«Attento ai topi, mio lord.» Con una lanterna in mano, Edd l’Addolorato guidava Jon giù per i gradini. «Se li calpesti emettono un orribile squittio. Mia madre faceva un verso simile, quando io ero bambino. Adesso che ci penso, aveva un che del topo. Capelli castani, occhietti luccicanti, amante del formaggio. Forse aveva anche la coda, non ho mai controllato.»
Tutto il Castello Nero era collegato da un labirinto di tunnel sotterranei che i confratelli chiamavano “i cunicoli”. Sottoterra era buio e tetro, così d’estate quei passaggi venivano usati poco. Ma, quando cominciavano a soffiare i venti invernali e cadeva la neve, diventavano il modo più rapido per spostarsi da un punto all’altro della fortezza. Gli attendenti già li stavano utilizzando. Jon vide delle candele accese in diverse nicchie nelle pareti, mentre percorrevano il tunnel, avvolti dall’eco dei propri passi.
Bowen Marsh stava aspettando a un incrocio di quattro cunicoli. Con lui c’era Wick Whittlestick, alto e ossuto come una lancia. «Questi sono i conteggi di tre turni fa» disse Marsh a Jon passandogli una spessa risma di fogli «per un confronto con le nostre provviste attuali. Cominciamo dalle granaglie?»
Avanzarono nel tetro sotterraneo. Ogni magazzino aveva una porta di quercia, con un lucchetto di ferro grosso come un piatto.
«I piccoli furti sono un problema?» chiese Jon.
«Non ancora» rispose Bowen Marsh. «Quando arriva l’inverno, però, sua signoria farebbe bene a mettere quaggiù delle guardie.»
Wick Whittlestick portava le chiavi appese a un anello intorno al collo. A Jon quelle chiavi parevano tutte uguali, eppure chissà come Wick trovava quella giusta per ogni porta. Una volta dentro, estraeva dalla borsa un pezzo di gesso, grande come un pugno, e marcava ogni fusto, sacco e barile, mentre li contava. Marsh confrontava il conteggio nuovo con quello vecchio.
Nei magazzini di granaglie c’erano avena, frumento, orzo e barili di farina grossa. Nei locali delle radici commestibili pendevano dalle travi trecce d’aglio e di cipolle, e gli scaffali erano pieni di sacchi di carote, pastinache, rafani, rape bianche e gialle. Un magazzino conteneva ruote di formaggio così grandi che ci volevano due uomini per muoverle. In quello successivo, barili di manzo, maiale, montone e merluzzo tutti conservati sotto sale formavano pile alte fino a dieci piedi. Sotto l’affumicatoio, trecento prosciutti e tremila lunghe salsicce nere pendevano dalle travi del soffitto. Nell’armadio delle spezie, trovarono pepe nero in grani, chiodi di garofano e cannella, semi di senape, coriandolo, salvia, erba moscatella e prezzemolo, blocchi di sale. Da altre parti c’erano barili di mele e di pere, piselli secchi, fichi secchi, sacchi di noci, mandorle e castagne, tagli di salmone affumicato, vasi d’argilla pieni di olive sott’olio e sigillati con la cera. Un magazzino custodiva lepre conservata nel burro, quarti di daino sotto miele, barilotti di cavoli cappucci, barbabietole, cipolle, uova e aringhe tenuti in salamoia.
Mentre passavano da una cella all’altra, i cunicoli parevano diventare più freddi. In breve, Jon cominciò a vedere alla luce della lanterna il respiro che si condensava. «Siamo sotto la Barriera.»
«E presto saremo al suo interno» disse Marsh. «Al freddo la carne non si guasta. Per una lunga conservazione è meglio della salatura.»
La porta era di ferro arrugginito. Al di là c’era una rampa di legno. Edd l’Addolorato li precedette con la lanterna. In cima trovarono un tunnel lungo come la sala di Grande Inverno, ma non più largo dei cunicoli. Le pareti erano di ghiaccio, irte di ganci di ferro. Da ognuno dei ganci pendeva una carcassa: cervi e alci scuoiati, quarti di bue, enormi scrofe penzolanti dal soffitto, pecore e capre senza testa, perfino carcasse di cavallo e d’orso. La brina ricopriva ogni cosa.
Mentre eseguivano il conteggio, Jon si tolse il guanto sinistro e toccò il quarto di cacciagione più vicino. Sentì che le dita restavano attaccate e, quando le tirò via, ci rimise un lembo di pelle. Le ultime falangi erano diventate insensibili. “Che cosa ti aspettavi? Hai una montagna di neve sopra la testa, più tonnellate di quante lo stesso Bowen Marsh saprebbe contare.” Anche così, la stanza sembrava più fredda del dovuto.
«È peggio di quanto temessi, mio lord» annunciò infine Marsh, più cupo di Edd l’Addolorato.
Jon invece aveva appena pensato che attorno a loro c’era tutta la carne del mondo. “Tu non sai niente, Jon Snow.” «Perché? A me sembra che qui ci sia tanto cibo.»
