Capitolo 28
Manuela
È pomeriggio inoltrato quando Vittoria e Flavio, insieme a decine di pacchettini, si presentano a casa mia, come avevano anticipato sul gruppo.
Poco prima di loro sono arrivati anche Enrico e Melissa.
Gaele e Alessia sono ancora qui, mentre la mia piccola riceve i suoi primi regali.
Dovrei essere felice, ma i miei occhi vedono solo quella spunta azzurra senza risposta.
Andreas è rimasto in silenzio radio.
Non ha scritto nulla.
Come se non gli importasse e forse è meglio che abbia reagito in questo modo, perché se avesse fatto altrimenti mi sarei fatta castelli in aria e quelli, ora come ora, non mi servono.
Flavio si siede accanto a me sul divano e mi passa una bustina rosa. «Per Fagiolina!»
Ridacchio. «Dovrò scegliere un nome, altrimenti mi odierà appena nata, poveretta!»
«Sì, ok», borbotta impaziente il mio amico, mentre Vittoria, Melissa e Alessia fanno amicizia; mentre Enrico e Gaele stanno bevendo un caffè accanto alla finestra. «Aprilo!»
«D’accordo signor Bellissimo, lo apro, ma stai calmo!»
Tutti si voltano verso di noi e io, di nuovo al centro dell’attenzione, apro la busta e tiro fuori un foglio. «Ma che cos’è?»
«Leggilo, sorellina! Vedrai che questo mi renderà lo zio preferito in assoluto!»
«Oh, carino», borbotta Gaele, per niente divertito dall’affermazione di Flavio. «Lo zio preferito c’è già, e non sei tu!»
«Vedremo!»
E mentre loro litigano per l’affetto di mia figlia, io leggo ciò che quel pazzo le ha comprato. «Un cavallo?»
«Ma vaff…» esclama Gaele, poi aggiunge stupito: «Davvero?»
Flavio annuisce. «Sì, avrei tanto voluto averne uno da piccolo e lei ce l’avrà. In effetti, il cavallo ancora non esiste…»
«In che senso?» domanda Alessia, sedendosi accanto a me.
«Nel senso che l’acquisto c’è stato, ma per un cavallo futuro. Ho fatto in modo che la scuderia metta in cantiere il cavallo quando la bimba compirà otto anni…»
«Oddio, ma è possibile fare una cosa simile?» chiede Melissa curiosa.
«Sì, il padre è un giovane stallone e non andrà in pensione tanto presto…» ridacchia il mio amico. «ma, se anche lo facesse, hanno congelato i suoi girini e insemineranno la cavalla giusta, così Fagiolina avrà un signor cavallo!»
«Non so che dire…» esclamo seriamente sorpresa e felice, proprio mentre Gaele sbotta: «Vaffanculo, io le compro uno strumento musicale e la più grossa casa delle bambole che abbiate mai visto!»
«Ga’, non è una gara…» prova a calmarlo Alessia, mentre lui continua a elencare una sfilza di regali assurdi, fra i quali mi è sembrato di sentire anche “Una fottuta tuta di Iron Man”.
«Oltretutto» continua Flavio, come se non avesse sentito l’interruzione di Gaele, tira fuori un’altra busta e la porge a Alessia. «Sapendo che le mamme qui, oggi, sarebbero state due, ho pensato di fare la stessa cosa anche per te!»
«Che?» domanda Gaele zittendosi. «Hai regalato un cavallo a mio figlio?»
E quando Flavio annuisce, il mio amico lo fa alzare in piedi e lo abbraccia. «Grazie… Credo di poterti concedere di essere lo zio preferito dei nostri figli!»
Gaele ruba la busta dalle mani di Alessia per leggere ciò che c’è scritto e poi, come oramai accade di solito, scoppia a piangere.
«Ed eccolo che riapre i rubinetti!» lo prende in giro la sua dolce metà.
«Sono gli ormoni!» prova a difendersi lui, ma ciò che dice scatena solo l’ilarità di tutti.
Vittoria si avvicina a me e Flavio, si siede sul bracciolo del divano e poi mormora: «Stai bene?»
«Certo!»
«Manu, ti conosco bene e posso giurare che nei tuoi occhi c’è una vena di tristezza…»
«Sorellina, che succede?»
«Niente, tranquilli! Ora…» dico alzandomi in piedi e andando verso la cucina, più che altro per cambiare discorso. «Che ne dite di ordinare una pizza per cena?»
Melissa e Enrico accettano di buon grado, come anche Vittoria e Flavio, mentre Gaele e Alessia prima si guardano fra loro e poi scuotono la testa.
«Musa è stanca, Manu. La porto a casa…»
«Va bene! Ci sentiamo dopo, però?»
Gaele sorride. «Come tutte le sere!» poi la aiuta ad alzarsi e lasciano casa mia.
«Pizza, allora?» domanda Enrico rimboccandosi le maniche. «Ma non la ordiniamo, dimmi dove tieni la farina e la faccio io!»
«Visto che bravo futuro marito? Sa anche fare la pizza…»
«Ed è anche fortunato» ribatto sorridendo «Perché ho il lievito in freezer!»
E mentre loro cucinano ridacchiando e sbaciucchiandosi, Flavio e Vittoria tornano all’assalto.
«Allora?»
«Allora, cosa?»
«Che hai?»
«Non posso sfangarla, eh?»
«No»
«Flavio, giuro che non è successo nulla di nuovo, è solo che ho mandato un messaggio ad Andreas e non mi ha risposto…»
Il mio amico aggrotta le sopracciglia, mentre sua moglie mi prende le mani. «Non hai bisogno di lui, Manu!»
Abbasso lo sguardo e poi, per la prima volta a voce alta, ammetto: «Invece sì, ragazzi, io ho bisogno di lui e il fatto che sia andato avanti mi spezza il cuore…»