Quando Blake arrivò a Newgate, la folla si era già radunata per assistere al trasporto dei prigionieri. Scese dalla carrozza e si volse per assicurarsi che dietro alla sua ci fosse l’altra carrozza che lo aveva seguito.
Padre Edmund sarebbe uscito con indosso i vestiti che portava lui in quel momento, ci sarebbe salito e sarebbe stato trasportato subito al porto dove l’aspettava la nave pronta a salpare.
Il cocchiere di Blake avrebbe dovuto aspettare che l’altra carrozza fosse andata via da almeno mezz’ora prima di entrare nella prigione e chiedere cosa mai stesse trattenendo il suo padrone all’interno.
Blake attraversò il cancello e vide che i carri erano già pronti e parecchi prigionieri erano già saliti. In mezzo alla confusione generale, trovò il reggente e gli si avvicinò. Questi non notò niente di strano nella sua richiesta di incontrare Jack Nolan, il marinaio che aveva ucciso un uomo in una rissa ed era in attesa di essere impiccato; Blake, infatti, gli aveva fatto visita altre volte. Vedendo che anche questa volta lui gli stava allungando un borsellino pieno di monete, disse a una delle guardie di accompagnarlo.
Blake seguì l’uomo stando attento a tenere il proprio viso sempre in ombra, con la falda del cappello calata sugli occhi. Dopo avere attraversato cunicoli bui e sporchi, trovarono Jack Nolan seduto su uno sgabello e il carceriere li lasciò soli perché aveva fretta di tornare a vedere lo spettacolo dei prigionieri che venivano portati al patibolo.
Blake sapeva che Jack Nolan era una persona di cui poteva fidarsi. Non era riuscito a non farlo condannare a morte, ma gli aveva promesso che, una volta che la condanna fosse stata eseguita, avrebbe pensato lui a sistemare la sua famiglia. Jack Nolan si era rassegnato al destino che lo aspettava, sapeva che Lord Russell avrebbe mantenuto la sua promessa e pertanto si era impegnato ad aiutarlo nel tentativo di liberare padre Edmund.
Così, non appena il carceriere si fu allontanato, accompagnò Blake da padre Edmund e furono tanto fortunati da arrivare nella sua cella senza attrarre l’attenzione degli altri prigionieri.
Aprirono con una chiave falsa, che Nolan si era procurato corrompendo un carceriere.
«Lord Russell!» esclamò Edmund. «Nolan mi aveva avvertito del vostro arrivo, ma non avrei mai immaginato che sareste riuscito a eludere l’attenzione delle guardie.»
«Il denaro a Newgate può comprare tutto tranne che la libertà» rispose Blake. «Adesso vi tirerò fuori da questo posto.»
«Ma come farete? Il rischio è troppo grande. So da Nolan che devo ringraziare voi per essere stato trasferito in questo posto migliore e ve ne ringrazio. Vi prego di non rischiare oltre per me.»
«Io sono sempre in debito con voi. Ho saputo che siete stato voi a farmi sapere dove Katherine si trovava prigioniera.»
«È vero.»
«Inoltre la vostra morte non sarebbe giusta: un uomo non deve morire per ciò in cui crede. La gente dovrebbe tollerare la fede differente del proprio vicino. Voi capite che per proteggere Katherine e la mia famiglia sono costretto ad aiutarvi senza apparire in prima persona. Se si sapesse che è vostra sorella, anche lei potrebbe essere arrestata.»
«Ve lo ha dunque detto?»
«Certo. Ci sposeremo presto e tra marito e moglie non devono esserci segreti.»
«Anche se non vi ho frequentato abbastanza, conosco la vostra onestà e il vostro coraggio e sono felice che mia sorella vi sposi.»
«Adesso sbrighiamoci. La guardia potrebbe tornare presto.» Blake incominciò a spogliarsi.
«No!» protestò Edmund. «Non dovete sacrificarvi. Io sono preparato a morire.»
«Forse voi, ma vostra sorella non me lo perdonerebbe mai. Indossateli» aggiunse porgendogli i propri vestiti. «Siamo quasi della stessa altezza e dovrebbero andarvi bene.»
Mentre Edmund indossava gli abiti, Jack tirò fuori della fuliggine da un sacchetto e la passò tra i suoi capelli biondi che divennero subito scuri come quelli di Blake. Il cappello piumato, poi, copriva il tutto.
