Spessissimo i whistleblower vengono descritti come solitari Davide in missione per sconfiggere Golia senza l’aiuto di nessuno. Ma, nel mio caso, non sono mai stato solo. Ci sono state così tante persone senza le quali niente di tutto questo sarebbe stato possibile. Da avvocati a giornalisti, da sorelle a tassisti: tante persone hanno offerto un grande contributo a questa vicenda e io sono assolutamente grato per i loro consigli, la resistenza, la pazienza e la tenacia. Voglio ringraziare in special modo tutte le donne che mi hanno sostenuto in questo viaggio. Sono state le donne a rendere possibile questa storia.
Per avermi difeso a tutti i costi, e per essere l’avvocato più figo che qualcuno possa mai avere, vorrei ringraziare per prima la mia legale principale, Tamsin Allen. Tamsin, mi hai aiutato prima che qualcuno sapesse chi fossi io o quello che Cambridge Analytica aveva fatto. Mi hai dato la possibilità di oppormi ad alcune delle persone e società più potenti del mondo. Quando ho dovuto recarmi a Washington DC, per testimoniare di fronte all’House Intelligence Committee, ho imparato tre cose di te. Uno, hai paura di volare. Due, praticamente nient’altro sembra scomporti. Tre, anche dopo un volo intercontinentale, attacchi di jet lag ed essere rimasta con me per oltre cinque ore di intensa udienza congressuale, sei stata comunque in grado di ballare meglio di Jennifer Lopez al gala di TIME 100 più tardi quella sera.
Ci sono stati così tanti avvocati eccezionali che hanno lavorato instancabilmente dietro le quinte per proteggermi e rendere possibile questa storia. Adam Kaufmann, Eric Lewis, Tara Plochocki e tutto il mio team legale statunitense dello studio Lewis Baach Middlemiss PLLC. Grazie per aver portato avanti il mio caso con tenacia, gestendone senza problemi la complessità multigiurisdizionale, e per avermi aiutato a uscirne fuori indenne. La vostra guida è stata fondamentale per mantenere la calma e la compostezza in un periodo così caotico. In Gran Bretagna, ho ricevuto il supporto anche dei fantastici colleghi di Tamsin, dello studio Bindmans LLP, tra cui Mike Schwarz e Salima Budhani, e un piccolo battaglione di Matrix Chambers, tra cui Gavin Millar, Clare Montgomery, Helen Mountfield, Ben Silverstone e Jessica Simor, tutti avvocati della Corona. Martin Soames ed Erica Henshilwood dello studio Simon Muirhead & Burton LLP mi hanno dato una grande mano quando ancora lavoravo con il Guardian in modo anonimo, e i loro tempestivi consigli hanno gettato le basi per il resto della storia. Siete tutti avvocati incredibili e se oggi sono qui, sano e salvo, è grazie al vostro lavoro.
Mark Gettleson e Shahmir Sanni, grazie per i grandi sacrifici personali che avete entrambi fatto e per aver condiviso con me questo folle viaggio. Entrambi avete subito una rappresaglia terribilmente ingiusta ma avete comunque deciso di parlare. Mark, dal momento che ti ho conosciuto tanti anni fa, ci sono stati pochi uomini che hanno eguagliato la tua eloquenza, il tuo humor, la tua empatia e intelligenza. Shahmir, grazie per essere rimasto al mio fianco da quando abbiamo cominciato i nostri viaggi da whistleblower e per aver detto la verità ai potenti. Siamo stati all’inferno e siamo tornati insieme e sono assolutamente orgoglioso di definire entrambi miei amici. E ai tanti altri whistleblower che desiderano restare anonimi, grazie per il vostro aiuto. Anche se il mondo non conosce il vostro contributo, avete fatto un’enorme differenza.
Carole Cadwalladr, grazie per aver creduto a quello che dicevo e per aver creduto in me. Ho capito dal momento che ti ho conosciuta che eri una delle poche persone in grado di raccontare al mondo questa storia in modo coinvolgente. Hai svegliato il mondo e dato la scossa ai giganti. Sarò anche stato io quello con i capelli rosa, ma eri tu quella che brandiva la penna. Sei andata avanti nonostante un’incessante serie di offese e minacce dall’alt-right, dalle società di sicurezza private e dalla fratellanza tecnologica della Silicon Valley. Ti sei imbarcata in questa impresa per l’autentica dedizione al bene comune e meriti ogni riconoscimento per il tuo brillante giornalismo.
