7.  IL SISTEMA IMMUNITARIO, LA VITAMINA C E GLI ANTICORPI

Il nostro corpo è oltremodo previdente e prudente, ed è protetto sia da attacchi in arrivo dall’esterno che da accumulazioni tossiche e virali di origine interna all’organismo. La difesa si realizza grazie ai meccanismi naturali di protezione, come abbiamo visto nel paragrafo precedente. Il più importante di questi meccanismi naturali è il sistema immunitario.

Le vitamine richieste per avere una buona immunità sono la vitamina A, la cobalamina o vitamina B12, l’acido pantotenico o vitamina B5, l’acido folico o vitamina B9, l’acido ascorbico (o vit. C).

Il sistema di difesa immunologica ha il difficile compito di distinguere amici da nemici, di riconoscere e smascherare le cellule estranee o non-self, vettori invadenti di malattia, come batteri e cellule maligne o mutanti, e di dare libero accesso alle cellule amiche e normali definite self.

Il sistema immunitario funziona come una forza di polizia, costantemente intenta a sorvegliare e controllare le cellule difettose e le cellule morenti, a identificare e riconoscere le cellule maligne e mutanti, a marcarle e a distruggerle.

Il complesso vitaminico B, agevolmente assicurato da una alimentazione vegetariana comprendente cereali integrali, legumi, semi oleosi, germe di frumento (per la tiamina o vitamina B1), assolve compiti primari nel meccanismo immunitario.

La carenza di piridossina, o vitamina B6, deprime l’immunità cellulare e l’immunità umorale.

Le popolazioni di linfociti B e T non danno la risposta quando sono stimolate con fitogeni o antigeni, e i tessuti linfoidi tendono alla atrofia. Mancando piridossina si produce una carenza simbiotica conseguente di acido pantotenico (vitamina B5), acido folico (B9) e cobalamina o B12.

Da ciò si deduce la necessità di tenere d’occhio e di selezionare con criterio e competenza i nostri cibi.

Minori conseguenze sul sistema immunitario vengono causate in caso di carenza dalla tiamina (B1), dalla riboflavina (B2), dalla niacina (PP), dalla biotina (vitamina H), le quali hanno un leggero effetto sulla immunocompetenza, cioè sulla acquisizione da parte dei linfociti T e B di specifiche molecole di superficie chiamate recettori, dedite al riconoscimento delle sostanze estranee dannose da marcare ed eliminare.

La vitamina C è essenziale per un efficiente funzionamento del sistema immunitario, ed è pure basilare nella sintesi e nella distruzione del colesterolo nel nostro organismo. La vitamina C ha doti battericide e batteriostatiche, nel senso che distrugge o previene la crescita di organismi patogeni. Detossifica e rende innocui veleni e tossine, controlla e interviene attivamente nei processi di fagocitosi.

La vitamina C fa aumentare del 50% il glutatione dei globuli rossi, composto la cui carenza provoca depressione immunitaria e danni alle cellule.

I malati di cancro hanno solitamente concentrazioni molto basse di vitamina C nel plasma sanguigno e nei leucociti del sangue. Il livello di acido ascorbico nei leucociti dei malati di cancro è così basso che i leucociti stessi non riescono a svolgere le loro funzioni di fagocitosi, di assorbimento e digestione dei batteri e delle cellule maligne nonself. Una spiegazione ipotetica ma ragionevole, di tale basso livello di vitamina C nel sangue dei cancerosi, è che i loro corpi usano la vitamina C a disposizione nello sforzo improbo di controllare e contenere la loro malattia.

Per tutti questi motivi, e per altri ancora, il fabbisogno di 40-60 milligrammi al giorno di vitamina C consigliato dai nutrizionisti dovrebbe essere notevolmente aumentato, come insegnano anche gli esperimenti di Cambridge, citati in altri punti del testo.

