tutte le parole in corsivo nei testi delle poesie, corrispondono a denominazioni tecniche riferenti a colori per la pittura d’arte
l’ultima foglia
pausa
si stinge l’autunno
e cambia nome
d’inverno.
Cap Martin
mi riempio gli occhi di gioia
sembra banale dirlo, pensarlo
eppure
è un’emozione nuova.
Cap Martin
Conto le notti, srotolando parole
sul balcone, una calma inusuale
la rampante passiflora
mi regala il suo primo fiore.
Geniale!
Menton
il pittosporo
profuma alle mie spalle
il tempo non ha più senso
tolgo dal polso l’orologio
mentre due vele vanno
verso la fine del mondo.
Cap Martin
mi ispira pensieri verticali
con giochi di luci d’ombre
tra serietà ed ironia.
Villefranche sur Mer
questa folla di persone
con lo sguardo vado su
fino in cima alla montagna.
Chemin de Le Corbusier
la serenità, volteggia
come deltaplano arancione
che appare improvviso
e scompare
al di là degli alberi
senza fruscio.
Plage des Buses
silenziosa e notturna
raccontare i ritmi del mondo
pioggia fitta
come i pensieri di ieri
come il presente che schiude
in più primavere.
Menton
quando muoiono le cose
benché attutita
permane la parola
e il baluginare di cinque idee
sospese a fili d’argento.
Ogni idea
parla una lingua diversa
sopra un’unica Terra.
Chemin de Le Corbusier
attonito, in apnea
nulla filtra, nulla muove
qui sotto, alberi distratti
voci giù in strada
panchine vuote
guardano il mare
attendono sempre qualcuno
senza annoiarsi mai.
Menton
che sonnecchia in me
ha passi felpati
guardinga
ama la notte, il silenzio
dove regnano mille occhi
mille luci, mille sguardi.
Ha un lato solitario
però apprezza la compagnia.
Menton
muove i sensi, le percezioni
ritorna alla memoria
qualcosa quasi dimenticato
reminiscenza piacevole e scura
come un verde di Hooker
rimembranza che risuona
quasi un richiamo
manifesta un cambiamento
lento, pacato, sibillino, misterioso
e pur senza capire, è tutto dire.
Menton
le poche nubi rimaste
strapazzate e sporche
corrono lungo i costali
a pettinare i monti
attorno a me chi fuma
chi mangia
chi beve qualcosa
un caffé
chi beve la vita.
Chiosco “L'Alaska”, Carnolés
in un’ora meridiana
riparato da alberi e cespugli di lentischi
ho trovato la mia ora
tra i fremiti del vento nel fogliame
tra i sussulti del mare sugli scogli
ho trovato un’idea nuova
rannicchiata con altri esseri
dentro un nido di poesia.
Chemin de Le Corbusier
dipingere quei cirri lontani
che solo il vento sa disegnare
nelle più intime transparenze.
Sembrano piume
adagiate a guardare
ad ascoltare.
Chiosco “L'Alaska”, Carnolés
sembra che si aggiustino
le cose della vita
mentre altre si accavallano
come un millefoglie.
Sulle montagne alla frontiera
nubi nere
forse bruma
forse fumo
quando il Tutto si dirada
si schiarisce
come le cose della vita.
Chiosco “L'Alaska”, Carnolés
Da questo punto di osservazione
il profilo del mondo
sembra migliore
a sinistra Capo Anselmo
a destra una barca, scivola e danza.
Cap Martin
dai tronchi antichi
mi sento più a mio agio
mi proietto
verso altri punti di vista
verso altri punti di vita.
Menton
quello che sento
davanti a questo grigio
che mi pacifica
e scivola nel bianco
sopra un mare senza onde.
Di fronte, sette palme, longilinee
tre pini a destra, più vicini
a sinistra una robinia, solitaria
gli alberi sono sempre dispari
e il dispari è più gradevole all’occhio.
