Due settimane dopo

Sulla spiaggia di Is Arutas il sole tramontava lentamente. Il maestrale agitava i cespugli di mirto spandendo un aroma dolce ma pungente. Il bandito Mazzacani era steso su un asciugamano azzurro a disegni bianchi. La spiaggia era quasi vuota. Sparuti turisti si avventuravano per i sentieri e tornavano alle loro auto provati da una giornata di mare.

Accanto a lui dormiva Isabella Uda, la sorella venticinquenne di Pantaleo. Era lei la ragazza che lo aveva baciato davanti al nuraghe poche settimane prima.

Il bandito le toccò un seno. Lei si lamentò un poco. Allora la baciò sulle labbra.

“Hai voglia?”

“Sì”, rispose.

“Andiamo a casa.”

Si incamminarono verso la tenuta, a meno di un chilometro dalla spiaggia, dove Pantaleo Uda li ospitava. Avrebbero fatto l’amore prima di cena, si sarebbero lavati, si sarebbero vestiti a avrebbero raggiunto il gigante e la sua professoressa di storia dell’arte sul patio della villa, per prendere un aperitivo insieme. Poi avrebbero atteso Pantaleo che tornava dal pascolo e avrebbero cenato.

“Mio fratello vuol proporti un lavoro”, fece Isabella a metà strada.

“Che genere di lavoro?”

“Di quelli che sai fare, immagino”, rispose e premurosamente lo baciò.

Mazzacani le sorrise e la sollevò dai fianchi prendendola in braccio.

Tutto torna, pensò. Tutto torna. Anche l’amore.