12. Il brutto orso

«Guardate questo orso brutto e grosso. Non è nemmeno capace di giocare a craps».396

Più di mezzo secolo prima, un litigio per una partita di craps aveva portato a un omicidio e spedito suo nonno in prigione, ma Cassius Clay probabilmente non lo sapeva.

«Guardate questo orso brutto e grosso» ripeté in tono di sfida.

Si era recato a Las Vegas per assistere all’incontro tra Liston e Patterson, e ora, avvistato il primo in un casinò, aveva colto al volo la possibilità di provocarlo.

Liston tirò il dado. Sotto di quattrocento dollari, lanciò un’occhiataccia mentre Clay cinguettò di nuovo: «Ma che problemi hai? Non sei nemmeno in grado di tirare un dado».

E non aveva ancora finito.

«Guarda questo orso brutto e grosso. Non è in grado di fare nulla».

Gli altri giocatori al tavolo non fiatarono, forse spaventati. Liston lasciò cadere il dado e si diresse verso Clay.

«Stammi bene a sentire, finocchio di un negro» disse Liston. «Se non ti levi di torno in dieci secondi, ti strappo la lingua da quella boccaccia e te la ficco in culo».397

Clay avrebbe rievocato quel diverbio un’infinità di volte nelle settimane successive, recitandolo per gli amici e i giornalisti come se stesse rappresentando una scena del suo western preferito, descrivendo come la folla si fosse ammutolita e si fosse fatta da parte, mormorando: «È Cassius Clay, Cassius Clay…».398

A ogni versione, il suo coraggio aumentava proporzionalmente alle minacce di Liston.

In realtà non aveva reagito in maniera così temeraria, visto che era schizzato via il più velocemente possibile.

Patterson contro Liston era il classico conflitto tra il Bene e il Male, e quest’ultimo vinse per ko al primo round. Patterson aveva così paura di ripetere il disastro combinato nel primo match che si era scagliato contro l’avversario a mani basse. Avrebbe fatto prima a lanciarsi a tutta velocità contro una palla da demolizione. Liston lo mandò al tappeto tre volte, concludendo l’incontro in due minuti e dieci secondi.

«Mi sentivo bene finché non mi ha colpito» disse Patterson, una frase che equivale a dire che il bicchiere è mezzo pieno prima di rovesciarlo.399

Dopo la fine dell’incontro, Clay salì sul ring, sfuggì alla presa di tre uomini della guardia dello sceriffo del Nevada e filò dritto non verso Liston, ma in direzione della telecamera più vicina.

«Questo match è stato una vergogna» gridò. «Liston è una puttanella! Sono io il campione!».

Brandì un giornale finto – la cui prima pagina titolava «Clay ha una boccaccia che Sonny Liston chiuderà di sicuro» – e lo strappò in mille pezzi.400

«Voglio quell’orso brutto e grosso» continuò. «Voglio quel brutto, orrendo brocco il prima possibile!».

Liston alzò le braccia in aria fingendosi terrorizzato, per una volta felice di prestarsi alla recita del rivale.

Jack Nilon voleva che il suo pugile affrontasse Clay quanto prima. Nessuno tra i massimi possedeva il suo carisma. Nessuno era così riconoscibile dal grande pubblico. Secondo «Sports Illustrated», Clay «era acclamato da molti come colui che avrebbe salvato il pugilato», una maniera velata per evidenziare che quella disciplina avesse bisogno di essere salvata dal mostro che in quel momento deteneva la corona iridata.401 «Tutto ciò che fa è eccitante» riportò un giornalista britannico. «Questo giovanotto incredibilmente bello, un Harry Belafonte con i muscoli, ha gettato dalla finestra le tradizioni di due secoli e mezzo di boxe – senza nemmeno degnarsi di aprirla, quella finestra».402

Ma prima che Nilon potesse chiudere l’accordo con Clay e il suo management, si misero di mezzo dei guai. Pochi giorni dopo il secondo incontro tra Liston e Patterson, Nilon annunciò la creazione della Inter-Continental Promotions Inc., una società che avrebbe promosso tutti i match del campione in carica. Sonny ne sarebbe stato il presidente, e Nilon e due suoi fratelli i principali dirigenti. Visto che da tempo questi ultimi erano sospettati di avere rapporti con la mafia, i giornalisti della carta stampata accolsero la notizia con scetticismo, immaginando qualche truffa dietro l’angolo. Il 28 luglio, Estes Kefauver, presidente di una commissione speciale del Senato americano incaricata di investigare sul crimine organizzato, annunciò la sua intenzione di esaminare da vicino la Inter-Continental Promotions. Tre giorni più tardi, le autorità pugilistiche della Pennsylvania si rifiutarono di accordare alla nuova società la licenza di promoter, dichiarando che Liston non poteva detenere quote del sodalizio che organizzava i suoi incontri.

