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Jamie non vuole rimanere da sola con me.

La verità lo colpì con la potenza di un calcio nello stomaco. Erano settimane che si sforzava disperatamente di trovare il coraggio di compiere un passo, anche minimo, in direzione di Jamie. Sarebbe stato sufficiente proporle di andare a mangiare un panino insieme. Non aveva mai avuto problemi a invitare una donna a uscire con lui, ma Jamie era così maledettamente intelligente che temeva che avrebbe fatto la parte dell’idiota se si fosse trovato a conversare da solo con lei. Probabilmente aveva capito di piacergli, e chissà quante risate si stava facendo alle sue spalle. Era sicuro che a Jamie piacessero i tipi intellettuali, gli studiosi, gli scienziati, mentre lui... Che cosa aveva a che fare, lui, con quella gente?

Gli bastava guardarla per sentirsi sessualmente attratto da lei. Ormai era diventata una specie di fissazione. Il suo corpo scattante lo eccitava oltre misura, ed era ossessionato dall’idea di fare l’amore con lei. Normalmente non gli piacevano i maschiacci, ma negli ultimi tempi l’idea di essere a letto con Jamie era diventata la componente principale di ogni sua fantasia erotica.

Se, una volta solo con lei, fosse riuscito a non fare la figura del cretino, forse alla fine Jamie gli avrebbe permesso di baciarla. E, una volta nudi, il fatto che lei possedesse un quoziente intellettivo superiore al suo poteva non avere più tanta importanza...

Ma se Jamie si rifiutava di rimanere sola con lui, Dev non avrebbe mai superato l’impasse del primo approccio.

«Ehm... veramente ho parecchio da fare, questa settimana» rispose, ferito nell’orgoglio. «Stasera dovrei...»

«Non importa» disse Jamie troppo in fretta. «Vuol dire che lavorerò con i miei fratelli e i loro amici.»

«Non permettergli di tirarsi indietro» la rimproverò Faith. «Stasera ho un impegno, ma credo che tu potresti fare uno sforzo, Dev. Davvero non riesci ad andare da Jamie, stasera?»

Dev l’avrebbe strozzata molto volentieri. «Te l’ho detto: ho un impegno. È troppo tardi per rimandare. Se lo avessi saputo prima...»

«Sul serio, Faith, posso parlarne con Justin e Brad e...»

«Certo che puoi, ma visto che abbiamo qui il nostro Dev, perché non cominciare da lui?»

«Perché preferisco qualcuno che lo faccia volentieri.»

Bastò quell’innocente commento di Jamie a far ripartire la discussione.

«Dev, tu lo fai volentieri, non è così?»

Non puoi immaginare quanto, sorellina.

«Non boicotterai questo nostro tentativo di battere la concorrenza, vero?»

Dev strinse gli occhi mentre guardava Faith. Era troppo ansiosa di farlo partecipare.

«Sei sicura che non ci sia sotto qualcos’altro?»

Lei batté le palpebre con finta ingenuità. «Che cos’altro dovrebbe esserci?»

Troppe volte aveva visto quell’espressione sul volto di sua sorella, e significava invariabilmente che Faith stava architettando qualcosa di terribile.

«Se proprio vuoi sapere, ho la sensazione che tu stia usando Jamie come esca.»

«Che cosa?!» esclamarono Jamie e Faith.

«È possibile.» Dev si girò verso Jamie. «Tutta la famiglia vuole che mi sposi. Non cercano più neanche di far finta che non sia così.»

Faith si rilassò contro lo schienale della sedia con un largo sorriso sul volto. «So a che cosa ti riferisci. Helena.»

«Chi è Helena?» chiese Jamie, incuriosita. Ma nessuno le badò.

«Sono convinto che la mamma e zia Judi abbiano sabotato il motore della barca» disse Dev, sfidando Faith con lo sguardo, ma lei era allenata a questo loro tipo di confronto e non abbassò gli occhi.

«È possibile» rispose Faith, continuando a sorridere, sorniona.