«È stata un’estate lunga. I raccolti sono stati ricchi e i lord generosi. Abbiamo messo da parte provviste sufficienti per tre inverni. Quattro, con un po’ di razionamento. Se però dobbiamo continuare a nutrire tutti quegli uomini del re, gli uomini della regina e i bruti… Città della Talpa da sola ha un migliaio di bocche inutili, e continua ad arrivare gente. Altri tre si sono presentati alle porte ieri, e una decina il giorno prima. Non si può continuare così. Sistemarli nel Dono va bene, ma è troppo tardi per la semina. Prima della fine dell’anno saremo ridotti a rape e crema di piselli. Dopo di che berremo il sangue dei nostri cavalli.»
«Mhm» fece Edd l’Addolorato. «In una notte fredda, non c’è niente di meglio di una coppa di sangue caldo di cavallo. A me piace con sopra un pizzico di cannella.»
Il lord attendente non gli badò. «Ci saranno anche malattie» continuò. «Gengive sanguinanti, denti che cadono. Mastro Aemon diceva che il succo di limone e la carne fresca sarebbero un rimedio, ma i limoni sono finiti un anno fa e non abbiamo foraggio sufficiente per tenere in vita delle mandrie e avere carne fresca. Dovremo macellare tutti gli animali, tranne qualche coppia per la riproduzione. È tempo, non possiamo più aspettare. Gli inverni scorsi si poteva far arrivare del cibo da sud lungo la Strada del Re, ma con la guerra… È ancora autunno, lo so, ma consiglierei di passare ugualmente alle razioni invernali, se compiace al mio lord.»
“Gli uomini faranno i salti di gioia.” «Se è necessario. Taglieremo di un quarto la porzione di ciascuno.» “Se i miei confratelli si lamentano di me adesso, che cosa diranno quando mangeranno neve e impasto di ghiande?”
«Questo aiuterà, mio lord.» Dal tono del lord attendente si capiva chiaramente che non sarebbe stato sufficiente.
Edd l’Addolorato disse: «Ora capisco perché re Stannis ha lasciato che i bruti passassero la Barriera. Vuole che ce li mangiamo».
Jon non poté fare a meno di sorridere. «Non arriveremo a questo.»
«Oh, meno male» disse Edd. «Sembra un branco un po’ filamentoso e i miei denti non sono affilati come quando ero giovane.»
«Se avessimo conio sufficiente, potremmo comprare del cibo a sud e portarlo qui via nave» disse il lord attendente.
“Potremmo” pensò Jon “se avessimo l’oro e qualcuno disposto a venderci del cibo.” Entrambi scarseggiavano. “Una possibilità potrebbe essere Nido dell’Aquila.” La Valle di Arryn era celebre per la fertilità delle sue terre e non era stata toccata dai combattimenti. Jon si chiese che effetto avrebbe fatto alla sorella di lady Catelyn nutrire il figlio bastardo di Ned Stark. Da piccolo, aveva spesso avuto la sensazione che lady Lysa gli lesinasse il cibo.
«Possiamo sempre cacciare, se necessario» intervenne Wick. «Nei boschi c’è ancora selvaggina.»
«Ma anche bruti e creature ancora più pericolose» ribatté Marsh. «Non farei uscire cacciatori nei boschi, mio lord. Lo sconsiglio.»
“No. Tu chiuderesti definitivamente tutte le nostre porte e le bloccheresti con pietra e ghiaccio.”
Metà Castello Nero concordava con le proposte del lord attendente, Jon ne era consapevole. L’altra metà le considerava con disprezzo. “Sigillare le porte e piantare le nostre grasse natiche sulla Barriera, aye, e il popolo libero sciamerà sul Ponte dei Teschi o varcherà qualche porta che credevi di aver sigillato cinquecento anni fa” aveva dichiarato a gran voce due sere prima, a cena, il vecchio ranger Dywen. «Non abbiamo gli uomini per sorvegliare un centinaio di leghe di Barriera. Anche Tormund Culo di Gigante e il maledetto Piagnone lo sanno. Avete mai visto un’anatra in uno stagno gelato, con le zampe bloccate nel ghiaccio? Lo stesso succede ai corvi.» Gran parte dei ranger sosteneva Dywen, mentre gli attendenti e i costruttori erano più schierati con Bowen Marsh.
Ma quella era una questione da risolvere in un altro momento. Adesso, il problema era il cibo. «Non possiamo lasciare che re Stannis e i suoi uomini muoiano di fame, anche se lo vorremmo» disse Jon. «Se così fosse, lui potrebbe risolvere tutto con le armi. Non abbiamo abbastanza uomini per fermarli. E anche i bruti devono essere nutriti.»
«Come, mio lord?» chiese Bowen Marsh.
“Lo sapessi.” «Troveremo il modo.»
Quando risalirono in superficie, le ombre del pomeriggio si stavano allungando. Le nubi striavano il cielo come vessilli ridotti a brandelli, grigie, bianche e lacere. Il cortile davanti all’armeria era vuoto, ma all’interno Jon trovò lo scudiero del re ad aspettarlo. Devan era un ragazzino pelle e ossa, sui dodici anni, con i capelli e gli occhi castani. Lo avevano trovato impietrito vicino alla forgia. Osava a malapena respirare, con Spettro che lo annusava dappertutto. «Non ti farà niente» gli disse Jon, ma il ragazzino trasalì al suono della sua voce. L’improvviso movimento portò il meta-lupo a snudare i denti. «No!» gridò Jon. «Spettro, lascialo in pace. Fila via.» Il meta-lupo tornò al suo osso di bue, il silenzio a quattro zampe.
