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In principio…

“Queste parole sono una sberla da parte dell’Universo perché tu apra finalmente gli occhi sul tuo vero potenziale, ti decida a smetterla di martellarti le palle e ti butti anima e corpo nella tua vita.”

Ti sei mai sentito come un criceto sulla ruota, che passa la vita a correre e sbattersi freneticamente, ma in un modo o nell’altro non va da nessuna parte?

Per tutto il tempo sei assorbito da un incessante chiacchiericcio interno che va avanti in loop e non si ferma mai: una vocina giudicante che ti ripete che sei un perditempo, o uno stupido, o che non sei abbastanza in gamba. Può darsi che non ti accorga nemmeno di quanto credi a quella vocina e fino a che punto ti logora. Continui a trascorrere le giornate impegnandoti a superare gli stress e le difficoltà, cercando di andare avanti con la tua vita e, ogni tanto, scontrandoti con l’amara consapevolezza che – se non riuscirai a scendere da questa dannata ruota – probabilmente quella felicità che insegui, o quei chili che vuoi perdere, o quel lavoro o quella relazione che desideri tanto rimarranno sempre un obiettivo al di fuori della tua portata.

Queste pagine sono dedicate a coloro che conoscono bene questo tipo di monologo autolesionista: la raffica continua di dubbi e bugie che condizionano e avvelenano la vita quotidiana. Queste parole sono una sberla da parte dell’Universo perché tu apra finalmente gli occhi sul tuo vero potenziale, ti decida a smetterla di martellarti le palle e ti butti anima e corpo nella tua vita.

Vediamo di cominciare con il piede giusto. Ci sono due tipi di conversazioni in cui ci troviamo coinvolti ogni giorno: quelle con gli altri e quelle con noi stessi. Magari sei una di quelle persone che dichiarano: «Io non parlo da solo!». Ma la verità è che la maggior parte delle conversazioni che sostieni ogni santo giorno avviene proprio con te stesso, nella “piacevole” solitudine e nella privacy della tua testa.

Che tu sia introverso o estroverso, creativo o pragmatico, passi una montagna di tempo a parlare con… TE STESSO. Succede mentre fai sport, mentre lavori, mentre mangi, mentre leggi, mentre scrivi, mentre cammini, mentre mandi un messaggio, mentre piangi, mentre litighi, mentre porti avanti una trattativa, mentre fai programmi, mentre preghi, mentre mediti, mentre fai sesso (da solo o con un partner), o in qualunque altra situazione ti venga in mente. E sì, succede perfino mentre dormi.

In effetti lo stai facendo anche in questo momento.

Non preoccuparti, non significa che sei pazzo. O, forse, significa che siamo tutti un po’ pazzi. In ogni caso, tutti quanti parliamo con noi stessi, perciò abituati all’idea: benvenuto nel club degli svitati.

Alcuni studi hanno mostrato che generiamo più di cinquantamila pensieri al giorno. Pensa a tutte quelle cose che dici a te stesso e preferiresti non dirti, quelle che poi ti sforzi di dominare o estirpare. Ma, mentre non abbiamo quasi nessun controllo su questi pensieri automatici e reazionari, abbiamo un potere enorme nel decidere a quali di questi pensieri vogliamo attribuire importanza. Non nascono già con un valore predefinito!

I più recenti sviluppi nel campo delle neuroscienze e della psicologia consolidano la teoria che la natura dei discorsi e delle conversazioni che facciamo ha un impatto profondo sulla qualità della nostra vita. Il professor Will Hart dell’Università dell’Alabama ha condotto quattro esperimenti in cui i partecipanti erano chiamati a ricordare e raccontare un’esperienza positiva, negativa o neutra. È emerso che le persone che descrivevano un’esperienza positiva come se fosse ancora in corso, si sentivano effettivamente più positive; e quando parlavano di un’esperienza negativa come se non si fosse ancora conclusa, provavano emozioni più negative. In parole semplici, il linguaggio che usiamo per descrivere le cose che ci capitano determina il modo in cui le percepiamo, le viviamo e le gestiamo, e influenza enormemente l’atteggiamento con il quale affrontiamo la vita e i problemi, piccoli o grandi che siano.

