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Benedict aveva l'impressione che dal suo ultimo incontro con Penelope sarebbe nata un'inaspettata opportunità e ne ebbe la conferma nel giro di un giorno appena.

Non fu, tuttavia, l'opportunità che aveva previsto.

«Atherton, razza di cane astuto che siete.» Hollander gli si avvicinò la sera successiva, nella sala comune degli ufficiali. «Ben fatto davvero.»

«Non ho idea di cosa stiate parlando» replicò lui, versandosi del Porto.

Hollander grugnì. «Non ne avete idea! Pensare che sembravate così indignato: Mi rifiuto di parlare di una signora!» L'ufficiale ridacchiò. «Ora capisco perché avete detto così... Però, buon Dio, avreste potuto metterci al corrente del vostro segreto.»

«Ho un segreto?» Benedict sorseggiò il Porto fingendo indifferenza, anche se il suo interesse si era all'improvviso risvegliato.

«Non più.» Hollander si guardò un momento alle spalle, poi abbassò la voce. «È vero ciò che si dice, non è così? Di certo sembravate deciso a soffocare l'interesse di Cabot l'altra sera.»

Benedict sollevò una spalla. La sua mente correva. Che cosa dicevano le voci su Penelope? Aveva previsto che ci sarebbero stati pettegolezzi, non si poteva sperare che sia Mrs. Lockwood sia Frances tenessero la bocca chiusa, ma dall'espressione avida di Hollander le voci dovevano essere più salaci di quel che si era aspettato.

Come immaginava, il suo disinteresse provocò il giovane collega. «Non dite nulla?» Hollander inarcò le sopracciglia. «Ah, capisco. Vi siete goduto la signorina e ora non volete concorrenza, vero?»

«Concorrenza per che cosa?» Cabot si lasciò cadere sulla sedia di fronte a Benedict e li guardò entrambi. «Di che cosa sussurravate, Hollander?»

«A quanto pare Atherton ci ha fatto fessi tutti» rispose l'altro, senza mai staccare gli occhi da Benedict. «Non è molto sportivo da parte sua, direi. Si è divertito con la piccola Weston tutto questo tempo e ha allontanato noi per non perdere il posto fra le sue...»

Prima ancora che avesse finito la frase, Benedict era balzato dalla sedia e lo aveva afferrato per il colletto. «Non un'altra parola» sibilò.

Cabot lo prese per un braccio e lo tirò indietro. «Dannazione, Atherton! Non potete aggredire un soldato della guardia!»

Benedict lasciò andare il collega assestandogli una piccola spinta, poi si guardò intorno. Hollander aveva spalancato gli occhi, ma la sua bocca si curvava in un lento, deliziato sorriso. Tutti erano ammutoliti e li osservavano con un misto di stupore ed eccitazione. Lui raddrizzò le spalle. «Tutto questo è una colossale sciocchezza, Hollander» disse a voce bassa. «E vi sarei grato se non andaste a dirlo in giro.»

Hollander sogghignò, alzandosi. «Che cosa è una colossale sciocchezza? Che vi stiate divertendo con lei o che ci avvertiate di starle lontani?»

«Divertendo con chi?» volle sapere Cabot. «Non vi riferirete a...?»

«Alla piccola Weston. A quanto pare è ancora meno signora di quanto finge di essere.»

Cabot indicò loro la porta. «Uscite, signori. Questa è una conversazione privata» abbaiò, e gli altri uomini cominciarono a seguirlo. «State litigando per una donna?» chiese, quando ebbero raggiunto il cortile.

«Non stiamo litigando affatto» replicò in tono piatto Benedict. «Hollander sta spettegolando come un'anziana matrona.»

«Davvero?» Il caporale si sporse in avanti, le braccia incrociate sul petto. «Ma avete sentito ciò che si dice? Presto tutti, uomini e donne, giovani o vecchi che siano, lo ripeteranno.»

«No, di che cosa si tratta?» domandò Cabot, con profondo sollievo di Benedict, che moriva dal desiderio di sapere, ma non voleva chiedere.