«Quale barca?» chiese Jamie, spazientita. «Si può sapere di che cosa state parlando?»

Faith si girò verso di lei. «Scusa, Jamie. L’estate scorsa mia madre e la zia Judi hanno cercato di sistemare Dev con Helena Throckmorton.»

«Sistemare mi sembra il termine giusto» replicò Dev. «Mi hanno praticamente obbligato a portarla a fare un giro in barca a vela, ma poi il vento è calato.»

«Cosa di cui non puoi incolpare la mamma.»

«No, però sono pronto a giurare che aveva sentito le previsioni meteorologiche e che sapeva che sarebbe successo. E non escludo che sia stata lei a manomettere il motore.»

Faith scoppiò a ridere. «Povero piccolo!» esclamò, e guardò Jamie. «È rimasto incagliato assieme a una bellissima donna che ha cercato di approfittare di lui.»

«Non è il sogno di ogni uomo?» Jamie guardò Dev con un sorriso malizioso.

Se non ci fosse stata sua sorella, si sarebbe chinato su di lei e avrebbe cancellato quell’espressione impertinente dal suo volto con un bacio.

«Direi di sì, ma evidentemente non vale per mio fratello.»

«Ma se nemmeno la conoscevo! Pensa a che cosa vuol dire rimanere incagliato su una barca di dodici metri con una donna che si spoglia nuda davanti a te!»

A quelle parole, Jamie sgranò gli occhi. «Sul serio è rimasta nuda?»

Dev ignorò la domanda.

«Così dice lui» rispose Faith. «Io credo che volesse sedurlo per poi farsi sposare.»

«Oh, tu credi?» Dev incrociò le braccia sul petto. «Dopo questo, non puoi accusarmi di essere paranoico se ti sembro sospettoso. Se faccio un elenco delle cose che mi eccitano a Jamie e poi lei te lo fa leggere, tu e la mamma potreste usarlo contro di me.»

«Dev, Dev, Dev.» Faith scosse la testa. «Sai quanto mi importa di scoprire i tuoi punti deboli in fatto di donne!»

Lui decise di non guardare Jamie, che continuava a sorridergli, provocante.

«Allora, mi assicurate che nessuno userà queste informazioni per tendermi una trappola?»

Faith incrociò le dita sul cuore. «Lo giuro. Queste informazioni non verranno usate per creare la perfetta candidata al matrimonio con mio fratello. Che motivo avrei di volerti far sposare? Una volta che sarai sistemato, mamma e papà concentreranno la loro attenzione su di me e vorranno sapere come mai non mi sono ancora fidanzata. Coraggio, Dev. È una cosa importante.»

Dev non sapeva come districarsi da quella situazione. Jamie si sarebbe dovuta rassegnare alla sua presenza. Si augurava solo che non sorridesse in quel modo, quella sera, altrimenti avrebbe avuto difficoltà a controllarsi.

«Allora lo farò.»

Spinse indietro la sedia. «Adesso devo proprio andare.» Fece una piccola pausa prima di proseguire, rivolgendosi direttamente a Jamie. «Jamie, sarò da te stasera alle sette e mezza.»

«Ti ricordi dove abito, vero?» chiese lei, vagamente affannata.

Lui si alzò e prese il suo cappotto e la valigetta, «Stai sempre in quell’appartamento subito fuori Addison?»

«Sì. Terzo piano, 6C.»

«Allora ci vediamo.» Si incamminò verso l’uscita posteriore del bar, che si apriva sul salone d’ingresso dello Sherman Building. Da lì, un ascensore lo avrebbe portato al suo ufficio al sessantacinquesimo piano. In teoria, sarebbe stato piuttosto lontano da Jamie, ma sapeva già che, per tutto il giorno, non avrebbe fatto che pensare a lei.

Jamie lo seguì con lo sguardo finché non lo perse di vista. Poi si girò verso Faith.

«Allora, con me puoi essere sincera: stai architettando qualcosa di losco?»

«No» rispose Faith, una luce maliziosa negli occhi. Poi aggiunse: «Non ancora, almeno».