Sarah Donaldson ed Emma Graham-Harrison, grazie per il vostro ruolo centrale nel raccontare questa storia al mondo. Il vostro lavoro insieme a quello di Carole è in gran parte il motivo per cui posso affermare con grande sicurezza che non sarei dove sono oggi senza le donne coinvolte. Il Guardian e l’Observer sono fortunati ad avervi. E, naturalmente, grazie a Paul Webster, John Mulholland e Gillian Phillips per aver difeso con fermezza questa storia di fronte a miliardari, giganti della tecnologia, arrabbiati funzionari della Casa Bianca, agenzie di intelligence e minacce legali quasi quotidiane. Matthew Rosenberg, Nicholas Confessore, Gabriel Dance, Danny Hakim, David Kirkpatrick e il New York Times, grazie per aver portato questa vicenda in America come nessuno avrebbe potuto mai fare e per l’enorme impatto del vostro ruolo nel chiedere conto delle proprie azioni a Facebook e altri giganti della Silicon Valley. Job Rabkin, Ben de Pear e Channel 4 News, grazie per il coraggio di aver svolto il vostro lavoro sotto copertura, correndo un rischio enorme, e per aver portato questa vicenda al pubblico televisivo quando altri non l’avrebbero fatto. Il vostro reportage ha mostrato al mondo la portata delle nefandezze di Cambridge Analytica con le raggelanti parole della società stessa.
Deputato Alistair Carmichael, grazie per l’incrollabile amicizia e i consigli nel corso degli anni, per le chiacchierate a tarda sera nel tuo ufficio e per aver coltivato il mio gusto per il whisky scozzese durante un periodo stressante. Il tuo aiuto prima che questa vicenda diventasse pubblica è stato inestimabile. Senza chiedere niente in cambio, hai corso rischi e usato la tua profonda conoscenza del Parlamento per proteggere me e tanti altri whistleblower. Questo ha fatto sì che prove di significativo interesse pubblico fossero custodite e pubblicate. Al deputato Damian Collins e all’intero Digital, Culture, Media and Sport Committee del Parlamento britannico, grazie per aver chiesto a gran voce alla Silicon Valley di dare conto delle sue azioni. La vostra collaborazione imparziale nell’inchiesta sulla disinformazione e le fake news ha messo al primo posto l’interesse pubblico e tutti voi avete rappresentato un fulgido esempio di come andrebbe fatta la politica. Lavorando insieme, la vostra commissione ha sfidato i giganti della Silicon Valley e raccolto il sostegno mondiale nei confronti di un’azione legislativa. E Damian, da liberal convinto mai avrei pensato di dirlo, mi hai dimostrato che – forse – alcuni Tories possono essere davvero fighi.
Grazie ai miei genitori, Kevin e Joan, per il vostro amore incondizionato, l’incoraggiamento e la saggezza, e alle mie due sorelle, Jaimie e Lauren, per aver mollato tutto e avermi aiutato quando le cose si sono fatte caotiche, per avermi lasciato sfogare lo stress e per aver tenuto il mio frigo ben fornito di cibo. E grazie a tutti gli altri che hanno contribuito a svelare e raccontare questa storia. In particolare, vorrei ringraziare Lord Strasburger (per la sua discreta ma incommensurabile assistenza dietro le quinte); Peter Jukes (per tutto l’incoraggiamento e l’eccezionale lancio della storia); Marc Silver (per le incredibili riprese e le lunghe conversazioni illuminanti); Jess Search (per i saggi consigli e aver nutrito la mia singolarità); Kyle Taylor (per l’entusiasta promozione); Elizabeth Denham, Michael McEvoy e tutto l’Information Commissioner’s Office britannico (per aver puntato i riflettori sui diritti dei dati); il deputato Adam Schiff e lo staff dell’US House Intelligence Committee (per tutto il lavoro invisibile che fate); Glenn Simpson e la Fusion GPS (per il vostro eccezionale lavoro investigativo); Ken Strasma (per aver coltivato il mio spirito indipendente); Jeff Silvester (per aver fatto da mentore al mio io più giovane, nonostante tutto quello che è successo poi); Tom Brookes (per il sostegno continuo); David Carroll e Paul-Olivier Dehaye (per la tenacia nel difendere i diritti dei nostri dati); la dottoressa Emma Briant (per aver scoperto prove cruciali); Harry Davies, Ann Marlowe e Wendy Siegelman (per il tempestivo lavoro investigativo); il mio ex supervisore accademico, dottoressa Carolyn Mair (per l’opera di revisione su questo libro e per avermi insegnato così tanto di psicologia, dati e cultura); e la professoressa Shoshana Zuboff (il cui lavoro sul capitalismo della sorveglianza mi ha aiutato ad affinare tante idee). E forse più importanti di tutti, voglio ringraziare le centinaia di migliaia di persone che hanno condiviso questa storia, chiamato i propri rappresentanti, marciato in protesta, retto cartelli e inviato messaggi incoraggianti... Ci sono così tante persone che non ho mai neanche incontrato e che mi hanno sostenuto fermamente durante tutta questa vicenda.
E, infine, vorrei ringraziare i miei due brillanti collaboratori nella stesura del libro, Lisa Dickey e Gareth Cook; il mio editor presso Random House, Mark Warren; i miei agenti alla William Morris Endeavor, Jay Mandel e Jennifer Rudolph Walsh; Kelsey Kudak per il fact-checking su questo libro; e il mio avvocato Jared Bloch. Voi tutti mi avete guidato nella scrittura del mio primo libro, mi avete spinto a mettere tutto nero su bianco, mi avete aiutato a distillare l’essenza di questa storia, a tagliare le sciocchezze e a domare la mia tendenza a divagare.