Los Angeles, 15/3/1971-18/11/1971
Guardone.
Il suo vecchio nome e il nuovo nome ri-scoperto. I tizi a cui si era legato lo chiamavano stronzetto e pariguayo. Ne aveva parlato con Clyde, che gli aveva detto: “È un po’ che lavori da queste parti. La gente del giro ti conosce, corrono delle voci su di te. Alcuni ci credono, altri no. Se ti appioppano un nomignolo, ci sarà un motivo”.
Non gli importava. Non rivelò a nessuno di essere a conoscenza di dettagli sugli attentati a JFK/MLK/RFK. Non rivelò a nessuno di aver ucciso comunisti, né parlò ad anima viva del suo caso. Non rivelò a nessuno i suoi incubi o le cose orrende viste e fatte su quell’isola.
Guardone: come no, è vero. Guardone: va bene così, per ora.
Pedinava gente per conto di Clyde e Chick Weiss. Incastrava coniugi infedeli. Sfondava porte e spiava dalle finestre.
Guardone, certo. Anche lettore. Studente part-time: quello gli andava bene.
Lesse altri trattati di chimica e libri di teorie politiche di sinistra. Preparò una miscela a base di zolfo e fece saltare un cartello stradale tra la Prima strada e la Oxford. Venne a sapere dei sindacalisti dell’IWW, di ispirazione socialista e anarchica, e dell’attentato del 1910 all’edificio del “Los Angeles Times”.
Preparò una miscela a base di fertilizzanti e fece saltare un altro cartello con la scritta VIVA IL VIETNAM.
Era in preda a una sorta di dimensione onirica. Era come se si stesse trasformando in Reggie e in Wayne.
Studiava. Apprendeva. Nel tempo libero guidava i taxi della Tiger Kab. Andò in macchina a Vegas e cercò di rintracciare l’haitiano esperto di erbe. Il tizio non abitava più lì. Chiese in giro e trovò altri esperti. Nessuno di loro conosceva Reggie. Sapevano tutti come preparare le erbe per indurre stati mentali alterati.
Dissero che glielo avrebbero insegnato. Passò due settimane a Vegas e imparò dei trucchetti. Gli spiegarono come mescolare organi di rospo e veleno di pesce palla. Gli mostrarono come le felci e il fegato di rana causassero attacchi di cuore. Imparò a zombificare e a miscelare sostanze che provocavano attacchi epilettici. Apprese formule per preparare droghe. Comprò erbe, provette e alambicchi. Imparò qualche parola in creolo.
Fece saltare un cartellone raffigurante Nixon a East Los Angeles. Ingurgitava erbe, se ne andava in giro e spiava dalle finestre. Cercò di nuovo di seguire in macchina Dwight Holly, che lo seminò tre volte. Con un po’ di fortuna, al quarto tentativo ci riuscì.
Dwight si fermava in un villino a Silver Lake. Crutch si appostava a spiare. Dwight rimaneva lì a lungo, poi usciva e si dirigeva a piedi verso una casa in fondo alla strada, dove abitavano una donna alta e due bambine. Ogni tanto sul posto arrivava un maritino part-time. Crutch controllò i registri immobiliari e scoprì il nome della donna: Karen Sifakis.
Fece altre ricerche. Carpì un’informazione a Clyde: gli rivelò che Karen S. era una docente universitaria e un’informatrice dei federali. Era l’amante di Dwight. Il grande Dwight aveva rimpiazzato il maritino. La storia andava avanti da cinque o sei anni.
Crutch mandava giù erbe e sorvegliava il villino. Era pieno di fascicoli, come i suoi alloggi. Pensò di introdurvisi. Non riusciva a decidersi, il solo pensiero lo paralizzava. Aveva appreso tutte quelle informazioni semplicemente standosene tranquillo a guardare.
Poi la vide.
Era invecchiata, aveva i capelli più grigi e l’espressione ancora più fiera. Portava sempre gli occhiali sbilenchi. Il passo dinoccolato era lo stesso. Si appostava, la vide arrivare per venti giorni di fila. Prevedeva quel che avrebbe indossato. Alcuni giorni la cicatrice era visibile, altri no. Lui aveva ancora quella con la scritta “14/6” sulla schiena.
La vedeva andare e venire. Cominciò a intuirne il significato.
Lui è il nesso tra eventi rilevanti e sorprendenti. Nessuno lo sa e a nessuno importa. Lui ha collegato tra loro una serie di delitti sconcertanti. Nessuno lo sa e a nessuno importa. Scotty Bennett e Marsh Bowen hanno ucciso Lionel Thornton e stanno dando la caccia al bottino del furgone blindato. Lui lo sa. Nessun altro lo sa e a nessuno importa.
Scotty non si fida di Marsh. Ha organizzato il ricatto al finocchio. Sal non riesce a sedurre Marsh. Lui lo sa. Nessun altro lo sa e a nessuno importa.
Jack Leahy ha ritoccato il fascicolo di Joan Rosen Klein. Nessuno lo sa e a nessuno importa. Lui ha pedinato Joan che ha incontrato Jack, li ha spiati in tre occasioni in cui hanno pranzato insieme. Si è avvicinato parecchio. Ha sentito che parlavano di Celia, sparita chissà dove nella Repubblica Dominicana. Ha sentito la parola “Haiti”. Reggie vive ad Haiti, ne ha la netta sensazione. Reggie spedisce gli smeraldi. Nessun altro lo sa e a nessuno importa.
È solo nella sua ricerca. Joan e Jack hanno partecipato alla rapina. Crutch accetta questa conclusione come un dato di fatto. Marsh e Scotty sanno più e meno di lui. Lavora a questo caso da un sacco di tempo. Tutto ciò che ha scoperto è indimostrabile. I documenti in suo possesso non provano niente e possono trarre in inganno. È tutto nella sua testa.
L’isola lo terrorizza. Ha paura di tornarci. Teme di ripetere le mostruosità compiute quando era un ragazzino e di perdere tutto ciò che ha.
È diventato un piccolo chimico e un piccolo comunista. Legge dossier e libri, e ci si addormenta sopra. Il dossier di sua madre, quello di Wayne, quello di Tattoo. Si smarrisce tra certezze logiche e incongruenze. Nessuno sa quanto lavori duramente e a nessuno importa.
Tattoo voleva conoscere gente nel mondo del cinema. Lui non sapeva chi avesse conosciuto. Aveva un mucchio di sospetti. Joan non aveva ucciso Tattoo. Questo lo consolava. Gli permetteva di pedinarla e di starle molto più vicino.
Joan pranza con Karen Sifakis. Lui le osserva. Sa che entrambe amano Dwight Holly. Non lo nominano mai. È il convitato di pietra. Solo i guardoni possono capirlo.
Segue Joan. Vive nella speranza che lo conduca da qualche parte, in modo da giustificare tutto il tempo trascorso con lei. Joan deve fare o dire qualcosa che gli permetta di fermarsi e dare un taglio a tutto ciò.
Ti ho seguito per tre anni, quattro mesi e ventinove giorni. So che hai una storia che puoi rivelare solo a me.