Il legame tra ciò che diciamo e come ci sentiamo è noto da secoli, se non addirittura da millenni. Filosofi come Wittgenstein, Heidegger e Gadamer erano ben consapevoli dell’importanza e dell’influenza del linguaggio nelle nostre vite. Wittgenstein affermava che «[…] l’armonia tra pensiero e realtà è da trovare nella grammatica del linguaggio».

La buona notizia è che gli studi confermano costantemente che un dialogo interno positivo può migliorare immensamente l’umore, rafforzare l’autostima, aumentare la produttività, e fare ancora di più. Molto di più. In effetti, come hanno messo in luce le ricerche del professor Hart, può diventare uno dei fattori chiave per avere una vita felice e di successo.

La cattiva notizia è che è altrettanto vero l’inverso: un dialogo interno negativo non solo può metterci di malumore ma può arrivare a farci sentire impotenti e indifesi. Può far sembrare più grandi i piccoli problemi, e perfino crearne dove prima non esistevano. Ecco la notizia da prima pagina: il tuo dialogo interno ti sta fottendo in così tanti modi che non te li puoi neanche immaginare.

Detto questo, mettiamo bene in chiaro una cosa: anche se questo libro parla di come usare il linguaggio giusto per migliorare la tua vita, NON ti sto suggerendo di abbracciare di punto in bianco il pensiero positivo o le affermazioni motivazionali.

Questi argomenti sono già stati trattati fino alla nausea con diversi gradi di successo e di sicuro non è quello che vogliamo fare qui.

Non ti chiederò di dire a te stesso che sei una tigre per liberare l’animale che c’è dentro di te. Primo, non sei una tigre; e secondo, be’, non sei una tigre. Queste cose possono funzionare per alcune persone, ma io ho un carattere troppo scozzese per crederci. Sentirmi dire di fare questo genere di cose è come essere costretto a forza a ingoiare un secchio di melassa generosamente costellata di zuccherini avanzati dall’anno scorso. Grazie ma no, grazie.

A tutti i “pensatori positivi” là fuori: mi spiace, ma qui la musica sarà molto diversa! Questo libro è concepito per darti un aiuto autentico e giusto per te, che ti proietti ai più alti livelli del tuo potenziale.

LA DIFFERENZA TRA SUCCESSO E FALLIMENTO

«Se le emozioni umane sono determinate in larga parte dai nostri pensieri, allora dovrebbe essere possibile controllare in modo significativo le nostre emozioni controllando il nostro modo di pensare, oppure cambiando quelle frasi interiorizzate – o dialogo interno – con le quali avevamo fondamentalmente creato l’emozione in primo luogo.»

Questa è una citazione di Albert Ellis, uno dei padri fondatori della moderna psicologia. Ellis scoprì che il modo in cui pensiamo alle nostre esperienze e quello in cui ne parliamo modificano ciò che proviamo a proposito di esse. In breve, i nostri pensieri e le nostre emozioni vanno a braccetto.

Inoltre Ellis mise in luce anche il fatto che, spesso, pensiamo in modo completamente irrazionale.

Riflettici: quante volte ti sei detto cose tipo “Sono veramente uno stupido”, “Sbaglio sempre”, “La mia vita è finita”, oppure ti sei rappresentato un problema in modo troppo negativo, per esempio “Questa è la cosa peggiore che mi sia mai capitata”?

Alzi la mano chi, almeno una volta, ha avuto una reazione spropositata di fronte a qualcosa che, con il senno di poi, aveva una reale importanza pari a zero. Okay, puoi riabbassare la mano: le persone intorno a te ti stanno fissando e cominci a sembrare un po’ ridicolo. Se ci ripensi, ti accorgerai che, proprio un attimo prima di quella reazione eccessiva e apparentemente immotivata, avevi avuto un “attacco” di dialogo interno negativo e… BOOM! Sei esploso e tanti saluti a tutti.