Devan pareva pallido come Spettro, madido in viso. «M-mio lord. Sua grazia o-ordina la tua presenza.» Il ragazzo indossava l’oro e nero dei Baratheon, con il cuore fiammeggiante di un uomo della regina cucito sopra il suo.
«Volevi dire richiede» precisò Edd l’Addolorato. «Sua grazia richiede la presenza del lord comandante. Io avrei detto così.»
«Lascia perdere, Edd» disse Jon. Non era dell’umore adatto per disquisizioni simili.
«Ser Richard e ser Justin sono ritornati» proseguì Devan. «Intendi venire, mio lord?»
“I ranger nella direzione sbagliata.” Massey e Horpe erano andati a sud, invece che a nord. Qualsiasi cosa avessero appreso, non riguardava i guardiani della notte, ma Jon era lo stesso curioso. «Se questo compiace a sua grazia.» Seguì il giovane scudiero nel cortile. Spettro andò con loro, finché Jon non disse: «No. Resta qui!». Invece il meta-lupo corse via.
Nella Torre del Re, Jon venne disarmato e ammesso alla presenza del sovrano. Il solarium era caldo e affollato. Stannis e i suoi capitani erano riuniti davanti alla mappa del Nord. I ranger nella direzione sbagliata erano fra loro. C’era anche Sigorn, il giovane maknar di Thenn, con la corazza di cuoio rivestita di lamine di bronzo. Rattleshirt si grattava la manetta al polso sinistro con un’unghia gialla e fessurata. Una corta barba scura gli ricopriva le guance incavate e il mento sfuggente, ciuffi di capelli sporchi gli cadevano sugli occhi.
«Eccolo qui» disse, quando vide Jon. «Il ragazzo coraggioso che ha ucciso Mance Rayder quando era legato e in gabbia.» La grossa gemma di taglio rettangolare che ornava la manetta di ferro mandò un bagliore rossastro. «Ti piace il mio rubino, Snow? Un pegno d’amore della Donna Rossa.»
Jon non gli badò e piegò il ginocchio. «Vostra grazia» annunciò lo scudiero Devan «ho portato lord Snow.»
«Lo vedo. Lord comandante, conosci i miei cavalieri e i capitani, credo.»
«Ne ho l’onore.» Jon aveva dato grande importanza al fatto di apprendere tutto il possibile degli uomini vicini al re. “Sono tutti uomini della regina.” Gli pareva strano che intorno al re non ci fossero uomini del re, ma evidentemente era così. Gli uomini del re erano incorsi nell’ira di Stannis alla Roccia del Drago, se le voci che aveva raccolto erano vere.
«C’è vino. O dell’acqua calda con limone.»
«Niente, grazie.»
«Come vuoi. Ho un regalo per te, lord Snow.» Stannis indicò con la mano Rattleshirt. «Lui.»
Lady Melisandre sorrise. «Avevi detto di volere degli uomini, lord Snow. Credo che il nostro Lord delle Ossa abbia ancora i requisiti necessari.»
Jon controllò il proprio furore. «Vostra grazia, non ci si può fidare di quest’uomo. Se lo tengo qui, qualcuno gli taglierà la gola. Se lo mando in esplorazione, tornerà con i bruti.»
«No» disse Rattleshirt. «Io con quegli stupidi ho chiuso.» Diede un colpetto al rubino al polso. «Chiedi alla tua strega rossa, bastardo.»
Melisandre sussurrò qualcosa in una strana lingua. Il rubino al suo collo pulsò lentamente e Jon vide che anche la pietra più piccola al polso di Rattleshirt si ravvivava e si scuriva. «Finché ha la gemma, è legato a me, sangue e anima» disse la sacerdotessa rossa. «Quest’uomo ti servirà lealmente. Le fiamme non mentono, lord Snow.»
“Può darsi” pensò Jon “ma tu sì.”
«Pattuglierò per te, bastardo» dichiarò Rattleshirt. «Ti darò saggi consigli o ti canterò belle canzoni, come preferisci. Combatterò addirittura per te. Solo non chiedermi di portare il vostro mantello nero.»
“Non ne saresti degno” pensò Jon, ma trattenne la lingua. Non gli avrebbe giovato litigare davanti al re.
Re Stannis disse: «Lord Snow, parlami di Mors Umber».
“I guardiani della notte non c’entrano” pensò Jon, ma un’altra voce nella sua testa disse: “Le parole non sono spade”. «Il più anziano degli zii di Grande Jon. Cibo di corvo, lo chiamano. Una volta un corvo lo prese per morto e gli beccò un occhio. Lui afferrò il corvo e con un morso gli staccò la testa. In gioventù Mors era un guerriero temibile. I suoi figli morirono nella Battaglia del Tridente, la moglie per le febbri del parto. La sua unica figlia è stata portata via trent’anni fa dai bruti.»