«Faith Sherman, se cercherai di far sposare Dev con la mia complicità...»

«Non lo farei mai.»

Jamie trasse un sospiro di sollievo. «Bene.»

«Ciò che farò, invece, sarà sfruttare quest’occasione assolutamente innocente per farvi rimanere qualche oretta insieme da soli.»

Jamie la guardò con gli occhi sgranati, mentre il cervello le si svuotava di tutto il sangue. «Cosa... che cosa vorresti dire?»

Faith si sporse leggermente sopra il tavolo. «Siamo amiche da quasi dodici anni, Jamie. Dovrei essere proprio ottusa per non capire che hai un debole per mio fratello. So benissimo che sei innamorata di lui fin dal primo istante che lo hai conosciuto e che faresti carte false per farti notare da Dev.»

Jamie si rese conto che non aveva senso cercare di negare. Si prese il volto fra le mani e gemette: «Lui lo sa?».

«Ovviamente no. Gli uomini non notano certe sottigliezze.»

Jamie sollevò il viso. «Ne sei sicura?»

«Assolutamente. Inoltre, anche lui è attratto da te.»

«No, non lo è.»

«È mio fratello, e ti posso assicurare che lo è. Ho visto come ti guarda, e non penso che venga tutte le mattine a bere il caffè con noi per Dixie o per il piacere della mia compagnia.»

«Be’, viene per il caffè! Lo hai sentito anche tu dire che va matto per la qualità arabica, e qui...»

«D’accordo, gli piace il caffè qualità arabica, ma ti dico che gli piaci anche tu. Lo spaventi un po’ perché ti considera molto intelligente e teme di non essere alla tua altezza, e questo ti dà l’impressione che ti sfugga, a volte, ma penso che sia un bene per lui. Dev crede di volere una compagna che non lo faccia sentire intellettualmente inferiore, e penso sia per questo che continua a passare da una donna all’altra: si annoia. Sono sicura che con te starebbe benissimo. Potrebbe parlare di un sacco di cose e...»

«Faith!» la interruppe Jamie. «Parli come se volessi metterci insieme!»

«E che cosa ci sarebbe di strano?» Faith le sorrise. «Perché non dovrebbe farmi piacere che la mia migliore amica si fidanzi con mio fratello?»

«Oh, non lo so. Perché non sono, neanche remotamente, il tipo di tuo fratello.»

«Non credo che Dev sappia qual è il suo tipo. Ma le sue risposte al questionario potrebbero darti qualche idea.»

«Si dà il caso che io debba solo realizzare un programma per il computer capace di incrementare le vendite!»

«Esattamente, con più funzioni!»

Ancora incapace di credere che quella conversazione si stesse svolgendo sul serio, Jamie guardò la sua amica, allibita.

«D’accordo, allora, consideriamo la questione da un’altra angolazione. Io non faccio parte del vostro mondo.»

«Che cosa vorresti dire?»

«Lo sai benissimo.» Jamie sospirò con impazienza. «Non sono una bellezza. Non sono...»

«Ricca?» suggerì Faith.

«Certo. I primi soldi che ho guadagnato li ho investiti tutti nella nostra attività.»

«Tu e io siamo amiche.» Faith parlò con un tono di voce un’ottava più alto del normale. «È mai stato un problema per te?»

«No, ovviamente, ma...»

«Non oso immaginare che idea ti sei fatta di Dev, ma non è uno snob. Se frequenta donne di una certa estrazione sociale, molto probabilmente è perché sono le uniche con cui viene a contatto. Però, lui valuta le persone per quello che sono, non per la loro posizione sociale. Questo te lo posso assicurare Ti stai creando dei problemi che non hanno ragione di esistere, Jamie.»

Jamie non poteva continuare la discussione senza rischiare di offendere Faith o suo fratello.

«Lasciando perdere tutto il resto, sono certa che gli piacciono le donne che indossano solo capi intimi in seta e che sanno come destreggiarsi al banco dei cosmetici. Io uso soltanto biancheria di cotone, e detesto truccarmi.»