«Che Penelope Weston è qualcosa di peggio di una sgualdrina» lo informò Hollander. «Si dice che vada a letto con chiunque glielo chieda, ai balli o ai ricevimenti. E che, l'altra sera, se ne sia andata mezza nuda da un ricevimento dopo un incontro particolarmente vigoroso.» L'ufficiale fissò con aria di sfida Benedict che in qualche modo riuscì a restare impassibile.

Cabot aggrottò la fronte. «Ne siete sicuro? Mi sembra improbabile. Dopotutto è un'ereditiera, e anche molto graziosa.»

Hollander si strinse nelle spalle. «Non è una signora.»

«E una donna può soltanto essere o signora o sgualdrina?» chiese Benedict con voce fredda. Stava facendo un notevole sforzo per tenere le mani a posto, anche se dubitava che fosse Hollander il responsabile di quella voce.

«Sto soltanto riferendo quello che ho sentito» ribatté Hollander.

«Pace, signori, vi prego!» Il tenente Cabot sollevò le mani. «Hollander, questa è una cosa davvero vile da dire di una donna senza averne le prove. Atherton...» Il giovane esitò. «Non andate in collera con lui perché riferisce un pettegolezzo, per quanto poco si addica a un ufficiale della guardia ripetere voci tanto infamanti.» Si rivolse quindi a Hollander e aggiunse, gelido: «Buonanotte, signore».

Hollander grugnì e se ne andò. Quando scomparve all'interno della caserma, Cabot si voltò verso Benedict. «Così la ragazza non vi interessa, vero?»

Benedict fletté le dita. Le aveva tenute strette a pugno per così tanto tempo che ora se le sentiva rigide. «Non mi fa piacere che mi si appiccichi l'etichetta di predatore di giovani donne, questo no.»

«Tentare di strangolare un uomo che suggerisce che volete una ragazza dà l'impressione che la vogliate davvero.»

«Hollander ha insinuato che io sapessi che lei è una sgualdrina, ma che lo avessi tenuto segreto così che nessuno potesse averla.» Benedict guardò torvo il suo collega. «Se vi avesse accusato di avere assassinato vostro padre e voi cercaste di chiudergli la bocca, dareste l'impressione di essere colpevole?»

Cabot reclinò il capo da un lato, accettando quell'obiezione. «Continuo a dire che è meglio non saltargli al collo. A Hollander piace fare a pugni, e così lo incoraggereste.»

Benedict annuì controvoglia. La porta della caserma alle loro spalle si aprì di nuovo e questa volta comparve Bannister.

«Ho sentito che mi sono perso una bella rissa» dichiarò con un sorrisetto. «Avanti, raccontatemela. Pugno dopo pugno!»

Cabot sospirò e raddrizzò le spalle. «Non c'è stata nessuna rissa. Ora vado a dire a Hollander di tenere a freno la lingua.» E rientrò in caserma.

Bannister si voltò verso Benedict. «State difendendo l'onore di una signora?»

«Che cosa dicono le voci?» chiese lui con voce dura. «Immagino le abbiate sentite.»

«Voi no?» Benedict scosse la testa e Bannister lo scrutò pensosamente. «Le definirei scandalose... o persino peggio. Il racconto che ho sentito descriveva nel dettaglio la depravazione della signorina.»

«E con chi si suppone sia stata tanto depravata?» domandò Benedict dopo una breve esitazione.

L'altro scrollò le spalle. «Con nessuno in particolare, o meglio con tutti. Dicono non sia molto selettiva. Il povero Hollander dev'essersi sentito escluso.»

Benedict soffocò l'impulso di ruggire. Borbottò un frettoloso saluto a Bannister e si diresse verso le scuderie. Aveva bisogno di solitudine per riflettere.

Quelle che gli erano state riferite non sembravano voci diffuse da Frances o da Mrs. Lockwood. Da loro si aspettava qualche chiacchiericcio tra donne sul vergognoso tentativo di Penelope di rubare un corteggiatore alla povera Frances, o qualcosa di simile.

Ma se in giro si accusava Penelope di un comportamento spudoratamente depravato, significava che le voci provenivano da Clary, anche se era curioso che non venisse fatto il nome di Benedict. Dopotutto era stato lui a prenderlo a pugni, e invece soltanto lei si ritrovava a essere l'oggetto delle conversazioni in tutti i salotti di Londra.