«Per questo vuole la sua testa» esclamò Harwood Fell.
«Ci si può fidare di questo Mors?» chiese Stannis.
“Mors Umber aveva fatto quindi atto di sottomissione?” «Vostra grazia dovrebbe fargli fare un giuramento davanti al suo albero-cuore.»
Godry lo Sterminatore di Giganti sghignazzò. «Avevo dimenticato che voi del Nord adorate gli alberi.»
«Quale divinità si fa pisciare addosso dai cani?» chiese il suo compare, Clayton Suggs.
Jon finse di non sentirli. «Vostra grazia, potrei sapere se gli Umber si sono dichiarati per te?»
«La metà, e solo se accetto il prezzo che chiede Cibo di corvo» rispose Stannis in tono irritato. «Vuole il cranio di Mance Rayder come coppa per bere, e il perdono per suo fratello che è andato a sud per unirsi a Bolton. Si chiama il Flagello delle puttane.»
Anche ser Godry era divertito. «Che nomi hanno questi uomini del Nord! Quest’altro ha staccato con un morso la testa a una puttana?»
Jon lo guardò freddamente. «Puoi dirlo. Una puttana che cercò di derubarlo, cinquant’anni fa, a Vecchia Città.» Per quanto potesse sembrare strano, il vecchio Umber Brinaghiacciata un tempo credeva che il suo figlio più giovane avesse la stoffa per diventare un maestro. A Mors piaceva vantarsi del corvo che gli aveva cavato l’occhio, ma la storia di Hother veniva narrata solo sottovoce… soprattutto perché la puttana da lui sbudellata era un uomo. «Altri lord si sono dichiarati per Bolton?»
La sacerdotessa rossa andò più vicino al re. «Ho visto una cittadina con mura e strade di legno, piena di uomini. I vessilli garrivano sulle mura: un alce, un’ascia da guerra, tre pini, asce lunghe incrociate sotto una corona, una testa di cavallo dagli occhi infuocati.»
«Hornwood, Cerwyn, Tallhart, Ryswell e Dustin» spiegò ser Clayton Suggs. «Tutti traditori. Leccapiedi dei Lannister.»
«I Ryswell e i Dustin sono legati a Casa Bolton per un matrimonio» lo informò Jon. «Gli altri hanno perso il loro lord in battaglia. Non so chi li guidi, adesso. Cibo di corvo, però, non è un leccapiedi. Vostra grazia farebbe bene ad accettare le sue condizioni.»
Stannis digrignò i denti. «Mi ha detto che Umber non combatterà Umber, quale che sia la causa.»
Jon non fu sorpreso. «Se si arriva alle spade, guarda dove sventola lo stendardo di Hother e metti Mors all’altra estremità del fronte.»
Lo Sterminatore di giganti non fu d’accordo. «Tu faresti apparire sua grazia un debole. Io invece dico: mostra la tua forza. Radi al suolo Ultimo Focolare e va’ in guerra con la testa di Cibo di corvo sulla punta della lancia, come lezione per il prossimo lord che presume di offrire metà omaggio.»
«Un buon piano, se vuoi che tutte le mani del Nord si alzino contro di te. Metà è meglio che niente. Gli Umber non amano i Bolton. Se il Flagello delle puttane si è unito al Bastardo, può essere solo perché i Lannister tengono prigioniero Grande Jon.»
«Quello è il pretesto, non il motivo» dichiarò ser Godry. «Se il nipote muore in catene, gli zii possono reclamare le sue terre e il titolo di lord.»
«Grande Jon ha figli e figlie. Nel Nord, ser, i figli di un uomo vengono ancora prima dei suoi zii.»
«A meno che non muoiano. I figli morti sono gli ultimi dappertutto.»
«Prova a dirlo quando Mors Umber ti ascolta, ser Godry, e sulla morte imparerai più di quello che vorresti.»
«Ho ucciso un gigante, ragazzo. Perché dovrei temere un pulcioso uomo del Nord che se ne dipinge uno sullo scudo?»
«Quel gigante che hai impalato alla schiena stava scappando. Mors non lo farà.»
Il grosso cavaliere diventò paonazzo. «Hai una lingua ardita nel solarium del re, ragazzo. Sul campo cantavi un’altra canzone.»
«Oh, basta così, Godry» intervenne ser Justin Massey, un cavaliere agile e bene in carne, dal sorriso pronto e con una zazzera di capelli biondo chiaro. Era uno dei ranger nella direzione sbagliata. «Sappiamo tutti quale grossa spada da gigante hai, ne sono certo. Non c’è bisogno che ce la agiti ancora davanti alla faccia.»
«La sola cosa che si agita qui è la tua lingua, Massey.»
«Silenzio» disse Stannis, in tono brusco. «Lord Snow, ascolta. Mi sono trattenuto qui nella speranza che i bruti fossero abbastanza sciocchi da attaccare ancora la Barriera. Visto che non mi accontentano, è ora che pensi agli altri nemici.»