«È esattamente quello che scopriremo stasera.» Faith guardò l’orologio. «Coraggio, socia. È ora di mettersi al lavoro.»

Per tutto quell’interminabile giorno, la mancanza di entusiasmo dimostrata da Jamie all’idea di vederlo quella sera continuò a lampeggiare nei pensieri di Dev come la luce del freno sul cruscotto, avvertendolo di non farsi troppe illusioni riguardo a quell’incontro. Non era abituato a donne che lo evitavano, ed era questo che Jamie aveva fatto fin dal primo giorno che si erano conosciuti: si era sempre tenuta alla larga da lui.

Fino all’ultimo anno di college, il giovane Deverell Heathcliff Sherman IV era cresciuto con l’intima convinzione di essere quasi onnipotente. Ricco, bello e dotato di uno spiccato senso dell’umorismo, Dev credeva di possedere tutto quanto era necessario per farsi strada e affermarsi nella vita.

Ma a renderlo così sfacciatamente sicuro di sé erano state soprattutto le donne. Gli bastava schioccare le dita per avere ai suoi piedi tutte quelle che voleva.

E fino a qualche mese prima, effettivamente, le aveva volute davvero tutte, purché fossero affascinanti e disponibili a letto e si facessero portare in giro come trofei da esibire con gli amici. Questo per dire che in una donna non aveva mai cercato doti esattamente intellettuali... almeno finché non aveva conosciuto meglio Jamie.

Per quanto incredibile potesse suonare, Jamie Marie Ruskin lo aveva conquistato con la sua intelligenza, con la sua dialettica, con la sua razionalità. Certo, i capelli rossi, gli occhi verdi non guastavano, e anche quel suo corpicino, minuto e perfetto benché assolutamente estraneo agli attuali canoni estetici, non mancavano di incuriosirlo.

Ma ad attirarlo verso Jamie erano state la sua intelligenza e la sua disarmante semplicità. Il suo fascino stava tutto nell’essenzialità delle linee del volto e del corpo. Un volto e un corpo che nessun trucco e nessun chirurgo avrebbero mai potuto alterare.

Lontana anni luce dalle donne che era solito frequentare, tutte invariabilmente atteggiate a dive del cinema e dalla bellezza sapientemente costruita in costose cliniche estetiche, Jamie possedeva una naturalezza, una spontaneità che lo incantavano ogni giorno di più.

Ma, evidentemente, lei non lo giudicava alla sua altezza, e la prova era che, a differenza delle donne del suo giro, Jamie pareva non considerarlo affatto.

Si era raccontato che, forse, non era pratica di schermaglie amorose, ma adesso doveva affrontare la possibilità di non piacerle tanto. Perciò quella sera non sarebbe stato semplice. Si sentiva attratto da Jamie fin dalla cena di San Valentino al Pump Room.

Ricordava ancora com’era vestita... L’abito bianco di maglia lasciava intuire delle curve delicate che non aveva notato prima. Gli era piaciuto guardarla mentre mangiava con gusto e diventava deliziosamente brilla. Ma quando i suoi occhi verdi avevano cominciato a brillare per l’eccitazione che stava provando per la sua nuova idea, da graziosa era diventata bella.

Era stato allora che lo aveva conquistato.

Se solo non fosse stata così maledettamente sveglia... Pur essendo un apprezzato agente di Borsa, Dev non si era mai particolarmente distinto negli studi. Jamie, invece, aveva sempre avuto una media così alta che le era stata assegnata una borsa di studio per quattro anni consecutivi. La sua abilità al computer aveva salvato Faith dalla bocciatura. Era stato in quell’occasione che Faith e Jamie erano diventate amiche. Jamie si era laureata con un punteggio di 110 e lode.

Dev pensava che lo considerasse superficiale e viziato, uno di quei tipi che passavano la vita a ciondolare da un party all’altro. Cosa che, effettivamente, aveva fatto ai tempi del college. Allora non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe cercato di far colpo su una secchiona come Jamie. E non poteva nasconderle nessuno dei suoi difetti, perché Jamie era la migliore amica di sua sorella, la quale, probabilmente, nel corso degli anni le aveva fatto un elenco dettagliato di tutte le sue mancanze.

