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 [Arles 18 marzo 1888]

 

Caro Bernard,

avendo promesso di scriverti voglio cominciare col dirti che la regione mi sembra bella come il Giappone per la limpidezza dell’atmosfera e gli effetti di colore allegro.1 Le acque formano delle chiazze di un bello smeraldo e di un azzurro carico nei paesaggi come le vediamo nei crépon.2 Tramonti arancione pallido che fanno sembrare blu i terreni. Soli gialli splendidi. Tuttavia non ho ancora visto la regione nel suo splendore consueto d’estate. Il costume delle donne è grazioso e la domenica soprattutto si vedono sul viale degli accostamenti di colore assolutamente ingenui e azzeccati. E anche questo certamente sarà ancora più allegro d’estate.

Mi dispiace che qui la vita non è così a buon mercato come avevo sperato, e non ho trovato modo finora di cavarmela così a buon mercato come si riuscirebbe a fare a Pont-Aven.3 Ho cominciato col pagare 5 franchi, ed ora sono a 4 franchi al giorno. Bisognerebbe conoscere il dialetto di qui e poter mangiare la bouillabaisse e l’aglio,4 allora si riuscirebbe a trovare di certo una pensione poco costosa. Poi se si fosse parecchi si otterrebbero – sono portato a crederlo – delle condizioni più vantaggiose. Ci sarebbe un reale vantaggio forse per molti degli artisti innamorati del sole e del colore a emigrare nel Midi.5 Se i giapponesi non fanno progressi nel loro paese, è fuor di dubbio che la loro arte si continua in Francia.

In testa a questa lettera ti mando un piccolo schizzo * di uno studio che mi dà dei problemi per tirarne fuori qualcosa: dei marinai che risalgono con le loro innamorate verso la città che profila la strana sagoma del suo ponte levatoio contro un enorme sole giallo.6 Ho un altro studio di questo ponte levatoio con un gruppo di lavandaie.7

Sarò contento di un rigo da parte tua per sapere cosa stai facendo e dove andrai. Una cordialissima stretta di mano a te e agli amici,

 

tuo
Vincent