«Capisco» disse Jon, in tono prudente. “Che cosa vuole da me?” «Non ho simpatia per lord Bolton né per suo figlio, ma i guardiani della notte non possono impugnare le armi contro di loro. I nostri voti proibiscono…»
«So tutto dei vostri voti. Risparmiami la tua onestà, lord Snow. Ho forze sufficienti anche senza di te. Intendo marciare su Forte Terrore.» Vide la sorpresa sul volto di Jon e sorrise. «La cosa ti meraviglia? Bene. Quello che sorprende uno Snow può sorprenderne anche un altro. Il Bastardo di Bolton è andato a sud, portando con sé Hother Umber. Su questo, Mors Umber e Arnolf Karstark sono d’accordo. Questo può significare solo un attacco al Moat Cailin per aprire al lord suo padre la via di ritorno al Nord. Di sicuro, il bastardo pensa che io sia troppo impegnato con i bruti per infastidirlo. Molto bene. Il ragazzo mi ha mostrato la gola. Intendo squarciargliela. Roose Bolton può anche raggiungere il Nord, ma quando arriverà, troverà che il suo castello, il suo bestiame e i suoi raccolti appartengono tutti a me. Se prendo Forte Terrore di sorpresa…»
«Non ci riuscirai» si lasciò sfuggire Jon.
Fu come colpire un nido di vespe con un bastone. Uno degli uomini della regina scoppiò a ridere, un altro sputò, un altro borbottò un’imprecazione, gli altri iniziarono a parlare tutti assieme.
«Il ragazzo ha latte annacquato nelle vene» disse ser Godry lo Sterminatore di giganti.
E lord Sweet sbuffò. «Il codardo vede un fuorilegge dietro ogni filo d’erba.»
Stannis alzò la mano per imporre il silenzio. «Spiega che cosa intendi dire, Snow.»
“Da dove comincio?” pensò Jon. Si avvicinò alla mappa. Agli angoli erano state poste delle candele per evitare che la pelle si arrotolasse. Un rivolo di cera calda stava formando una pozza nella Baia delle Foche, lenta come un ghiacciaio.
«Per raggiungere Forte Terrore, vostra grazia deve percorrere la Strada del Re oltre l’Ultimo Fiume, poi dirigersi a sud passando da est e attraversare le Colline della Solitudine.» Le indicò. «Quelle sono terre degli Umber, dove loro conoscono ogni albero e ogni roccia. La Strada del Re costeggia per un centinaio di leghe le loro marche occidentali. Se tu non accetti le sue condizioni e lo convinci a unirsi alla tua causa, Mors Umber farà a pezzi il tuo esercito.»
«Molto bene. Poniamo che io lo faccia.»
«In questo caso arriverai a Forte Terrore» disse Jon. «Ma a meno che il tuo esercito non possa avanzare più velocemente di un corvo o di una serie di fuochi di avvistamento, il castello saprà che ti stai avvicinando. Per Ramsay Bolton sarà facile tagliarti la ritirata e tenerti inchiodato lontano dalla Barriera, senza viveri né rifugio, circondato dai nemici.»
«Solo se lui abbandonerà l’assedio del Moat Cailin.»
«Il Moat Cailin cadrà ancora prima del tuo arrivo a Forte Terrore. Quando lord Roose avrà unito le sue forze a quelle di Ramsay, ti supererà cinque a uno.»
«Mio fratello ha vinto battaglie in situazioni peggiori.»
«Tu presumi che il Moat Cailin cadrà rapidamente, Snow» obiettò Justin Massey «ma gli uomini di ferro sono valorosi combattenti. E ho sentito dire che il Moat non è mai stato preso.»
«Non da sud. Una piccola guarnigione lì asserragliata può distruggere qualsiasi esercito che giunga dalla strada alta, ma da nordest le rovine sono vulnerabili.» Jon si rivolse di nuovo a Stannis. «Sire, è un attacco ardito, ma il rischio…» “I guardiani della notte non prendono parte alcuna. Baratheon o Bolton dovrebbero essere lo stesso per me.” «Se Roose Bolton dovesse sorprendervi sotto le sue mura, con il grosso del suo esercito, per tutti voi sarebbe la fine.»
«Il rischio fa parte della guerra» dichiarò ser Richard Horpe, uno snello cavaliere dalla faccia devastata, il cui farsetto imbottito mostrava tre falene testa di morto in campo cenere e osso. «Ogni battaglia è un azzardo, Snow. Anche chi non fa niente corre dei pericoli.»
«C’è rischio e rischio, ser Richard. E questo… è troppo grande, troppo prematuro, troppo lontano. Conosco Forte Terrore. È un castello solido, tutto di pietra, con spesse mura e torri massicce. Con l’arrivo dell’inverno, lo troverete ben approvvigionato. Secoli fa, Casa Bolton si sollevò contro il re del Nord e Harlon Stark assediò Forte Terrore. Impiegò due anni per ridurli alla fame. Per sperare di prendere il castello, vostra grazia avrebbe bisogno di macchine d’assedio, torri, arieti…»
«Volendo, possiamo innalzare delle torri d’assedio» disse Stannis.