Quando salì sul taxi che lo avrebbe portato a casa di Jamie, si era ormai convinto che sarebbe stato uno sciocco a farle capire che cosa provava per lei. Con ogni probabilità, lo avrebbe respinto, e a quel punto, che ne sarebbe stato di lui? Il rito del caffè mattutino, che per lui rappresentava un momento magico, sarebbe stato irrimediabilmente rovinato. Avrebbe dovuto evitarla, cosa pressoché impossibile, considerati i suoi rapporti personali e professionali con Faith.

Come se non bastasse, non era ancora del tutto convinto che quella serata non fosse stata organizzata con il preciso intento di carpirgli delle informazioni riguardo ai suoi gusti in fatto di donne. Non era affatto escluso che Faith fosse d’accordo con sua madre, anche se questo contrastava con quanto aveva affermato. Jamie poteva essere coinvolta nel piano in prima persona, o avere semplicemente il ruolo del messaggero.

Perciò, non solo si sarebbe dimostrato freddo e distante con lei, ma le avrebbe dato anche delle risposte false. E se poi lo avesse avvicinato una donna con le caratteristiche da lui elencate, l’avrebbe smascherata senza difficoltà.

Il riscaldamento all’interno del taxi era troppo alto, così Dev abbassò la lampo del suo giaccone di pelle nero. Aveva perso un sacco di tempo per decidere che cosa indossare per la serata, e alla fine aveva scelto un maglione color avorio e dei pantaloni di velluto nero a coste. Ascoltando i discorsi di Jamie, gli era parso di capire che, in una persona, non guardasse tanto l’aspetto esteriore quanto il suo carattere e la sua intelligenza.

Questa era un’altra cosa che apprezzava di lei. Si era stufato della parata di abiti firmati che indossavano le donne con cui usciva abitualmente. Nemmeno il sesso poteva essere spontaneo quando una donna era strizzata in un abito che valeva migliaia di dollari e che non poteva, in nessunissimo caso, finire sul pavimento. Aveva lasciato la sua ultima fidanzata proprio per questo. Senza volere, le aveva macchiato il vestito, e lei era andata in escandescenze come se le avesse ucciso un parente prossimo.

Dopo aver pagato il taxi, Dev scese sul marciapiede ghiacciato e si diresse verso il palazzo a quattro piani di mattoni rossi dove abitava Jamie. La neve accumulatasi nel corso dell’inverno scricchiolava sotto la suola dei suoi mocassini e Dev sentì subito freddo. Si chiese se Jamie gli avrebbe fatto trovare del caffè caldo. Forse avrebbe dovuto portarle qualcosa, tipo dei biscotti, o dei cioccolatini.

Oh, al diavolo. Non era un appuntamento galante. Non era nemmeno qualcosa che a Jamie importava particolarmente fare. Avrebbe risposto alle domande tanto per accontentare sua sorella e per verificare se stava effettivamente architettando qualcosa ai suoi danni oppure no. E poi, per lui la faccenda si sarebbe chiusa lì.

Era già stato una volta a casa di Jamie, quando Faith gli aveva chiesto di passare da lei per aiutarle a portare su per le scale una libreria gigantesca. Gli era sembrato un appartamento pratico e funzionale, com’era lei, senza tanti fronzoli. Inoltre, profumava di buono, come di torta appena sfornata, anche se lei gli aveva assicurato che non aveva cotto niente in forno.

Sperava che gli avrebbe offerto un caffè. Così, almeno, avrebbe avuto le mani impegnate.

E anche la bocca...

Suonò il suo campanello del portone.

«Sì?» Attraverso il citofono, la voce di Jamie pareva leggermente affannata, come se avesse corso.

«Sono io.»

«Va bene.»

Lei gli aprì il portone e lui entrò nel palazzo.

