Immaginate un largo cerchio intorno all’ombelico che si estende fino allo sterno: è questa l’area del chakra del plesso solare. Come suggerisce il nome, il fuoco domina questo chakra, necessario per la digestione e l’assimilazione delle sostanze nutritive. L’elemento fuoco ci dà la spinta per «alzarci e fare» necessaria per svolgere il nostro lavoro. Il plesso solare è anche la sede dell’ego, che può aiutarci o ostacolarci. Quando è allineato, le nostre azioni sono disinteressate e guidate da uno spirito di servizio; un terzo chakra in disequilibrio ci porterà invece all’ossessione di ottenere potere sugli altri. Se bloccato può portare a disturbi del metabolismo come il diabete, l’ipoglicemia, il riflusso gastrico e l’ulcera. Sviluppiamo il terzo chakra tra i quattordici e i ventuno anni di età.

Il colore del chakra manipura è il giallo brillante, come quello del sole. In effetti la parola manipura significa gemma splendente. Il mantra ad esso associato è ram. Le pietre per questo centro energetico sono l’ambra e il topazio. La respirazione yogica per questo chakra comprende la respirazione bhastrika, o «respiro di fuoco», e kapalabati, o «respiro del cranio lucente». Le posizioni yoga che aiutano ad aprire e allineare manipura includono la posizione della barca (navasana), la posizione dell’arco, la posizione della tavola con respirazione profonda e quella del piano inclinato.


Il chakra del cuore: anahata

Siamo giunti al centro dei sette chakra: ce ne sono tre sotto e tre sopra. Il chakra del cuore è dove la materia e lo spirito si incontrano. Il chakra anahata è la nostra fonte di amore, compassione, comprensione, empatia, gratitudine, generosità. Il quarto chakra comprende il cuore, il timo, i polmoni, le braccia e le mani. È dominato dall’elemento aria. L’amore che si sente attraverso questo chakra è amore genuino, che va oltre l’attrazione sessuale del secondo chakra e il desiderio e la spinta del terzo chakra. Nel cuore, l’elemento aria regala leggerezza, risate, spensieratezza e libertà. I problemi al secondo chakra possono manifestarsi come asma, pressione alta, cardiopatie e malattie polmonari. Un altro squilibrio del chakra del cuore si verifica quando il benintenzionato dispensatore di amore, compassione, devozione e guarigione esaurisce completamente la sua energia, senza ricaricarsi con amore per se stesso e auto-guarigione. Sviluppiamo il quarto chakra tra i ventuno e i ventotto anni di età.

Il colore del quarto chakra è il verde. Il mantra è yam. Le pietre sono lo smeraldo e il quarzo rosa. Le posizioni yoga che aiutano ad aprire e allineare anahata comprendono la posizione dell’arco in posizione eretta, quella del cammello, la posizione del muso di vacca e quella del pesce.


Il chakra della gola: vishuddha

Il quinto chakra è il primo sul piano spirituale attraverso il quale trascendiamo davvero le nostre limitazioni fisiche. Attraverso la comunicazione e l’espressione verbale, possiamo essere presenti dove non siamo presenti fisicamente. La comunicazione via telefono, video, Internet o registrazioni audio ci permette di trascendere lo spazio ed essere in un luogo mentre il nostro corpo si trova in un altro luogo. Per esempio posso partecipare a una videoconferenza a Tokyo, vedere gli altri partecipanti e dare il mio contributo, standomene comodamente seduta nella mia casa in Virginia.

Il suono, la vibrazione, l’espressione di sé, tutte le forme di comunicazione, sono comprese nel quinto chakra. L’elemento che corrisponde a questo centro energetico è l’akasha, o spazio. Il suono viaggia attraverso lo spazio. Come akasha, la vastità della comunicazione è infinita.

Quando il chakra vishuddha è aperto e allineato, sentiamo che siamo in grado di comunicare efficacemente i nostri bisogni, desideri, e le nostre idee. Il legame con gli altri che creiamo attraverso l’espressione verbale abbatte le barriere e consente l’espansione oltre il sé personale.

Se il quinto chakra è bloccato, avvertiamo un senso di frustrazione e di disconnessione, e non riusciamo a comunicare con efficacia i nostri bisogni. La regione anatomica del chakra della gola comprende la tiroide, le paratiroidi, il collo e le spalle. I disturbi fisici di questo chakra sono il mal di gola, il torcicollo, il raffreddore, problemi della tiroide e dell’udito. Sviluppiamo il quinto chakra tra i ventotto e i trentacinque anni di età.