Non ci sarebbe stato quindi nessun match in Pennsylvania, ma altri Stati erano impazienti di attirare i soldi e la pubblicità che avrebbero accompagnato la sfida per il titolo. Dopo brevi negoziazioni, il Louisville Sponsoring Group e i Nilon raggiunsero un’intesa: l’incontro si sarebbe tenuto il 25 febbraio a Miami Beach.403

Sebbene fossero ancora dei novizi del mondo del pugilato, poco abituati a trattare con personaggi loschi come i fratelli Nilon, e nonostante alcuni termini dell’accordo li mettessero a disagio, i membri del gruppo di Louisville riuscirono a ottenere per il loro protetto condizioni vantaggiose: il 22,5 per cento sulla vendita dei biglietti, sui profitti dei chioschi e sui diritti ceduti alla televisione a circuito chiuso, piuttosto redditizi. Secondo i reporter che coprivano l’evento, Clay si sarebbe intascato quasi un milione lordo.

Huston Horn di «Sports Illustrated» scrisse che Clay era stato saggio a chiudere rapidamente l’accordo.404 Horn aveva qualche dubbio sulle sue qualità pugilistiche, e sosteneva che se non fosse stato per il delicato tessuto facciale di Cooper, probabilmente avrebbe perso l’ultimo match. Inoltre, sempre a detta del cronista, le battute di Clay cominciavano a diventare trite e ritrite e la sua personalità iniziava a scocciare. E anche il suo personaggio veniva messo in discussione. «Per esempio, non c’ha guadagnato molto a… presenziare alle riunioni dei Black Muslims – di cui non capisce praticamente niente. Sconvenienti sono state anche le sue recenti critiche all’allenatore, puerilmente definito uno scemo».

I Nilon e il Louisville Sponsoring Group fissarono una conferenza stampa il 5 novembre per comunicare la loro intesa. Clay si recò a Denver per l’annuncio con un pullman di seconda mano acquistato da poco e battezzato Little Red per via della sua carrozzeria rossa e bianca. Cassius Sr aveva appeso sul mezzo dei cartelli su cui aveva dipinto slogan del tipo IL MIGLIORE, IL PUGILE PIÙ COLORITO DEL MONDO e SONNY LISTON VA GIÙ ALL’OTTAVA.

Lungo la strada verso Denver, Clay si fermò per telefonare ai giornalisti, consigliandoli di recarsi a casa di Liston se erano in cerca di una buona storia. All’una del mattino, quando Clay arrivò, i cronisti erano già radunati davanti alla casa del campione in carica, situata in un quartiere a prevalenza bianca dove pare che fossero spuntati trentadue cartelli VENDESI nel momento in cui, alcuni mesi prima, Liston vi si era trasferito. Clay suonò il clacson e azionò gli abbaglianti, poi spedì il suo amico balbuziente Howard Bingham a bussare alla porta.

Liston aprì, con indosso una vestaglia dorata e reggendo in mano un bastone con il pomello d’oro.405

«Che vuoi, figlio di puttana di un nero?» chiese.

«Esci da lì» gridò dal marciapiede Clay. «Voglio prenderti a calci già da adesso. Esci da lì e proteggi la tua casa!».

Liston si diresse verso di lui mentre i due si scambiavano minacce, ma in un attimo Clay si ritrovò circondato da sette auto della polizia e da un cane tenuto al guinzaglio a pochi centimetri dal suo ginocchio.406 Quando un agente gli intimò: «Sloggia, altrimenti ti arrestiamo», lui risalì sul pullman e filò via.

Il pomeriggio successivo, durante un pranzo per la stampa, Clay utilizzò il suo consueto repertorio per ammaliare i giornalisti e irretire il rivale. Recitò una poesia scritta in estate da Belkin, quella che descriveva Liston come un «satellite umano».

