36. LA NATURA DELLA MALATTIA

LA CULTURA MEDICA DELLA MALATTIA E LA CULTURA IGIENISTICA DELLA SALUTE

Siamo noi a costruire il nostro domani, e non ci serve pagare l’astrologo o il mago per sapere quello che succederà. Raccoglieremo semplicemente il frutto che abbiamo seminato.Questa è una delle tante perle, una delle gocce distillate di verità, da parte di John Tilden, padre fondatore dell’igienismo naturale americano.

La salute e la malattia non sono derivate dal caso o dalla fortuna o dalla accidentalità (incidenti stradali o da lavoro a parte). Ognuno di noi è responsabile della creazione della sua salute e della sua malattia. La malattia è sempre tossiemia e intossicazione, ritenzione di tossine nel sangue, nei tessuti, negli organi, nel sistema linfatico. La tossiemia è la causa-base di ogni malattia leggera o grave. La sorgente primaria di tossine arriva dalle nostre stesse attività metaboliche. Questo processo genera un continuo rinnovo di cellule (con 300-800 miliardi di cellule rimpiazzate giornalmente). Le cellule morte sono tossiche per il corpo e devono essere eliminate.

Finché l’energia nervina è sufficiente (in pratica finché siamo sani) il corpo le elimina e si auto-pulisce man mano attraverso i normali canali di eliminazione (polmoni, reni, pelle, intestini).

Se invece l’energia nervina è scadente, o resa tale da avvelenamenti o da droghe, la pulizia cellulare si inceppa e dà avvio ad accumulazione di tossine o tossiemia. La tossiemia causa irritazione cellulare.

Il corpo risponde con una forma di eliminazione compensativa, utilizzando canali eliminativi di emergenza al fine di mantenere un equilibrio cellulare accettabile (esso tende sempre ad auto-guarire, auto-pulirsi, auto-equilibrarsi). Spesso le membrane mucose vengono selezionate quali canali eliminativi, sottoforma di comuni raffreddori o attacchi di tosse.

Questo aspetto benefico della malattia rappresenta un concetto rivoluzionario e alternativo, un punto di vista radicalmente diverso e addirittura rovesciato rispetto a quello della medicina.

La malattia non si deve pertanto combattere con dei farmaci o con altri metodi invasivi, ma deve essere guardata come agente riparatore, come vero medico benefico. La malattia diventa essa stessa la cura o parte della cura, visto che l’altra parte determinante è quella di sbarazzarsi delle cause della malattia stessa, e non dei suoi sintomi. Meglio ammalarsi dunque, dato che tale medico non costa? No, meglio stare sani.

Primo perché i sintomi della malattia sono in ogni caso fastidiosi.

Secondo perché il processo di auto-guarigione, soprattutto nelle malattie gravi e persistenti, preleva energie vitali dalle nostre riserve enzimatiche, accorciando un po’ la vita.

I fattori di indebolimento e di snervatura o esaurimento possono essere mentali (arrabbiature, paure, timori, preoccupazioni, gelosie, invidie, eccitazioni) e fisici (cibo inadatto, aria e acqua contaminate, carenza o eccesso di esercizio, insufficiente sonno e riposo, uso di droghe e farmaci). Questi fenomeni abbassano la capacità del corpo di effettuare a regola d’arte il suo lavoro auto-pulitivo-eliminativo cellulare.

Dalla invenzione del microscopio, l’importanza della patologia è diventata preponderante argomento per lo studente di medicina, l’argomento più importante dei suoi studi. Una prevalenza e una priorità assolute nella cultura della malattia. Al contrario non si è mai pensato a creare delle scuole di salute, né a sviluppare una cultura della salute. Facile concludere che lo studio della salute umana non è il punto forte dei medici, tutti presi a classificare migliaia di sintomi da combattere mediante migliaia di diversi farmaci.