Essex, 2017
Maggie O’Neil è seduta a casa sua a leggere gli articoli del Sunday. Indossa dei guanti di cotone, perché l’appartamento è freddo e perché detesta le sue mani: hanno dovuto lavorare sodo per campare, non recitare, perché la sua vita è stata dura, e non è giusto, perché la vita non è giusta. È tanto tempo che Maggie aspetta di raccontare la sua versione dei fatti. Finalmente è arrivato il suo momento e lei se lo gode sino in fondo.
Si toglie un attimo i guanti per guardare la foto di Aimee da bambina che tiene sul tavolino accanto al telefono. La cornice è impolverata e il legno un po’ scheggiato. La foto è vecchia, ormai, e anche un po’ scolorita. Maggie scuote la testa sovrappensiero e aguzza la vista mentre osserva il volto della bambina nella foto. Dopo tutto quello che ho fatto per te.
È convinta che il merito del successo di Aimee sia suo. L’ha cresciuta, le ha insegnato, le ha dato opportunità che lei non aveva mai avuto. E Aimee cosa le ha dato in cambio? Niente di niente. Anzi, fa finta che non esista.
Avvicina la cornice alla faccia, come se volesse baciarla. Poi ci alita sopra e pulisce il vetro con la manica. Aimee aveva solo cinque o sei anni. All’epoca era una brava bambina. Faceva quello che le diceva di fare.
Non come adesso.
Maggie preferisce ricordare Aimee come la bambina che era. Ora è una donna che finge che Maggie non esista. Si è domandata per anni cosa ne fosse stato della piccola dolce Aimee della foto, ma adesso sa e le fa male. La piccola, dolce Aimee si è trovata una nuova famiglia e ha cominciato a fingere. Ed era così brava a fingere che ne aveva fatto un mestiere e aveva passato la vita a mentire a tutti, inclusa se stessa. Però Maggie conosce la verità. Maggie sa chi è davvero Aimee. Forse è per questo che Aimee finge che Maggie sia morta.
Maggie legge tutti gli articoli su Aimee che trova su Internet e controlla Twitter, Facebook e Instagram almeno una volta all’ora per vedere se ci sono novità su di lei. Compra tutti i giornali e ritaglia tutte le recensioni, per poi raccoglierle in un enorme album rosso. Ha letto ogni singola intervista e, per quanto cerchi un piccolo accenno di gratitudine o riconoscenza nelle sue parole, Aimee non l’ha mai menzionata. Neanche una volta.
Maggie guarda le sue brutte mani e si accorge che sta facendo di nuovo quella cosa. Non ricorda quando abbia cominciato a farla, però vorrebbe smettere. Prende le ultime tre dita della mano sinistra e le stringe nella destra. Se chiude gli occhi, è più facile immaginare di stringere la mano di quella bambina. A Aimee piaceva farsi tenere per mano da Maggie, ma poi è cresciuta ed è diventata una persona che non sembra più neanche lei. I bambini che cresciamo dovrebbero amarci, non abbandonarci.
Maggie tiene la foto di Aimee accanto al telefono perché sa che Aimee prima o poi la chiamerà, ne ha la certezza. Il suo sguardo si sposta dalla foto alle sue mani. Le fanno schifo almeno quanto le fa schifo Aimee, per questo si rimette i guanti.
Si può intervenire in mille modi diversi per far diventare viso e corpo più giovani e belli. Per i principianti ci sono le creme e le lozioni, per i più fissati esistono diversi tipi di operazioni e interventi. Ma per le mani non si può fare niente. Maggie si alza e si stiracchia: le fa male la schiena perché ha passato troppo tempo curva sui giornali di oggi.
Fa due passi per casa, aggirandosi tra le cianfrusaglie. Alcune sono sue, altre ereditate da persone cui non servono più. Maggie ha una ditta di sgombero locali che va piuttosto bene. Spesso è persino costretta a rifiutare lavoro, perché da sola più di tanto non può fare, però preferisce lavorare da sola. Ha imparato a sue spese che degli altri non ci si può fidare. Sgomberare le case dei morti è un lavoro tosto, non come recitare, ma dà le sue soddisfazioni.