Alcune delle cose che diciamo e facciamo non sono particolarmente razionali, ma a quanto pare le diciamo e le facciamo lo stesso. Inoltre, quando ci lasciamo andare al dialogo interno negativo, anche quello più superficiale, non ci rendiamo mai veramente conto degli strascichi e delle scorie emotive che ci porteremo dietro.

Vedi, il dialogo interno negativo non è sempre offensivo e violento; a volte è più sottile, ma altrettanto debilitante e dannoso. Magari stai lavorando a un progetto e ti dici: “Questa roba è troppo difficile. Come faccio se non riesco a finire in tempo?”; oppure cominci a preoccuparti di tutti i modi in cui potresti “combinare un casino”, il che ti lascia in uno stato di ansia e agitazione. A volte il discorso interno negativo porta alla rabbia, alla tristezza o alla frustrazione, e queste emozioni possono manifestarsi in altri momenti e situazioni che apparentemente non c’entrano nulla.

Questo genere di dialogo interno non ti rende certo la vita più facile. Più ti ripeti quanto sia difficile un compito, più difficile esso ti sembrerà. Purtroppo, siccome siamo costantemente sottoposti a questo flusso di pensieri automatici e ci siamo assuefatti alla voce critica che parla nella nostra testa, spesso non ci rendiamo conto di quanto tali pensieri negativi influenzino il nostro umore e il nostro comportamento in ogni momento. E il risultato è che finiamo con il fare certe cose e non fare quelle che ci suggerirebbe la nostra mente razionale.

Facciamo un semplice esempio: prenditi un minuto per riflettere sui lavori domestici di ogni giorno che temi e rimandi di più, solo perché nella tua testa li hai fatti diventare peggio di quello che sono veramente. Magari evitiamo di sbrigare faccende semplici come piegare il bucato o svuotare la lavastoviglie, mentre in realtà richiedono poco tempo e poco sforzo. Quando ci portiamo dietro un numero sufficiente di questi piccoli fastidiosi blocchi, è facile che vadano ad accumularsi con i problemi più grossi e seri, finché non ci ritroviamo schiacciati e sfiniti dalla vita.

Perché facciamo resistenza contro certe cose? A proposito di questi compiti portiamo avanti un dialogo interno che è saldamente radicato in una visione negativa. Pensa alla tua vita e individua qual è la tua “inceppatura”: capirai di cosa sto parlando. Soffri di un caso piuttosto serio di blocco da dialogo interno!

COME IL LINGUAGGIO CAMBIA LE NOSTRE VITE

Le parole che diciamo non ci influenzano solo nel momento in cui le pronunciamo. Possono penetrare nel nostro subconscio fino a essere interiorizzate, modificando il nostro modo di pensare e i nostri comportamenti nel lungo periodo.

Nella realtà di ogni giorno, il modo in cui parliamo con noi stessi e con gli altri plasma istantaneamente la nostra percezione della vita, e questo ha un effetto diretto sul nostro comportamento in quella situazione. Se sottovaluti l’importanza delle percezioni lo fai a tuo rischio e pericolo! E peggio ancora è vivere con l’illusione di non averne.

Se di tanto in tanto ripeti quanto sia ingiusta la vita, comincerai a comportarti in modo coerente con questa visione delle cose, scorgendo dei torti dove non ce ne sono oppure, come è stato dimostrato da alcuni studi, impegnandoti di meno nel tuo lavoro perché tanto hai già stabilito che è inutile e non otterrai nulla. Nel giro di poco tempo quella percezione di ingiustizia diventerà la tua realtà.

D’altro canto, una persona convinta che il successo sia sempre dietro l’angolo non solo si darà da fare per raggiungerlo, ma si sentirà motivata, galvanizzata e consapevole di esserlo, agendo sempre in base a quella visione di fondo.

Siamo chiari: credere che avremo successo è solo uno – per quanto importante – dei fattori che porta a raggiungerlo. Allo stesso modo, è possibile realizzare grandi cose senza avere tale convinzione, però arrivarci sarà un po’ più dura.

Se sei preoccupato perché senti di non avere in te quel tipo di convinzione, CONTINUA A LEGGERE!

