19

The Season Standard – Resoconti quotidiani di eventi rilevanti

La data che tutti aspettavamo è quasi arrivata, cari lettori! Entro una settimana conosceremo il nome del nostro Originale. E naturalmente, per quelli che sono stati invitati alla serata di gala di Lord e Lady B., ci sarà l'ultima occasione per formulare ipotesi su chi sarà incoronato. Davvero emozionante!

Per ora, teniamo sempre d'occhio il Marchese di E., che è stato visto al parco con un aspetto pericolosamente attraente sul suo nuovo phaeton...

La mattina, Juliet fece la sua passeggiata quotidiana a un orario consono, così da potere incontrare Ellery. Fino a quel momento, aveva dato una splendida prova di sé, ma lei non voleva che il favore di cui godeva calasse, adombrato dal ritorno di Bram. Perciò, decise di assicurarsi che il suo candidato facesse qualcosa di davvero eccezionale per restare saldo nei cuori del ton e, con un po' di fortuna, anche in quelli dei membri del comitato anonimo.

Di solito, lei restava lontana dal Serpentine e percorreva sentieri meno affollati. Tuttavia, sapeva che Ellery prendeva di frequente la strada tortuosa verso Rotten Row per fare esercitare il cavallo. E infatti, non lontano, lo vide a bordo del suo alto phaeton nero lucente, con il cappello a cilindro e la giacca grigio argento, che sembravano un'armatura scintillante alla luce del sole.

Quando fosse stato il momento giusto, lei avrebbe finto di inciampare e torcersi una caviglia, reggendosi a stento per via del parasole. Abbassò lo sguardo e vide il punto perfetto dove avrebbe potuto evitare qualunque cespuglio.

Ma proprio quando alzò gli occhi, scorse la forma indistinta di un altro phaeton, che superava quello di Ellery. La testa del conducente era girata all'indietro e Juliet capì in un lampo che sarebbe stata schiacciata dalle immense ruote.

Temendo per la propria vita, si lanciò verso il bordo della strada. Poi, inciampando su un ramo, atterrò carponi nel fango. Accidenti! Ma almeno era viva. Con un rapido esame, scoprì di essere per gran parte illesa.

Dietro di sé udì diverse grida. D'un tratto capì che la graziosa caduta che aveva programmato si era trasformata in un goffo incidente pubblico. Invece di perdere solo l'equilibrio e di procurare a Ellery un galante salvataggio, era stata quasi travolta da un pazzo.

Quando si raddrizzò e iniziò a pulirsi il fango dalle povere gonne rovinate e dai guanti, udì una voce piuttosto familiare, solo che non era di Ellery.

Era Bram. «Lady Granworth, dovreste fare attenzione. Diamine, il Serpentine non è il luogo giusto dove camminare.»

Guardando dietro di lui, vide che il phaeton del pazzo ora era vuoto, le redini legate a un ramo accanto, proprio di lato alla strada.

«Eravate voi a condurre quel pericolo pubblico?» chiese, senza che le importasse un accidenti di sembrare una vecchia bisbetica.

Bram ebbe il coraggio di ridere di lei. Anzi, non si disturbò nemmeno a scusarsi. «Permettetemi di scortarvi a Hanover Street. Vi riporterò a casa in un lampo.»

Considerato il modo in cui guidava, Juliet non ne dubitava.

Ricordando il proprio proposito, però, lanciò un'occhiata timorosa in direzione di Ellery. Anche lui era sceso dal phaeton e stava andando a grandi passi verso di lei.

«Lady Granworth, posso essere d'aiuto?» chiese, raggiungendoli. La sua espressione apparve preoccupata quando la guardò, ma si fece dura quando il suo sguardo si posò su Bram.

«E voi chi sareste?» domandò questi scortese.

Juliet presentò i due e ciascuno fece un rapido cenno con il capo. Lei non aveva intenzione di rovinare i propri piani, quindi si rivolse al visconte: «Vi ringrazio, Ellery, siete molto gentile...».