Quel va bene con cui lo aveva accolto non lo aveva certo fatto sentire il benvenuto. Non sarebbe morta se lo avesse salutato con un più amichevole ciao, o un che-bello-sei-già-qui. Con un sospiro, si avviò su per le scale, chiedendosi chi glielo avesse fatto fare.

Doveva ammettere che il negozio stava attraversando un momento critico e che aveva bisogno di una spinta per andare avanti, quindi la trovata di Dixie di coinvolgere le donne nell’impiego dei punti Internet era di tutto rispetto. Ma si sentiva una specie di cavia. E probabilmente era così che lo considerava anche Jamie.

Suonò il campanello della porta, poi fece un passo indietro e si ficcò le mani in tasca in attesa che lei venisse ad aprirgli. Aveva scombussolato tutti i suoi piani. Magari, per vedere lui, Jamie aveva dovuto rinunciare al suo programma preferito. Poteva immaginarla, incollata davanti alla TV, a guardare un documentario sulla vita di Albert Einstein.

La porta si aprì e Jamie apparve in jeans e una vecchia maglietta con lo stemma scolorito del college. Benché si fosse passata un velo di lucido sulle labbra, cosa che lo stupì, non le pareva che avesse nessun altro trucco. Con quelle lentiggini e quella maglietta, pareva una ventenne piuttosto che una trentaduenne.

Dev fu preso da un improvviso attacco di desiderio. Il suo abbigliamento metteva in risalto quel suo corpo snello e scattante che lo faceva impazzire. La sua maglietta, poi, gli ricordava i tempi del college, quando il sesso si consumava facilmente, sul sedile posteriore dell’auto o su una coperta stesa sull’erba. Adesso lo si faceva molto più comodamente, in camera da letto o in vasca da bagno. Pensava che l’entusiasmo si fosse spento perché era più maturo e più stanco, ma forse la colpa era delle donne con cui era stato.

«Accomodati.» Jamie non gli sorrise e questo, probabilmente, fu un bene.

«Posso immaginare che per te sia solo un’enorme scocciatura» disse.

«No, non è un problema. L’idea è buona. Dammi il giaccone.»

«Grazie.» Se lo sfilò e glielo porse. In quello stesso momento, sentì l’aroma del caffè e, come l’altra volta, il profumo di qualcosa che stava cuocendo nel forno.

Lei si voltò e appese il suo giaccone alle corna ramificate di una testa di alce appesa al muro.

«Mi piace il tuo alce.»

Nessuna delle donne con cui era uscito avrebbe mai appeso la testa sorridente di un alce al muro per usarla come appendiabiti.

Decisamente, Jamie lo affascinava. Peccato, però, che non si potesse dire altrettanto di lei nei suoi confronti.

«Lui è Gerald.» Il cenno di un sorriso le increspò le labbra.

Dev distolse lo sguardo da quel potenziale sorriso, che, se si fosse realizzato, avrebbe avuto un effetto devastante sul suo autocontrollo.

«Cos’è questo profumo?»

«Caffè?»

«No, quell’altro.»

«Dev’essere la mistura di cannella e chiodi di garofano del diffusore. Ti dà fastidio?»

Ti spoglierei nuda e farei l’amore con te fino a non poterne più, perfino sotto lo sguardo di Gerald.

«No, affatto. Mi piace. Mi ricordo che la volta scorsa che sono stato qui ho sentito lo stesso odore. Allora pensavo che avessi infornato un dolce.»

«Oh, sì, quella volta della libreria.» Jamie fece un gesto con la mano in direzione del soggiorno. «Visto? L’ho riempita tutta.»

Dev guardò la libreria che copriva quasi un’intera parete. Era zeppa di libri, alcuni rilegati in pelle, altri in edizione economica, libri grossi e libri sottili, libri consunti e libri nuovi di zecca.

Si girò verso Jamie. «E adesso, che fai? Smetti di comprare libri?»

«Oh, no» rispose lei, seria. «Ho un’altra libreria in camera da letto, ma è quasi al completo anche quella. A meno che non trovo dove sistemare degli altri scaffali, sarò costretta a cambiare casa.»

