Come abbiamo osservato, verso la metà del Duecento le teorie sul male erano diffuse in Castiglia più che in altri centri cabbalistici, quali la Provenza e la Catalogna. Alcune di esse sono in qualche modo associabili alla concezione zurvanica. Si è detto anche che tali tradizioni probabilmente trassero ispirazione da temi più antichi di cui si trovano tracce in Francia.
Vorrei ora concentrarmi su un’ulteriore influenza possibile di una concezione zoroastriana relativa ad Ahriman, il principio del male, attestata nell’Idra rabba, la Grande assemblea di cabbalisti, uno dei testi teosofici più importanti del corpus zoharico. A proposito dei demoni si legge:
Tutte quelle corone1222 che non sono comprese nel corpo sono remote, impure, e causano impurità a chiunque si avvicini loro per ricevere conoscenze.1223 È stato insegnato: qual è il loro desiderio riguardo agli studiosi? Solo che, poiché vedono il corpo santo, fanno di tutto per essere comprese in quel corpo. E se ti chiederai: e gli angeli, non fanno parte del corpo? No – Dio ne guardi! – se non facessero parte del corpo santo, non sarebbero santi e non continuerebbero a esistere, come è scritto: [Dn, 10, 6] «il suo corpo era come topazio» e [Ez, 1, 18] «le loro schiene erano piene di occhi» e [Dn, 9, 21] «l’uomo Gabriele». La loro cornice è umana,1224 ad eccezione di quanti non sono nella cornice corporea, perché sono impuri e causano impurità a tutti quelli che si avvicinano loro. È stato insegnato: vengono tutti in essere dallo spirito della mano sinistra che non era stato mitigato all’interno dell’uomo,1225 hanno avuto origine dalla cornice del corpo santo ma non sono uniti a esso e per questo sono impuri. Aleggiano nel mondo e penetrano nella cavità del grande abisso, per unirsi al giudizio primordiale chiamato Caino, originato dalla cornice del corpo inferiore; vagando e disperdendosi in tutto il mondo, volano e non si uniscono alla cornice del corpo ed è perciò che sono al di fuori di tutte le schiere, superiori ed inferiori. Sono immondi ... Altri poi escono dallo spirito di nome Abele, che è più mite, nella cornice del corpo santo, e sono più miti e si uniscono al corpo senza aderirvi,1226 sono tutti sospesi in aria e hanno origine dalla cornice delle cose impure.1227
La principale differenza tra entità sante e impure consiste nel’incarnazione delle prime in una forma umana, qui rappresentata dagli «studiosi», cioè da uomini il cui studio della Torah presuppone un corpo puro. L’idea di base è che perfino gli angeli, che nel pensiero neoaristotelico medioevale formulato da Maimonide erano intesi come intelletti cosmici o entità separate dalla materia, secondo l’anonimo cabbalista sono inclusi all’interno di un corpo angelico antropomorfo, che assicura loro la santità.1228 La domanda retorica è motivata a mio parere da queste posizioni filosofiche; in contrasto, il cabbalista adotta una visione che presume l’intero mondo angelico organizzato in forma umana.1229 L’esclusione dall’appartenenza a una determinata struttura corporea è pertanto considerata equivalente all’impurità, quindi a una sorta di esistenza demonica. In altri termini, all’autore non interessa tanto la possessione del corpo da parte dei demoni, concezione ricorrente in numerose fonti medioevali ma qui non riportata esplicitamente, quanto l’idea che le corone demoniche non sono comprese in un corpo.1230 Al centro del passo si legge dunque il desiderio di tali entità di entrare in un corpo, soprattutto se santo. In effetti, già nel midrash classico si legge che i demoni furono creati alla fine del processo creazionale, alla vigilia dello Shabbat, ed è questo che impedì a Dio di dar loro un corpo.1231
