Ada era ancora a cavalcioni sul corpo di Ennio.
I due si guardavano negli occhi. I loro corpi, sudati e sporchi di fango, e le sensazioni primordiali che riuscivano entrambi ad evocare nei loro amplessi, li rendevano simili a due creature primitive: pure, naturali, prive di razionalità e senza filtri nella loro umana bestialità.
Una nota stonata attraversò lo sguardo di lei. Le palpebre si chiusero in parte, dandole un'espressione ferina.
«Hai sentito?», gli chiese.
«Ho sentito, eccome se ho sentito...»
«Dai, piantala di fare lo scemo», commentò Ada scostandosi da lui e rimettendosi in piedi. «Mi è parso di sentire delle grida.»
«Eri tu che gridavi, mi pare...»
Ada gli rivolse uno sguardo severo, ed Ennio alzò le mani per schermirsi: sapeva riconoscere quando non era più il momento di scherzare. La parentesi che aveva allontanato per un po' il dolore, la fatica, la paura, era chiusa. E il mondo terribile di quella casa tornava a premere come un macigno sulle loro anime.
Entrambi tacquero, restando in attesa.
Ennio fece spallucce, sembrava tutto tranquillo, ma dopo qualche istante un grido risuonò nell'aria.
I due ragazzi si guardarono, l'una trovò conferma negli occhi dell'altro.
«Da dove veniva?», esclamò Ada preoccupata. «Sembrava Luigi...»
«Vieni», le disse il ragazzo. Una smorfia di dolore gli incrinò la bocca, quando appoggiò a terra il piede della gamba ferita. Si sforzò di ignorarlo. Si sistemò i vestiti alla meno peggio, quindi guidò Ada verso un corridoio che si dipartiva dalla stanza in cui avevano trovato rifugio. Prima non aveva prestato particolare attenzione ad esso, forse perché era completamente vuoto e nessuna porta si apriva sui lati.
Era lungo una ventina di metri, e saliva con una lieve pendenza, per poi terminare con una grossa porta di metallo bianco a due ante.
Si avvicinarono con circospezione.
Le grida si fecero più forti, ma risuonavano in qualche modo attutite, forse per via dello spessore della barriera che avevano davanti.
Ennio provò a girare la maniglia, ma non successe niente.
«Sono loro!», gridò Ada. «Li sento, sono loro!»
La ragazza batté forte le mani sulla superficie metallica.
«Luigi! Maria! Mi sentite?»