Capitolo 14
Manuela
Finito di mangiare in un delizioso locale vicino casa, risaliamo in macchina per raggiungere lo studio della dottoressa.
«Quindi oggi l’ecografia è esterna?» ripete per l’ennesima volta Melissa, preoccupata di vedere le mie parti intime.
«Come ti ho già detto almeno tredici volte: sì, sarà esterna. La prima, quella a cui ha assistito solo Alessia, mentre Gaele aspettava fuori, è stata interna, perché ero di pochissimo… Oggi invece è la seconda di controllo, sono al secondo mese e sentiremo il battito»
«Non ce lo fanno vedere?» mi domanda voltandosi di scatto verso di me, senza badare alla strada.
«Ma certo!» le rispondo e poi aggiungo: «Comunque, se continui a guardare me, tranne che la strada, probabilmente moriremo e quindi non ce ne sarà più bisogno».
Melissa sorride e poi ritorna a fissare davanti a sé. «Be’, non vedo l’ora! Sono nervosa: è normale che io lo sia? Tu sei tranquilla, perché?»
Ridacchio. «Perché per te è una novità e poi, credimi, adesso in macchina lo sono, ma lì nello studio… Cerco solo di non pensarci ora».
Melissa annuisce. «Allora io direi di ascoltare la radio, che dici?» e poi la accende su un canale a caso, ma dalle casse risuona la voce di Gaele che canta “Musa” la canzone che ha dedicato ad Alessia nel suo concerto d’esordio, quella con la quale ha chiesto la sua mano.
«Mio dio, quant’è fortunata Alessia!» sbotta Melissa, iniziando a canticchiare, mentre il mio telefono suona per l’arrivo di una nuova mail.
Da: helloandreas@gmail.com
A: hellomanu@gmail.com
OGGETTO: Perdono, mia porno scrittrice…
Manuela,
come posso scusarmi con te? Lo so, sono stato scortese e sì, anche un maiale, ma a mia discolpa credo di essere stato traviato da quello che scrivi, che è molto erotico e molto, lasciamelo dire, coinvolgente.
E sto capendo, adesso, il tuo punto di vista e anche quello di Francesca. Mi ci sono voluti altri quattro capitoli e una visitina di Elettra per capirlo, ma l’ho fatto.
Scusa se ti ho chiesto delle foto, non accadrà più.
Immagino di essere solo un attimino frastornato, qui c’è il delirio e so che non dovrei parlarne con te, perché non ti conosco, ma Gaele mi ha detto che sei una brava persona e dalle tue mail, a parte quando ti incazzi e me ne dici di ogni colore, è evidente che tu lo sia, perciò ecco: qualcuno mi deruba.
Per bene. Stanno rubando poco ma costantemente e io non so che fare, sono stressato e in altri casi, saprei come sfogarmi, ma si dà il caso che io abbia deciso di stare lontano dalle donne per un pezzo. Diciamo che ho incontrato problemi col vostro sesso e per un po’ mi terrò la mia insoddisfazione.
Ora però non so che fare e mi dispiace cambiare il tono delle mail, ma per qualche strana ragione mi fido del tuo parere.
Scusa ancora per tutto.
Andreas
P.S. Il romanzo mi sta piacendo davvero…
Melissa continua a guidare, ignara dello stato d’animo che ho ora, dopo aver letto l’ennesima mail di Andreas, che sembra però scritta da un’altra versione di lui.
Una più coscienziosa.
Una più normale.
Una che potrebbe piacermi.
Una che, per giunta, mi sta chiedendo un consiglio.
E ora? Gli rispondi…
E così mi trovo a fare quello che la mia mente mi ha consigliato di fare: apro una nuova mail e inizio a scrivere.
Da: hellomanu@gmail.com
A: helloandreas@gmail.com
OGGETTO: un consiglio spassionato
Ciao Andreas,
sei sicuro di essere ancora tu? Non è che ti hanno rapito gli alieni?
Ecco, ora penso a teorie complottistiche solo perché non sei stato sagace, malizioso e allegro come al solito.
Comunque credo ti aiuterò, perché ti sento davvero abbattuto e, anche se non sei la persona che più stimo al mondo, nessuno merita di essere derubato.
Primo: cerca di limitare i danni. Mi spiego, tempo fa ho fatto delle ricerche sulle frodi e da quello che ho capito, l’unica cosa che puoi fare è evitare i passaggi di mano, ma credo ci avrai già pensato. No?
Secondo: per me chi ruba ti è vicino. Controlla tutti, insieme a qualcuno di cui ti fidi.
Terzo: il movente. Dal motivo potrai capire moltissimo su chi potrebbe essere. Trova il perché, capirai anche il chi.
Spero di esserti stata utile, in ogni caso proverò presto a chiamare un mio amico avvocato per avere un’idea anche su cosa potrai fare dopo aver scoperto tutto. magari lui ha un’idea su come farla pagare a questo ladro. (Che poi, siamo sicuri sia un uomo? Magari come nel mio romanzo sarà una donna…)
Aspetto tue notizie,
Manu.
P.S. Sono felice che il romanzo ti stia piacendo. Immagino dovrò a abituarmi al fatto che ce l’abbia tu…
P.P.S. Problemi con le donne? Sputa il rospo, dongiovanni…
Spedisco la mail, proprio mentre Melissa accosta. «Siamo arrivate».
Alzo gli occhi e mi rendo conto che siamo proprio di fronte all’edificio in cui si trova lo studio della Sannibale, perciò sorrido alla mia amica e faccio per scendere, ma lei mi blocca.
«Era di nuovo Andreas?»
Annuisco. «Sì, ma stavolta non è stato né villano, né maleducato»
«Ah, no?» ribatte lei, voltandosi a guardarmi. «Perché?»
«Non posso dirti molto, perché praticamente mi ha detto un segreto della sua compagnia, ma quello è l’importante: mi ha chiesto un consiglio. Non è strano?»
Melissa scuote la testa. «No, non molto, perché deve aver capito che bella persona sei dalle tue parole: sia dalle mail che dal romanzo».
«Tu dici?»
«Sì, sarebbe stato stupido a non accorgersene! Comunque, ora andiamo dentro?»
«Va bene, ma cavolo, trattieni la tua ansia!» poi ridacchio, scendendo dalla macchina e aspettandola sul marciapiede.
Melissa mi raggiunge in fretta e poi, insieme, varchiamo la soglia dello studio della Sannibale.
Siamo arrivate in perfetto orario, perciò nella sala d’aspetto non c’è nessuno oltre noi e l’infermiera che sparisce subito per dire alla dottoressa che sono arrivata.
La Sannibale arriva subito con tanto di camice rosa e stetoscopio peluche. «Buon pomeriggio signorina Gregario, come si sente?» si rivolge prima a me e poi saluta anche Melissa: «Salve, lei è un’altra zia?»
Lei annuisce. «Senza dubbio! Domanda: oggi vedremo se è maschio o femmina? Perché ho visto una tutina deliziosa e…»
«No», esclama la dottoressa sorridendo «Questa è un’ecografia che potremmo definire di controllo. Il sesso si saprà solo dalla dodicesima settimana. Oggi però controlleremo la frequenza del battito e la crescita… Prego, venite con me!»
E così poco dopo vedo per la seconda volta mio figlio o figlia, mentre Melissa piange di felicità accanto a me.