Epilogo
3 mesi dopo
Manuela
Mi sveglio di soprassalto e mi tranquillizzo subito quando sento il suo respiro fra i capelli.
Sono passati tre mesi da quando ho scoperto che Andreas e Azzurro sono la stessa persona.
Tre mesi in cui Andreas è rimasto qui a Milano con me.
Tre mesi in cui mi ha viziata, coccolata e chiesto scusa almeno trentamila volte, beccandosi altrettanti scappellotti.
Tre mesi in cui mi ha dimostrato in mille modi diversi quanto ama me e Fagiolina.
Sì, si chiamerà Azzurra, ma lui continua a chiamarla così e credo proprio che nostra figlia lo adorerà, perché è suo padre ad averle dato questo vezzeggiativo e imparerà presto a perdonargli tutto, perché è adorabile.
«Amore? Tutto bene?» mi domanda aprendo solo un occhio.
Annuisco. «Sì, credo…»
«Torna a dormire, dai. Tu e Fagiolina dovete riposare, manca poco oramai…»
«Lo so»
Sono entrata nella settimana ostetrica ieri e la Sannibale ha detto che Azzurra potrebbe nascere da un momento all’altro.
Alessia ha dato alla luce il futuro marito di mia figlia una settimana fa. Poveretta, era un colosso. Quattro chili di bambino, seppure adorabili, rimangono pure sempre quattro chili. Il piccolo Alessandro De Roberto è un mix perfetto dei suoi genitori e, a giudicare dalle grida, sarà un cantante come il padre.
Sto per richiudere gli occhi, quando sento un dolore al basso ventre e poi me la faccio sotto.
Ed è in questo momento che torno vigile e Andreas salta in piedi. «Ti si sono rotte le acque!»
«Credo di sì! E ora?»
Lui, che nel frattempo, sta coprendo il suo meraviglioso corpo con una scialbissima tuta da ginnastica che gli sta comunque da Dio, si volta verso di me e esclama con calma: «Niente, ora andiamo in ospedale e fra qualche ora conosceremo nostra figlia!»