«Tuttavia, lei ha già un accompagnatore» la interruppe Bram, mettendole la mano sul gomito.

Ellery, a qualche passo di distanza, aspettò la risposta di Juliet. Poiché si stava radunando un capannello di curiosi, non sarebbe convenuto alla sua causa permettere che si verificasse uno scontro, quindi lei abbandonò l'impresa. «Lord Engle mi accompagnerà a casa. Vi ringrazio ancora, Ellery. Siete stato gentile a fermarvi.»

Ma era stata una sciocca a credere che il terrore fosse finito dopo essere quasi stata travolta sul sentiero.

Il rischio si rivelò ancora più grande mentre Bram sfrecciava tra le strade per Hanover Square. Non prestava attenzione alle sue richieste di rallentare e lei temeva che si sarebbe sentita male.

Infine, ad accrescere ulteriormente la sua mortificazione, quando arrivarono a destinazione trovarono Max che stava scendendo i gradini della casa di Zinnia. Sporca, in disordine e profondamente imbarazzata, Juliet avrebbe voluto nascondersi.

Lui si affrettò sul marciapiede, gettando il bastone da passeggio a terra. «Che cosa è successo? Siete ferita?»

Juliet si aggrappò alla sbarra laterale della panchetta del conducente e drizzò la schiena, così che lui potesse vedere che non aveva riportato danni. «Sto bene, Max. Un po' sporca, ma viva.» Non grazie a Bram.

Ancora prima che questi potesse tirare il freno, Max era salito per aiutarla, esaminandole con cura le mani, come se d'un tratto lei fosse un ornamento di vetro soffiato. Se fossero stati soli, lo avrebbe rimproverato, anche se lo trovava piuttosto dolce.

Sentendosi ancora incerta quando lui l'ebbe fatta scendere a terra, si aggrappò alle sue spalle un po' troppo a lungo per sorreggersi. «Grazie» sussurrò, poi si costrinse a lasciarlo e a fare un passo indietro. Sentì subito la mancanza delle sue mani sulla vita.

Bram balzò giù e si mise accanto a lei. «E perché sei qui, fratellino?»

Max raddrizzò le spalle e strinse la mascella, facendo guizzare un muscolo. «Sono venuto per fare visita a...»

«A mia cugina» terminò Juliet al posto suo di fretta, lanciandogli un'occhiata di rimprovero. Lui aveva un atteggiamento piuttosto possessivo e lei si costrinse a ignorare il battito che le accelerò in risposta. Ebbe l'impressione che Max fosse coinvolto in un qualche tipo di torneo medievale contro il fratello per conquistarsi l'onore di corteggiarla. Ridicolo! Ma una parte di lei era spaventata da quanto ciò le facesse piacere e da quanto desiderasse essere reclamata da lui. «Credo di avere sentito Zinnia dire che vostra madre le avrebbe mandato qualcosa.»

Bram ridacchiò. «Sei ancora il fattorino della mamma, vedo.»

Max le rivolse uno sguardo cupo, ma rispose al fratello: «A quanto pare. Non poteva esserci altra ragione per trovarmi qui».

Juliet deglutì, sentendosi in colpa. Ma sul serio lui pensava di annunciare a tutto il ton che ora si recava in visita dalla sua nemica giurata? Non era nemmeno pronta a dirgli quello che provava. L'ultima cosa che voleva era che i pettegoli lo annunciassero prima di lei. Sembrava già che una processione di carrozze fosse confluita verso la piazza per assistere allo spettacolo.

Per fortuna, Mr. e Mrs. Wick apparvero sulle scale e si precipitarono sul marciapiede. Zinnia era sulla soglia.

Prendendo il braccio del maggiordomo, Juliet si congedò, impaziente che tutto quell'episodio finisse. «Arrivederci, gentiluomini.»

La mattina seguente, Bram entrò nella saletta da colazione, tutto sorrisi e cortesie. «Buongiorno, madre. E, fratellino, come va il corteggiamento di quella debuttante?»

Max fu tentato di dirgli di andare al diavolo, ma si trattenne. «È promettente.»