Il colore che corrisponde a vishuddha è il blu acceso. Il mantra è ham. La pietra è il turchese. La tecnica di respirazione yogica ujjayi, eseguita con la gola parzialmente chiusa e accompagnata da un suono sottile, può aiutare ad aprire e allineare la gola. Le posizioni yoga per il quinto chakra comprendono l’aratro, la candela, il ponte, le circonduzioni del collo e la posizione delle ginocchia all’orecchio (posizione dell’aratro con con ginocchia piegate posizionate a lato delle orecchie).


Il sesto chakra: ajna

Il sesto chakra si trova in mezzo alle sopracciglia ed è chiamato chakra del terzo occhio o centro dell’intuito; comprende la ghiandola pineale e gli occhi. Secondo il Vedanta, gli occhi fisici vedono il passato e il presente, e il terzo occhio vede il futuro. Il chakra ajna ci regala chiarezza, chiaroveggenza e spiritualità, permettendoci di trascendere la nostra natura dualistica. Chi è capace di aprire il terzo occhio ha un bagliore o una luce intorno al proprio corpo. Un chakra ajna fuori equilibrio porta mal di testa, allucinazioni, incubi, difficoltà a concentrarsi, scarsa memoria, problemi agli occhi o difficoltà nella visualizzazione. Noi sviluppiamo il sesto chakra tra i trentasei e i quarantadue anni di età.

Il colore di questo chakra è l’indaco. Il mantra è sham. Le pietre sono il lapislazzuli e il quarzo. Gli esercizi per gli occhi sono utili per allineare il sesto chakra. La respirazione a narici alternate, o nadi shodhana, è un’eccellente pranayama ed è in grado di aprire ajna. Le posizioni yoga per aiutare ad aprire e allineare il sesto chakra comprendono la posizione del delfino, quella del bambino supportata dalla pressione della fronte su un cubo o sul pavimento, e la posizione dell’aquila.


Il settimo chakra: sahaswara

Il settimo chakra, situato sulla sommità del capo, o corona, è chiamato loto dai mille petali. È la nostra fonte di illuminazione e di connessione spirituale con i nostri sé superiori, con gli altri, e infine con il divino. È a livello di questo chakra che acquisiamo la consapevolezza che non siamo separati dalla nostra fonte, ma siamo ad essa uniti. Dal nostro essere scorre amore incondizionato. Il senso di unità che sperimentiamo non può più essere diviso. È il punto più alto che possiamo raggiungere nella nostra esistenza umana. Il chakra sahaswara comprende la ghiandola pituitaria, la corteccia cerebrale e il sistema nervoso centrale. Un settimo chakra fuori equilibrio può portare depressione, senso di alienazione, confusione, noia, apatia, senso di superiorità spirituale o perdita della memoria. Sviluppiamo il settimo chakra tra i quarantatré e i quarantanove anni di età.

I colori sono il viola e il bianco. Il mantra è om. Le pietre sono l’ametista e il diamante. Per aprire questo chakra la pratica più efficace è la meditazione. Le posizioni yoga che si concentrano sulla sommità del capo, come la verticale sulla testa o a braccia tese, i piegamenti in avanti con la testa sul pavimento, aiutano ad aprire e allineare sahaswara.

Lasciate andare il vostro passato portandovi tre lezioni nel futuro

Il passato è una guida, una tabella di marcia che vi mostrerà la strada per il vostro destino. Estraetene ciò che vi serve, e buttate ciò di cui non avete più bisogno. Decidere di lasciare andare è facile, basta decidere. Sentite la libertà che emerge quando decidete di passare oltre. Cambiate le storie che raccontate a voi stessi e agli altri, in modo da poter ridisegnare il vostro cammino futuro.

Dal lavoro sulla vostra storia e sui blocchi dei vostri chakra, quali lezioni avete imparato? Cosa volete cambiare della vostra storia? Voi siete i drammaturghi della vostra vita, voi dovete scrivere il copione. Non è eccitante?

Partendo dalle vostre storie e dai chakra bloccati identificate tre lezioni che volete portare con voi nel futuro. Sono lezioni che avete imparato e che non volete ripetere: avete capito il messaggio, e siete pronti a passare oltre. Alcuni esempi: «Non ho più bisogno di mangiare cibi spazzatura per sentirmi completo. Sono completo così come sono». «I miei genitori hanno fatto il loro meglio per educarmi. Ora sono un adulto e mi prendo la piena responsabilità per le mie decisioni». «Sono io a dirigere il mio destino».

Esercizio: le tre lezioni per il futuro che desiderate

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Checklist per la salute

Guarire il passato

o Scrivete la vostra storia, così come è oggi.

o Create la vostra nuova storia e scrivetela.

o Riesaminate le lezioni che avete imparato dal vostro passato, per capire come proprio quelle lezioni vi abbiano reso la persona che siete oggi.

o Esaminate i vostri chakra e cercate di capire quali vi sembrano bloccati.

o Create e scrivete tre lezioni da portare dal vostro passato al futuro che desiderate.