30. I PRINCIPI BASILARI DELL’IGIENISMO SONO UNIVERSALI E SENZA TEMPO

Sulla falsariga di Shelton si sono mossi in America molti ricercatori capaci. Il dr. Alan Immermann, col suo testo Health Unlimited, è uno di questi. Una vera rivoluzione ha preso il via 150 anni fa negli Usa ed è tuttora in corso. Nessuno nella storia è stato mai capace di dare una definizione più chiara della salute, e dei mezzi per raggiungerla e conservarla, di Herbert Shelton, esordisce Immermann, pagando il suo giusto tributo al maestro igienista.

Uno dei più cruciali fabbisogni del corpo è un riposo e un sonno ristoratore sufficiente.

Esiste una naturale e universale tendenza verso la salute da parte di tutti gli organismi vegetali e animali, e questo principio non ha eccezioni. La salute è una normale condizione di vita quando le sue regole vengono rispettate.

Molta gente crede che la soppressione dei sintomi significhi restaurazione della salute, mentre i sintomi sono solo dei messaggi e non malattie da combattere.

I principi base di una filosofia salutista sono ben chiari e scolpiti sulla pietra:

1 La guarigione è un processo del corpo. La guarigione è un processo condotto dal corpo e solo dal corpo. Qualsiasi terapia che modifichi o interrompa i sintomi è fallimentare già in partenza, visto che non va mai ad intaccare le reali cause di tali sintomi.

2 Il corpo agisce sempre a suo favore. Il corpo agisce sempre e solo nel suo migliore interesse. Se decide al limite di precipitare verso il declino e la degenerazione cancerosa, significa che non gli abbiamo dato migliori possibilità e che quella, per quanto tragica, è la via più abbreviata e tutto sommato meno dolorosa.

3 Gli effetti a breve sono in genere opposti agli effetti di lungo periodo.

4 I farmaci e la chirurgia solo come ultimissima risorsa. I farmaci e la chirurgia dovrebbero essere usati solo come ultima risorsa di emergenza. I farmaci non costruiscono salute ma sopprimono solo i sintomi.

Restano sempre validi i concetti di tossiemia sviluppati alle origini dell’igienismo da John Tilden, per i quali la tossiemia è il risultato di una accumulazione di sostanze chimiche intrattabili, costituite da arsenico, piombo, lisciva, mercurio, asbesto, veleni botulismici, cadaverine, e così via.

Il corpo non ha alternative o vie di mezzo, se non bruciare, utilizzare o eliminare una determinata sostanza.

La tossiemia è uno stress giornaliero che debilita il corpo e lo conduce a un esaurimento generale chiamato enervazione o sfinimento. Il corpo diventa troppo debole per eliminare le sue tossine interne. Bloccandosi tale eliminazione si va a una ritenzione patologica di tossine oltre il limite di accettabilità e di tolleranza, e i sintomi sono starnuto, tosse, vomito, diarrea, secrezioni epidermiche, urina scura. Se tali condizioni permangono per lungo tempo, si sviluppa una malattia cronica, definita infiammazione.

Infiammazione come reazione di un tessuto vivente a una offesa ricevuta, ma anche come sforzo guarente, dove il corpo cerca di bruciare mediante febbre qualche tossina chimica, e dove la cosa migliore da farsi è il completo riposo fisiologico del corpo e dello stomaco (digiuno).

Qualsiasi malattia terminante in ite sta a indicare un processo infiammatorio. La gastrite è infiammazione dello stomaco, l’artrite è infiammazione delle giunture, e così via.

La medicina, incredibilmente, continua a pensare che l’infiammazione stessa sia il problema, la malattia da curare e stroncare, che il dolore in sé sia l’obiettivo da colpire, e non la motivazione causativa del dolore stesso. Tonnellate di farmaci anti-infiammatori vengono ingoiati da gente sofferente tutti i giorni nel mondo intero. Per i medici, scomparso il dolore significa che l’infiammazione se ne è andata e il corpo è guarito, che hanno svolto con abilità il loro lavoro e che non esistono più problemi.

Nello sforzo guarente dell’infiammazione il corpo invia tramite il sistema immunitario globuli bianchi nell’area irritata e queste cellule difensive rilasciano potenti enzimi che distruggono le tossine irritanti. L’infiammazione è una attività salubre. Qualora tale azione non basti, il corpo mette in moto una eliminazione alternativa ed aggiuntiva, quale vomito, tosse, muco dal naso, diarrea, sudore dalla pelle, al fine di eliminare al più presto le pericolose tossine che altrimenti potrebbero danneggiare i reni.

Il fegato filtra le tossine fuori dal sangue e le scarica attraverso le condutture della bile nella parte alta dell’intestino tenue. Oppure, quando il veleno è più grave, il corpo può scegliere di risparmiare irritazione anche a questa area e di spingere la sostanza tossica più in alto allo stomaco, per una espulsione violenta e dolorosa quale il vomito.

Quando si tossisce succede che sono i polmoni a cercare di ripulirsi. Quando c’è diarrea sono gli intestini alla ricerca di uno scarico di questi materiali indesiderati.

I sintomi dolorosi e gli sforzi di purificazione interna vengono erroneamente considerati dalla maggioranza dei medici come la malattia da contrastare, e la soppressione dei sintomi impedisce lo svolgersi del processo pulente, illude si essere guariti e impedisce in pratica di guarire.

Le tossine irritanti, se non trovano sbocchi rapidi verso l’esterno, producono micidiali danni quali distruzione di tessuti e ulcerazioni, dove il corpo non riesce a fabbricare abbastanza cellule riparatrici e sostitutive. A quel punto non resta altro da fare per il corpo che ricorrere alla produzione di tessuto cicatrizzante, che porta a indurimento e fibrosi. Se non ci si sottrae al più presto da questa situazione, la patologia procede rapidamente verso forme fatali di tipo cancerogeno. La maggior parte delle malattie può essere capita e interpretata utilizzando questo modello regalatoci dall’igienismo.

La causa che sta sotto ogni cardiopatia è l’arteriosclerosi, ovvero una patologica formazione di grasso e colesterolo nei vasi sanguigni. Carni, uova e latticini sono i maggiori colpevoli riconosciuti, per il loro alto contenuto di grassi saturi e di colesterolo. C’è da chiedersi se il frequentissimo by-pass chirurgico delle coronarie sia assolutamente necessario per rimuovere i vasi intasati. La risposta è no, dato che il corpo possiede la tremenda capacità di rimuovere i depositi di grasso già formati, contrariamente a quanto pensato anni fa. Recenti studi confermano che il colesterolo è mobile e che si muove dentro e fuori i depositi con frequenza. Ciò è provato dalle esperienze digiunistiche, dove bevendo solo acqua distillata c’è un inaspettato incremento di colesterolo nel sangue (proveniente chiaramente dalla rottura dei depositi all’interno dei vasi).

L’ipertensione non ha percorsi a tappe come il cancro. Non presenta sintomi. È un killer silenzioso. Può persino succedere che uno non si renda nemmeno conto di essere iperteso, fino a quando un devastante collasso al cuore lo sorprende. Misure preventive sono l’eliminazione radicale del sale evidente e nascosto, e il consumo di forti regolari quantitativi di potassio, da frutta e vegetali.