Con l’avvertenza importantissima, ripetiamo importantissima, che la vitamina C si prenda a piene mani dalle uniche fonti veritiere e genuine che sono frutta e verdura al naturale, dove il bilanciamento perfetto di tutte le componenti nutritive impedisce pericolosi fenomeni di esagerazione e di sovrabbondanza. Il sistema renale, il pancreas, il fegato e la pelle, ovvero il sistema emuntorio, non si scandalizzeranno per vitamina C naturale in eccesso e la filtreranno fuori dal corpo con facilità irrisoria e senza conseguenze corrosive. Chi gioca invece l’impropria e l’insidiosa carta della vitamina C sintetica, che è beninteso un farmaco con effetti collaterali come tutte le vitamine e i minerali di sintesi che noi fortemente disapproviamo, corre diversi pericoli. Il rischio è di restare a corto di vitamina C se la sintetica non viene assimilata per niente, come in genere succede. In tal caso scatta l’emergenza interna e il corpo va a pescare vitamina C dalle poche riserve interne, col meccanismo tipico della stimolazione. Se invece la sintetica venisse in qualche modo assimilata perché il paziente vi si è assuefatto o abituato, occorre fare attenzione a evitare le megadosi, capaci di causare calcoli da ossalato, distruzione di vitamina B12 che è antitetica alla vitamina C, anemia perniciosa conseguente, urina molto costosa, sempre a patto che i reni accettino senza problemi il filtraggio di tale eccedenza farmacologica.

In effetti, all’organismo interessano quantità piccole ma continue di vitamina C. La sua impossibilità di essere depositata e tesaurizzata nel corpo, oltre i livelli ristretti della quota di emergenza, depone decisamente a favore delle fonti alimentari naturali, o al massimo a favore di estratti naturali a basso dosaggio, da peperone, rosa canina, e da altri frutti dotati di rutina (vitamina P, sinergica della vitamina C) fattore di resistenza capillare, e di altri flavonoidi essenziali per l’assorbimento dell’acido ascorbico. Altre fonti di vitamina P sono la scorza di tutti gli agrumi, i mirtilli e il grano saraceno.

Il meccanismo del sistema immunitario coinvolge certe molecole proteiche che sono presenti nei fluidi organici e nelle cellule del corpo. Trattasi degli anticorpi o immunoglobuline, che sono grosse molecole proteiche contenenti ciascuna da 15 a 25 mila atomi. Il nostro corpo è in grado di fabbricare un milione di diversi tipi di molecole anticorpo. Ogni anticorpo è in grado di riconoscere un particolare tipo di atomi chiamati hapteni, portati dai propri antigeni, ovvero dalle proprie molecole esterne.

La maggior parte della gente non fabbrica gli anticorpi che possono combinarsi coi loro hapteni, e così soffre di una speciale forma di malattia chiamata malattia autoimmune. I gruppi haptenici di un antigene stimolano le cellule a dividersi e a formare un clone di molte cellule diverse. Le nuove cellule create liberano anticorpi specifici nel sangue, dove esse possono combinarsi con le cellule antigeniche e marcarle per la distruzione. L’IgA o immunoglobulina A è l’anticorpo presente in maggior numero, seguito dall’IgM o immunoglobulina M, propria delle secrezioni nasali.

Dopo che le cellule estranee sono state identificate e marcate per la distruzione, esse vengono attaccate e distrutte dai fagociti o cellule killer che salvaguardano il nostro corpo. Queste cellule non sono altro che i globuli bianchi o leucociti, presenti nel sangue e negli altri fluidi organici. I leucociti si trovano in gran numero nel pus che si forma sulle ferite dove è in corso una infezione. I leucociti fabbricati nelle ghiandole linfatiche si chiamano linfociti. Essi circolano nella linfa, una sospensione di cellule in un fondo giallastro simile al plasma sanguigno, attraverso i canali linfatici della corrente sanguigna.

I linfociti sono le più importanti cellule fagocitiche nella battaglia contro il cancro e le altre malattie. Questo è il processo nel quale i leucociti circondano e distruggono i batteri e le cellule mutogene o cancerogene o maligne, quelle identificate e marcate. Ogni singolo leucocita circonda e fagocita la sua cellula estranea.

Un altro strumento del sistema immunitario sono gli interferoni, proteine ad attività antivirale.

