«Hai preso un taxi fin qui, vero? Lascia che ti porti a casa.» Meredith fece scorrere la mano giù per il mio braccio, quindi mi strinse leggermente e per un attimo il polso. «Parliamone. Okay?»
Sembrava nervosa mentre usciva dal parcheggio del garage, tamburellando sul cambio troppo rapidamente per seguire il ritmo della musica. Aveva collegato il suo iPod, e io lo sollevai per vedere cosa stesse suonando. Una canzone che non conoscevo, qualcosa di lento e sdolcinato. Mi fece venire in mente un ballo lento e un pesante profumo di fiori, lucette sfavillanti che si agitavano al di là di una zanzariera. Quel genere di cose. Musica sexy.
Mi domandai se l’avesse scelta di proposito o fosse una coincidenza.
Quando arrivò la canzone successiva, piuttosto simile, immaginai che avesse fatto una playlist. Rimisi a posto l’iPod.
Alla luce che proveniva dal cruscotto, gli occhi di Meredith brillavano.
Li tenne sulla strada, dopo avermi scoccato un’occhiata velocissima. «Ho bisogno dell’indirizzo.»
«Dall’altra parte del ponte di Market Street, verso la Diciannovesima Strada, vicino alla biblioteca. Ti guido io.»
Sospirai. Le sue dita tamburellavano nervosamente. Proseguimmo in silenzio, a parte quando le davo indicazioni, finché non si fermò di fronte a casa mia. Quando spense il motore, la musica non si fermò, ma la luce si affievolì. Restammo sedute nell’oscurità ad ascoltare una donna che cantava del desiderio.
Non dissi niente.
Quando la canzone finì, Meredith spinse il pulsante per spegnere lo stereo. Il silenzio era più forte di quanto lo fosse stata la musica. Si voltò verso di me, e il suo profumo mi investì dolcemente nello spazio angusto.
«Charlie e io è un po’ che ne parliamo, ma è difficile, sai. Trovare qualcuno.»
«Scommetto che non sia così difficile.»
Anche la sua risata suonò nervosa. Trovai che la Meredith che non sapeva cosa farsene del suo fascino e della sua dolcezza fosse un po’ sconcertante. «No, se non hai degli standard.»
«Sono felice di sapere che corrispondo ai tuoi standard» dissi a bassa voce.
«Ma non vuoi farlo.»
«Non l’ho neppure mai incontrato, Meredith.»
«Lo puoi incontrare prima. Ovviamente.» Si fece un po’ più vicina, piccolo raggio di luce che brillava dalla strada. Si fermò, e sorrise. «Non hai detto di no.»
Non avevo deciso di dire no. «Voglio sapere perché.»
«Perché tu?»
«Perché vuoi che un’altra donna si scopi tuo marito, prima di tutto.»
«Perché penso che a lui piacerebbe» disse lei.
«E a te?»
Lei mi guardò inclinando la testa e studiandomi. «Voglio osservarlo con un’altra donna. È una fantasia, okay? Questo lo puoi capire?»
«Certo. Ovviamente.» Probabilmente meglio di quanto lei sapesse. «Non sei preoccupata?»
«Di cosa?»
«Che questo crei dei problemi. Un sacco di persone non riescono a sopportare di guardare qualcuno che amano con qualcun altro. Pensano di poterlo fare, ma non possono.»
«Ne abbiamo parlato. Io starò bene.» Sembrava di nuovo forte, non nervosa, e il sorriso era tornato a sollevarle gli angoli della bocca. «Voglio osservarlo fare sesso orale con un’altra donna e farla venire. Credo che sarebbe eccitante.»
Mi si seccò un po’ la gola. «Okay. Perché me?»
«Perché sei sexy come il peccato. Perché penso che saresti in grado di farlo senza farlo sembrare troppo strano.»
«Perché sono spregiudicata.»
«Perché sai cosa vuoi, e te lo prendi, Tesla.»
«Ne avete parlato molto, immagino. Con Charlie?» Non sapevo come sentirmi in proposito. Lusingata? Forse diffidente. E un bel po’ eccitata.
Il marito di Meredith faceva l’amore con lei. E scoparmelo, be’, poteva essere quanto di più vicino sarei mai arrivata a sapere che sapore aveva lei. Ma, ancora, non riuscivo a convincermi ad acconsentire.
«E ora ne sto parlando con te.» Si spinse ancora più vicina, e quel soffio di profumo mi colpì in viso, entrandomi dentro a ogni respiro. «Dimmi che non sei terrorizzata da questo, Tesla.»
Ci voleva ben più di una proposta per spaventarmi, ovviamente, ma mi toccava che Meredith fosse preoccupata. «Non sono terrorizzata. Solo sorpresa, tutto qui. E lusingata, credo.»
Il suo sorriso si allargò un po’ di più. Non disse niente, e il silenzio crebbe nello spazio tra noi finché non mi sentii in dovere di romperlo con qualcosa di intelligente o sagace, se solo fossi riuscita a pensare a qualcosa da dire. Non c’era niente che potessi darle, se non un sorriso, in risposta, ma a Meredith non sembrava importare.
«Sarebbe divertente» disse lei. «Te lo assicuro.»
L’avevo già sentita.