Azzurro
Ci penso sempre.
Ininterrottamente.
Ogni momento della mia giornata lo passo a pensare a lei, alla mia Bianca.
È passato più di un mese da quando l’ho conosciuta e non passa attimo che non pensi alla sua pelle, alle sue labbra e ai suoi gemiti mentre la facevo mia.
Ci penso anche adesso, mentre il mio barbiere di fiducia mi taglia i capelli.
«Bimbo, che tu hai?» mi domanda Giulio che mi conosce fin da quando sono un bambino.
«Ho quasi paura a dirlo, Giu’, ma credo di essermi innamorato…»
«Davvero?» esclama spuntando le ciocche sui lati. «Ti sei innamorato? Tu?»
Annuisco. «Sì, non riesco a crederci nemmeno io, ma sì. E pensa che non so nemmeno il suo nome…»
«Strano davvero, bimbo! Strano come una finocchiona senza semi di finocchio…» e poi scoppia a ridere.
«Lo so, ma lei non ha voluto dirmi il suo nome. L’ho chiamata Bianca, come Biancaneve. Dio, avresti dovuto vederla. Una dea…»
«E non hai modo di capire chi sia? Di ritrovarla?»
«Non lo so. Forse, ma non ne sono certo…»
«Caro, non arrenderti. Cercala, perché occhi come i tuoi li vedo tutte le mattine riflessi in quelli di mia moglie».
E se anche avessi avuto qualche dubbio su ciò che provo per la mia Bianca, ora li avrei fugati tutti, perché Giulio e Milena stanno assieme da quasi quarant’anni e sia amano ancora, come se fossero due fidanzati e non come la coppia solida che sono.
Dio, Bianca, ti troverò…