[1]Il
sig. Walter Scott nel pubblicare così il romanzo storico I Puritani
di Scozia, come l'altro Il Nano Misterioso, ha assunto il nome di
Jedejah Cleishbotham, maestro di scuola e sagristano della
parrocchia di Gander-Cleugh, ed ha intitolati entrambi i romanzi:
Racconti del mio Ostiere
[2]Si
vedrà in appresso come vi fosse qualche distinzione fra i Puritani
ed i Presbiteriani, comunque figli tutti di una medesima
setta.
[3]Gli è
inutile l'avvertire essere una fanatica Puritana quella che parla,
e la quale non s'accorge come i veri corruttori della pura dottrina
evangelica, erano appunto que' regicidi dottori e pseudo-teologi,
dei quali nella sua ignoranza s'era fatta settaria.
[4]In
tempi ben di poco posteriori a quelli narrati ora, vale a dire dopo
la spedizione tentata sfortunatamente dal re Giacomo per risalire
sul trono d'Inghilterra, e propriamente nel 1716, milady Milhisdale
si valse, ed efficacemente, di un tale espediente per far fuggire
dalla torre di Londra il proprio marito condannato a perdere il
capo sotto la scure del carnefice. Ella rimase in vece del reo, e
la corte ordinò la libertà di questa generosa donna che andò a
raggiugnere in Francia lo sposo; fatto identico, cambiati i nomi
propri delle persone e dei paesi e le epoche, alla prova d'amor
coniugale ben tornata nel 1815 alla rinomata Francese, madama De la
Vallette. Nota del Traduttore
[5]I
leggitori comprenderanno, come essendo la idiota Mausa che parla,
dee talvolta cadere in errori grossolani e confondere qualche nome
storico d'un uomo con quel d'una donna. N. del T.
[6]Anche
prima di Walter Scott tutti gli scrittori drammatici (e in certo
modo ai drammatici appartengono i romanzieri) se sonosi attenuti
alla verità nel mettere in azione i Puritani, loro han sempre
attribuito questa specie di scritturale linguaggio; e il nostro
Alfieri, allorchè introduce Lamorre a rimproverare Maria Stuarda
rendutasi cattiva moglie, lo fa esclamare «Oh nuova Figlia d'Acab!
già l'urla orride sento, Già di rabidi cani ecco ampie canne, Cui
tuoi visceri impuri esser den pasto.» N. del T.
[7]Fra i
tanti pregi drammatici e pittoreschi di Walter Scott, sommo è pur
quello di non dimenticare mai in qualunque circostanza della lor
vita i caratteri attribuiti ai suoi personaggi. Bothwell, che come
diceva Claverhouse a pag. 170 del primo tomo stava sempre a cavallo
de' suoi antenati, a cavallo d'essi spira l'ultimo fiato. N. del
T.
[8]Non
siam lontani dai tempi, in cui ogni parte dell'Europa, qual più,
qual meno, è stata spettatrice di non dissimili avvenimenti. La
natura è la medesima in tutte le età, e Walter-Scott é il vero
pittore della natura. N. del T.
[9]Tutti
coloro che mossi, o da entusiasmo siccome i Puritani, o anche da
fini più scaltri, vollero dare significato a loro modo alle Sacre
Carte, confusero le minacce de' gastighi divini annunziati in tuon
profetico da' suoi ministri con una sanzione di que' delitti che,
sebbene compiessero tali minacce, acquistavano ben altro che merito
a chi li commetteva. N. del T.
[10]Gudyil non potea sapere che ingrosso le faccende de'
suoi padroni. Onde qualunque sia il modo onde è venuto a scoprire
ch'essi intercedettero per Morton, non dovea dubitare che non fosse
opera della lor prevalenza la salvezza dello stesso Morton, e
quella ancor di Gudyil. N. del T.
[11]Uno
fra' tanti pregi del nostro romanziere storico è quello di dare uno
stile lor proprio a tutti i suoi personaggi e di trovare in ciascun
stile, ov'è duopo, le fonti della sublimità. La grandezza d'animo
qui spiegata dal vecchio Bellenden è quella stessa che sarebbesi
addetta a Nestore e al re dei re.
[12]Verità massima! Le grandi convulsioni politiche, di
qualunque genere siansi, operano tale effetto, quasi in compenso
de' mali gravissimi ch'esse producono. La maturità di raziocinio
scortasi ne' giovinetti d'ogni classe dopo le fatali contese che
hanno posta ai nostri giorni in trambusto l'Europa, e che per un
benefico effetto della legge di continuità dura ancora dopo la
pace, avrebbe fatto sorpresa, solamente trent'anni fa. N. del
T.
[13]Come tutto il presente dialogo sente la mano maestra
di chi lo scrisse! Crediam dilettarci nello udire i propositi
casalinghi ed ingenui d'una buona massaia, che serba con ammirabile
perfezione il proprio carattere, e veniamo a scoprire in compagnia
di Morton i fatti più importanti del blocco di Tillietudlem, che
era necessario si sapessero, e i quali saputi per via d'una
sposizione che un narratore men perito di Walter-Scott avesse
architettata, ci condannavano probabilmente ad un intervallo di
noia. N. del T.
[14]È
più facile a scorgere l'aggiustatezza di un tale confronto, che
tutta la metafisica, l'acutezza d'ingegno, lo forzo d'estrarre le
idee, necessarie a trovarlo la prima volta. Sia che Walter Scott
abbia creati appostatamente tali due caratteri, simili in tal qual
modo e disparatissimi, sostenendoli poi maravigliosamente sino alla
fine, sia che dopo aver fatto ciascuno d'essi di primo getto, abbia
così maestrevolmente rilevati i punti di corrispondenza di queste
due fatture della sua mente, chi gli negherà il vanto primiero de'
veri romanzieri e degli autori teatrali, il vanto cioè di conoscere
a perfezione tutti gli stati del cuore e de' cuori umani? N. del
T.
[15]Sono troppo notorie, perchè non occorra ai nostri
leggitori un lungo schiarimento a tal proposito, le fazioni dei
wigh e dei tory, e pochi non sanno che i wigh erano i partigiani
del culto presbiteriano, i tory del culto cattolico romano, i quali
doveano quindi necessariamente prevalere sotto gli
Stuardi.
[16]Quelli che ne' regni d'Inghilterra e di Scozia non
erano, nè Presbiteriani moderati, nè in senso stretto Puritani,
professavano per la maggior parte la religione riformata, onde al
cospetto della nazione una fra le maggiori colpe di Giacomo II si
fu l'essersi fatto ascrivere all'ordine de' Gesuiti, l'avere
inviata al Papa un'ambasceria d'obbedienza, l'avere per ultimo
infranti i privilegi della Chiesa anglicana. N. del T.
[17]«Mentre gl'Inglesi i più ragguardevoli si riparavano
all'Aia, e mentre Guglielmo di Nassau mostrava prendere tenue parte
ai disastri che questi sofferivano, facea di soppiatto preparamenti
di guerra, e li faceva con tal'arte che il suocero non mai se ne
accorse.» Muller. Stor. Un. L. XXII, cap. XIII. N. del
T.
[18]I
leggitori si ricorderanno l'opinione che sul cavallo fatato di
Claverhouse era invalsa nel volgo della Scozia