«Abbattere alberi per farne arieti, se necessario. Arnolf Karstark scrive che a Forte Terrore rimangono meno di cinquanta uomini, metà dei quali sono semplici servi. Un castello forte difeso debolmente è un debole castello.»
«Cinquanta uomini dentro le mura ne valgono cinquecento fuori.»
«Dipende dagli uomini» ribatté Richard Horpe. «Quelli saranno vecchi con la barba grigia e ragazzi inesperti, gli uomini che il bastardo non ha ritenuto adatti alla battaglia. I nostri uomini sono sopravvissuti al fuoco e si sono temprati nel Fiume delle Acque Nere. E sono guidati da cavalieri.»
«Snow, tu hai visto come abbiamo travolto i bruti» ser Justin spinse indietro un ciuffo di capelli biondo chiaro. «I Karstark hanno giurato di unirsi a noi a Forte Terrore, e anche noi avremo i bruti. Trecento uomini in età da combattere. Lord Harwood li ha contati mentre varcavano la porta. Anche le loro donne sanno battersi.»
Stannis gli lanciò un’occhiata irosa. «Non per me, ser. Non voglio vedove piangenti nella mia scia. Le donne resteranno qui, con i vecchi, i feriti e i bambini. Serviranno da ostaggio per la fedeltà dei mariti e dei padri. I bruti formeranno l’avanguardia. Il maknar li comanderà, con i loro capi come sergenti. Prima, però, dobbiamo armarli.»
“Intende saccheggiare la nostra armeria” intuì Jon. “Cibo e vestiario, terre e castelli, adesso le armi. Ogni giorno questo folle mi chiede sempre di più.” Le parole potevano anche non essere spade, ma le spade erano spade. «Potrei trovare trecento lance» disse Jon con riluttanza. «Anche degli elmi, se vi vanno bene anche vecchi e ammaccati e rossi di ruggine.»
«Corazze?» chiese il maknar. «Piastre? Maglie?»
«Con la morte di Donal Noye abbiamo perso il nostro armiere» disse Jon, lasciando perdere il resto. “Se diamo ai bruti delle cotte di maglia, saranno un doppio pericolo per il reame.”
«Sarà sufficiente il cuoio bollito» dichiarò ser Godry. «Iniziata la battaglia, i superstiti potranno depredare i morti.»
“I pochi che resteranno vivi.” Se Stannis schierava il popolo libero come avanguardia, gran parte di loro sarebbe morta in fretta. «Bere dal teschio di Mance Rayder potrà anche piacere a Mors Umber, ma vedere i bruti nelle sue terre no di certo. Il popolo libero ha fatto scorrerie ai danni degli Umber fin dall’alba dei giorni, attraversando la Baia delle Foche in cerca di oro, pecore e donne. Una delle fanciulle rapite era la figlia di Cibo di corvo. Vostra grazia, lascia qui i bruti. Portarli nella tua spedizione servirà solo a far rivoltare contro di te gli alfieri del lord mio padre.»
«Gli alfieri di tuo padre pare non abbiano in ogni caso simpatia per me. Devo presumere che mi vedano in veste di… com’è che mi avevi chiamato, lord Snow? “Un altro pretendente destinato alla sconfitta”?»
Stannis fissò la mappa. Per un momento l’unico rumore fu il digrignare dei suoi denti. «Andatevene. Tutti. Lord Snow, tu resta.»
Justin Massey non prese bene il brusco congedo, ma non gli restò che sorridere e ritirarsi. Horpe lo seguì, dopo aver squadrato Jon con un’occhiata. Clayton Suggs scolò la coppa e borbottò qualcosa che fece ridere Harwood Fell. C’era dentro la parola “ragazzo”. Suggs era un cavaliere errante, tanto rozzo quanto forte. L’ultimo a prendere congedo fu Rattleshirt. Giunto alla porta fece un inchino beffardo a Jon, con un ghigno che mostrava i denti guasti e scheggiati.
Il “tutti” non pareva includere lady Melisandre, “l’ombra rossa del re”. Stannis chiese a Devan dell’altra acqua con limone. Quando gli ebbe riempito la coppa, il re bevve e disse: «Horpe e Massey aspirano allo scranno che apparteneva a tuo padre. Massey vuole per sé anche la principessa dei bruti. Un tempo servì mio fratello Robert come scudiero e ha preso da lui l’appetito per la carne femminile. Horpe prenderà Val in moglie, se glielo ordino, ma quello che lui brama è la battaglia. Da scudiero sognava il mantello bianco della Guardia reale, ma Cersei Lannister parlò a suo sfavore e Robert lo scavalcò. Forse giustamente. A ser Richard piace troppo uccidere. Chi avrai come lord di Grande Inverno, Snow? Il sorridente o l’assassino?»
«Grande Inverno appartiene a mia sorella Sansa» rispose Jon.
«Ho sentito tutto quello che c’era da sentire su lady Lannister e le sue pretese.» Stannis posò la coppa. «Tu potresti portarmi il Nord. Gli alfieri di tuo padre si riunirebbero sotto il figlio di Eddard Stark. Anche il lord Troppo-grasso-per-stare-in-sella-a-un-cavallo. Porto Bianco mi offrirebbe una buona fonte di rifornimenti e una base sicura dove ritirarmi in caso di necessità. Non è troppo tardi per emendare la tua follia, Snow. Piega il ginocchio e giura per me la tua spada bastarda e rialzati come Jon Stark, lord di Grande Inverno e protettore del Nord.»