Quest’ultimo si limitò a ridere.

«Io sono il campione dei pugni, tu invece soltanto quello delle chiacchiere».407

Il campione dei pugni mostrò un paio di guantoni in pelliccia, affermando che erano quelli destinati ad avversari scarsi come Clay.

Visto che le battute di Liston andavano a segno mentre le sue fallivano miseramente, Clay si ammutolì e si mise a mangiare il pollo che aveva davanti.

«Mangi come uno che sta per andare alla sedia elettrica!» sparò Liston. «Guarda che il match non è stasera!».408

L’incontro era fissato a febbraio, dopo il suo ventiduesimo compleanno, e così Clay non avrebbe avuto la possibilità di diventare il più giovane campione mondiale nella storia dei massimi. Ma mentre il 1963 si avvicinava alla fine, quella non era la sua più grande preoccupazione. Aveva infatti appena ricevuto la cartolina che lo invitava a presentarsi a un ufficio di leva dell’esercito americano per un test fisico in previsione dell’arruolamento.

All’epoca non c’era alcuna crisi internazionale di rilievo. Gli Stati Uniti avevano 15.000 militari nel Vietnam del Sud, ma il governo li definiva consiglieri, non combattenti, e non c’era alcun motivo per attendersi un’escalation del conflitto in Asia. Clay si trovava in un motel del South Side di Chicago, sulla strada da Denver a New York, quando un reporter gli chiese che ne pensasse dell’idea di partire per il militare.

«Finché non ricevo la cartolina, non ho intenzione di preoccuparmi» rispose facendo notare che la lettera era stata spedita a Louis­ville e durante i suoi viaggi non ne aveva ancora ricevuta una copia.409 Poi aggiunse una frecciata: «Si direbbe che lo Zio Sam abbia voglia di perdersi le tasse su quindici milioni di dollari, che ne dite?». Il sottinteso era che presto avrebbe guadagnato ingenti cifre, e una bella fetta sarebbe finita al governo federale attraverso le imposte.

Due settimane dopo, il presidente Kennedy fu assassinato mentre il suo corteo attraversava il centro di Dallas. Bob Nilon, fratello di Jack e massimo dirigente della Inter-Continental, affermò che il match si sarebbe tenuto lo stesso malgrado la tragedia nazionale e anche se Clay fosse stato chiamato dall’esercito. Al massimo, dichiarò, Clay avrebbe chiesto un rinvio di quattro mesi, «in modo da cogliere la più importante opportunità della sua vita: combattere per la corona dei pesi massimi e per la fortuna annessa».410

Nemmeno Sonny Liston era preoccupato dal possibile arruolamento del rivale. L’esercito, spiegò, non avrebbe saputo che farsene di Clay «dopo che avrò finito con lui».

396. Cottrell, op. cit., p. 113.

397. Hauser con Ali, op. cit., p. 59 [trad. it. cit., pp 59-60].

398. Tom Wolfe, The Kandy-Kolored Tangerine-Flake Streamline Baby, Picador, New York, 2009, p. 108 [trad. it., La baby aerodinamica kolor karamella, Feltrinelli, Milano, 1969: nell’edizione italiana, però, il racconto da cui è tratta la citazione di Ali non è stato tradotto, NdT].

399. Remnick, op. cit., p. 75, [trad. it. cit., p. 87].

400. Cottrell, op. cit., p. 116.

401. Huston Horn, A Rueful Dream Come True, «Sports Illustrated», 18 novembre 1963.

402. Clay — It’s the Mouth that Does It, 12 marzo 1963, Hank Kaplan Boxing Archive, cit.

403. Draft, Not Liston Worries Clay, «The Chicago Defender», 30 dicembre 1963.

404. Horn, A Rueful Dream Come True, art. cit.

405. Once More, Sonny, with Feeling, «Pacific Stars and Stripes», 7 novembre 1963.

406. Police Dogs Route Clay from Home of Liston, «The Greeley (Co) Daily Tribune», 5 novembre 1963.

407. Horn, A Rueful Dream Come True, art. cit.

408. Ibid.

409. Draft Board Could KO Clay, «The Middlesboro (Ky), Daily News», 9 novembre 1963.

410. Ibid.