Quando Edmund fu completamente vestito, Blake annuì soddisfatto. «Può andare» disse. «La guardia non mi ha visto in viso e non si accorgerà di niente. Non avvicinatevi assolutamente al reggente che potrebbe avere dei dubbi. Andate immediatamente fuori e salite sulla carrozza che vi aspetta per portarvi alla Western Star; la nave partirà immediatamente dopo che sarete salito a bordo. Il capitano ha istruzioni di lasciarvi nel primo porto francese.»
«E voi?»
«Non preoccupatevi per me. Jack mi darà un pugno abbastanza forte da farmi perdere i sensi per un po’ di tempo. Il mio cocchiere verrà a cercarmi dopo che voi sarete andato via e io verrò trovato svenuto e senza vestiti, così tutti penseranno che voi mi avete assalito vedendomi passare.»
«Come potrò mai ringraziarvi?»
«Per me sarà sufficiente vedere la gioia negli occhi di vostra sorella quando saprà che siete in salvo. In questo momento è al porto che vi aspetta, trepidante, per salutarvi.»
«Siete una brava persona, Lord Russell. Avrei tanto voluto conoscervi meglio.»
«Speriamo di poterci incontrare nuovamente in tempi migliori.»
La guardia tornò per accompagnare Lord Russell fuori dalla prigione e non trovò niente di sospetto nella persona che vide. Edmund passò oltre i cancelli con indosso i vestiti di Blake e salì sulla carrozza che si allontanò immediatamente verso il porto.
Lì il traffico era intenso. Alcune navi venivano scaricate, altre caricate da uomini indaffarati, i commercianti entravano e uscivano dai magazzini, i doganieri sdoganavano le merci.
Katherine, seduta in una carrozza insieme ad Amelia, aspettava il fratello con sempre maggiore apprensione. Una barca con un barcaiolo attendeva vicino a una banchina che arrivasse il passeggero che avrebbe portato fino alla nave in partenza.
Finalmente la carrozza tanto attesa arrivò e si fermò accanto alla loro. Katherine scese di corsa e si buttò tra le braccia del fratello che aveva riconosciuto subito, anche se era vestito con i vestiti di Blake e aveva i capelli anneriti.
«Grazie a Dio, sei salvo» mormorò. «E Blake? Non gli è accaduto nulla, vero?»
«Penso proprio di sì, anche se credo che abbia commesso una follia.»
«Niente sarebbe riuscito a fermarlo. Si trova ancora nella prigione?»
«Sì, ma non temere» aggiunse, vedendo che Katherine si era rabbuiata. «Non c’è niente che lo possa associare a me. Penseranno che sia stato io ad assalirlo quando lui ha lasciato Jack Nolan per uscire dalla prigione. Gli sarò eternamente grato per avere rischiato la vita per me.»
«Ti ha detto che ci sposeremo?»
«Sì, e vi auguro tanta felicità. Prima di andare, ho qualcosa da darti.» Si tolse un anello d’oro da un dito, le prese una mano e glielo infilò all’anulare. «Era di nostra madre. Prima di morire, mi ha detto che, se fossi riuscito a rintracciarti, avrei dovuto darlo a te.»
Katherine sentì che le si formava un nodo in gola. Il cuore le si gonfiò di amore per la madre che non ricordava, ma che aveva avuto un pensiero per lei prima di morire.
«Mi sarà sempre molto caro» disse commossa.
Edmund le baciò le mani. «Addio, Katherine. Ci siamo conosciuti solo per poco tempo, ma mi sembra di conoscerti da una vita. Speriamo che ci siano tempi migliori e che un giorno io possa venire a bussare alla tua porta a Ludgrove Hall. Ti scriverò dalla Francia prima di andare a Roma.»
Katherine adesso era in lacrime. «Non piangere» la consolò lui. «Ti auguro tanta felicità.» Poi si volse e si affrettò verso la barca.
Lei rimase a guardare finché la barca non raggiunse la Western Star ed Edmund non fu salito a bordo. Mentre la carrozza si avviava, la nave stava già manovrando tra le altre navi lungo il fiume per raggiungere il mare.
Katherine continuava a passeggiare nervosamente per l’atrio in attesa che Blake tornasse, con il cuore in tumulto ogni volta che sentiva il rumore di una carrozza di passaggio.
Infine lui giunse. «Blake!» esclamò lei correndogli incontro. Indossava i vestiti di un vagabondo, l’unica cosa che gli avevano procurato alla prigione.
Si abbracciarono pazzi di felicità senza pensare a chi stava loro intorno. Amelia e suo marito, come pure la servitù, si allontanarono discretamente.
