Andreas
«Incredibile», esclamo chiudendo il manoscritto per l’ennesima volta.
Ho dovuto leggere gli ultimi tre capitoli e i ringraziamenti per quattro volte prima di capire di non star sognando.
Ma so che, per avere la certezza della situazione, posso solo chiamare Gaele, sperando che risponda alla mia telefonata.
Compongo il numero e lascio squillare.
Alla prima, Gaele butta giù.
«Dio, che cretino! Rispondimi!»
Alla seconda accade la stessa cosa.
«Oddio, certe volte ti ammazzerei, cazzo».
Alla terza, dopo un solo squillo, Gaele risponde: «Che cazzo vuoi?»
«Be’, ciao anche a te, Ga’!»
«Ma vaffanculo, Andre’! Non ti fai sentire da una vita e ora vuoi che ti saluti così, tranquillamente? Col cazzo! Le hai spezzato il cuore! Alessia dice che devi farti fottere…»
«Che vuoi che ti dica? Scusami, scusatemi tutti e due» poi mi passo una mano sul viso e mi siedo sul letto della mia camera. «Metti in vivavoce, per favore?»
«Perché dovrei?»
«Puoi farlo perché devo chiedervi una cosa? E poi, giuro, potrai prendermi a sberle dal vivo quando ci vedremo?»
Gaele armeggia con il cellulare, poi esclama: «Ci sei. Ora dicci tutto, così potrò attaccare e…»
«Io la amo», lo interrompo di getto. «E la amerei comunque, anche se non avessi scoperto una cosa, pochi istanti fa!»
«Cosa?» domanda Alessia, curiosa.
«Il padre della bambina, per caso, Manuela l’ha incontrato in un hotel a Firenze?»
«Ehm, sì…»
«Dio», sbotto e poi aggiungo. «E lui, Manuela, lo chiama Azzurro?»
«Azzurro, sì. Ma tu come fai a saperlo?»
«Perché sono io. Manuela è la mia Bianca…»
«Ma che cazzo dici? Davvero?» esclama Gaele, mentre Alessia singhiozza.
«Ero geloso di me stesso, Ga’…»
«Sei serio?»
«Serio come il manoscritto che ho appena letto. Ha descritto la nostra notte assieme, per filo e per segno! Mi ha ringraziato alla fine del romanzo per essere stato il suo principe per una notte»
«Non ci posso credere!»
«Credici, perché è la verità! È stato quando ho fatto il giro degli hotel dopo la morte di mio padre… Ero nella nuova sede di Firenze quando abbiamo ospitato la convention delle scrittrici italiane. Quella notte ero così vicino a riattaccarmi alla bottiglia, Ga’! Ma mi sei venuto in mente tu e ho deciso di scendere in piscina a farmi una nuotata ed è lì che l’ho vista nuotare…»
«Completamente nuda», prorompe Alessia e io annuisco sebbene non possano vedermi.
«Sono stato con lei e la mattina dopo l’ho cercata come un pazzo, ma se n’era già andata! Sono tornato a casa mia, da mia madre, perché lo sai che sono stato lì per un po’, e non ho mai smesso di pensare a lei. Mai. Mia madre, poveretta, ha cercato di viziarmi con pranzi e cene da gourmet, ma non riuscivo a non pentirmi di averle chiesto il nome! Ho rotto con Elettra perché ero innamorato di lei, capisci?»
«Santo cielo!»
«Poi, inizio a parlare con questa ragazza stupenda, che mi piace sempre di più, ma la mia testa mi diceva “Stronzo, stai tradendo Bianca”, mentre Manuela non cedeva perché pensava al padre di sua figlia. Ero incazzato e geloso marcio, capite?»
«Anche troppo, perché Manuela…»
«Shhh» lo zittisce Alessia. «Fallo continuare!»
«Grazie, Ale…»
«Prego, Azzurro!»
Sorrido come un idiota a quel nome. «E poi lei mi dice che pensa all’altro, che non smetterà mai di pensarci perché il bambino glielo ricorderà per sempre e io taglio i ponti… E poi leggo questo romanzo e scopro di essere io! Io! E adesso ho rovinato tutto! E cazzo, sto per diventare padre!»
E piango, per la seconda volta in vita mia.
«Niente è perso. Sei un imbecille e eri geloso di te stesso, ma non hai rovinato nulla, perché cazzo mi è appena venuta un’idea geniale…»
Alessia inizia a spiegare la sua idea e mentre diventa il mio Cupido personale, inizio a pensare anch’io che forse ho tutte le carte giuste per giocare col destino.