Capitolo 27
Manuela
Gaele e Alessia sono alla mia destra, la Sannibale davanti a me con la sonda fra le mani e l’ecografo acceso.
«Procediamo?» esclama sorridente. «Speriamo che voglia farsi vedere e non faccia come la volta scorsa…»
Sorrido, perché in effetti anche nell’ecografia precedente, si sarebbe potuto vedere, ma Fagiolino non ne aveva voluto sapere di aprire le gambe, perciò eccoci qui, in trepidante attesa.
Alessia mi stringe la mano, mentre da dottoressa mette il gel ghiacciato sul fondo della mia pancia e inizia a scandagliarmi, manco fossi il fondale di un oceano pieno di relitti.
Il battito di Fagiolino si diffonde nella stanza e mentre Gaele piange di nuovo, io e Alessia non ci perdiamo nemmeno un’espressione della Sannibale.
Ferma la sonda, poi la muove ancora, prendendosi fra i denti le labbra, poi torna indietro e alla fine sorride soddisfatta.
«Bene!» dichiara avviando la stampa dell’ecografia. «Finalmente ce l’abbiamo fatta! Congratulazioni signorina Gregario, lei aspetta una bambina!»
Una bambina…
«Davvero?» domando mentre sento i miei occhi riempirsi di lacrime. «Una bambina?»
«Sì, ecco, vedi», poi indica il fermo immagine e annuisce di nuovo. «Se fosse stato maschio, lì si sarebbe visto qualcosa, ma non c’è! Felice? Era quello che desiderava?»
Annuisco, mentre Alessia si è unita al pianto di gioia di Gaele. «Sì, solo che l’ho chiamata finora Fagiolino!» affermo scoppiando a ridere. «Poveretta».
La Sannibale ridacchia. «Avrà modo di farsi perdonare, tranquilla!»
«Devo comprare le tutine rosa!» dico battendo le mani contenta. «E peluche, mollette colorate e mille vestitini coi fronzoli…»
«Uno da principessa glielo prenderò io, così dirà a tutti che zio Gaele è il suo preferito!»
«Credimi, già lo sa!» ribatto stringendogli la mano. «Sa che siete i suoi zii, lo sa
benissimo…»
«E presto potrà dimostrarlo» ci interrompe la Sannibale, porgendomi una copia dell’ecografia. «perché è intorno a questo periodo della gestazione che inizierà a sentire i suoi movimenti. Le sembrerà di avere le famose farfalle nello stomaco…»
«Oddio, non vedo l’ora! Quando?»
«Quando lo vorrà lei perché, a giudicare dal caratterino che ha dimostrato nel non voler mostrare il suo sesso, non credo di poterle dare una risposta più precisa! Sua figlia le darà filo da torcere!»
Ridiamo tutti, perché se penso al modo in cui l’ho concepita, non posso che darle ragione.
«Ora, segno la data per la prossima ecografia, quella del sesto mese», controlla sul calendario e poi mi fornisce la data, che è vicinissima alla presentazione che farò a Milano per l’uscita di “Come ti vorrei” e proprio per questo mi viene un dubbio.
«Dottoressa, posso farle una domanda?»
«Certo, signorina Gregario»
«Durante il sesto mese avrò alcune incontri per promuovere il mio ultimo romanzo, crede che…»
«La fermo subito: lei può fare quello che si sente. Avrà il pancione, ma gli ultimi mesi di gravidanza sono i più belli…»
«Allora, posso anche dipingere la cameretta, ora che so il sesso!»
«No!» a rispondere stavolta è Gaele. «Quello lo faccio io, perché né tu né lei salirete su una cazzo di scala!»
Noi tre donne ci guardiamo per un istante e poi scoppiamo a ridere.
«Bene, in questo caso ha ragione il signor De Roberto: le scale, come anche qualsiasi cosa che potrebbe farle perdere l’equilibrio, non rientrano in ciò che può fare, ma stare seduta a firmare copie, quello può farlo!»
«La ringrazio, dottoressa!» esclamo alzandomi in piedi e facendo la stessa smorfia di Alessia. «Oddio sembriamo due papere, Ale!»
«Due papere bellissime», mi rimbecca Gaele, prendendo me e la mia amica per mano. «Arrivederci dottoressa!»
Mi lascio trascinare da lui fino al parcheggio, dove poi aiuta noi povere pancione a sistemarci in macchina.
«Allora tu una femmina e io un maschietto», esclama raggiante Alessia, voltandosi verso di me solo con la testa. «Non so tu, ma sto già pianificando un matrimonio! T’immagini? Noi due consuocere».
Ridacchio. «Sarebbe figo, vero? Ma cresceranno assieme, c’è sempre l’incognita del “mi sembra di uscire con mio fratello/sorella”…»
Gaele rientra in macchina, proprio mentre Alessia ribatte: «Allora, se vogliamo che il matrimonio De Roberto-Gregario del futuro avvenga, dobbiamo escogitare un modo per non farli sentire fratello e sorella»
«Oddio, state pianificando già il futuro dei bambini? Siete solo di cinque mesi!»
«Come se tu non ci avessi pensato! Ti ricordo che hai già comprato una chitarra…»
Gaele diventa rosso come un peperone. «Non ci vedo nulla di male: è risaputo che suonare uno strumento fa bene ai bambini!»
«Ma sono comunque di cinque mesi, Ga’ e tu hai pianificato, perciò lascialo fare anche a noi…» poi si volta ancora verso di me e aggiunge: «Asilo e scuola diverse, li facciamo vedere per le feste e poi, senti che genio, io parlo con lei e tu fai lo stesso con lui, ma parliamo malissimo dell’altro…»
Annuisco. «Fa molto romanzo rosa, sai?»
«Infatti! Il piano prevede più fasi, ma ci penseremo man mano…»
«Sono d’accordo, ecco, vorrei darti il pugno per sancire il patto, ma non ce la faccio… Fa finta che te l’abbia dato, sorella!»
«Bene, perché credo che se anche tu ci fossi riuscita, non ce l’avrei fatta io a voltarmi!»
Ridiamo tutti e tre, mentre l’auto procede spedita verso casa mia, dove ci aspetta la pasta al forno che ho preparato stamattina, io afferro il mio cellulare e decido di dare la notizia aprendo un nuovo gruppo di WhatsApp in cui inserisco Melissa e Enrico, Vittoria e Flavio e anche Alessia e Gaele, perché immagino lo terrò anche dopo e perché mi piace unire in un solo posto, sebbene virtuale, tutti i miei amici.
Dopo aver chiamato il gruppo “Novità” sgancio la bomba.
È femmina!
E mentre aspetto le risposte, faccio anche una cazzata, perché non può essere definita altrimenti.
Apro la chat con Andreas e, senza scrivere nulla, gli mando un piccolo fiocco rosa.
Solo quello.
So che capirà.