28. PIÙ CHE I FIDATI CANI, I MIGLIORI AMICI DELL’UOMO SONO I MICROBI

LE NUOVE TECNOLOGIE NASCONDONO SEMPRE ILLUSIONI E UMANA IGNORANZA

Viviamo in un mondo microbo-fobico, solo perché ci è stato insegnato per decenni che microbi e germi sono i nostri acerrimi nemici. L’ignoranza può giocare brutti scherzi.

Tutto è cominciato coi primi microscopi (nuove tecnologie di quei tempi) e con Luigi Pasteur.

Ma, col passare del tempo e con l’incremento e l’affinamento delle nostre conoscenze scientifiche, stiamo imparando che i microbi non sono antagonisti, mentre i veri nemici acerrimi dell’uomo sono la stupidità umana e la corruzione.

Sapevate che tutte le cose che vivono nel mondo fanno parte di un programma della natura?

Tutte le cose della natura in genere si aiutano. Gli alberi da frutta aiutano uomini e animali.

Le foglie degli alberi purificano l’aria.

Le foglie e le piante che muoiono arricchiscono i terreni. I microbi, da sempre preziosi e indispensabili amici dell’uomo, aiutano gli esseri viventi agendo come spazzini invisibili, dove spazzare significa sbarazzarsi delle cose morte. Persino dei pezzi di ferro prodotti dall’uomo, vengono lentamente disintegrati dai batteri in piccoli residui. Come i loro parenti più grandi, moscerini, mosche, scarafaggi, mangiano il cibo, cioè i nostri rifiuti, e lo trasformano in prezioso humus.

Milioni e miliardi di cellule morte o morenti e indebolite devono essere rimosse dal corpo in tutti i momenti e senza sosta. Se rimanessero dentro il nostro corpo sarebbe come non portare fuori l’immondizia per cui soffocheremmo subito. Ecco dunque dove appaiono e dove si sviluppano in proporzione i microbi. Essi assorbono e si nutrono delle cellule consumate (o virus o detriti cellulari), e non ovviamente di quelle sane, e passano la loro materia digestiva nella circolazione sanguigna che poi viene portata ai reni e alla espulsione. I microbi hanno un gran da fare e meritano rispetto e ammirazione. Come non bastasse, se mangiamo cibi sbagliati o cibi inutili o cibi in eccesso che non ci servono, i microbi ci pensano loro ad assorbirli come scarti. Dentro di noi, in simbiosi con noi, c’è sempre un grande esercito di microbi pronti a intervenire per mantenerci sani e puliti.

Quando i microbi vengono sopraffatti, perché abbiamo mangiato troppo o dormito male, o fatto poco movimento, o respirato fumo attivo e passivo, o mangiato cose sbagliate, scatta l’emergenza e la malattia, e i microbi devono moltiplicarsi velocemente in proporzione alla lotta da sostenere, sorretti ed accompagnati dall’altro strumento divino e intoccabile che è la febbre.

Il creatore ci ha costruiti bene in ogni dettaglio, dotandoci pure di questi instancabili assistenti ecologi naturali. Rispettare e amare i microbi significa comprendere e ammirare la grandezza del divino massimo costruttore.

Quanta manifestazione di superbia, quanta imperdonabile smania di grandezza, quanta cieca presunzione, quanta mancanza di umiltà, quale precario concetto di scienza, quale bassa irreligiosità, quali mediocri e imprudenti scelte operative, nella filosofia, nelle intenzioni, nelle tendenze della medicina di ieri e di oggi, nella sua inarrestabile corsa verso le cosiddette nuove tecnologie.

Il quadro sopra delineato mette in nudo e insanabile contrasto la realtà della natura e la follia a tinte fosche delle scelte mediche, basate da sempre su terrorismi ideologici e vaccinazioni, guerre antibatteriche e antivirali a base di mine vaganti, di bombe defolianti e al napalm per stanare-distruggere-annientare nemici immaginari e nemici inesistenti.

L’uomo in camice che pretende di sostituirsi ai processi intoccabili della natura, che si sente maturo e abile per fare il dio e intervenire e creare e modificare, attaccare e rimpiazzare, tagliare e ricucire, mentre in realtà, a parte qualche casuale sprazzo di luce, sguazza tuttora nella più nera ignoranza.

Gli Hunzakuts o Hunza vivono nel Nord Pakistan, mentre i Vilacabambas abitano sulle montagne sudamericane dell’Ecuador. C’è qualcosa che li accomuna. È piuttosto normale per loro vivere fino a 140 anni, con alcuni che raggiungono i 160, pur fumando qualche sigaro e cibandosi a volte di sostanze sbagliate, per cui è lecito pensare a margini di migliorabilità verso i 200 anni. I segreti sono l’acqua sorgiva di alta montagna, leggera e quasi priva di minerali, aria pura, niente elettricità, niente campane e inquinamento acustico, sonni lunghi e tranquilli, in pace con se stessi, nessuna spinta a correre qua e là come gente pazza o gente morsa dalla tarantola, alimentazione essenzialmente fruttariana-vegetariana, basata sulla conservazione della frutta essiccata al sole per i periodi invernali.