O almeno lo era stato finché non era tornato Bram. Ora, gli sembrava di essere finito nel fango fino alle ginocchia e che ogni passo in avanti venisse ritardato all'infinito.

Il fratello continuò come se la sua risposta non avesse alcuna importanza. «Ho un annuncio che sono certo sarete entrambi impazienti di sentire. Ho scelto una sposa... o meglio, una donna da corteggiare. Ma presumo che presto Max e io avremo una nuova battaglia da disputare, e cioè vedere chi dei due farà richiesta per primo di sposarsi a St. George.»

La madre scosse la testa. «Bramson, siamo in lutto. Non è possibile che tu abbia già scelto una sposa.»

«Mi è diventato piuttosto chiaro ieri. Non indovinate?» Bram gonfiò il petto e si afferrò le falde della giacca. «Intendo sposare Juliet Granworth.»

Max si accigliò. «Le hai parlato in proposito?»

«Non ne ho avuto nemmeno bisogno perché è stata lei che me lo ha suggerito ieri in carrozza.»

«Ha detto che vuole sposarti?» Max era allibito, ma prima di saltare alle conclusioni, voleva parlare con Juliet.

«Non con quelle precise parole, ma ha concordato che dovrei sposarmi presto per il bene di Patrice. E io lo farò.»

Di fronte a quella ridicola affermazione, Max tornò a rilassarsi. Con il loro passato, tuttavia, non poteva dimenticare che il fratello di solito otteneva tutto ciò che desiderava.

Il ton era affascinato da Bram, ne seguiva con attenzione ogni mossa. E Max provò la fastidiosa sensazione di ritrovarsi in una situazione ben nota.

Troppo dolorante per camminare e, francamente, troppo imbarazzata per tornare al parco, Juliet rimase in casa. Purtroppo, si erano sparse le voci sul suo incontro con la morte, sfiorato per un pelo, e quasi ogni gentiluomo di sua conoscenza andò a farle visita, oltre a qualche donna, incluse Lilah, Ivy e Gemma.

Ma non Max.

Peggio ancora fu lo sfacciato mazzo di fiori che Bram le donò. Erano così tanti e grandi che, quando lui glieli consegnò, dovette reggerli con entrambe le mani. Juliet cercò di sorridere, ma si raggelò quando scorse diverse formiche che risalivano dal centro.

«Peonie. Che graziose» esclamò, tentando di nascondere il senso di allarme. «Myrtle, potresti per favore portarle nel salotto del piano superiore?» E passò in fretta il mazzo alla cameriera.

Poi, il giorno successivo, lui brandì un altro bouquet di peonie, di tale grandezza e quantità che finirono sullo Standard.

«Il Marchese di E. ha portato un altro fascio di enormi peonie fin sulla porta di una certa casa di Hanover Street» lesse a voce alta Juliet a Zinnia, che era seduta di fronte a lei nella saletta da colazione.

«Mrs. Wick ha chiesto di tenere i fiori in terrazza, poiché sono state individuate formiche in corridoio, in salotto e che uscivano dal salottino del piano di sopra.» La cugina smise di scrivere la sua lettera e scosse la testa in segno di disapprovazione.

Avevano pensato entrambe che relegarle nel vecchio salotto, che usavano principalmente per riporvi oggetti indesiderati, fosse la soluzione perfetta. Juliet non aveva avuto cuore di mandare i fiori all'ospedale, poiché i pazienti avevano già abbastanza problemi senza aggiungere gli insetti alle malattie.

«Non so come dovrò comportarmi se la faccenda continua» confessò lei.

Zinnia le rivolse un'occhiata singolare, piegando la testa di lato. «Possiamo sempre buttarli via.»

Juliet rise. «Non sto parlando dei fiori ma di Bram.»

«Non gradisci le attenzioni di Lord Engle?»