“Quante volte glielo dovrò ripetere?” «La mia spada appartiene ai guardiani della notte.»
Stannis parve disgustato. «Anche tuo padre era un uomo testardo. Lo chiamava onore. Be’, l’onore ha un prezzo, cosa che lord Eddard ha imparato con rammarico. Se ti può consolare, Horpe e Massey sono destinati a restare delusi. Sono più propenso a concedere Grande Inverno ad Arnolf Karstark. Un bravo uomo del Nord.»
«Un uomo del Nord» ripeté Jon. “Meglio un Karstark che un Bolton o un Greyjoy” pensò, ma non ne trasse grande conforto. «I Karstark abbandonarono mio fratello ai nemici.»
«Lo fecero dopo che tuo fratello mozzò la testa a lord Rickard. Arnolf era lontano mille leghe. Aveva sangue Stark. Il sangue di Grande Inverno.»
«Come metà delle case del Nord.»
«Le altre case non si sono dichiarate per me.»
«Arnolf Karstark è un vecchio storpio, e anche in gioventù non è mai stato un combattente come lord Rickard. I rigori della campagna militare potrebbero ucciderlo.»
«Ha degli eredi» replicò brusco Stannis. «Due figli, sei nipoti, un paio di figlie. Se Robert avesse generato figli di razza pura, molti di quelli che sono morti potrebbero essere ancora vivi.»
«Vostra grazia farebbe meglio a scegliere Mors Cibo di corvo.»
«Forte Terrore ne sarà la prova.»
«Allora intendi procedere con l’attacco?»
«Malgrado il parere contrario del grande lord Snow? Aye. Horpe e Massey saranno anche ambiziosi, ma non si sbagliano. Non me ne voglio stare con le mani in mano mentre la stella di Roose Bolton cresce e la mia declina. Devo colpire, e mostrare al Nord che sono sempre un uomo da temere.»
«Il tritone di Manderly non era fra i vessilli che lady Melisandre ha visto nelle fiamme» disse Jon. «Se tu avessi Porto Bianco e i cavalieri di lord Wyman…»
«“Se” lo dicono gli sciocchi. Non abbiamo ricevuto notizie da Davos. Può darsi che non sia mai arrivato a Porto Bianco. Arnolf Karstark scrive che nel Mare Stretto ci sono state forti tempeste. Sia come sia. Non ho tempo per affliggermi né per aspettare i capricci del lord Troppo-grasso. Devo considerare perduto Porto Bianco. Senza un figlio di Grande Inverno al fianco, posso solo augurarmi di conquistare il Nord sul campo di battaglia. Questo significa rubare un foglio dal libro di mio fratello. Non che Robert ne abbia mai letto uno. Devo assestare ai miei nemici un colpo mortale, prima che si accorgano che li sto attaccando.»
Jon capì che era inutile parlare. Stannis avrebbe preso Forte Terrore, o sarebbe morto nel tentativo di farlo. “I guardiani della notte non prendono parte alcuna” disse una voce. Ma “Stannis combatte per il reame, gli uomini di ferro per asservire e saccheggiare” replicò un’altra. «Vostra grazia, so dove potresti trovare altri uomini. Dammi i bruti, e ti dirò volentieri dove e come.»
«Ti ho dato Rattleshirt. Accontentati di lui.»
«Li voglio tutti.»
«Alcuni tuoi confratelli vorrebbero farmi credere che tu stesso sei per metà un bruto. È vero?»
«I bruti per te sono solo carne da frecce. Posso utilizzarli meglio sulla Barriera. Dalli a me per farne ciò che voglio e ti mostrerò dove trovare vittoria… e anche uomini.»
Stannis si strofinò la nuca. «Tu mercanteggi come una vecchia che tira sul prezzo del merluzzo, lord Snow. Ned Stark ti ha forse generato con una pescivendola? Quanti uomini?»
«Duemila. Forse tremila.»
«Tremila? Che genere di uomini sono?»
«Fieri. Poveri. Sensibili riguardo al proprio onore, ma feroci combattenti.»
«Meglio che non sia il trucco di un bastardo. Scambiare trecento combattenti contro tremila? Aye. Non sono del tutto stupido. Se ti lascio anche la ragazza, ho la tua parola che sorveglierai da vicino la nostra principessa?»
“Non è una principessa.” «Come più ti compiace, vostra grazia.»
«Devo farti fare un giuramento davanti a un albero?»
«No.» “Era uno scherzo?” Con Stannis, difficile dirlo.
«Affare fatto. Allora, dove sono questi uomini?»
«Li troverai qui» disse Jon, passando la mano bruciata sulla mappa, a ovest della Strada del Re e a sud del Dono.
«Su quelle montagne?» chiese Stannis in tono sospettoso. «Non vedo castelli segnati qui. Niente strade, paesi, villaggi.»