Si ferma un attimo davanti allo specchio. È bello, con una buona cornice, solida. Lo ha recuperato la scorsa settimana dalla casa di una vecchia signora a Chiswick. Maggie prende solo cose che sa non essere importanti. Quando si guarda allo specchio si ritiene abbastanza soddisfatta. Abbastanza. Ha fatto parecchi interventi, sul viso e sul corpo: rinoplastica, liposuzione, blefaroplastica, Botulino, filler. Il suo viso è molto diverso da com’era una volta, ma ancora non va bene.
Si porta i capelli lunghi e ricci davanti al viso come una tenda e poi se li rimette dietro le spalle. Abbassa lo sguardo e sbottona un poco la camicetta. Il seno è ancora la parte di sé che più detesta. Ogni volta che lo guarda è una pugnalata, però il medico di Harley Street insiste che devono vedersi ancora una volta, prima di procedere con l’intervento. Maggie chiude gli occhi, si sfiora il seno con le dita e immagina come sarà il suo corpo quando tutto sarà fatto.
Ormai è sulla cinquantina e sarebbe pure ora che ottenesse quello che vuole dalla vita, visto che ha lavorato sodo per guadagnarselo. Si avvicina allo specchio, vede un pelo nero che le spunta sul mento e prende un paio di pinzette. Ce ne sono un sacco sparse per casa. Torna a sedersi sul divano solo quando sul suo viso non c’è più traccia di peli neri.
Aggiorna la pagina sul portatile e sorride quando legge i nuovi tweet su Aimee. Fa uno screenshot di ognuno. Poi controlla le mail, ma non ce ne sono di nuove. Maggie ha tentato la strada dei siti di appuntamenti in passato, però il vero amore è un lusso che non è mai riuscita a permettersi. E non ha lavorato così sodo tutti questi anni sul suo corpo per concederlo a qualche sfigato. Lancia un’occhiataccia alla lettera del medico di Harley Street. Pensa spesso che, se si trova in questa situazione – se è sola –, la colpa è sua.
Maggie torna a leggere i giornali. Inforca gli occhiali e si lecca il dito per sfogliare le pagine. Sorseggia un tè verde ormai tiepido facendo rumore con la bocca. Il sapore le fa schifo, ma non le importa delle sue papille gustative, visti i comprovati benefici antiossidanti e anti-invecchiamento che ha. Mentre lo beve, pensa che il tè verde ritarda la comparsa dei segni dell’invecchiamento della pelle, come il rilassamento cutaneo, i danni causati dal sole, le macchie e le rughe. L’idea che conta ciò che si ha dentro è un mito inventato dai brutti.
Quando finalmente trova quello che cercava alza le mani al cielo, proiettando un’ombra a forma di uccello sulla parete. Sul giornale c’è un primo piano di Aimee Sinclair: Aimee l’attrice, Aimee da adulta, con un grosso sorriso sulla sua stupida faccia da bugiarda. Deve trattarsi di una foto vecchia, perché è certa che adesso Aimee non sorride più.
Maggie non riesce a staccare gli occhi dal titolo, ne è stregata. Si toglie gli occhiali e li pulisce con la maglia, fregandosene delle macchie lasciate ieri sera dai fagioli col pane tostato. Poi se li rimette sul naso per leggere meglio. Fissa le parole come in trance, traducendole in qualcosa che la fa sorridere così tanto che fa male.
AIMEE SINCLAIR ARRESTATA PER L’OMICIDIO
DEL MARITO
Rilegge l’articolo tre volte. Piano. Alcuni piatti vanno gustati con calma. Prende le sue forbici per mancini e ritaglia l’articolo, facendo attenzione a non sbagliare. Poi prende il grosso album dal tavolino e lo apre su una pagina vuota, quasi alla fine. Solleva il foglio di carta velina e incolla il nuovo articolo su Aimee Sinclair proprio al centro della pagina.