7.  STRESS, PAURE, IGNORANZA, CATTIVE ABITUDINI DI VITA, PORTANO ALLA ENERVAZIONE

Ma nessuno è in grado di calcolare le domande straordinarie di energia poste in essere nella vita civilizzata e stressante di oggi.

Il lavoro, la famiglia, le preoccupazioni, le paure, pescano pesantemente nei nostri capitali interni di energia nervosa, resi esigui dai troppi prelevamenti passati. La conseguenza è che ognuno vive più o meno in stato di costante stato di enervazione o snervamento, e pertanto in stato di imperfetta eliminazione e pulizia dei rifiuti.

Le abitudini perverse di sovra-alimentarsi, di sovra-vestirsi, di abbonarsi agli eccessi di tutti i tipi, produce un abuso interno di energia nervosa. Quando il rifornimento di energia nervosa non è uguale alla domanda nervo-energetica del corpo, il funzionamento degli organi diventa difettoso, ed è causa di ritenzione di prodotti di scarto, cioè di tossiemia. Non è cosa strana che tutta la gente iper-attiva e sovra-responsabilizzata sia anche più o meno enervata, ossia snervata.

Niente è più annichilente e deprimente della paura.

È per questo che molta gente soccombe alle cosiddette epidemie influenzali.

La paura, sommata alla debolezza fisica insita nel male, può essere spesso fatale.

La paura è figlia dell’ignoranza. L’intelligenza e la comprensione delle cose sono fattori di conservazione di energia nervosa. Tutte le abitudini e gli stili di vita e gli atteggiamenti che portano alla enervazione sono da eliminare.

L’organismo può essere indebolito e snervato al punto tale da non avere alcun potere di reazione sufficiente ad espellere la sepsi, la setticemia, la tossiemia. Liberarsi dalla tossiemia significa correggere tutte le abitudini di vita che producono enervazione o snervamento, e poi ricostruire gradualmente una digestione normale, una assimilazione normale, una eliminazione normale.

La medicina dà farmaci come rimedio, ma i farmaci compromettono e aggravano ulteriormente l’eliminazione, in quanto anch’essi devono essere eliminati.

I cibi stessi, che la medicina continua a prescrivere assieme ai farmaci, si aggiungono agli ingombri della malattia. In natura, se si viene schiacciati chimicamente dai veleni esterni e dai veleni interni autogenerati, e se si viene nel contempo oberati dalle antitossine, da sostanze che implicano effetti collaterali e difficoltà di espulsione per via renale, si corre concreto rischio di morte.

Al contrario, se uno mantiene il suo sangue in stato di costante purezza, la malattia diventa virtualmente impossibile.