Capitolo 1
Manuela
Sto malissimo.
Vomito ininterrottamente da un mese o poco più, e sto sinceramente pensando di avere qualcosa di davvero grave.
Oltretutto, siccome Alessia ha insistito molto, mi sono trasferita nella stanza degli ospiti di Gaele, ma non so se sia stata una buona idea, perché anche lei, poverina, ha le nausee.
Questo vuol dire che, il povero Gaele, corre da un piano all’altro per controllarci entrambe.
E Dio lo benedica, è un santo.
Ha comprato una fornitura di cracker salati per un esercito e una quantità esagerata di tè verde, che sembra siano le uniche cose che sia io sia Ale riusciamo a mandare giù senza avere i conati.
Sono nel bel mezzo dell’ennesimo momento tête-à-tête con il water, quando Alessia corre dentro il bagno. «Oddio…» esclama poco prima di gettarsi sul bidet e vomitare lì dentro.
Quando entrambe ci siamo ricomposte, Gaele entra e si appoggia sulla porta. «State bene?»
Alessia annuisce. «Sì, amore, spero solo che le nausee finiscano», poi si lava i denti con uno degli spazzolini sulla mensola, come faccio anche io prima di risponderle.
«Almeno tu sai cos’è! Dio, ragazzi, ho una paura che sia…»
«No! Tu non stai morendo, Manu!» sbotta Alessia, girandosi verso di me. «Credo sia arrivato il momento di scoprire cos’è che ti fa stare male…»
«E se fosse celiaca come Tommaso?» domanda Gaele a quel punto. «Può essere, no? Anche Tommaso, se mangia cose col glutine, poi sta malissimo… Ricordi al pub?»
Alessia annuisce e continua a guardarmi, mal celando la sua preoccupazione per la mia salute. «Ci accompagni, amore?» domanda a Gaele, senza voltarsi. «Ti prego»
«Ma certo», esclama lui, abbracciandola. «Non lascerei mai le mie donne da sole!»
Alessia si volta e lo bacia, mentre io penso a cos’ha passato la mia migliore amica mentre io me la spassavo a Firenze.
È stata attaccata, malmenata e salvata dagli strozzini.
Lorenzo, la guardia del corpo di Gaele, ha fatto una cosa alla 007 e l’ha tolta dalle grinfie dei tizi che perseguitavano la sua famiglia, o meglio quei due che l’hanno generato e poi si sono dimenticati di averlo fatto.
Sono veramente felice che da quella cosa così brutta, loro due si siano riappacificati, perché tutti e due meritano l’amore.
Meritano di godersi quello che avrebbero potuto vivere già anni fa se quella stronza di Carla non li avesse condizionati in quel modo.
«Bene!» esclamo uscendo dal bagno e lasciandoli lì a baciarsi, mentre lui le tocca la pancia con fare reverenziale e io penso se mai un uomo mi guarderà come Gaele guarda Alessia.
Uno c’era… mi ricorda la voce nella mia testa, ma io non posso ascoltarla, perché anche se so che è vero, che da qualche parte c’è Azzurro, non posso cedere a questo pensiero, anche perché non so chi sia, letteralmente.
Azzurro resterà per sempre la mia favola e le favole hanno vita breve nella vita reale.
«Manu?» mi chiama un secondo dopo Alessia, uscendo dal bagno mano nella mano con Gaele. «Dove credi di andare? Ti portiamo adesso dal medico…»
«Ora?» le chiedo, sedendomi sul divano. «Dobbiamo proprio? Volevo mettermi al computer e scrivere un po’…»
«No», risponde Gaele, con voce sostenuta. «Stai male e noi ci preoccupiamo per te, perciò: ora andiamo! A costo di trascinarti in macchina io stesso!»
«O magari fammi trascinare da Lorenzo», gli dico ammiccando. «A proposito: dov’è il manzo?»
Gaele chiude gli occhi, disperato. «A prendere la macchina come gli ho chiesto poco fa tramite messaggio».
«Il manzo viene con noi?» esclamo mostrandomi estremamente felice della notizia. «Potevi dirmelo subito?»
Mi alzo di scatto dal divano, ma forse per colpa del mio digiuno forzato, ho un lieve giramento di testa che mi fa vacillare all’indietro e fa urlare Alessia.
«Oddio, prendila!»
«Non c’è bisogno», le rispondo, mentre Gaele mi fa accomodare di nuovo sul suo divano. «Sto bene, davvero»
«Musa, chiama Lorenzo, fallo salire a casa: dovrà aiutarmi con Manu».
Alessia annuisce. «Subito».
«Ma dai ragazzi, sto bene…» provo di nuovo a alzarmi, ma stavolta il capogiro è ancora più forte e tutto intorno a me sbiadisce come un disegno sulla sabbia quando c’è vento.
L’ultima cosa che ricordo è Gaele che sbotta in una imprecazione davvero colorita e Alessia che grida a Lorenzo di salire.