Marco Aurelio, filosofo stoico e imperatore romano, affermò: «Ecco una regola da ricordare in futuro, nelle occasioni in cui qualcosa potrebbe condurti all’amarezza. Non dire: “Questa è una sventura”, ma “È una grande fortuna saperla sopportare degnamente”».

Determinare il modo in cui pensiamo ai nostri problemi, e quello in cui ne parliamo, è interamente in nostro potere. Un problema può essere una sgradevole complicazione oppure un trampolino di lancio. Può frenarci e limitarci, oppure darci lo slancio.

In effetti, i filosofi stoici come Marco Aurelio erano convinti che gli eventi esterni non abbiano alcun potere su di noi. Siamo noi a creare la nostra realtà con la nostra mente.

«Rifiuta la tua percezione della ferita e la ferita stessa sparirà.»

Prenditi qualche minuto per riflettere su questa affermazione.

Fino a che punto sei disposto a considerare l’idea che la tua vita sia come è non a causa delle circostanze e delle situazioni in cui ti sei trovato ma perché il discorso interno negativo ti trascina giù come una zavorra? E che le tue convinzioni su ciò che sei o non sei in grado di fare siano influenzate molto più direttamente da alcune reazioni del tuo subconscio piuttosto che dalla realtà della vita in sé?

Se continui a guardare là fuori (fuori dalla tua testa), alle circostanze esterne, e continui a sforzarti febbrilmente di liberartene, continuerai a ottenere sempre lo stesso risultato. Nessuna forza, nessuna gioia, nessuna energia.

Nel migliore dei casi, ti troverai su un’altalena di successi e delusioni, felicità e angoscia. A volte le circostanze della vita non cambiano: può capitare che le situazioni ristagnino e si cristallizzino. E se quell’obiettivo che ti stai sforzando di raggiungere – quella cosa che sei sicuro ti renderà più felice, più sicuro di te, una persona migliore – non dovesse realizzarsi? Che succederebbe allora? E, se anche un giorno dovesse realizzarsi, cosa ne sarebbe della tua vita da oggi fino a quel giorno?

Questo libro esigerà che tu cerchi una risposta a queste domande, non là fuori ma dentro di te. Non devi trovare la risposta, tu sei la risposta. Come ho ripetuto tante volte ai miei clienti, molte persone passano la vita in attesa che arrivi in loro soccorso la cavalleria, e per tutto il tempo non si rendono conto di essere loro stesse la cavalleria. La tua vita sta aspettando che tu finalmente ti faccia vivo.

“Non devi cercare la risposta, tu sei la risposta.”

RI-PROGRAMMA IL TUO CERVELLO, UNA PAROLA ALLA VOLTA

Tutti questi discorsi a proposito del nostro subconscio non sono un mucchio di psico-fuffa.

Gli scienziati hanno dimostrato che i nostri pensieri possono effettivamente modificare la struttura fisica del cervello. La scoperta di questo fenomeno, detto “neuroplasticità”, sta rivoluzionando il modo in cui concepiamo la mente umana.

A mano a mano che viviamo nuove esperienze e apprendiamo nuove cose, il nostro cervello continua a riorganizzare le sue reti di neuroni che controllano come pensiamo e ci comportiamo. La cosa fantastica è che possiamo intenzionalmente indirizzare i nostri pensieri per modificare queste strutture neuronali a nostro vantaggio. E il modo più facile per dare forma a questi pensieri è attraverso un discorso interno consapevole, deciso e risoluto. Il tipo di discorso che “va dritto al sodo” e ti fa prendere il controllo della tua vita.

Proprio come formiamo le nostre abitudini ripetendo una certa azione finché non diventa “automatica”, possiamo usare un linguaggio forte e assertivo per creare, nel tempo, un cambiamento duraturo nella nostra vita. Non si tratta semplicemente di “pensieri positivi” (non è ancora il momento di stappare lo champagne): l’obiettivo è andare a modificare la struttura stessa del tuo cervello.