Perché diavolo Clary aveva fatto una cosa simile? Era evidente che era furioso con Penelope, ma era già riuscito nell'intento di terrorizzarla e diffondere menzogne su di lei avrebbe di certo avuto conseguenze. Thomas Weston poteva anche non essere un gentiluomo, ma non era nemmeno uno sciocco o un debole. Se Clary avesse rovinato la reputazione di sua figlia, Weston aveva i mezzi e la determinazione per tormentarlo in eterno. Soltanto un idiota avrebbe potuto rischiare di subire una simile vendetta, e Clary non era stupido. Il padre di Benedict una volta lo aveva definito un avversario degno, il che costituiva la massima espressione di rispetto per il Conte di Stratford.

Benedict entrò nelle scuderie e, dopo avere fatto cenno di allontanarsi a uno stalliere che gli era venuto subito incontro per chiedergli che cosa desiderasse, arrivò al penultimo box. Achille, il suo cavallo, nitrì piano nel vederlo avvicinare, e lui gli accarezzò distrattamente il collo.

Si domandò perché mai Penelope si fosse trovata da sola con Clary. Lei era sembrata molto determinata a non dirglielo, e in effetti forse non erano affari suoi. In ogni caso, quale che fosse il motivo, Benedict sperava che Penelope avesse imparato la lezione. Per un momento la sua mente indugiò su un'immagine: lei sdraiata sul pavimento, i capelli scarmigliati, le gonne sollevate sopra le ginocchia, il petto ansante, gli occhi azzurri luccicanti di passione... Si riscosse. Gli occhi di Penelope non avevano luccicato di passione, ma di collera, prima nei confronti di Clary, poi nei suoi, poiché, almeno all'apparenza, era stato lui il responsabile delle conclusioni cui erano giunte Frances e la madre.

Ora però... Penelope non era nella posizione di essere infuriata con lui. Se Bannister aveva detto il vero, d'ora in poi tutti in città l'avrebbero tenuta d'occhio per vedere se le voci corrispondevano a realtà. Anche a stagione quasi finita, Londra pullulava di pettegoli avidi di scandali e, se personaggi simili avessero puntato un'incantevole fanciulla nota per avere una natura avventurosa e una mente brillante, la poverina sarebbe finita divorata. Il fatto poi che fosse una nuova ricca avrebbe soltanto aumentato il loro piacere. Le ambizioni di Mr. Weston erano note e spesso in privato venivano derise. Molte persone non vedevano l'ora di credere che sua figlia fosse una creatura immorale.

Il che avrebbe avuto come prima conseguenza che la competizione per conquistare la sua mano si sarebbe notevolmente affievolita, e proprio nel momento in cui lei più aveva bisogno di un marito.

La mano di Benedict si fermò sul collo di Achille, mentre la sua mente assorbiva quel pensiero. «Questa è follia» mormorò tra sé, e il cavallo nitrì, come se fosse d'accordo. Sì, era follia, eppure... La sensazione dei suoi capelli che gli scivolavano fra le dita. Il modo in cui arrossiva. La deliziosa curva dei suoi seni che tendevano il corpetto. E l'espressione di gioia pura sul suo volto quando lui era entrato nella stanza e aveva fermato Clary. Penelope era molto bella. Quando rideva, un uomo non poteva fare a meno di fermarsi ad ascoltarla. E un tempo loro due erano stati bene insieme... a dirla tutta erano stati splendidamente bene.

Benedict inspirò a fondo. Non voleva desiderare Penelope. Sin dal principio aveva capito che lei non era il tipo di donna che intendeva sposare; era appassionata, tempestosa e incline a farlo impazzire. Eppure lui non riusciva a fare a meno di pensare alla sensazione delle sue gambe fasciate dalle calze di seta sotto le dita, o al suo profumo selvatico e dolce, così uguale a lei. Cercò di costringersi a ricordare tutte le volte che avevano litigato, ma riuscì soltanto a immaginare quella collera trasformarsi in passione, con la lite che terminava in un ardente amplesso contro il muro più vicino. E anche se continuava a ripetersi che non era lei che voleva, il solo pensiero di quelle gambe affusolate avviluppate intorno ai suoi fianchi mentre la possedeva gli faceva bruciare la pelle.

