GIORNO

La mattina seguente, per abitudine, gli occhi ancora chiusi, Brenda tese una mano per accendere la tivù, ma le sue dita annaspanti non incontrarono che aria e la superficie liscia del comodino. Spalancò gli occhi. La tivù non c’era più! Era sparita!

Suo padre si radeva in bagno.

— L’ho portata via mentre dormivi — spiegò. — Pensavo che ti sarebbe stato più facile, senza la tentazione.

— Non l’avrei guardata — protestò lei.

— Non posso è meglio di non voglio.

Brenda marciò via impettita.

Aveva un che di sinistro, prepararsi per la scuola senza “Adolescenti Giocherelloni”, senza le voci e le luci della tivù. La stanza sembrava gelida. Per la prima volta si rese conto di quanto la semplice presenza dell’apparecchio significasse per lei. Era confortante sapere che, acceso o spento, era là. Si sentiva truffata. Avrebbe voluto toccarlo un’ultima volta, dirgli addio.

A scuola si aspettava un silenzio tetro, sbigottito, come fra gente tenuta in ostaggio. Si sbagliava. L’edificio era tutto un brusio a proposito del Grande Oscuramento Tivù. Molti ridevano, vantandosi di essere sopravvissuti alla loro prima sera. Le battute si susseguivano. Per loro era tutto un grosso scherzo.

Brenda era sconcertata. La scuola regalava spille che proclamavano: TV… MA CHI LA VUOLE?

Si rifiutò di prenderne una.

Da quando rimise piede in casa e fino all’ora di cena, non fece che mangiare. Poi mangiò dopo cena. Fece i compiti per mezz’ora e mangiò di nuovo.

Per quanto amasse la televisione, Brenda capiva ben poco di come funzionasse. Però sapeva che i segnali invisibili spediti dalle stazioni televisive riempivano il cielo, in attesa di essere afferrati da chiunque avesse un’antenna e un televisore collegato. Quasi le sembrava di sentire i segnali fiochi, il suo adorato “Su le chiappe” e “I Flirtstones” e “Sposati… con le pulci” sibilare come frecce piumate fino alle case felici di chi non aveva figli.

Seppe d’avere toccato il fondo quando si rese conto di morire dalla voglia di guardare “Birilli e Dollari”. Prese il binocolo e lo puntò sulla casa degli Hurley. Gli avvolgibili erano abbassati.

Il sole calò. Cadde la notte. Sorse la luna.

“Siss Boom Bimbo.”

“Pizza Magica.”

“Amici Litigiosi.”

I segnali le ronzavano sopra la testa. I segnali cantavano fra le stelle.

Suo padre aveva dimenticato di portare via anche l’antenna a forcella. Brenda aprì la finestra e tese fuori l’antenna. Chiuse gli occhi. Liberò la mente da ogni pensiero, la svuotò, pronta a captare i segnali come uno schermo televisivo collegato.

Niente.

Si mise in bocca la base dell’antenna. Si protese il più possibile nella notte.

Niente. Nemmeno un monoscopio.