Non riesco a descrivere
quello che penso
davanti a questo bianco, che mi dice
e si veste d’azzurro
lentamente si tinge in giallo di cadmio
aprendo una breccia all’orizzonte
per morire in un rosso inglese.
Cap D'Ail
Come una musica, una bossanova
oltre la finestra il cielo cupo
muta espressione, si fa cinereo.
Come una musica jazz, un pò blues
arrampica a ritmo la passiflora
il traliccio di legno di questo balcone
oggi, di fiori, ne regala tre.
Come una musica, un canto indiano
strumento a corde e ritmo di tabla
gli alberi di fronte all’imbrunire
cammuffano foglie in parole di sera
alcune si coprono di verde cinabro
altre di terra d'ombra bruciata.
Menton
il ruscello che scorre con brio
e l’aria piena di buoni consigli
curioso tra ville, sentieri, pensieri
che celano a volte sorprese e misteri
come curiosa è la gatta
che si avvicina strusciando la gamba.
Oggi è giorno di luce, è fine del mese
mi intriga, mi ispira, mi seduce.
Menton Garavan
ad abbassare il capo
la sua resina
m’inebria nell’inchino.
Rialzo la testa
continuo il sentiero
incontro un amico
soprapensiero
mi porta notizie d’altrove
si racconta, si ride
i concetti di ora
beffeggiano quelli di prima.
Siedo alla spiaggia
le onde si ostinano
contro gli scogli
finendo in frantumi
in mille migliaia di gocce.
Afferro penna e quaderno
come dei talismani
dal monte discendono
tre deltaplani.
Plage des Buses
che fan da cappello ai monti
esce il sole a vampate
dipingendo sul mare
striscie cerulee
come dipinge i ricordi la vita
come dipinge parole
la penna stretta alle dita.
Chemin de Le Corbusier
ma d’inverno dura poco
subito l’inghiotte
l’imbrunire alizarina
la notte nero di fumo
solo resistono le luci nella baia
sembra punteggiato tratteggio
inizia dalla Francia
finisce nell’Italia.
Cap Martin
itinerario di colori
le emozioni giallo ocra
si sposano nelle foglie
all’arancione
nuova è la visione
paesaggio inesplorato.
Quanta enfasi nell’edera
attorcigliata alla radice
nelle pigne sparse a terra
morte, eppur così perfette
nel tempo che si ferma
anche se un solo istante.
Châteauneuf de Grasse
come un presagio
odo nel silenzio
un grido
qualcosa che giunge
senza fretta
mentre l’attendo
addossato all’infinito.
Chiosco “l'Alaska”, Carnolés
capelli mossi
schiumati davanti
che dal verde sfumano
all’orizzonte in un blu profondo
ha un crepuscolo incavolato
non c’è tramonto, solo nubi
il cielo, garbatamente assorto
sbadiglia in attesa
che la città accenda le luci.
Roquebune Cap Martin
impressionante aurora
rosa limone
con lingue di miele
adagiata là in fondo
orizzonte marino
d’un impossibile blu.
Come dipingerlo?
Direi blu elettrico
cupo e anche saggio
zuccherato
da profumo di pioggia
fine, un pò dolce
tra cavalli di onde
scherzose, gentili
dove montagne
non ancora sveglie
scendono a mare
bagnandosi i piedi.
Questo giorno
è un gigante cortese
che danza, che danza
tra liriche immagini
portandoci in viaggio
dentro la vita.
Autostrada A8
che vuole uscire da me
ha volo elegante
plana tra cime invisibili
parla col passero e lo sparviero
mai con l’avvoltoio.
Sguaina le ali
protegge il suo nido
dall’alto del cielo
dall’alto del blu.
Menton
è già ombra naturale
se addormenta il bosco
tra lieve tremore
e sussurri di fronde
la brezza
ultimo filo di fiato
quando a piccoli passi
cala la notte con un sospiro
in una distesa vasta e silente
come una steppa
sul bordo del niente.
