12. OGNI TANTO QUALCOSA DIVERO TRAPELA, COME CHE LE PATATINE KILLER UCCIDONO
Per fortuna che non tutti sono corrotti e non tutti sono mediocri, per cui a volte, in mezzo a una montagna di bugie e di falsità, qualcosa di vero trapela. Interessante leggere in prima pagina sul quotidiano La Stampa di Torino, in data 8 agosto 2005, a firma di Paolo
Mastrolilli, che le patatine fritte provocano il cancro, la Coca-Cola provoca il diabete e gli hamburger sono oltremodo devastanti per i ragazzi, e che bisognerebbe portare in tribunale i fabbricanti di questi veleni.
Il ministro della Giustizia della California, Bill Lockyer, ha presentato nei giorni scorsi una causa contro nove catene di fast-food e snack, chiedendo al giudice di costringere McDonald’s, Burger King, Wendy’s e compagnia a scrivere sui loro prodotti che le patatine arrecano grave danno alla salute. Un po’ come avviene per le sigarette. Lo ha fatto perché gli scienziati hanno scoperto che le patatine contengono acrilamide, una sostanza chimica generata dalla cottura dei cibi ad alta temperatura, che causa il cancro.
Non sto dicendo – ha spiegato il ministro del governo Schwarzenegger – di non mangiare più le patatine: so per esperienza che sono buone. Però il pubblico deve essere informato sui pericoli.
Una storia simile è capitata nel Delawere, dove le scuole hanno limitato la quantità di bevande come la Coca-Cola consumabili dagli studenti, perché favoriscono diabete ed obesità, che sono le peggiori malattie del momento. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, cioè l’ufficio federale delle statistiche sanitarie, un americano su quattro è soprappeso, fra cui ben 9 milioni di ragazzi.
Per questa stessa ragione, gli hamburger di McDonald’s e di altri fast food, le french fries e le cole, sono stati denunciati varie volte in tribunale.
Ma queste non erano le prelibatezze simbolo della cultura gastronomica Usa?
Si capisce quando queste sostanze vengono attaccate da uno snob europeo, o dal movimento igienistico naturale, o da un sovversivo americano come Morgan Spurlock, autore del cult-movie anti McDonald’s Supersize me (super-ingrassami, super-dimensionami). Ma cosa ci fa in tribunale il ministro della Giustizia californiano?
Questa è un’altra dimostrazione della grande libertà esistente negli Usa, dove accanto alle massime industrie del male e dell’indigesto convivono anche centri culturali e persone e governanti liberi di criticare in modo feroce, liberi di scrivere e pubblicare dati e opinioni di opposizione frontale e drammatica ai giganti dell’alimentazione spazzatura e dei fabbricanti supermiliardari di farmaci e di integratori vitaminici e minerali.
Questa è beninteso una autentica lezione di civiltà e di democrazia concreta dell’America nei riguardi dei paesi europei ed extra-europei, colonizzati dalla pseudo-cultura alimentare e farmaceutica di stile americano, ma privi nel contempo della possibilità di contrastare con la critica le rispettive degenerazioni locali.
Soltanto degli eroi pronti a immolarsi sull’altare della verità potrebbero ardire a criticare in Italia le industrie del latte e dei parmigiani, dei prosciutti crudi e cotti e dei vini. Ci immaginiamo un ministro che si sogni di denunciare da Roma una qualsiasi industria con 100 o 1000 dipendenti? Significherebbe contestazioni a catena e cortei sindacali inferociti, o interruzioni autostradali e ferroviarie. Senza contare la perdita di voti e di preferenze alle prossime elezioni. Un suicidio politico insomma.
Altro che America. La stessa cosa succederebbe chiaramente in Francia, se qualcuno osasse toccare il Camembert, il Beaujolai e l’acqua Perrier, o in Germania e Austria e Olanda e Danimarca, se qualcuno osasse mettere in discussione la birra.
Una lode sperticata e giusta dunque per Bill Lockyer e per lo stesso Arnold Schwarzenegger.