Los Angeles, 5/12/1971
In bella mostra sul cruscotto: tutte fotografie nuove.
Dal casino che aveva montato per eliminare l’inchiostro era sbucata una pista calda e quattro false identità. Aveva collegato i nomi alle foto segnaletiche. Erano saltate fuori quattro nuove Joan.
Williamson, Goldenson, Broward e Faust. Joan nel 1949. Joan tre, cinque e sette anni dopo.
È più giovane, con i capelli scuri, non ha ancora l’espressione dura. Ma comunque di sfida. Senza occhiali ha lo sguardo fisso. Le spalle sono meno curve. La mascella non è così volitiva.
Crutch osservava le foto. Il summit si era appena concluso. Aveva seguito le onde cerebrali di Scotty. Si era concentrato su Haiti e su Marsh.
Mise in moto e si diresse a sud. Clyde voleva affidargli un incarico. Lui aveva il lavoro alla Tiger Kab. Il suo caso continuava a saltare fuori.
Dwight l’aveva chiamato e l’aveva avvertito: “Non fare niente, stronzetto”. Celia stava cercando l’assassino di Tattoo, proprio come lui. Scotty dava la caccia a Marsh, sembrava che avesse il diavolo alle calcagna.
Attraversò Hancock Park. Fece l’alba spiando dalle finestre. Non aveva niente di meglio da fare.
Natale era alle porte. Sua madre gli avrebbe spedito un biglietto d’auguri e una banconota da cinque dollari. Lui avrebbe comprato un regalo a Dana Lund.
Passò al parcheggio degli autisti. Phil Irwin e Buzz Duber lo salutarono con la mano. Chick Weiss aveva messo le mani su una puttana mulatta.
La bambola si avviò claudicante verso l’area di servizio. Chick lo scopanegre la guardò torvo. Crutch accostò e rimase lì. Chick si sporse dentro l’abitacolo.
«Hai una faccia triste, ragazzo. Dovresti unirti all’Anonima Voyeur.»
«Va’ a fotterti tua madre.»
«Una volta ci ho provato. Non ha voluto e mi ha spedito alla facoltà di legge.»
Si levò un vento caldo. Crutch si diresse le bocchette dell’aria sulle palle.
«Procurami un lavoretto per incastrare qualcuno.»
«Niente da fare, lavoro con Phil. Ho per le mani quel filippino con l’uccello da scimmia, e non posso sobbarcarmi altre spese solo perché il signorino si annoia.»
Crutch rise. «Cambia aria» disse Chick. «Fa’ qualche cazzata per dimostrare che hai fegato, così la gente penserà che sei uno tosto.»
Passò davanti alla Tiger Kab. La polizia di Los Angeles aveva assegnato alla ditta alcuni detenuti in libertà vigilata. Indossavano tute tigrate. Dovevano lavare le macchine e lucidarle con la cera. Redd Foxx portava loro cibi tipici della cucina nera.
Crutch evitava di andare alla Tiger fuori orario, ma non riusciva a staccarsene completamente.
Milt C. lo vide e lo salutò con la mano. Junkie Monkey salutò con la zampa. Crutch ricambiò il saluto e imboccò a ovest la Stocker.
Era un bell’appartamento. Baldwin Hills era la zona elegante per la gente di colore. Ray Charles e Lou Rawls abitavano in fondo alla strada. Li aveva accompagnati entrambi con i taxi della Tiger.
Crutch scese e suonò il campanello. Marsh Bowen aprì. Era in uniforme. La medaglia al valore scintillava.
Marsh lo guardò stupito. Ah, sì... il ragazzo di Clyde Duber.
«Scotty sa che sei stato ad Haiti» disse Crutch. «Faresti bene a tagliare la corda.»