38.  L’IMPORTANZA DEI MODI E DEI TONI

LA NECESSITÀ DI UNA PREPARAZIONE CULTURALE ALL’IGIENISMO

Alessandro e Sabrina sono due cari giovani amici di Tricesimo. Una coppia felice cui è arrivato un favoloso maschietto di nome Andrea. Alessandro ha perso anni addietro entrambi i genitori in un tragico incidente stradale. Così Odilla e Bruno, genitori di Sabrina, tuttora giovani e aitanti, sono diventati un po’ papà e mamma di entrambi, nonché nonni unici del bambino.

Tutto procede al meglio. Eppure le tensioni non mancano. Alessandro è un bravo ragazzo, sportivo, serio, educato. Lui e Sabrina hanno optato da tempo per uno stile di vita vegetariano, e, soprattutto per la loro adorata nuova creatura, stanno lottando a denti stretti contro il mondo intero che tende ad inquinare il piccolo. È un classico. I nonni, gente generosa e civile, vivono in modo tradizionale, e la bistecca, il prosciutto, il pesce entrano normalmente nella dieta.

Siccome la giovane coppia ha pure impegni di lavoro, il bimbo viene talvolta affidato alla nonna.

La Odilla è persona ragionevole e preparata. Non le manca pure una notevole apertura mentale. Non ha però una preparazione igienistica. Del resto chi mai ce l’ha, nel mondo in cui viviamo. Vedendo che il bambino, pur crescendo bene, stenta un po’ coi dentini, e magari non cresce e mette su ciccia come lei vorrebbe (o come le è stato fatto credere), compra qualche vasetto di omogeneizzati e qualche altra pietanza proteica per il suo nipotino.

Come condannarla. Dopotutto, per lei carne significa sostanza, mentre frutta e verdura significano acqua priva di potere nutritivo. Glielo hanno insegnato ed inculcato fin da piccola i suoi genitori. Glielo ribadiscono tutti i santi giorni i medici, la televisione. Non sarà che il piccolo soffre di sottoalimentazione? Nessun dubbio che il suo ragionamento è sbagliato, ma essa merita ugualmente comprensione e rispetto. Ama quel piccolo come fosse suo. Lo adora. È attenta ed affezionata.

Ha comprato quei vasetti per il bene del nipotino, non certo per dargli qualcosa di sbagliato.

Non lo avesse fatto. Alessandro viene a saperlo, e per la prima volta da quando si conoscono, si permette di offenderla: Chi mai ti ha autorizzata a dargli queste schifosità e queste porcherie?

Ferita nel profondo, Odilla si irrigidisce e non parla a Sabrina ed Alessandro per giorni e giorni. Una specie di guerra fredda in famiglia. Questi sono autentici drammi che sconvolgono i cuori delle persone, soprattutto quando si vogliono bene.

Dove sta l’errore? L’inghippo sta tutto nella diversità di preparazione tecnica e culturale all’interno del medesimo ambito familiare. Se due famiglie vivono in case diverse e mangiano in cucine diverse, poco importa se una è vegetariana e l’altra ama la carne. Ognuno si fa i fatti suoi e continuano a vivere in amicizia. Ma quando ci si mette allo stesso tavolo, col bambino amato profondamente da genitori e nonni, e quando nel contempo esistono diversità estreme circa i metodi di alimentazione dell’infante, le insidie non mancano davvero. Per frequentarsi e vivere a stretto contatto serve una certa linearità culturale ed ideologica, nonché unità di intenti. Alessandro e Sabrina non hanno trovato evidentemente il tempo per dare adeguate istruzioni ai nonni, per aiutarli a condividere le loro opinioni e le loro nuove abitudini vegetariane, e così si è arrivati allo scontro frontale. Occorre in questi casi molta pazienza e molto tatto. Il bambino ha bisogno di tutte le migliori attenzioni dei genitori e dei nonni. La vera indecenza di questo episodio non sta nel piatto sbagliato che la nonna vorrebbe dare al bambino, ma nelle informazioni sbagliate con cui i media martellano le famiglie, ed anche nei modi e nei toni innervositi, del tutto inusuali, di Alessandro, che non doveva assolutamente offendere la nonna del suo pargoletto. Un altro motivo di tensione, nella visuale della nonna, è quello di sottoporre il bambino ai traumi delle troppe uscite in auto mirate a visitare amici vicini e lontani, con alcuni rientri a notte fonda. Sabrina e Alessandro sono giovani sui trent’anni e coltivano com’è giusto che sia amicizie e conoscenze, e c’è magari scarsa voglia di restarsene sempre a casa.

Entrambi lavorano e hanno l’auto, e ci sono frequenti inviti da parte di altre coppie con prole che stanno al mare o in montagna. Solo che quando fa troppo caldo l’auto diventa un forno, e quando c’è troppa aria condizionata si trasforma in frigorifero. Avventurarsi poi per le strade trafficate delle vacanze è stressante per gli adulti, figurarsi per un infante.

Insomma l’auto non è il posto migliore per un piccolo in crescita, che avrebbe bisogno di starsene pacifico e tranquillo tra le mura domestiche, anziché essere sbattuto di qua e di là. Odilla dà giustamente molta importanza al fattore ambientale. È giusto essere attenti e rigorosi coi cibi, ultraprudenti o dissidenti con farmaci e vaccinazioni, ma ci vuole un minimo di coerenza anche con tutto il resto. Se togliamo al bimbo la serenità del vivere lontano dal rumore, dall’inquinamento, dalla velocità e dalle frenate, dai sonni irregolari, chiaro che lo si danneggia e che il suo intestino fa le bizze. Pianificare la vita e il tempo libero sulla base delle proprie esigenze egoistiche va bene per una coppia senza figli. Ma quando arriva un bimbo le cose cambiano. Occorre sacrificarsi di più e pianificare le cose in base alle necessità del bimbo e non viceversa, oppure ricorrere in alternativa alle cure amorevoli della nonna che è giovane e in ottima forma. Su questo punto la Odilla ha ragione, anche se Sabrina e Alessandro stanno facendo davvero del loro meglio.