GIORNO

La madre di Brenda era al lavoro, quando le telefonarono alle 9.05. Era il preside della scuola: — Volevo una conferma che oggi Brenda è rimasta a casa. Non abbiamo ricevuto la giustificazione.

— Ma è a scuola — replicò la donna.

Silenzio.

— Non c’è?

— No, per quanto ne sappiamo. La sua insegnante l’ha registrata assente.

— Oh, no… — disse la madre di Brenda.

Il preside le raccomandò di non preoccuparsi. Avrebbe chiarito subito la faccenda e richiamato appena al corrente di qualche novità.

Richiamò alle 9.50.

— L’abbiamo trovata.

— Grazie a Dio.

— Sarebbe meglio che venisse a prenderla.

— Dov’era?

— In un ripostiglio.

— Un ripostiglio? Che ci faceva in un ripostiglio?

— Perché non viene a prenderla subito?

La madre di Brenda si rifiutò di lasciare la scuola senza una spiegazione. E quella sera, prima di cena, la riferì bisbigliando al marito: — … guardato dappertutto. Non riuscivano a trovarla. E forse non ci sarebbero riusciti se un ragazzo di sesta non avesse vomitato la colazione. Il custode è andato a prendere uno straccio nel ripostiglio. Sembra che dentro ci fosse anche un vecchio televisore rotto. E lei era là, che girava le manopole di quel rottame.

Il padre di Brenda sospirò lentamente. — Ricordi quand’era piccola? Il giocattolo che amava più di tutti?

La madre sorrise tetra. — La tivù giocattolo.

— Di plastica rosa.

— Strillava se cercavamo di portargliela via.

Il padre alzò gli occhi in direzione della stanza della figlia. — È duro vederla soffrire così.

— Stasera la porteremo al minigolf.

“Le vite di Annie Fisher.”

“Frane al Potere.”

“Muffetta.”