Vi sono buone ragioni per ammettere che la forma umana, ciò che ho tradotto «cornice», riflesso di quella divina, è qualcosa che le forze malvagie vorrebbero possedere e dunque il soggetto principale di questo trattato zoharico è decisamente antropomorfo, ancor più della maggior parte delle altre sezioni della letteratura zoharica. Secondo un’affermazione dell’Idra rabba, attestata nel passo precedente a quello riportato, ogni cosa è creata a immagine dell’uomo.1232 Ciò nonostante, l’aspirazione delle «corone» di essere incorporate in un corpo umano o umanoide, per la quale non sono riuscito a trovare alcun parallelo nelle letterature cabbalistiche precedenti o contemporanee, necessita qualche spiegazione. Si dovrebbe ricordare che l’autore di un commento allo Zohar della fine del Cinquecento riassume nei termini seguenti la concezione dell’Idra: «Non esiste forma umana per le potenze esteriori».1233
Vorrei confrontare il passo con una concezione attestata in testi zoroastriani, analizzati da Shaul Shaked. Nell’importante compilazione del IX secolo intitolata Denkart, leggiamo:
È possibile allontanare Ahriman da questo mondo in modo tale che ognuno, per parte sua, lo cacci dal proprio corpo, perché la dimora di Ahriman in questo mondo è nei corpi degli uomini. Pertanto, se non può risiedere in loro, è rimosso da tutto il mondo. Invece, fin tanto che in questo mondo [anche] un piccolo demone risiede in un singolo individuo, Ahriman resta nel mondo.1234
Come ha spiegato Shaked, la tesi soggiacente al passo è che la purificazione totale dei corpi umani causerà la distruzione dei princìpi demonici, ritenuti immateriali, la cui esistenza è possibile solo quando acquisiscono un corpo umano, concepito in termini positivi perché creato da Ohrmuz. Il denominatore comune del passo zoharico e del brano zoroastriano è che le potenze demoniche hanno bisogno di un corpo.1235 In principio, le categorie del puro e dell’impuro, così rilevanti nel passo zoharico, sono essenziali anche per i testi zoroastriani.1236 Si dovrebbe rilevare che una delle espressioni più comuni della letteratura zoharica per riferirsi al lato demonico, che non ha paralleli in fonti precedenti, è sitra aḥara, «l’altra parte», talora associata al lato sinistro.
Il passo tradotto è assolutamente un unicum nella letteratura zoharica, perché in questo corpus, diversamente dal Midrash, i demoni sono presentati come dotati di corpi propri.1237 Pertanto è necessaria una spiegazione della teoria qui attestata: la mia proposta tenta di rintracciare la fonte probabile di questa concezione. Il fatto che non esistano nell’ampia letteratura zoharica altri paralleli al passo dell’Idra rabba1238 si può spiegare ipotizzando che il trattato sia stato composto dopo la maggior parte degli altri testi zoharici,1239 eccettuati i Tiqqune Zohar e il Ra‘aya mehemna.
Per concludere: la natura specifica della letteratura delle Idrot, confrontata con la maggior parte della produzione zoharica, ha attirato l’attenzione di Adolphe Franck, le cui affermazioni riguardo alle affinità tra Qabbalah e tradizioni iraniche sono fondate in grande misura sulle due Idrot, soprattutto l’Idra zuṭa. Fondandosi su questi strati della produzione cabbalistica, lo studioso raggiunse la conclusione che la dottrina ebraica non contiene componenti speculative greche o cristiane e per questo dovrebbe essere ritenuta antica. Il nostro commento pare corroborare un certo aspetto della sua intuizione, benché io non accetti la sua datazione e stimi che il contatto con i materiali iranici zurvanici sia probabilmente avvenuto nel Medioevo. È altresì interessante la congettura di Solomon Rubin sulla probabile affinità della definizione nell’Idra della manifestazione divina più elevata – ‘Attiqa, letteralmente «il Primordiale» – e il significato del termine Zurvan, «tempo eterno».1240