[ca. 18 agosto 1888]
Mio caro Bernard,
voglio fare della figura, figura e ancora figura. È più forte di me questa serie di bipedi, a partire dal neonato fino a Socrate, dalla donna nera di capelli e di pelle bianca alla donna dai capelli gialli e il viso color mattone, abbronzata dal sole.1 Nell’attesa faccio prevalentemente altro.
Grazie della lettera. Questa volta scrivo di gran fretta e completamente sfinito. Mi ha fatto molto piacere che tu abbia raggiunto Gauguin.2
Ah, comunque ho una nuova figura che è decisamente una continuazione di certi studi di teste fatti in Olanda.3 Una volta te li ho mostrati insieme a un quadro di quel periodo: Les mangeurs de pommes de terre, mi piacerebbe potertela mostrare.4 Si tratta sempre di uno studio in cui il colore gioca un ruolo che il bianco e nero del disegno non saprebbe restituirti. Ho voluto mandarti un disegno molto grande e molto accurato.5 Bene!, era tutt’altra cosa pur essendo corretto. Perché, ancora una volta, il colore suggerisce l’aria arroventata della mietitura nel pieno mezzogiorno, in piena canicola, e senza questo è un altro quadro. Ho l’ardire di credere che Gauguin e tu lo capireste; ma come lo troveranno brutto! Voialtri, voi lo sapete cos’è un contadino, come puzza di animale selvatico quando se ne incontra uno autentico.6
Ho anche un Déchargeurs d’un bateau de sable,* cioè: ci sono due battelli rosa violaceo in un’acqua verde veronese con della sabbia grigia, delle carriole, delle tavole, un omettino blu e giallo. Il tutto visto dall’alto di una banchina, a volo d’uccello. Niente cielo, è solo uno schizzo o meglio un bozzetto fatto in pieno mistral.7
Poi cerco dei cardi polverosi con un grande sciame di farfalle che ci turbina sopra.8
Oh! il bel sole di qui in piena estate! Picchia in testa e non ho nessun dubbio che renda un po’ tocchi. Ora, visto che lo ero già prima, non faccio che godermelo.
Sto pensando di decorare il mio atelier con una mezza dozzina di quadri di girasoli, una decorazione in cui i cromo puri o divisi risplenderanno su fondi differenti, azzurri, dal veronese più pallido al blu regale, incorniciati da sottili listelli dipinti a tratteggio arancione .9
Delle specie di effetti da vetrate di chiesa gotica.
Ah! miei cari compagni, noialtri un po’ tocchi quanto ce la godiamo però con l’occhio, non è vero! Ahimè!, la natura si rifà sulla bestia e i nostri corpi sono spregevoli e talvolta un pesante fardello. Ma, a partire da Giotto, individuo malaticcio, le cose stanno così. Ah! Però che godimento dell’occhio, e che risata la risata sdentata di quel vecchio leone di Rembrandt, la testa coperta da un panno, la tavolozza in mano!10
Come mi piacerebbe poter passare questi giorni a Pont-Aven; ma insomma mi consolo contemplando dei girasoli. Ti stringo forte la mano, a presto,
t. à. t.
Vincent