«Dannazione» sibilò, cercando di soffocare l'istintiva reazione del proprio corpo. «Pensa, amico.» Sì, doveva pensare a tutte le ragioni per cui aveva bisogno di una moglie, e non alle cose peccaminose che voleva fare a Penelope Weston. Il matrimonio era troppo importante perché potesse basarsi solo su qualcosa di tanto ordinario e fugace come il desiderio fisico. Il matrimonio doveva fondarsi sulla valutazione pratica di diversi fattori che potessero assicurargli una gradevole, serena alleanza.

Prima di tutto gli serviva una moglie ricca.

E Penelope Weston aveva una dote di quarantamila sterline.

In secondo luogo non voleva diventare lo zimbello della società, perciò sua moglie avrebbe dovuto essere saggia e discreta, non un maschiaccio selvaggio, oggetto continuo di allusioni e pettegolezzi.

Certo, che lui sapesse, Penelope Weston non era mai stata coinvolta in nessuno scandalo prima di allora, e si era già reso conto di quanto fosse profonda la sua lealtà verso le persone cui teneva.

Terzo, lui voleva trovare moglie al più presto. Due umilianti rifiuti erano abbastanza, e poi in ogni caso desiderava sposarsi. Il suo momento, quello in cui trovare una sposa alle sue condizioni, stava rapidamente passando e chissà se mai ce ne sarebbe stato un altro. Quando Abigail Weston aveva chiesto il suo aiuto per riabilitare il nome di Sebastian, Samantha aveva confessato che era stata lei, e non Sebastian Vane, a rubare quattromila ghinee al Conte di Stratford. L'ira del conte, padre di entrambi, era stata implacabile. Stratford aveva accusato Benedict di avergli nascosto l'inganno della sorella e, oltre a bandirlo dalla proprietà, gli aveva tagliato i fondi e aveva smesso di parlargli. Per fortuna questa volta Benedict era in grado di sopperire alla diminuzione di denaro a sua disposizione, ma il fatto di non avere più rapporti con il padre era un'occasione d'oro, che non poteva essere ignorata. Fino a quando, infatti, il conte fosse rimasto in collera con lui, Benedict era libero. Presto o tardi, però, Stratford sarebbe ricomparso e avrebbe cercato di nuovo di soggiogarlo. E allora soltanto una moglie ricca lo avrebbe reso immune alle sue pretese.

E Penelope Weston – bella e ricca – stava per avere disperatamente bisogno di essere salvata... con un rispettabile matrimonio, per esempio.

«Dimmi che è un'idea stupida» disse Benedict al cavallo. «Dimmi che sono un idiota.» Achille sbuffò e scosse la testa, poi spinse il naso contro la sua spalla.

«No, infatti, non lo credevo» mormorò lui, e diede una carota al cavallo.

Sembrava quasi che il fato gli stesse offrendo Penelope. E se era vero che quella era una pazza idea, era anche vero che logica e ragione fino a quel momento non gli avevano fatto trovare una moglie. Penelope poteva affermare di odiarlo – poteva pensare di odiarlo – ma forse quell'emozione si sarebbe potuta trasformare in un tipo diverso di passione... Sì, certo, il loro non sarebbe stato il matrimonio che lui aveva voluto, ma ci sarebbero stati altri lati positivi. Senza volerlo, si ritrovò a immaginare di fare l'amore con lei e un fiotto ardente di crudo desiderio gli percorse le vene, arrivandogli all'inguine. Benedict chiuse gli occhi e inspirò. A quanto pareva non era molto meglio di Hollander... Solo che lui, se non altro, voleva sposarla.

Avrebbe però dovuto giocare bene le sue carte. La logica e il buonsenso potevano forse guadagnargli l'approvazione del suoi genitori, ma con lei, con Penelope, ci sarebbe voluta una forma diversa di persuasione. Che cosa gli aveva detto l'altra sera? Che una donna voleva un uomo mezzo pazzo di passione per lei. La bocca di Benedict si curvò in una smorfia ironica. Mezzo pazzo di passione era proprio l'espressione che avrebbe usato per descrivere se stesso quando le era vicino. E se fosse riuscito a portare anche lei a desiderarlo con lo stesso ardore, ebbene, c'era la possibilità che la loro diventasse una unione incomparabile.

E inoltre li avrebbe salvati entrambi dall'ignominia.