Il corpo umano fabbrica una ventina di diverse molecole di interferone, e pare che, con l’aumento della vitamina C nel sangue, si verifichi un incremento proporzionato di interferone.

Non è ancora finita. Le prostaglandine (C20-H34-O5) sono piccole molecole lipidiche che rivestono un ruolo centrale e potente nel funzionamento del corpo. Agendo come ormoni, esse regolano il battito cardiaco, il flusso sanguigno, le riparazioni e le difese da danni di droghe e farmaci, le risposte del sistema immunitario stesso.

L’attività difensiva dei globuli bianchi è potenziata anche dai grassi noti come Omega-3. Si tratta della frazione degli acidi grassi polinsaturi DHA (docosaesaenoico) e DPA (docosapentaenoico) presenti nel pesce, ed in particolare nel fegato del pesce e nell’olio di pesce. La cottura del pescato, però, tramortisce l’enzima lipasi e degrada gli acidi grassi, rendendo il tutto assai problematico per il canale digestivo. Del resto, a consolazione dei vegetariani, esistono ottime fonti alternative naturali di grassi polinsaturi Omega-3 che sono superlative e imbattibili, quali l’erba porcellana o erba portulaca cruda, considerata infestante in ogni orto e ogni giardino, scarsamente conosciuta e apprezzata, mentre è ottima quale tenero e saporito complemento alla lattuga e al radicchio nelle insalate, dotata di 4,05 mg di acido linoleico per 100 grammi di verdura fresca. Ma le stesse bucce di mele, pere, uva, prugne, contengono gli Omega-3.

Per non dire degli ottimi semi di lino, dei semi oleosi delle noci e delle nocciole, del germe di frumento.

Esiste anche l’uso terapeutico dell’aminoacido arginino in funzione timotropica, ossia con incremento di produzione di limosina da parte del timo. Tale obiettivo si può raggiungere mediante fonti alimentari più ricche di arginina, quali i piselli, i semi oleosi, le nocciole, il sesamo, sempre presupponendo però un apparato digestivo ancora efficiente e una mancanza di anoressia.

Talvolta le stesse sostanze nutritive diventano preziose alleate del sistema immunitario. Da citare ad esempio gli effetti eccezionali dello zinco, che come immuno-stimolatore e immunoregolatore provoca un aumento della risposta linfocitica a fitogeni e antigeni, e una accresciuta attività delle cellule killer T, nonché un potenziamento della immunocompetenza. Lo zinco naturale aminochelato, in stretta sinergia con magnesio-potassio-ferro naturali, può essere considerato un autentico moltiplicatore di risposta immunologica. Frutta e verdure con tanto zinco non danno alcun problema, com’è ovvio. Integrazioni minerali a base di zinco sintetico o da cibi arricchiti restano invece problematiche e rischiose. Il troppo zinco sintetico non sarà assimilato, ma determinerà eventualmente un fenomeno di pura stimolazione organica alla ricerca di zinco organico buono tra i meandri dell’organismo, e causerà altresì una domanda di ferro interno buono in sinergia, con eventuale promozione di anemia. Ed in più ci sarà un danno immunitario, dato che grandi quantità di zinco deprimono le funzioni battericide e fagocitiche dei macrofagi e dei neutrofili.

La carenza di rame, pur rara tra gli umani, costituisce pure elemento causativo di caduta immunitaria. Il rame interagisce ed è sinergico con lo zinco ed anche col ferro. Anche ferro e selenio, soprattutto se presi come integratori, diventano ad alte dosi tossici ed immuno-depressivi.

Le cadute immunitarie che colpiscono l’uomo moderno sono collegate ad uno strano paradosso: l’alimentazione odierna è povera di zinco, ma l’acido fitico e gli altri chelanti dei minerali di cui è pur ricca l’alimentazione integrale, inibiscono in parte l’assimilazione dello zinco stesso.

Come al solito riemerge in continuazione la superiorità assoluta della alimentazione vegetariana-fruttariana che distribuisce le sostanze giuste in bilanciata ed equilibrata armonia.

Da rilevare infine che il crollo del sistema immunitario significa automaticamente cancro.