Châteauneuf de Grasse
Qui gatta ci cova
ne avverto l’inganno
forse è solo l’enigma.
Però che mi importa?
visto che il tempo
è solo invenzione.
Châteauneuf de Grasse
come sciamano
preso da riti antichi
l’aria si gonfia
di vapore nebbia.
Il faggio freme
ha sussulto
spasimo, lamento
è vivo, è vivo, è vivo.
La quercia riposa
dalla stanchezza
e dagli anni che passano
ne ha viste di cose
ormai, non teme più nulla.
Châteauneuf de Grasse
Illumino con i fari, le strade deserte
nessuno in città, notte di cristallo
senza suoni, senza orme
le nubi, pigiate l’una all’altra
nascondono il firmamento.
Torno a casa
voglio fissare le parole
in sillabe senza metrica
in gocce di buio
in attimi di insonnia
in un’estate indiana.
Menton
Dicembre finisce, sembra canzone
che lampeggia nelle luci
sui balconi addobbati per le feste.
Ho detto a un’amica : Pace e Poesia!
Mi ha risposto : Mi puoi prestare
queste due parole
che le voglio offrire a qualcuno?
Menton
una macchia, d’alberi
si pavoneggiano in verde Veronese
l’occhio ha capogiro d’estasi
vertigine senza punto ritorno.
Menton
Debussy
al principio di gennaio
flauto, arpa
foreste di pensieri
riposano in violetto di cobalto.
I colori, sono pieni di nomi
si preparano alla notte
pieni di luce.
Cap D'Ail
nuvole allungate
sopra impassibile orizzonte
nessuna barca in vista
solo il moto perpetuo del mare
e qualche parola appesa ai rami
in supplenza delle foglie
fino alla prossima primavera.
Chiosco “ L'Alaska”, Carnolés
è naturale il tirare un pò le somme.
Ma stiamo calmi!
Quello che è fatto, è fatto
quello che è da fare, lo si farà.
Chiosco “ L'Alaska”, Carnolés
si ricompongono
mi riportano alla radice
sono figlio
di mio padre e di mia madre
come le stelle alla finestra
sono figlie di questo quieto inverno.
Roquebrune Village
tendo l’orecchio
al cielo muto.
Dopo breve attesa
mi giunge l’eco del silenzio.
Menton
camminando verso
il mio sentiero preferito
ho scorto tra i pini
maestuose onde, cadere
esasperate sulle rupi
tra spicchio di mezzaluna
e rosso pompeiano
di un imbrunire stanco.
Sono rimasto ad osservare
fino a che non distingui
un filo blu da un filo nero
fino ad un attimo prima
che il buio diventi sovrano.
Cap Martin
mi attira l’indefinito
di nuovo esco
me ne vado per sentieri
girato l’angolo
mi ritrovo innanzi
l’immenso blu cobalto
riempe tutto lo spazio
e tutto lo sguardo
siedo ammirato sulla panchina
più il tempo passa
meno tempo rimane
ma prima o poi
si ricomincia da capo
e di tempo ne avremo ancora.
Cap Martin
Insisto a parlare del tramonto
perchè mi pacifica l’istante
quando il sole sta accucciato
tra l’infinito e l’invisibile
che presto ci raggiungerà
lasciando spazio alla sera
che lascierà spazio alla luna
che ci osserverà
nel sonno o nella veglia
ispirando, purificando
per accompagnarci
verso un nuovo mattino.
Chemin de Le corbusier
assorbe tutti i desideri
le cose volute
si popola di voci interiori
dipinge ogni sagoma
in nero d'avorio
si posa e riposa sul mondo
in un’unica ombra
lasciando porte dischiuse
a pensieri di libertà.
Cap Martin
Guardali, quegli uccelli lassù!
Si librano in gioiose scorribande
tra nuvole rosa
e tramonto giallo di zinco.
È spettacolo teatrale
acrobati del volo
funamboli del cielo
poeti dell’immenso
soffi d’universo.