Infine lei si sciolse dall’abbraccio e alzò gli occhi sul suo bel viso. «Oh, Blake!» esclamò. «Quanta paura ho avuto. Ho temuto il peggio.»
Lui le accarezzò il volto. «Ormai è tutto finito, amore mio.»
Katherine notò il gonfiore sulla sua mascella e gliene chiese la ragione.
«Jack Nolan mi ha colpito perché la mia storia risultasse credibile» rispose lui. «La mia ira è stata così convincente che il reggente mi ha chiesto scusa. Ho detto che mi ero incamminato verso l’uscita dato che la guardia non tornava a prendermi, ed ero stato assalito da una persona che mi aveva fatto perdere i sensi. Il reggente non aveva nessun motivo per associarmi a Edmund, per cui non ha sospettato nulla. Lo hai visto al porto?»
«Sì. A quest’ora deve essere quasi in Francia.» Ancora una volta, Katherine si abbandonò tra le braccia di Blake. «Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto.»
Stringendola a sé appassionatamente, Blake pensò che in un altro momento l’avrebbe portata nella propria stanza e avrebbe fatto l’amore con lei. La sospinse via gentilmente, le prese le mani e gliele baciò.
«Dobbiamo fare attenzione, amore mio» disse con voce roca, «altrimenti non riuscirò a trattenermi e ti farò mia prima del matrimonio.» Sospirò profondamente. «Sono stanco di Londra. Domani torneremo insieme a Ludgrove Hall e ci sposeremo al più presto. Che ne dici?»
«Sarà meraviglioso.»
«Come credi che reagirà tua zia alla notizia che tu diventerai mia moglie?»
Katherine aggrottò la fronte, preoccupata. Quello era un ostacolo che non aveva considerato.
«Penso che si opporrà. Non credo che sarà contenta che io diventi la nuova Lady Russell.»
«Non potrebbe interessarmi di meno» disse Blake. «La sua opposizione non sarà un ostacolo al nostro matrimonio.»
I tafferugli a Londra erano aumentati: la regina aveva lasciato l’Inghilterra, ufficialmente per andare a trovare la figlia in Olanda, ma in realtà per impegnare i gioielli della Corona e procurare delle armi. Il paese era diviso in due fazioni: quella che si schierava con il re e quella che stava con il Parlamento.
Ma Katherine e Blake non pensarono a tutto questo il giorno del loro matrimonio. Lei aveva avuto ragione di pensare che sua zia non avrebbe accettato di buon grado il suo matrimonio con Blake.
Non volendo accettare la nipote come la nuova Lady Russell, si era trasferita in un’altra residenza. Aveva comunque partecipato al matrimonio come pure Matilda, che era prossima a sposare un giovane aristocratico ed era felice per la cugina.
Gli ospiti avevano incominciato ad arrivare a Ludgrove Hall il giorno precedente e tutti gli abitanti del villaggio si erano vestiti a festa. Katherine, con il suo vestito da sposa, era la donna più bella di tutte le invitate al banchetto.
Dato che la festa sembrava non avere termine, Blake e Katherine si dileguarono, raggiunsero la loro stanza e mandarono via la servitù. L’estasi della loro unione fu una stupenda scoperta per Katherine.
«Li senti?» chiese lei quando, dopo l’appagamento dei sensi, si trovò abbandonata nel cerchio delle braccia di Blake. «Stanno ancora festeggiando. Pensi che siamo stati egoisti ad andarcene?»
«No. Stasera ti voglio avere tutta per me. Un uomo e una donna hanno il diritto di stare da soli la sera delle loro nozze.» Sospirò felice stringendola a sé. «In questo momento non chiedo altro dalla vita. Grazie a Dio, né il re né il Parlamento possono intromettersi tra di noi.»
«È vero che l’Inghilterra rischia la guerra civile?» domandò Katherine, sinceramente preoccupata.
Blake la strinse più forte. «Temo di sì e in questo caso io dovrò essere leale verso il re. Mi fa molta paura pensare che il potere potrebbe passare dalle mani del re a quelle del Parlamento.» Quando vide che Katherine stava per fargli un’altra domanda, le mise un dito sulle labbra. «Non ora, amore mio. Non è il momento di parlare di queste cose. Sarà quel che sarà e comunque, qualsiasi cosa succeda, io sarò sicuro di averti sempre al mio fianco.» Abbassò la testa per cercarle le labbra. «Ma prima pensiamo alla nostra felicità, al futuro che ci costruiremo insieme. Baciami. La notte è ancora giovane e io non intendo perderne un solo minuto.»