Possiamo determinare le nostre emozioni indirizzando i nostri pensieri. E possiamo dare forma a essi scegliendo con cura e consapevolezza le nostre parole e il genere di linguaggio che usiamo. In sostanza, la parte più grossa del lavoro si riduce a questo: decidere fino a che punto sei disposto a tollerare il tuo attuale atteggiamento mentale, e quanto sei determinato a cambiarlo.

Il primo passo è scegliere consapevolmente di parlare in un modo che ti faccia del bene invece che del male. Usando il giusto tipo di linguaggio e inquadrando i nostri problemi sotto una luce più affrontabile e alla nostra portata, possiamo letteralmente modificare la maniera in cui vediamo il mondo e interagiamo con esso. Hai presente tutte quelle storie che hai letto o sentito sul “creare la tua realtà”? Non solo si può fare veramente ma milioni di persone in tutto il mondo lo stanno già facendo! E il bello è che non si limitano a crearla, ma la vivono e ci interagiscono.

Ricorda, non importa quanto possano essere dure, difficili o stressanti le circostanze in cui ti trovi: come ti approcci a queste circostanze e le affronti sarà il fattore chiave nel determinare il risultato finale. Ancora una volta la risposta è dentro di te, e non fuori.

Il modo in cui parliamo di ciò che ci sta intorno, in cui lo pensiamo e dunque lo percepiamo costituisce le fondamenta stesse della nostra realtà. Per creare la realtà in cui vuoi vivere, comincia gradualmente a portare avanti il genere di conversazioni (con gli altri e con te stesso) che può in effetti dare forma a quella realtà. Un sistema semplice che uso per inquadrare i miei “problemi” di ogni giorno sotto una luce diversa è quello di approcciarli come opportunità: diventano immediatamente aspetti della mia vita che sfrutto per imparare qualcosa e crescere come persona. E io mi trasformo dal solito vecchio me stesso che reagiva automaticamente con fastidio e frustrazione in una persona aperta al nuovo e pronta a impegnarsi attivamente.

APPROCCIO ASSERTIVO VERSUS APPROCCIO NARRATIVO

E come diavolo si fa a creare la propria realtà? Cambiando il discorso interno: da un’incessante narrazione (in cui ti racconti di te stesso, degli altri e della vita; un flusso di opinioni e giudizi) bisogna passare a un atteggiamento assertivo, in cui ti scrolli di dosso tutto il “rumore di fondo” e affermi il tuo potere sulla vita, qui e ora.

Uno dei principali errori che commettiamo è quando parliamo di quello che faremo o di chi diventeremo. E peggio ancora quando usiamo verbi come “dovrei” o “proverò”! Inconsciamente stiamo già determinando il momento in cui quella certa cosa succederà, e di sicuro non si tratta del momento presente.

Una delle ragioni per cui abbandoniamo i buoni propositi per l’anno nuovo è che in genere sono formulati descrivendo qualcosa che faremo in futuro, e quindi non adesso. E troppo spesso cominciano con dichiarazioni su qualcosa che in futuro non faremo più, il che in un primo momento ci fa sentire carichi ed entusiasti ma completamente spompati quando, inevitabilmente, arriva il momento in cui la realtà ci prende a schiaffoni. Allora ti ritrovi lì, solo, al centro dell’enorme cratere lasciato nella tua vita da quel comportamento a cui, in teoria, avresti dovuto “mettere fine”. Sono proprio quelli i momenti in cui il tuo dialogo interno si scatena nel peggiore dei modi. Che cosa succede se ti eri ripromesso di perdere peso e ti prende una voglia pazzesca di pizza, o se avevi deciso di mettere da parte qualche risparmio e di colpo ti trovi davanti, in saldo, quella giacca senza la quale non puoi vivere? Come si fa a gestire quei momenti di tentazione, quando l’entusiasmo iniziale è sfumato e i vecchi schemi mentali riemergono con forza? Che cosa puoi fare in alternativa?

Passare a un discorso interno assertivo significa rivendicare il controllo di questo momento, qui e ora. Significa cominciare a usare frasi come «Io sono…», «Io accolgo…», «Io accetto…» o «Io affermo…» – tutte scelte linguistiche che esprimono forza e autorevolezza – lasciando perdere l’approccio narrativo di «Farò…» o «Ho intenzione di…».

