Sto baciando Alex.
Sto baciando Alex.
Lui mi bacia il collo e l’incavo della clavicola, ed è la cosa più folle e mozzafiato che abbia mai fatto e che mai farò in vita mia. Mi sembra di esplodere, come se non riuscissi a tenere più insieme le particelle di cui sono formata, come se potessi alimentare la rete elettrica di un’intera città con l’energia che emana la mia pelle.
Ci baciamo per cinquantadue minuti, finché i numeri rossi della sveglia sul comodino segnano le 00.42. All’inizio le mani di Alex sono tra i miei capelli, sul mio viso, sulle spalle, strette intorno a me. Dopo un primo momento, però, si avventurano oltre, e s’infilano sotto la mia maglietta. Sono senza reggiseno e non è difficile per lui trovare quel che sta cercando del mio corpo. Vado con le mani sotto la sua t-shirt e tocco la pelle nuda della pancia e del petto, e sono senza fiato.
Sento che tutto si sta facendo più travolgente e mi tiro un po’ indietro. Smetto di baciarlo, soprattutto perché temo di perdere il controllo di me stessa. Lui mi bacia la fronte, poi si allontana un po’, creando un piccolo spazio tra di noi, però poi allunga la mano per toccare la mia. Non diciamo niente, restiamo lì sdraiati uno di fronte all’altra, tenendoci per mano finché non ci addormentiamo.