4. IL MESSAGGIO È DIO NON AMA CHI UCCIDE
UNA VALANGA DI LEZIONI E DI MONITI
UNA PREZIOSA MILLENARIA ESPERIENZA
La carne come idea, come concetto, come alimento, è da tempo immemorabile sotto processo.
Prove inconfutabili ne hanno accertato a ripetizione la pericolosità, il potere avvelenante nei riguardi di un organismo umano disegnato e inteso per digerire ed assimilare ben altre sostanze.
Chi mangia cadaveri si cadaverizza. È una regola implacabile. Tutti dobbiamo morire in qualche modo. Ma vivere da cadaverizzati è scomodo e indegno oltre ogni dire. E morire male, immobilizzati a letto, drogati e intontiti dai farmaci, è ancora peggio, sia per sé che per quelli che ti devono assistere.
È comprensibile dunque che si cerchi di tornare alla semplicità e alla chiarezza del passato remoto, quando il passato recente e quando il tempo stesso in cui viviamo non possono fungere in alcun modo da buon esempio.
Qualcosa che dura 2500 anni, e forse anche di più, perché i maestri del grande Pitagora non erano di certo molto inferiori a lui. Potremmo dire addirittura che il primo in assoluto ad esprimersi contro l’insensibilità e la cattiveria dell’uccidere fu lo stesso creatore del mondo e della Terra.
Ammazzare degli animali innocenti e poi cibarsi dei loro poveri resti è infatti azione immonda e indegna per l’uomo, oltre che estremamente dannosa e compromettente per il suo organismo.
La scena si ripete miliardi di volte nelle stalle e nei recinti del mondo. Lo sguardo incrociato del quadrupede e del bipede. Innocenza e cinismo a confronto. L’animale che ci guarda con la trepida speranza di essere lasciato in pace, anche perché lui stesso dopotutto lascia in pace tutti, non commette atti disonesti o violenti, obbedisce pazientemente agli ordini del padrone, si lascia persino incatenare alla sua cella. Non immagina nel modo più assoluto, salvo paure e inquietudini da telepatie e da urla lontane e da incubi premonitori, che nella mente dell’uomo, che gli sta di fronte in modo apparentemente civile e pacifico, alberghino piani così diabolici e sconvolgenti. Avrebbe molta più paura se passasse un lupo o una belva affamata. La povera mucca non sa che quell’uomo ha già scritto nel suo diario la data in cui essa verrà liberata dalla catena e consegnata al camion del macellaio.
Ammazzare chi non ha nulla da opporre a propria difesa, chi non ha nessuno disposto a difenderlo, è una sporca vigliaccheria e un alto tradimento sotto ogni cielo, in ogni luogo e in qualsiasi circostanza.
Non ci sono scusanti. Non esistono alibi. Non valgono confessioni e remissione dei peccati, né sono previsti azzeramenti di responsabilità. Chi rimane coinvolto colpevolmente in questo tipo di barbarie resta segnato a vita ed anche oltre la vita.
Il messaggio non proviene da gente qualsiasi, ma dalle menti più eccelse e geniali mai espresse dal genere umano. Il messaggio arriva dagli insegnamenti dei Veda e di Krishna, di Zoroastro, di Buddha, degli antichi papiri egizi. Il messaggio arriva da irripetibili maestri del calibro di Talete e di Pitagora, di Aristotele, Platone, Socrate, Diogene, Epicuro, e da tutta la scuola filosofica della Magna Grecia, bacino culturale e politico, che includeva geograficamente la Grecia odierna e l’Italia meridionale.
Il messaggio dei nostri comuni primi antenati viene ribadito con forza e insistenza dai filosofi e dagli scienziati di Roma Antica, inclusi Porfirio, Orazio, Marco Aurelio, Lucrezio, Seneca, Ovidio, Cicerone, Plutarco, Eraclito.
