6. COMPOSTI FERRICI E COMPOSTI FERROSI A CONFRONTO NELLA IMPECCABILE DIETA CRUDISTA VEGETARIANA
Tornando ai preziosi 5-7 litri di sangue citati, occorre ribadire tre punti basilari:
a) la essenziale importanza del ferro nel sangue umano;
b) la indispensabile presenza di adeguata sostanza zuccherina, vitaminica ed enzimatica nel sangue umano;
c) la fondamentale necessità di mantenere sempre una ottimale circolazione su tutta la rete, capillari inclusi (e questo obiettivo si raggiunge soltanto mediante diete crudiste vegan).
Il colore del sangue non è che ruggine (ossido di ferro).
Le qualità nutritive del sangue sono indispensabili per una perfetta emoglobina, densa come gelatina al contatto con l’aria, allo scopo di rimarginare le ferite.
Dai cibi naturali (freschi dall’orto o dal frutteto, o al limite da un buon negozio di ortofrutta) si costruisce un buon sangue. Dai cibi junk, dai non-cibi, dai cibi cotti e devitalizzati, dai cibi arricchiti e integrati (che sarebbe meglio chiamare impoveriti e disintegrati), si costruisce un sangue acido e un sangue malato.
Ma i media, le televisioni, le pagine di medicina e di nutrizione, in Italia e fuori, continuano a divulgare, dalle loro tribune autorevoli e privilegiate, informazioni mendaci, raccomandazioni capziose, martellamenti pseudo-scientifici caldeggiati e foraggiati in modo diretto o indiretto dai soliti noti gruppi di interesse.
Spesso si sentono irresponsabili ammonizioni concernenti la dieta vegetariana, la quale richiederebbe – secondo loro – uno stretto controllo medico, specie in relazione a possibili carenze di ferro, di zinco, di calcio, di vitamina B12. È basilare non credere a nemmeno una parola di quanto ci propinano giornalmente mediante video e carta stampata, soprattutto in fatto di salute e di alimentazione, materie totalmente nelle mani di potenti persuasori privi di scrupoli.
È falso che con la dieta vegetariana si rischi carenza di ferro poiché, quando si verificano tali deficienze, la causa è da ricercare non tanto nel quantitativo di ferro ingerito quanto nella disfunzione del metabolismo, nella carenza di calcio e di rame e di altri minerali in forma organica, nella costante scarsità di vitamina C (per la quale la richiesta è assai superiore a quanto creduto per anni), nel poco esercizio fisico, nella cattiva digestione, nell’eccesso di sale, di zucchero, di caffé, di tè, di vino, di cioccolato.
L’essere umano è una perfetta macchina metabolica basata sulla trasformazione dei cibi e sull’auto-pulizia dei residui non aggressivi, sia a livello gastrointestinale che a livello cellulare. Quando la parte avversa cerca di gettare sospetti di malfunzionamenti e carenze minerali-proteiche-vitaminiche nei riguardi di chi evita carne e latticini, non ha ancora capito che proprio tali prodotti rendono intasato a lungo il complesso canale gastrointestinale umano. Si parla nel migliore dei casi di una quarantina di ore, come tempo di assimilazione e di smaltimento, per tutti i tipi di carne e di pesce. I latticini poi, soprattutto se stracotti e se consumati con frequenza, ne combinano di tutti i colori, acidificando pure essi il sangue e togliendo calcio buono dalle ossa (osteoporosi), nonché stendendo un micidiale velo di caseina coagulata e collosa sulle pareti intestinali, inattivando e impedendo così l’assimilazione rapida e incontrastata dei nutrienti da parte dei villi.
È bene ricordare che il minor tempo di permanenza feci nell’intestino crasso, caratteristico del mangiatore di frutta e verdura, previene malattie tipo stitichezza, emorroidi, diverticoliti, affezioni venose (flebiti), cancro del colon, del retto, della vescica. E con questo semplice sistema si assicura anche una assimilazione perfetta del ferro contenuto nei cibi.
Sempre al fine di sdrammatizzare il problema ferro, ricordiamo qui che nell’organismo umano, sempre previdente e attrezzato anche per le emergenze, esistono processi che permettono la fabbricazione di globuli rossi partendo dai vegetali. Il che non sorprende affatto, visto che la clorofilla è stretta parente della emoglobina.
Altro dettaglio importante è che negli alimenti il ferro è contenuto in forma ferrica, e per poter essere digerito, deve essere prima trasformato in forma ferrosa. Questa conversione chimica avviene grazie alla vitamina C (agrumi, kiwi, peperoni, prugne, spinaci, banane, ananas, fragole, rape, ecc.), fermi restando gli ulteriori requisiti di organicità del ferro, che porta sempre a dover optare per l’alimentazione crudista, visto che il ferro organico, sottoposto a cottura assieme al cibo che lo contiene, si trasforma in ferro inorganico non assimilabile, e dunque in una immondizia, in una scoria in più da mandar fuori.