Troiano
A un dito di buio dall’alba, si infila
in un abito da donna rosso. Fiamma impigliata
in uno specchio largo come una bara. Acciaio gli balugina
in fondo alla gola. Un lampo, un asterisco
bianco. Guarda
come danza. La carta da parati blu-livido si sfalda
a fare uncini mentre lui vortica, l’ombra
testa-di-cavallo proiettata sulla famiglia
nei ritratti, vetro che si spacca sotto
la sua macchia. Si muove come qualsiasi
altra frattura, rivelando le porte più brevi. L’abito
attorno gli si fa petalo come la buccia
di una mela. Come se le loro spade
non si stessero affilando
dentro di lui. Questo cavallo con la faccia
d’uomo. Questa pancia piena di lame
& di bruti. Come se danzare potesse impedire al cuore
del suo assassino di battergli
sotto il costato. Con che facilità un ragazzo in abito
da donna rosso come occhi chiusi
svanisce
coperto dal suono del proprio
galoppo. E come correrà il cavallo finché non romperà
in clima – in vento. Lo vedranno
limpidissimo
quando la città brucerà.