«La mappa non è il terreno, diceva spesso mio padre. Gli uomini sono vissuti per migliaia di anni nelle alte vallate e nei prati montani, governati dai capoclan. Lord di secondo rango, li definiresti, anche se loro non usano simili titoli. I campioni dei vari clan combattono con grandi spade a due mani, mentre la gente comune scaglia pietre con la fionda e si colpisce con bastoni di frassino. Gente litigiosa, bisogna dire. Quando non combattono fra loro, curano il bestiame, pescano nella Baia di Ghiaccio e allevano i cavalli più resistenti che abbia mai visto.»
«E credi che combatteranno per me?»
«Se glielo chiedi.»
«Dovrei supplicare per ciò che mi è dovuto?»
«Ho detto chiedere, non supplicare.» Ritirò la mano. «Inutile mandare dei messaggi. Dovrai andare da loro di persona. Mangiare il loro pane e il loro sale, bere la loro birra, ascoltare le loro cornamuse, elogiare la bellezza delle loro figlie e il coraggio dei loro figli. Così avrai le loro spade. I clan non vedono un re da quando Torrhen Stark piegò il ginocchio. La tua venuta renderà loro onore. Ordina loro di combattere per te, e quelli si guarderanno e diranno: “Chi è quest’uomo? Non è il mio re”.»
«Di quanti clan stai parlando?»
«Una quarantina, grandi e piccoli. Flint, Wull, Norrey, Liddle… convinci Vecchio Flint e Grosso Secchio, gli altri seguiranno.»
«Grosso Secchio?»
«Il capo dei Wull. Lui ha la pancia più grande di tutti nelle montagne, e il maggior numero di uomini. I Wull pescano nella Baia di Ghiaccio e ammoniscono i bambini dicendo che se non si comportano bene gli uomini di ferro li porteranno via. Per andare da loro tuttavia devi attraversare le terre dei Norrey. Loro si trovano più vicino al Dono e sono sempre stati buoni amici dei Guardiani. Potrei fornirti delle guide.»
«Potresti?» A Stannis non sfuggiva niente. «O me le darai?»
«Te le darò. Ne avrai bisogno. E anche di cavalli ben saldi sulle zampe. Le strade lassù sono poco più che sentieri da capre.»
«Sentieri da capre?» fece il re, strizzando gli occhi. «Parlo di muovermi velocemente e tu mi fai sprecare il tempo con dei sentieri da capre?»
«Quando il Giovane Drago conquistò Dorne, usò un sentiero da capre per oltrepassare le torri d’osservazione dorniane sulla Strada delle Ossa.»
«Conosco anch’io quella storia, ma Daeron Targaryen esagerò l’impresa in quel suo libro vanaglorioso. La guerra la vinsero le navi, non i sentieri da capre. Pugno di Quercia stroncò Planky Town e spazzò via metà Sangue Verde, mentre le principali forze dorniane erano impegnate al Passo del Principe.» Stannis tamburellò sulla mappa. «I lord di queste montagne non intralceranno il mio passaggio?»
«Solo con banchetti. Ognuno cercherà di superare gli altri nell’ospitalità. Il lord mio padre diceva di non avere mai mangiato così bene come quando aveva fatto visita ai clan.»
«Per tremila uomini posso sopportare, immagino, qualche cornamusa e un po’ di porridge» disse il re, anche se pareva riluttante.
Jon si rivolse a Melisandre. «Milady, un avvertimento. Gli antichi dèi sono forti tra quelle montagne. Gli uomini dei clan non sopporteranno insulti ai loro alberi-cuore.»
La Donna Rossa sembrò divertita. «Non temere, Jon Snow, non disturberò i tuoi selvaggi montanari e i loro dèi oscuri. Il mio posto è qui con te e con i tuoi coraggiosi confratelli.»
Era l’ultima cosa che Jon Snow avrebbe voluto, ma non trovò da obiettare. Il re intervenne di nuovo. «Dove mi avresti fatto condurre questi valorosi, se non contro Forte Terrore?»
Jon diede un’occhiata alla mappa. «A Deepwood Motte.» Vi batté sopra il dito. «Se Bolton intende combattere gli uomini di ferro, devi farlo anche tu. Deepwood è un castello su un’altura artificiale, con un fossato e una corte chiusa, nel cuore di un fitto bosco, facile da raggiungere di nascosto. Un castello di legno, difeso da un argine di terra e da una palizzata di tronchi. Il trasferimento sarà più lento fra le montagne, lo ammetto, ma il tuo esercito potrà muoversi senza essere visto e sbucare quasi alle porte del castello.»
Stannis si passò la mano sulla mascella. «Quando Balon Greyjoy si sollevò la prima volta, sconfissi gli uomini di ferro sul mare, dove sono più violenti. A terra, colti di sorpresa… aye. Ho ottenuto una vittoria sui bruti e sul loro Re oltre la Barriera. Se riesco a schiacciare anche gli uomini di ferro, il Nord saprà di avere di nuovo un re.»
“E io avrò un altro migliaio di bruti” pensò Jon Snow “e nessun modo per sfamarne anche soltanto la metà.”