Capitolo 41

 

 

«Ennio guarda...»

Ada aguzzò la vista sulle pagine del registro che aveva trovato sulla scrivania. Gli appunti erano in italiano, ma la grafia appariva nervosa e difficile da leggere. Riusciva a capirli solo per alcuni tratti.

«Edward aveva ragione! », lesse in un mormorio. «Aveva ragione su tutto! Le particelle magnetiche possono essere separate e dirette in modo da... » Saltò un lungo tratto pieno di cancellature e correzioni. La nota successiva riportava una data diversa, due anni dopo, nel 1950. «...riuscito a stabilizzare il vortice e regolarne la magnitudo. Nessuna traccia di Antonio. Lui è... …dispero di poterlo riportare indietro... Destinerò una rendita alla sua famiglia, confidando nella loro discrezione. Credo che il portale apra un varco, un accesso verso altri mondi... ...se siano dimensioni parallele o spostamenti sull'asse temporale non mi è dato ancora saperlo ...» Ada riprese fiato, aveva letto tutto d'un botto. Saltò ad una data successiva. «Sia maledetta la mia stupidità! Credevamo di avere il diritto di reclamare quei mondi, pensavamo ingenuamente che attendessero solo noi... pazzi... pazzi siamo stati! Una soglia può essere varcata nei due sensi... …universi terribili attendono... ...potenziato il raggio d'azione del portale, ma è ancora instabile. Occorre fare attenzione nella regolazione dei flussi... » Ada scambiò uno sguardo costernato con Ennio. Tornò a leggere, ancora una data successiva. «Ho spalancato una finestra su un mondo infernale popolato da esseri mostruosi e pericolosi... aberrazioni della natura, figli di un mondo senza misericordia, apice di un'evoluzione maligna... temibili predatori... » Il disegno nella pagina successiva fece istintivamente ritrarre la mano di Ada, che sfogliava il diario. Una mano dal tratto fine e meticoloso aveva disegnato con precisione realistica una delle creature in cui si erano imbattuti. La ragazza distolse lo sguardo, mentre le immagini e sensazioni di quella cosa sulla schiena, di Ennio che la massacrava a suon di legnate moltiplicavano all'ennesima potenza il disagio che provava al ricordo di sua nonna che colpiva inutilmente quell'insetto stecco che l'aveva terrorizzata da bambina. Era come se ricordi vecchi e nuovi si combinassero per rafforzare la paura e il senso di repulsione verso quegli esseri abietti.

Ennio continuò a leggere al posto di lei. Voltò pagina. Sul suo viso di dipinse un'espressione attenta.

«Senti qua», disse ad Ada. «La maggior parte delle creature non sopravvive a lungo al di fuori dell'atmosfera venefica del loro mondo ... Capisci cosa vuol dire?»

«Recuperiamo gli altri, troviamo il modo di allontanarci, e quelle cose non potranno seguirci, dico bene?»

Lui la baciò. «Ti amo, Ada, lo sai?»

«Ti amo anch'io.» Restarono abbracciati per qualche istante. Nessuno dei due sapeva quando avrebbero avuto l'occasione di farlo di nuovo.