Forza...
Devo avere fede...
Maria cercò di farsi coraggio. Quel cane era lì, a qualche metro davanti a lei, e la fissava immobile senza emettere alcun suono.
Ricordò di aver letto una volta come, una delle manifestazioni preferite del diavolo, sia un cane nero. Quel pensiero la terrorizzò, ebbe la certezza che il maligno la stesse mettendo alla prova, importunandola proprio quando aveva percepito la presenza di Dio vicino quello strano albero in forma di croce. Per un attimo pensò di tornare sui suoi passi. Forse là il cane non l'avrebbe seguita.
No..., si disse.
Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: «Sràdicati e vai a piantarti nel mare», ed esso vi obbedirebbe...
Le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Luca risuonarono nella sua mente come una voce in sottofondo.
Devo avere fede...
Serrò la mandibola e le labbra, quasi il gesto avesse il potere di ricacciare indietro le sue paure.
Sii forte...
Affidati a Lui...
Mosse un passo verso il cane, che non reagì. Questo parve confortare la donna, che si fece coraggio e fece un altro passo, e un altro ancora. Le sue labbra mormoravano una preghiera silenziosa.
In breve fu a ridosso dell'animale.
Si accorse che non era nero, ma di un colore comunque scuro e chiazzato di macchie più chiare.
Dev'essere un bracco , pensò.
Un caro amico del padre aveva la passione per la caccia, e ne aveva quattro o cinque di cani come quello. E una volta le aveva parlato di quella razza, descrivendola come il cane migliore che possa esistere. Cercò di ricordare le parole dell'uomo, per trarne conforto, ma non ci riuscì.
L'animale la fissava con uno sguardo che aveva una nota triste.
Poverino...
Forse è rimasto solo quando il padrone è andato via...
Tese una mano per accarezzare la bestiola, ma questa si ritrasse, emise un basso uggiolio e si allontanò di un metro. Poi d'un tratto sollevò il capo e drizzò le orecchie, si voltò fiutando l'aria, quindi partì a razzo e scomparve nell'erba alta.
Maria tirò un sospiro di sollievo, e improvvisamente divenne consapevole del sudore che le spalmava i vestiti addosso, delle zanzare che l'avevano punta ovunque, sulle braccia e sulle gambe, infilandosi sotto il pareo.
Si sentì comunque rinfrancata. Era convinta di aver superato una prova importante: la sua fede aveva sconfitto il cane nero, trasformandolo in un bracco solitario dagli occhi tristi.
Si incamminò verso la dimora, che non le sembrava più così lontana.