Lei esitò prima di rispondere. «Dapprima pensavo stesse cercando di riparare per avermi quasi ucciso, ma lui non si è mai scusato davvero. Poi, ieri, mi è venuto in mente che forse mi sta corteggiando. O almeno pensa di farlo. Non me lo ha mai chiesto, e io non avrei acconsentito. Quello che più mi turba è che temo che Marjorie desideri l'unione.»

«Con Lord Engle?» Zinnia batté le palpebre con aria solenne. «Per niente.»

Prima che Juliet potesse chiederle di spiegarsi meglio, Mr. Wick si schiarì la gola sulla soglia.

«Avete una visita, milady.»

«Non credo di essere a casa oggi.» Juliet controllò il calendario per essere sicura di non sbagliarsi. La maggior parte delle persone stabiliva dei giorni in cui non avrebbe ricevuto visite. Dopotutto, non ci si poteva aspettare che uno fosse disponibile a piacimento.

«Sì, milady. L'ho detto al vostro ospite; tuttavia, è alquanto insistente. Sua Signoria afferma che farete un'eccezione per lui.»

Poteva essere Max? Il cuore iniziò a batterle all'impazzata. Non lo vedeva da giorni, a parte la mattina in cui era caduta al parco. Lui non era tornato, anche se lei gli aveva offerto la scusa perfetta per una visita. Svolgere commissioni per la madre era abbastanza innocente, non era così? «Chi è?»

«Lord Engle, milady.»

La brevissima gioia svanì di colpo. «Non sono comunque a casa. Anzi, aspettate. Lo riceverò, ma fatelo restare nell'atrio.» Poi si rivolse a Zinnia. «Non ci vorrà molto.»

Era il momento di mettere per bene in chiaro con Bram che non era interessata a un corteggiamento o al matrimonio.

Quando arrivò nel vestibolo, vide che lui reggeva non uno ma due mazzi di peonie. Povera Mrs. Wick.

«Considerato quanto avete gradito gli altri mazzi, sapevo che questi vi sarebbero piaciuti di più» spiegò lui con un sorriso soddisfatto. «E avete visto il giornale questa mattina? Tutto il ton è invidioso.»

Max avrebbe capito che esclamare peonie in tono tanto sorpreso non significava necessariamente esprimere gradimento. In effetti, aveva ribadito in maniera piuttosto chiara con Bram che lei preferiva le rose. Ma lui non aveva ascoltato.

In quel senso, era davvero troppo simile a Lord Granworth. Anzi, era troppo simile a Lord Granworth in molti sensi. Nel complimentarsi con lei per i suoi vestiti e per quanto stesse bene e poi nel complimentarsi con se stesso per quanto bene stavano insieme.

Un tempo l'avrebbe eccitata sapere che lui la stava corteggiando, come se avesse una possibilità di rivivere il passato. Ma se fosse potuta tornare indietro nel tempo, non avrebbe scelto il periodo in cui scriveva il nome di Bram nel suo diario.

No. C'era un solo momento del suo passato in cui sarebbe tornata, e forse un giorno lo avrebbe raccontato a Max.

Prese i fiori e li posò sul tavolo. Senza dubbio le formiche stavano già strisciando fuori dai petali sul palissandro. Per fortuna, Mr. Wick era pronto, armato di scopino e paletta.

«Lord Engle» esordì lei, «sono lieta del vostro ritorno in città. Siete affascinante e piacevole come sempre. Tuttavia, voglio assicurarmi che sappiate che non ho intenzione di sposarmi.» Poi, per essere davvero chiara, aggiunse: «Credo, e sono quasi certa che lo creda anche il ton, che mi stiate corteggiando, ma non posso permettere che continuiate».

«È stato solo per gioco. Niente di più.» Bram sorrise e fece un cenno di comprensione prima di inchinarsi e congedarsi.

Be', che sollievo. In effetti era stato così semplice che Juliet si domandò se non avesse interpretato male le sue intenzioni.

Un po' incerta, tornò nel salotto con la speranza di riprendere la conversazione precedente con Zinnia. Con un pizzico di fortuna, avrebbe scoperto che cosa stava per dirle prima che fossero interrotte, a proposito delle unioni che Marjorie desiderava per i figli.