Capitolo 3
Manuela
Sarò mamma.
L’ho scoperto da tre giorni, ma continuo a guardarmi allo specchio per capire se è la verità, se si vede già qualcosa o se da un momento all’altro comparirà davanti a me qualcuno urlando che è tutto uno scherzo.
Ma so che non è così e oggi lo vedrò.
Avrei voluto una delle ginecologhe che mi ha consigliato l’ospedale, ma Gaele De Roberto è un cazzo di dittatore, che mi ha costretta a scegliere quella da cui vanno lui e Alessia.
Davanti gli ho dato dello stronzo, ma in cuore mio l’avrò ringraziato mille volte per aver preso in mano le cose.
Io sono stata spiazzata dalla notizia, lui e Alessia mi stanno aiutando veramente tanto, anche se nessuno gliel’ha chiesto e io non ci sono abituata.
Nella mia vita nessuno mi ha mai dato qualcosa, senza volere nulla in cambio.
Nessuno. Nemmeno chi avrebbe dovuto. Soprattutto chi avrebbe dovuto e forse è proprio per questo che ho deciso di tenere il mio bambino.
Fagiolino ci penso io a te!
«Sei pronta?» mi domanda Alessia entrando nella mia camera, mentre finisco di indossare i miei jeans che, credo fra qualche mese, non potrò indossare più.
«Sì, eccomi, però davvero ragazzi non è necessario andare dalla vostra ginecologa»
«Ancora? È più pratico, Manu, e poi vuoi contraddirlo?» e indica fuori dalla porta della mia stanza, dove Gaele sta aspettando battendo un piede a terra. «E ancora non abbiamo i bambini…»
«Va bene, se è per farlo stare tranquillo».
«Più che altro per non farlo impazzire. E voleva già anche sposarsi: immagina se avessimo dovuto anche organizzare il matrimonio!» poi Alessia scoppia a ridere, trascinando anche me nella sua risata.
«Ragazze? Andiamo?» domanda proprio il tesissimo Gaele. «L’appuntamento è fra poco e
siete ancora qui a chiacchierare!»
Alessia si volta e gli sorride. «Amore devi calmarti, ok? Perché così ci agitiamo e non ci fa bene, a nessuno di noi tre! Fai come quando stai per salire sul palco…»
«Vomito?» esclama sorridendo, prendendola in giro. «Io prima di un concerto, che poi finora ne ho fatti tre, vomito sempre…»
«Idiota»
«Lo so. Grazie»
«Meno male che sei bello…»
«E bravo a letto…» aggiunge lui, abbracciandola e facendomi sentire di nuovo la mancanza di qualcuno accanto a me.
E cazzarola, fino a poco fa, io mi bastavo.
«Va bene, piccioncini», dico con la voce più alterata di quanto vorrei. «Andiamo da questa fantastica ginecologa delle star!»
Alessia e Gaele mi fissano colpevoli. «Scusa, Manu…» mormora poi la mia migliore amica e io mi sento una merda.
«No, ragazzi, scusate voi. È che siete così belli voi due e io non avrò mai il mio principe Azzurro».
Ecco l’ho detto e in un attimo mi ritrovo in mezzo a loro. «Abbraccio di gruppo», esclama Alessia e io, vuoi per gli ormoni, vuoi perché ne avevo davvero bisogno, scoppio a piangere.
«Oh tesoro, ti prego, non piangere»
«Manu…»
Provano tutti e due a consolarmi, ma non ci riescono, perché non c’è nulla che potremmo fare per trovarlo, a meno che non si torni sul luogo incriminato.
E non è nemmeno detto che io lo ritrovi.
Dio, che casino…