Il messaggio viene ribadito e riconfermato con fermezza dal Grande Rinascimento Italiano dei Raffaello, dei Giotto, dei Michelangelo, dei Galilei, con in testa Leonardo da Vinci, genio immortale che il mondo intero continua ad invidiare all’Italia, che non esitò a esporsi e a pronunciarsi espressamente contro la malvagità e l’errore marchiano del carnivorismo che, già a quei tempi di macellazioni, più rituali ed episodiche che sistematiche e continuative, causava comunque orrore, disgusto, fastidio e opposizione negli animi sensibili della gente.
Il messaggio viene pure suffragato in modo inequivocabile dai padri storici dell’arte medica, da Ippocrate e da Claudio Galeno.
E trova importantissime conferme persino nella medicina più qualificata e nobile dei nostri giorni, e ci viene in testa il professor Umberto Veronesi, presidente della Lega europea anticancro ed ex-ministro italiano della Sanità, da sempre vegetariano assoluto e testimone insospettabile a favore della verità vera sulla giusta alimentazione per tutti gli uomini. Uomini di qualunque razza, di qualunque lingua, di qualunque carattere, di qualunque segno zodiacale, di qualunque gruppo sanguigno.
E ci viene alla mente l’insigne professoressa anglo-cinese Key-Tee Khaw, dell’Università di Cambridge, realizzatrice nel 2001 del più grosso esperimento nutrizionale di massa che la storia ricordi, dove viene provato che 5 pasti di frutta fresca e viva al giorno e che un quantitativo almeno quadruplo di vitamina C naturale sono essenziali ed indispensabili per schivare il cancro, per stare alla larga dalle cardiopatie, dal diabete e dall’obesità, nonché da tutte le gravi affezioni che tormentano attualmente il genere umano.
Scienziati scomparsi, tipo Charles Darwin, Jean-Jacques Rousseau, Francois Voltaire, Albert Einstein, Bertrand Russell, e scienziati viventi, tipo Margherita Hack e Zichichi, fanno pure parte dell’elenco ufficiale di nomi eccellenti a sostegno della nostra causa vegan, e a difesa contemporanea degli animali tormentati e degli stati di salute degenerati.
L’astinenza dalla carne, pur non trovando concreti e coerenti appoggi nelle chiese dominanti dell’Ebraismo, del Cattolicesimo e dell’Islam, è stata però raccomandata da tutti i grandi iniziati del Cristianesimo e dai maggiori padri della Chiesa Cattolica, come S. Girolamo, S. Ambrogio, S. Giovanni, S. Agostino, S. Tommaso, San Benedetto, Santa Caterina da Siena, S. Filippo Neri, e pure da S. Francesco d’Assisi.
Grandi e celebri scrittori e artisti di talento si sono espressi a favore del vegetarianismo, e parliamo di William Shakespeare, Thomas Mann, di J.B. Shaw, di Tolstoi, di Nietsche. Movimenti culturali e scuole scientifiche di alimentazione come l’Igienismo Naturale Americano, con la sua lunga sfilza bi-centenaria di medici dissidenti di grande cultura e di eroica trasparenza professionale, e come l’Ehretismo che ha conosciuto sviluppi impensabili in America sulle orme del medico tedesco Arnold Ehret, sono divenuti autentici baluardi storici del vegetarianismo.
Un mare di messaggi, un oceano di messaggi, una valanga di insegnamenti e di moniti.
Il messaggio del presente mio testo, è ben poca cosa.
Una povera briciola, un goccio di acqua azzurra e di acqua chiara per dirla con la poesia e il romanticismo struggente di Lucio Battisti.
Nulla più di un minuscolo granello di sabbia, di una mini-testimonianza personale, di una eco racchiusa in una conchiglia.
Ma, quanto abbiamo sopra elencato, ha un peso e una sostanza eccezionali, una forza d’urto formidabile. È una esperienza millenaria trasmessa da generazioni. È una eredità di valore inestimabile. È la nostra miniera d’oro e di diamanti.