Questo volume raccoglie una serie di lezioni tenute da Alan Watts fra il 1968 e il 1973, a cui parteciparono folle entusiaste e dal background culturale estremamente variegato: alcuni erano suoi allievi, altri erano incuriositi dalla filosofia del wu wei, il «non agire», altri inseguivano i venti della controcultura americana. In ogni caso tutti uscivano dai suoi seminari affascinati dal Tao e con la sensazione di poter riappacificare il pensiero occidentale con quello orientale.
Il grande Tao scorre ovunque,
verso sinistra e verso destra.
Ama e nutre tutte le cose,
ma non si comporta da padrone nei loro confronti.
Il Tao è il processo, è il fluire, comprende l’essere e il non essere, e non si può descrivere. Il Tao è ogni cosa in trasformazione costante ed è inafferrabile.
Se si è capito questo le grandi domande − chi sono? qual è il mio destino? perché sono qui? − cessano.
Ciò che rimane è la spontaneità: seguire il «corso d’acqua» senza ostacolarlo, seguire la strada della minor resistenza.
Lao-tzu disse: «Il Tao non fa nulla, ma nulla è lasciato non fatto».