«E tu cambieresti casa solo per avere più spazio per i libri

Jamie lo guardò, perplessa. «E cos’altro dovrei fare, secondo te?»

«Gettarne via alcuni.» Dal suo sguardo inorridito, intuì che quella non rappresentava un’opzione possibile. «D’accordo, non capisco. È ovvio che non sono un lettore accanito come te.»

E poi, il mio quoziente intellettivo è quaranta punti inferiore al tuo.

«Non è solo questione di amore per la lettura. È il piacere di vederli sugli scaffali, tutti allineati uno di fianco all’altro... pensare alla meravigliosa conoscenza che contengono. E mi piace anche il loro odore. Non so se è la colla, la carta o l’inchiostro, o la combinazione di queste cose assieme, ma credo che chi si occupa di aromaterapia dovrebbe cercare di creare un’essenza profumata per gli amanti dei libri.»

C’era di nuovo quella luce a illuminarle gli occhi, e le sue guance erano soffuse di un delizioso rossore. Per Dev, il contenuto del suo discorso non aveva la minima importanza. Avrebbe potuto parlargli in portoghese, e per lui sarebbe stato lo stesso. Si rendeva conto che non era una cosa normale, ma quando Jamie si entusiasmava per qualcosa, lui cominciava a eccitarsi come davanti a uno spogliarello.

«Il caffè!» Jamie fece schioccare le dita. «Che stupida starmene qui a blaterare invece di offrirtene una tazza. Sono proprio una frana. Accomodati dove preferisci. Arrivo subito.»

Dev non fece in tempo a replicare che lei era già schizzata in cucina.

Una volta in cucina, Jamie si diede una pacca sulla fronte. Come le era saltato in mente di tenergli una miniconferenza sul fascino dei libri? Stupida, stupida, stupida! Che cosa pensava? Che lo avrebbe conquistato parlandogli del profumo delle rilegature?

La verità era che Dev era assolutamente fuori dalla sua portata e lei non sarebbe mai riuscita a conquistarlo, nemmeno se tutte le circostanze fossero state favorevoli. L’attimo stesso in cui aveva messo piede nel suo appartamento, il suo corpo aveva iniziato a reagire al suo odore. I famosi ferormoni - che, in ultima analisi, erano i primi responsabili dell’attrazione fra un uomo e una donna - si erano messi in moto e avevano attivato tutti i punti giusti.

Era così eccitata che aveva iniziato a parlare a sproposito. Ma non c’era un male senza un bene: infatti, grazie alla sua imbecillità, Dev non aveva capito quanto profondamente la turbava la sua vicinanza. Nessuna donna normale avrebbe tenuto una specie di conferenza quando, in realtà, desiderava con tutta se stessa essere presa fra le braccia e baciata appassionatamente sulla bocca.

Anche la testa dell’alce si era rivelata un elemento positivo. Quel buffo appendiabiti lo aveva sorpreso e divertito, e forse lo aveva indotto a credere che, dietro la maschera della secchiona, possedesse un lato estroso e divertente.

Ma poi era partita con quella storia dei libri, e aveva rovinato tutto. Se sperava di conquistarlo così...

Be’, con ogni probabilità la sua uscita aveva compromesso irrimediabilmente la serata, ma almeno si era procurata la sua miscela preferita di caffè, perciò gliene avrebbe subito servito una tazza, con la speranza di metterlo di buonumore.

Prima, però, doveva trovare un vassoio decente. Dev proveniva dalla terra dei domestici e dei vassoi di portata. Non poteva certo presentarsi con due tazze e basta. Sapeva di avere un vassoio, da qualche parte. Sì, era di metallo e aveva stampato sopra il profilo dei grattacieli di Chicago, ma era sempre meglio di niente.

Lo avrebbe trovato a costo di svuotare l’intera dispensa. Naturalmente, più a lungo lo lasciava solo di là, più tempo avrebbe avuto per pensare al suo assurdo comportamento.

Jamie sapeva fin dal principio che quella serata si sarebbe rivelata un disastro... e tutto stava procedendo come da programma.