Usare un linguaggio assertivo, parlare al tempo presente, non ha solo un potente impatto fisiologico e psicologico, ma anche un effetto molto concreto nell’attimo stesso in cui lo facciamo. C’è una differenza enorme tra dire «Sono inarrestabile» e «Sarò inarrestabile». La prima affermazione interviene in questo preciso momento della tua vita, mentre la seconda suona più come una descrizione di qualcosa che accadrà in futuro e non di una situazione presente. Il nostro percorso ti richiederà di sperimentare l’uso del linguaggio assertivo nella tua vita quotidiana, e di accorgerti da solo quando starai ricadendo nell’approccio narrativo.

COME USARE QUESTO LIBRO

In questo libro troverai la mia personalissima selezione di affermazioni positive mirate a rafforzarti, rivitalizzarti, risollevarti e incoraggiarti a prendere attivamente in mano la tua vita, giorno per giorno.

Leggerai anche alcune citazioni di celebri personaggi storici e filosofi, e alcuni dati tratti da ricerche scientifiche: li ho inclusi a sostegno del mio approccio ma non a titolo di dimostrazione definitiva. Certo, sono i benvenuti, ma l’unico modo efficace per leggere questo libro e interagirvi è esplorarlo da sé, provando in prima persona quello che dico. Prenditi il tempo per riflettere, valutare e sperimentare sulla tua pelle. Non c’è conoscenza più grande di quella che hai verificato su te stesso, nella tua esperienza.

Se prenderai le pagine che seguono come un test personale e non come un contenuto da giudicare, potresti ritrovarti a vivere l’esperimento più radicale a cui ti sia mai sottoposto, in grado di cambiarti la vita. Alcuni passaggi del libro ti sfideranno, altri ti daranno fastidio, ti scombussoleranno o ti esaspereranno. Va bene, riprenditi e continua a leggere. È come in un bel film: alla fine i conti tornano e si capisce tutto!

Se sei una persona che si offende facilmente, smetti di leggere adesso e regala questo libro a qualcuno che conosci e che pensi potrà beneficiarne.

Spero che questo libro ti aiuterà a comprendere la complessità e il potere del discorso interno, e a imparare a utilizzarlo come una forza positiva nella tua vita. Non andremo ad approfondire troppo le capacità creative e distruttive del linguaggio, ma ti farai comunque un’idea dei modi in cui le tue esperienze di vita sono formate e plasmate dai tuoi pensieri di ogni giorno e dai discorsi interni che porti avanti.

Queste pagine ti chiederanno di riflettere; di mettere cognitivamente in relazione, in modo concreto e consapevole, il tuo linguaggio e le tue emozioni con la tua vita quotidiana; di esplorare i vasti orizzonti dell’esistenza che ti si presentano quando cominci a comprendere il magico legame tra il modo in cui parli e quello in cui ti senti.

Ti consiglio di leggere armato di post-it ed evidenziatori, o di utilizzare qualsiasi altro metodo per sottolineare e ritrovare i passaggi che ti risveglieranno dentro qualcosa di particolare. Detto ciò, ho concepito questo libro perché risulti accessibile e utile al maggior numero possibile di persone. Ciascun capitolo, pur facendo parte dell’insieme, ha senso anche letto da solo, perciò puoi saltare avanti e indietro quanto ti pare. Sfoglia questo libro fino a consumarlo, fruga tra le righe alla ricerca di quello che ti serve per fare davvero la differenza nella tua vita, finché le pagine non saranno sciupate e sfinite dalla tua fame di cambiamento.

Andando avanti con la vita di tutti i giorni, probabilmente non avrai più bisogno di infilare il naso qui dentro (anche se potrebbe succedere, e va benissimo): quello che vorrei è che tu prendessi queste idee come punto di partenza ogni volta che ti troverai bloccato o ti servirà una scossa rivitalizzante.

In quei momenti di crisi, tuffati a capofitto qui dentro, attingi da queste pagine e libera il te stesso che il mondo non ha ancora visto!

Buona lettura.