37.  L’UMILTÀ DI ALLINEARSI CON QUELLO CHE FA LA GENTE COMUNE

È chiaro che noi vegetariani e vegani partiamo dal presupposto di essere nel giusto e di voler dare un buon esempio. Non si tratta di presunzione e nemmeno di spocchia, ma di intima convinzione. Ed è naturale che da parte nostra ci sia a volte la voglia di guadagnare approvazione e consenso.

Non ci rinchiudiamo in genere nella nostra piccola torre d’avorio, a crogiolarci nelle nostre verità o, se volete, nelle nostre illusioni. Preferiamo piuttosto misurarci non-stop con chi la pensa in modo diverso, e siamo a disposizione in tutti i momenti per parlare diffusamente e in dettaglio degli argomenti che contano. La nostra è una specie di sfida scientifica continua. Non si tratta di portare avanti un dissidio e un pregiudizio ideologico con i tanti che la pensano in modo diverso. Né si tratta di possedere delle verità assolute o dei dogmi intoccabili. Mettiamo infatti alla prova tutte le nostre teorie e tutte le nostre affermazioni. Amiamo misurarci poi non su argomenti astratti e teorici o sul sesso degli angeli, ma sulle cose concrete. Se diciamo che un cibo fa bene o fa male, non lo facciamo per pregiudizio, ma perché è stato verificato più volte che fa bene o che fa male.

Non chiediamo nè pretendiamo fiducia. Invitiamo invece a verificare direttamente in proprio la veridicità e la logica delle nostre osservazioni.

Nonostante ciò, se ne sentono tutti i giorni delle belle. L’ultima è datata 25/5/07 e proviene dal prof Rino Polci, caro amico di Milano. Ricordati Valdo che bisogna anche avere l’umiltà di allinearsi con quello che fa la gente comune, ivi inclusi i suoi sbagli.

L’osservazione è ottima ed è pure pertinente, per cui lo ho ringraziato di cuore. È con questo tipo di critiche pungenti che si riesce a fare dei passi avanti.

Stare con la gente comune è una cosa bella e giusta, da farsi possibilmente sempre. E qui non ci piove.

Allinearsi invece acriticamente con la maggioranza della gente comune e soprattutto con gli strafalcioni che essa spesso commette, è cosa che non ha senso e prospettiva. Sarebbe come dire che andare contro corrente significhi automaticamente peccare di superbia. Aggregarsi agli altri senza apportare il contributo di quanto pensiamo e sappiamo, e un po’ fare mucchio come le pecorelle nel gregge.

Se siamo davvero esseri intelligenti in continua evoluzione, è giusto e doveroso apportare il nostro contributo di qualità e di critica costruttiva. Il rischio di sembrare superbi, di apparire come esseri toccati dalla luce e dalla verità, esiste davvero, ed è nostro dovere cercare in tutti i modi di scongiurarlo. Ma questo non lo si fa di sicuro accettando acriticamente modi e tendenze errate, come per obbedire al detto: Chi non beve e non mangia in compagnia è un nemico o una spia.