[B 17] 693

 [ca. 20 settembre 1888]

 

Mio caro compagno Bernard,

scrivo due righe per ringraziarti molto dei tuoi disegni, li trovo fatti un po’ troppo di fretta, e preferisco i tuoi due disegni delle puttane; peraltro in tutti c’è un’idea. 1 Sono sovraccarico di lavoro in questi giorni perché il tempo è bellissimo e bisogna profittare delle belle giornate, che sono corte. Non posso rimangiarmi il prezzo che ti ho detto, tre franchi, soltanto per il mangiare, più quello che eventualmente ci sarebbe in più! Ma tutto quello che ti dice Gauguin sui prezzi di qui, sono sicuro che è esatto. Ma io ti vedo prossimo alla partenza per il servizio militare e desidererei poter convincere tuo padre a darti il necessario per irrobustirti bene prima, senza che il tuo lavoro ne soffra. Che sganci insomma, così da darti, in questo intervallo da adesso fino al servizio militare, quanto è giusto.

Ho continuato a scriverti sempre la stessa cosa che se vai in Africa ci lavorerai e vedrai appunto la natura che bisogna vedere per sviluppare in tutta la sua estensione il tuo talento di pittore e di colorista. Ma questo non può accadere che a detrimento della tua povera carcassa, se tuo padre non ti mette in grado di evitare di divenire anemico o di buscarti la dissenteria debilitante per mancanza di un nutrimento ricostituente, prima di questa prova africana. Rinforzarsi laggiù non è possibile, e se si va in un clima caldo, lungi da me dire che sia necessario ingrassare prima, ma dico che è necessario curare la propria alimentazione2 un po’ in anticipo; e non cambio idea, anche se qui mi sono trovato bene con questa dieta, perché il caldo in Africa è ben diverso da quello di Arles. Da questa prova del servizio militare ne uscirai molto più forte e forte abbastanza per un’intera carriera d’artista – o spezzato.

Comunque stiano le cose, mi piacerebbe enormemente che tu venissi e se viene anche Gauguin, l’unico rimpianto che avremo sarà che sia in inverno e non nella bella stagione. Comincio a credere sempre di più che la cucina ha a che fare in qualche modo con la nostra facoltà di pensare e di fare quadri, io, per esempio, se ho lo stomaco imbarazzato non contribuisce alla riuscita del mio lavoro. Insomma penso che se tuo padre vuole tenere in tutta tranquillità i tuoi quadri e farti un credito un po’ generoso, in fin dei conti ci perderà meno che se fa in altro modo. Nel Midi, i sensi si esaltano, la mano divento più agile, l’occhio più vivo, il cervello più chiaro, a una condizione però, che la dissenteria o altro non vi guasti tutto debilitandovi troppo. Su questo punto oso spingermi a credere che chi ama il lavoro artistico vedrà nel Midi svilupparsi le proprie capacità produttive; ma attenzione al sangue e attenzione a tutto il resto!

E ora forse mi dirai che ti sto proprio rompendo con tutto questo. Che vuoi andare al bordello e te ne freghi di tutto il resto. Parola mia, dipende, ma io non posso che parlare così. L’arte è lunga e la vita è corta, e ci tocca pazientare cercando di vendere cara la pelle. A me piacerebbe certo avere la tua età e partire, con quel che saprei, a fare il servizio militare in Africa; ma per esempio mi farei una costituzione migliore di quella che ho.

Se Gauguin ed io siamo qui, come è probabile, assieme, allora, di sicuro, faremo tutto quanto possiamo per evitarti delle spese, ma, da parte sua, tuo padre dovrebbe fare quanto può anche lui e aver fiducia in noi e non credere che cerchiamo di spillargli inutilmente dei quattrini. Per fare un buon lavoro, bisogna mangiare bene, alloggiare bene, farsi ogni tanto una scopata, fumare la pipa e bersi il caffè in pace. Non dico che il resto non vale nulla, lascio a ognuno la libertà di fare come vuole; ma dico che questo sistema mi sembra preferibile a tanti altri. Una calorosa stretta di mano,

 

t. à t.
Vincent