Chemin de Le Corbusier
senza tempo
un giorno di timo e menta
che si bagna di luce
di mimose impazzite
esplose nel giallo
con un lieve fruscio
di fogli di carta.
È un giorno come un altro
senza bussola, senza fretta
un giorno ignavo
di quello che accade
delle idee che germogliano
e si fissano d’inchiostro
mentre si consuma verso sera
tra i respiri dei cespugli.
Chemin Le Corbusier
che vive da sempre in me
scaccia le mosche noiose
a colpi d’orecchie
esita spesso
se farsi una doccia nel fango
schizzando gli amici
o rimuovere un tronco
con la forza della sola testa.
Menton
lascia il grigio nell’aria
l’argento sulle foglie d’olivo
sabato scolorito
di tiepido inverno
piove tra le foglie dei verbi
sul mare perplesso
tra i graffi del vento.
Cap D'Ail
apro appena la finestra
esco la mano a tastare l’aria
i primi riverberi di luce.
Menton
tra la notte domenicale
e le luci sulla collina
che una ad una se ne vanno.
sul tavolo, la penna solitaria
attende.
Si libera la parola
la poso sul quaderno
e salgo la montagna
come lo sherpa sale
il suo avvenire.
Menton
indifferente a tutto
senza peso, le sue gocce
come piccoli brevi haiku
giapponesi
come mille e mille
petali di pesco
cadendo silenziosi
per coprire la Terra.
Menton
Quando cala la sera e s’abbuia
come un tuffo nel nero di carbonio
appare un’idea fosforescente
sembra una stella
ne prendo nota
prima che svanisca
nel bianco di zinco dell’oblio.
Menton
è una melodia
ogni parola
è un respiro di noce
ogni ramo
ha appesa una foglia
un libro, una voce
ogni ombra
è una macchia d’inchiostro
ogni lettera
è pensiero di luce
le consonanti
son onde di mare
ogni vocale
è una goccia di luna.
Cap D'Ail
nell’attesa che Saturno
entri nel segno
sgranando l’alfabeto
delle cose
la penna traccia silenziosa
la notte attraversata
dal suono delle pagine sfogliate.
Menton
le navi lontane
sembra uno specchio
un miraggio
sembra di vedermi
di sentirmi
lontano
in un lungo viaggio.
Villefranche sur Mer
per smuovere le cose.
Malgrado un lunedì
in controluce
controvento
oggi si muove il Mondo.
Menton
anche se uggiosa, imperfetta
pluviosa
ogni giornata possiede
la propria luce
la sua luminosità
dietro il grigiore si cela
risata, incendio, rosso di Marte
rosa canina non ancora nata
poesia non ancora sbocciata.
Châteauneuf de Grasse
vento freddo di marzo
a scolpire i volti
saliscendi, gradini
piacevole fatica. Al ritorno
l’imbrunire è pronto
tra blu di Prussia e viola d'oriente
l’acqua bruna s’inarca
schiaffi d’onde sugli scogli
voci di sale sotto luna piena.
Chemin de Le Corbusier
per quest’avventura di penne
fogli di carta
quaderni, fedeli seguaci
per l’ozio dei paesaggi
e un accordo di chitarra
per i miei amici alberi
sopratutto i platani
davanti alla Scuola di Belle Arti
e i tre cipressi
nel dipinto appeso al muro
sono ardente e grato
per le nuvole di mare
per il sentiero di Le Corbusier
che spesso frequento
ed ogni volta mi pare diverso
per il cielo azzurro, blu ceruleo
turchese, indaco
per l’Italia
se la guardo dalla Francia
per la Francia
se la guardo dall’Italia.
Villefranche sur Mer – Roquebrune Cap Martin
che ho raccontato dei colori
che poi sono luce
dunque arte
ora
che ho condiviso
il percorso delle emozioni
racchiuse nei nomi
nelle parole
mi ritiro con un felice inchino
per preparami
ad un nuovo viaggio.
Chemin de Le Corbusier